Eric J. Leed, Terra di nessuno - Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 20/5/2008, 17:20

ADMIN

Group:
ADMIN
Posts:
7,235

Status:


Autore: Eric J. Leed
Titolo: TERRA DI NESSUNO - Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale.
Titolo originale: NO MAN'S LAND - Combat & Identity in World War I
Prima edizione: Cambridge University Press - 1979
Prima edizione in lingua italiana: Società Editrice Il Mulino - Collana storica paperbacks - 1985
Pagine: 308

Questo libro di Eric J. Leed (recentemente ristampato per i tipi della società editrice "Il Mulino" di Bologna) costituisce uno studio estremamente interessante e documentato sugli effetti che la prima guerra mondiale produsse nell'ambito interiore delle coscienze individuali e sugli sconvolgenti mutamenti che l'esperienza bellica apportò a livello della psiche e del comportamento sociale di quanti si trovarono a condividere la terrificante esperienza della vita di trincea sul Fronte Occidentale, tra il 1915 e il 1918. Si tratta di un testo molto "denso", sicuramente di non facilissima lettura, che si avvale degli apporti interdisciplinari della antropologia, della psicologia, della sociologia e dell'indagine clinica, ma la cui fonte primaria è costituita dalla ricca memorialistica e diaristica personale dell'epoca, nonchè dalla vasta e pregevole produzione letteraria d'argomento bellico ad opera di nomi quali Graves, Sassoon, Junger, Remarque e numerosi altri. Non si tratta comunque di un'arida indagine sulle "nevrosi da combattimento" (anche se a tale argomento viene dedicato un apposito capitolo), bensì di un approfondito e rigoroso viaggio scientifico ed esplorativo dentro i miti, i valori, gli istinti e le pulsioni che dapprima indussero milioni di giovani a indossare l'uniforme e poi gettarono l'umanità in quello che fu il primo vero e proprio "olocausto industrializzato" della Storia.

E' indubbio che nell'agosto del 1914 l'Europa visse una fase di vera e propria "ipnosi collettiva": la guerra ("sola igiene del mondo" come recitavano i futuristi) venne salutata da milioni di francesi, di inglesi, di tedeschi e di austro-ungarici come un momento epico di purificazione e di rinnovamento individuale, come "dissoluzione della propria identità personale, come trascendenza del privato, come rottura delle barriere che preservavano il loro egoismo sociale". Al di là delle ragioni nazionalistiche e patriottiche, Leed sostiene che ad accendere le polveri del primo conflitto mondiale concorsero senz'altro la percezione e l'unanime l'aspettativa che solo la guerra potesse dischiudere l'accesso a un mondo di ideali superiori, a un'era nuova dove i concetti del dovere, dell'onore, dell'egualitarismo, dell'ordine e della disciplina avrebbero permesso di rifondare una società alternativa a quella borghese, mercantilistica e industriale; una società diversa, basata su una più vera e reale solidarietà umana e sul superamento di tutti quei limiti convenzionali che imprigionavano l'identità personale entro soffocanti categorie di classe, di censo e di educazione.

Ma questa grande illusione collettiva, che rispondeva a profonde e spesso irrazionali istanze inconscie individuali, s'infranse tragicamente nel momento esatto in cui la situazione strategica vide il netto prevalere della difensiva sull'offensiva, della guerra di posizione su quella di movimento. Il mondo d'ogni soldato si ridusse all'informe microcosmo della trincea, ogni suo sforzo fu focalizzato alla semplice preservazione della propria sopravvivenza, ogni sua necessità si ridusse all'espletamento di poche essenziali necessità primordiali. All'euforia, all'entusiasmo, all'impeto e all'eroismo personale subentrò in ogni combattente la terrificante consapevolezza della propria assoluta impotenza e frustrazione innanzi alle spaventose capacità distruttive gettate in campo dal progresso industriale e tecnologico moderno: l'artiglieria, la mitragliatrice, il filo spinato, i gas asfissianti spogliarono la guerra di ogni sua maschera romantica e avventurosa. La guerra assunse allora l'aspetto di una mostruosa entità governata da una propria caotica volontà sovrapersonale, disumana e priva di qualsiasi scopo apparente, quasi alla stregua di un organismo autonomo che si nutriva fagocitando milioni di tonnellate di materiale e centinaia di migliaia di vite umane in modo continuo, casuale e quasi "automatico".

La spaventosa dimensione dell'evento bellico, l'atrocità insensata del primo conflitto mondiale sconvolsero ogni prospettiva personale creando nell'individuo una sorta di dissociazione, di alienazione, sia nei confronti del proprio "io" sia nei confronti dell'intera società civile nel suo complesso. I veterani, i reduci dal fronte, sia che appartenessero agli eserciti vincitori che a quelli perdenti, erano stati tramutati in individui irrimediabilmente tagliati fuori dal proprio passato e dal proprio vissuto: uomini che avevano trascorso interminabili periodi di terrore e di regressione istintuale, imbarbariti dalla quotidiana initimità con la morte e con la violenza e dunque incapaci di riconciliarsi sia con se stessi, sia con quella civiltà che, in un qualche modo, li aveva sfruttati, strumentalizzati e infine inappellabilmente disillusi; uomini il cui unico appiglio "affettivo" era costituito dal ristretto circolo di commilitoni con i quali avevano condiviso i medesimi patimenti e i medesimi sacrifici e con i quali, a volte, avevano sperimentato una spontanea e orgogliosa fratellanza in armi. Fu proprio a partire dall'amara scoperta della colossale ipocrisia sottostante a quel mondo di valori per i quali avevano sofferto e combattuto che una certa parte dei reduci prese a covare dentro di sè i semi di quell'odio e di quella disperata necessità di rivalsa compensativa che, per certi versi, spianò la strada all'aberrazione del totalitarismo nazista e alla dittatura fascista in Italia.

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 20/5/2008, 21:18
 
Top
view post Posted on 20/5/2008, 23:15
Avatar

ADMIN

Group:
ADMIN
Posts:
2,635
Location:
roma

Status:


Grazie della segnalazione e della splendida quanto condivisibile recensione
 
Top
1 replies since 20/5/2008, 17:20   2588 views
  Share