SCRITTE MURALI

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Barba elettrica
view post Posted on 3/8/2012, 07:56 by: Barba elettrica
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Vi posto questo articolo della Gazzetta di Mantova che gira per la rete: pare che a Solferino stia succedendo un Quarantotto per via di una scritta del Ventennio riportata alla luce durante un restauro:

SOLFERINO. Uno dei principali mezzi di comunicazione di cui si serviva il regime fascista nel corso degli anni Trenta era il ricorso alle scritte murali. Motti mussoliniani e frasi che incitavano a sostenere il Duce si potevano trovare su buona parte del territorio italiano, sia sulle pareti degli edifici pubblici che sulle case di privati cittadini. Non è raro che tali scritte, nel corso di ristrutturazioni edilizie rispuntino, a ottant’anni di distanza. A Solferino è successo qualche mese fa. Da allora, da quando sulla facciata di una casa della centrale via Garibaldi si può leggere “C’è chi ancora sogna l’Italia imperiale. Noi sognamo l’Italia romana, cioè saggia e forte, disciplinata e imperiale”, firmato Mussolini, è scoppiata una polemica che ha coinvolto anche il Prefetto Mario Rosario Ruffo.

A sollevare il caso sono stati i membri dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia. «Già alla fine dell’anno scorso avevamo segnalato la scritta al Prefetto – spiega il presidente provinciale dell’Anpi, Rodolfo Rebecchi – Ci era stato detto che la Prefettura avrebbe verificato, ma poi non ne abbiamo più saputo nulla per mesi. Ad aprile abbiamo sollecitato nuovamente la Prefettura, ma ad oggi la scritta è ancora ben visibile in pieno centro paese. Crediamo – conclude Rebecchi – che quella frase sia da cancellare, perché rappresenta un periodo buio della storia del nostro paese».

Insomma, per l’Anpi lo slogan mussoliniano deve essere cancellato. Subito. Senza se e senza ma. Di tutt’altro avviso il sindaco di Solferino, Germano Bignotti (Popolo della Libertà): «Non voglio entrare in polemica con l’Anpi, ma non condivido la loro posizione. Del resto, se non sbaglio, il Mein Kampf di Hitler non è stato ritirato dalle biblioteche tedesche. Quella scritta deve rimanere al suo posto perché è una testimonianza storica. Inoltre – conclude Bignotti – il nostro Piano di Governo del Territorio impone che in centro storico le facciate vengano ridipinte e rimesse a nuovo seguendo con attenzione le caratteristiche esistenti. Ho parlato con il Prefetto e mi ha detto che non c’è nulla di evocativo su quella parete, quindi per me il caso è chiuso».

Le posizioni degli ex partigiani e del Comune rimangono molto distanti. Intanto la frase del Duce resta in bella vista in centro paese attirando la curiosità dei passanti. Scrivere e scriveremo.
 
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