Le armi dei partigiani

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view post Posted on 13/10/2017, 08:44


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CITAZIONE (kanister @ 13/10/2017, 09:32) 
E chi gli faceva fare la fatica di portarseli dietro?

E comunque se pensi di andare a cercarli scordatelo: con la fame di ferro che c'era nel periodo postbellico è già stato rastrellato tutto.

Tutto tutto non direi :rolleyes:

La mia domanda era per un altro motivo, a parte che lasciando la roba sul posto poteva venire facilmente identificato il luogo dove era avvenuto lo scontro,poi si dava comunque possibilità al nemico di recupera comunque del materiale. Io credevo che qualsiasi cosa venisse recuperata, per poi magari disfarsene in altro luogo semmai.
 
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view post Posted on 13/10/2017, 12:30
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Normalmente le operazioni partigiane dovevano essere "mordi e fuggi".
Pensi ci fosse il tempo per quelle sottigliezze quando a volte non riuscivano nemmeno a raccogliere le armi e le munizioni?
 
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view post Posted on 13/10/2017, 13:09


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Sono d'accordo, se per questo addirittura alcune volte non riuscivano nemmeno a prendere i feriti ed erano obbligati a lasciarli sul posto.
Ma ci sono anche situazioni opposte, casi dove le armi venivano lasciate portare ai prigionieri, togliendo loro la possibilità di usarle (ad esempio togliendo l'otturatore); credo che si cercasse di togliere ogni minimo vantaggio al nemico, quindi recuperare equipaggiamento vario, anche se inutile e se naturalmente la situazione lo permetteva.

Logico che non si arriva a situazioni estreme, come per esempio poteva accadere negli contri sulle alpi tra soldati RSI e truppe alleate. Ricordo una descrizione di Beraud dove diceva che i francesi, una volta catturato un avamposto della Littorio, li avessero obbligati a caricarsi di ogni cosa facendo poi saltare la postazione.
 
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view post Posted on 13/10/2017, 22:45
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CITAZIONE (sciatore91 @ 13/10/2017, 09:26) 
CITAZIONE (ghirghi @ 12/10/2017, 18:48) 
Nel reparto dov'ero io, le armi per le quali non si trovavano munizioni, finivano abbandonate sulla nuda terra, in una baracca, sotto un graticcio che serviva da branda comune, con le armi scartate perché guaste e non più riparabili.
Vi finivano anche le baionette e i caschi, anche se di preferenza chi le aveva se ne sbarazzava gettandole in qualche ruscello.
Le armi francesi erano abbastanza comuni nelle vallate delle alpi marittime. Si trattava di armi requisite dal REI durante la campagna di Francia e depositate in caserme e casermette, visitate poi dai primi partigiani.
Per qualche tempo ho avuto una pistola MAS calibro 7.65 lungo, con soltanto tre cartucce oltre alle otto contenute nel caricatore. Nell’impossibilità di trovare munizioni, alla prima occasione l’avevo scambiata con una Stayer M12.

Si sentono spesso testimonianze di partigiani che raccontano gli approvvigionamenti di armi e munizioni dalle casermette montane Chissà quanto si poteva trovare in quel lasso di tempo che va dall'abbandono delle stesse da parte della vecchia guarnigione (es GAF) all'arrivo dei tedeschi, periodo in cui sono rimaste totalmente incustodite.

Adesso che leggo, una cosa mi sono sempre chiesto, abbiamo appurato che i partigiani di elmetti e baionette non li utilizzassero più di tanto; quindi una volta catturati al nemico venivano comunque presi non abbandonati in subito sul posto dell'azione?

Le cose sono leggermente diverse.
Anche in superiorità numerica, dovevamo sempre seguire la regola del “mordi e fuggi”. Non eravamo mai nella condizione di poter avere le munizioni necessarie a sostenere una sparatoria per un tempo sufficientemente lungo. Pochi minuti di fuoco e per noi tutto era finito. Tenete presente che la dotazione media individuale era di cinque/sei lastrine.
Gli elmetti e le baionette che giungevano nei distaccamenti, erano di quei militi che abbandonavano i reparti per passare alla resistenza.
Indossare un elmetto, però, ti faceva riconoscere come un ex RSI. La qual cosa era grandemente sconsigliata perché quelli che venivano in rastrellamento, erano particolarmente feroci nei confronti dei loro ex compagni che si erano allontanati. Come si rendevano conto della situazione, se ne liberavano subito.
La baionetta e le armi bianche non erano nemmeno prese in considerazione.
Quanto sopra era la situazione tipica della fascia appenninica Ligure.
 
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view post Posted on 19/10/2017, 11:55


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CITAZIONE (ghirghi @ 13/10/2017, 23:45) 
CITAZIONE (sciatore91 @ 13/10/2017, 09:26) 
Si sentono spesso testimonianze di partigiani che raccontano gli approvvigionamenti di armi e munizioni dalle casermette montane Chissà quanto si poteva trovare in quel lasso di tempo che va dall'abbandono delle stesse da parte della vecchia guarnigione (es GAF) all'arrivo dei tedeschi, periodo in cui sono rimaste totalmente incustodite.

Adesso che leggo, una cosa mi sono sempre chiesto, abbiamo appurato che i partigiani di elmetti e baionette non li utilizzassero più di tanto; quindi una volta catturati al nemico venivano comunque presi non abbandonati in subito sul posto dell'azione?

Le cose sono leggermente diverse.
Anche in superiorità numerica, dovevamo sempre seguire la regola del “mordi e fuggi”. Non eravamo mai nella condizione di poter avere le munizioni necessarie a sostenere una sparatoria per un tempo sufficientemente lungo. Pochi minuti di fuoco e per noi tutto era finito. Tenete presente che la dotazione media individuale era di cinque/sei lastrine.
Gli elmetti e le baionette che giungevano nei distaccamenti, erano di quei militi che abbandonavano i reparti per passare alla resistenza.
Indossare un elmetto, però, ti faceva riconoscere come un ex RSI. La qual cosa era grandemente sconsigliata perché quelli che venivano in rastrellamento, erano particolarmente feroci nei confronti dei loro ex compagni che si erano allontanati. Come si rendevano conto della situazione, se ne liberavano subito.
La baionetta e le armi bianche non erano nemmeno prese in considerazione.
Quanto sopra era la situazione tipica della fascia appenninica Ligure.

Ti ringrazio molto per la spiegazione.
Un saluto!
 
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view post Posted on 27/10/2017, 14:12
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Permettetemi una segnalazione.
Sul numero di Novembre ora in edicola della rivista Armi & Tiro l'amico Pettinelli presenta un'arma veramente strana, incrocio tra TZ45, uno Sten e non si sa cos'altro.
Se siete interessati alle armi partigiane ve ne consiglio la lettura.
 
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view post Posted on 1/11/2017, 13:38
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Letto l'articolo,ti fa venire voglia di metterti al tornio.....
 
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view post Posted on 10/11/2017, 14:57


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CITAZIONE (ghirghi @ 27/9/2012, 20:46) 
CITAZIONE (Radagast_ @ 27/9/2012, 14:04) 
interessante l'osservazione di Kanister sull'uso dei distintivi.
Ghirghi, dei diversi repubblichini che .... hai incrociato.... ti ricordi che portassero distintivi etc? oggetti di preda bellica non ne avete mai presi?
il mio elmo RSI ad esempio arriva dalla casa di un partigiano. l'aveva preso ad Alba nelle famose giornate.

Molto francamente devo affermare che all’epoca non davamo certo importanza agli eventuali distintivi indossati.

Di distintivi, visti in qualche “occasione particolare”, mi pare di ricordare soltanto quello dell’addestramento in Germania. Non ricordo altro, all’infuori delle varie mostrine dei reparti.

Tutti gli ex che avevano disertato, giungevano da noi indossando ancora la divisa, ma si erano già liberati delle mostrine e d’altri eventuali distintivi.

Subito cercavano abiti civili per poter abbandonare anche la divisa.

Senza la divisa, il loro eventuale riconoscimento, in caso di cattura, poteva avvenire soltanto per la spiata di un ex collega o attraverso il riconoscimento da parte di un superiore diretto.

Caso particolare, invece, quello degli elmetti. Nessun partigiano, dalle nostre parti, avrebbe azzardato ad indossare un elmetto per il timore di essere scambiato da lontano per un avversario.

In compenso ho una fotografia scattata ad un funerale partigiano nell’immediato dopo liberazione, con i membri di un reparto d’onore che indossavano tutti il casco. Li avevano ricuperati, nuovissimi, dall’edificio del Comando S. Marco di Cairo M.

Mi collego ad una vecchia discussione visto che qualche post sopra si era parlato di elmetti e baionette.
Per quanto riguarda i distintivi, vi veniva dato effettivamente peso da parte partigiana all'epoca? Mi spiego, in caso di cattura un milite RSI con Addestramento in Germania (o qualche particolare brevetto/distintivo di merito), a differenza di uno che magari aveva 2 semplici gladi su baveri veniva trattato diversamente?
La mia domanda deriva dal fatto che spesso si ritrovano questi particolari distintivi, segno che probabilmente se ne disfavano al momento della diserzione o quando stavano per essere catturati, pero' per esempio si trovano meno piastrine, e comunque quasi mai insieme ai distintivi.
Saluti
 
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view post Posted on 10/11/2017, 16:45
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Per risponderti ti pongo una domanda: ma tu pensi che quando partivano per un rastrellamento i soldati della RSI si agghindassero come "alberi di Natale"?

O piuttosto, data la scarsità di rifornimenti, non credi che le divise "buone" con relative chincaglierie le tenessero per le sfilate e le libere uscite e nelle occasioni di fatica utilizzassero non dico gli stracci ma comunque le tenute più sbrindellate? Ti sei mai chiesto da cosa derivi l'accusa di fonte partigiana che i militari si presentavano vestiti "come partigiani"? Loro lo consideravano un metodo per ingannarli, secondo me era invece uno stato di fatto dovuto alla scarsità di materiale. Per riprova consulta ad esempio il diario della S.Marco e verifica i salti mortali che facevano per dotare ogni uomo di almeno una divisa completa, con appunto i distintivi che tu chiedi.

Logicamente il mio discorso non vale per chi veniva sorpreso in altre occasioni.
 
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view post Posted on 10/11/2017, 17:05


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CITAZIONE (kanister @ 10/11/2017, 16:45) 
Per risponderti ti pongo una domanda: ma tu pensi che quando partivano per un rastrellamento i soldati della RSI si agghindassero come "alberi di Natale"?

Probabilmente chi faceva parte della controbanda o chi andava in missioni particolari no per ovvi motivi di ''travestimento'' come dici tu; credo che invece in tutti gli altri momenti qualcosa avessero. Se no come si spiega il fatto di trovare (parlo per le zone alpine) questi distintivi praticamente dappertutto?
Ci sono cronache dell'epoca dove viene descritto dai partigiani il momento della spoliazione dai distintivi delle truppe partite appositamente per rastrellarli (vedi SS italiane, GNR,...)..
Pensavo vi potesse essere una situazione simile a quella che poteva accadere ai soldati tedeschi se catturati con distintivi di meriti particolari (es caccia alle bande, da cecchino,..)
 
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view post Posted on 22/7/2021, 20:09
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Segnalo che nel documentario "Passato e Presente - I servizi segreti e la Resistenza europea" in diretta ora su RaiStoria, a un certo punto viene mostrata la foto di partigiani con un Garand. Andando a memoria, dovrebbero essere gli uomini della "X Zona Patrioti" alle dipendenze degli Alleati.
 
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