91 carcano sniper

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view post Posted on 29/9/2014, 20:31


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l otturatore è brunito ?
la manetta è stata piegata a caldo ?
è databile ?

e l arma ha banchi stranieri ? e stata importata ?

a prescindere, dubito che durante la prima guerra ci venissero fornite ottiche dal nemico... o che adottassimo un arma non ricaricabile immediatamente con le lastrine ma solo a colpo singolo ... cosa invece possibilissima su un arma da caccia, dove 6 cartucce bastano e avanzano
 
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view post Posted on 29/9/2014, 22:29
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Ciao!
La manetta e' in parte brunita ma se piegata a caldo non saprei.
La provenienza , Germania , e' un TERNI 1916 senza fucili incrociati .
A seguire un paio di punzoni ......

[IMG][/IMG]
[IMG][/IMG]
 
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Gimone
view post Posted on 3/10/2014, 12:47




E di questo cavalleria sniper che mi sapete dire?

http://milpas.cc/rifles/ZFiles/Sniper%20Ri...o%20Sniper.html
 
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view post Posted on 3/10/2014, 13:13
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Secondo me un improponibile abbriccio made in USA.
 
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view post Posted on 6/10/2014, 18:57
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Il marchi della foto sopra (ME) e questo che sembra una E e che secondo le scritture indica che sia stato usato dai greci che ne dite? cosa possono indicare visto che l'arma comunque e' in 6,5x52 .
[IMG][/IMG]
 
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view post Posted on 12/11/2014, 11:21
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Da diari di "cecchini" italiani nella grande guerra.

Il racconto di Michele Campana nel libro “Perché ho ucciso”. Lo scrisse nel 1918 .
“Ho per un anno fatto il cecchino, che sarebbe a dire il tiratore spietato, fra le rocce del Pasubio. Avevo un fucile a cannocchiale “Scheibler”: lo pulivo, lo oliavo da me, per paura che me lo sciupassero: nessuna cosa ebbe mai tante cure meticolose quanto quell’arma che mi procurava delle ore di passione: gli parlavo persino come ad essere animato ed intelligente. Ieri caccia grossa – Bravo perdinci ! Mi facesti un bel colpo ! Ne ero così sicuro, conoscendone per tante prove, i lievi difetti di puntamento e di alzo, che difficilmente sbagliavo colpo. Fino a cinquecento metri di distanza scommettevo per la morte di chi mi presentasse anche solo il capo davanti alle lenti del cannocchiale. Stavo appostato di solito nelle caverne del dente del Pasubio, ora a destra ora a sinistra, grandi finestre slabbrate nella roccia che dominavano da cento metri piu in alto, da una parte i posti avanzati nemici “il cocuzzolo dei morti” e tutta la rete dei camminamenti fino a Sogli Bianchi, dall’altra le trincee della casermetta difensiva e lo scoperto passaggio del “naso”. Stava li accanto a me il fedele attendente Costamagna…. Un fortissimo colono del Piemonte che parlava poco e menava le mani con l’esperienza di cinque o sei anni di guerra in Libia, a Rodi, qui: gridavamo ad un tempo: Eccolo ! Stai attento se casca. Ed avevo già fissato le lenti contro il nemico. Si ingrandiva e si avvicinava così che ne scorgessi anche le fattezze; la lancetta dello “Scheibler” lo rigava nel mezzo del corpo: già col rimbombo della botta riempiva la caverna. Non potevo discernerne l’effetto, che il rinculo dello scoppio mi faceva sbatter gli occhi e spostare le lenti del cannocchiale. Ma Costamagna non aveva battuto ciglio: acuiva gli occhi vividi fuori dalla grande feritoia, poi si rivolgeva a me, dal suo sorriso capivo già. Come è andata ? Secco !!”

Altra testimonianza italiana:

Ma il piu' delle volte il "cecchinaggio" offre una specie di volutta',come ogni azione bravesca,per le scene comiche alle quali da' motivo.Molti colleghi venivano ad ammirare questo schermo cinematografico.
Ecco! Il soldato austriaco si affaccia sui parapetti:una macchia piu' scura tra i sacchetti.Scopre le spalle ,prende la corsa,si delinea tutto nel punto scoperto:un piccolo omino che fugge via rapido.Ma il canocchiale e' gia' puntato,il colpo parte,il piccolo omino casca a terra,con un balzo da gatto si ripara.
Una mattina passavano due plufer portanti una marmitta di rancio.Sparo.Il primo casca colpito,l'altro scappa via piu' veloce di una lepre.La marmitta rotola giu'per la china,fino ai reticolati.
Quel giorno un plotone austriaco non mangio'."

Altra testimonianza:

... il mirino mi si appannava di continuo visto il forte contrasto tra la mia temperatura e quella che la lente davanti aveva per via dell'aria. Fu una lotta continua di straccio e punto fino a che non riuscii, complice la giornata che pur essendo di sole si stava riscaldando, ad avere a posto e terso il vetro graduato.
Potevo quindi cominciare la mia estenuante ricerca".

Edited by 91ts - 12/11/2014, 21:18
 
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schveik
view post Posted on 12/4/2015, 21:54




CITAZIONE (91ts @ 2/8/2014, 20:18) 
Vi presento questo eccezionale pezzo che trattero' piu avanti con altre immagini.
Intanto con molta soddisfazione posso ora dire ...... che ESISTE!
Per chi non lo avesse identificato si tratta di un 91 con ottica AMIGUES.
Buone ferie 91TS

Una domanda.
Sull' ottica ci sono iscrizioni, scritte o numeri di qualche tipo oppure è anonima?
 
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view post Posted on 13/4/2015, 08:05


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CITAZIONE (91ts @ 6/10/2014, 19:57) 
Il marchi della foto sopra (ME) e questo che sembra una E e che secondo le scritture indica che sia stato usato dai greci che ne dite? cosa possono indicare visto che l'arma comunque e' in 6,5x52 .
[IMG](IMG:http://i59.tinypic.com/5nmzag.jpg)[/IMG]

per verificare se è "solo" in 6,5x52 dovrebbe provare a camerare una 6,5x54 ...a prescindere, i greci la " E " non mi risulta la abbiano sul calcio, ma solo sulla culatta...
 
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schveik
view post Posted on 24/4/2015, 21:37




Ho letto recentemente il primo libro sul tiro di precisione italiano con il 91 nella prima guerra mondiale, “L’occhio mortale”.
Libro estremamente interessante che ha chiarito alcuni dubbi che avevo: per esempio mi è ora chiaro che l’ottica “Scheibler” è quella Filotecnica e non è una ulteriore ottica e che fondamentalmente sono state usate due ottiche, la “Amigues” e la “Scheibler”, ambedue oggetto di manuali operativi editi dal R.E. nel 1916.
Non è però ancora chiaro, ad esempio, perché l’ottica Scheibler si chiami così.
A parziale integrazione ed approfondimento vorrei quindi postare qualche informazione ulteriore che ho reperito sull’argomento, con l’intento di alimentare una eventuale discussione.

1. Ottica Amigues

Prendendo spunto dal brevetto del 1918 citato da 91TS qualche post più sopra, ho trovato che il nostro Amigues tre anni prima, ovvero il 29 dicembre 1915, aveva depositato in Francia un brevetto riguardante l’ ottica che verrà montata sul 91.
Eccolo qui

http://worldwide.espacenet.com/publication...2773A&KC=A&ND=4

Guardandone i disegni e la descrizione è evidente la molla caratteristica ed è chiaro che si tratta di quella che noi chiamiamo ottica “Amigues”.
Cosa ancora più interessante, si vede che il signor Amigues non era il solo inventore, ma compare come inventore anche un tale Louis Huet.
Volendo essere precisi l’ottica andrebbe quindi chiamata più correttamente “Amigues-Huet”.
Il signor Louis Huet era con ogni probabilità il proprietario degli Etablissements optiques Louis Huet a Parigi, nota casa di strumenti ottici, di cui erano produttori da decenni. I suoi binocoli erano estremamente diffusi.
Abbiamo allora un brevetto dove uno degli inventori/depositanti è un famoso produttore francese.
Sembra allora immediato ipotizzare che il produttore dell’ottica sia stata proprio la ditta Louis Huet.

Un altro punto interessante è che questa ottica non è mai stata adottata dai francesi.
Essi avevano trovato la loro soluzione al tiro di precisione, dopo un iniziale blando utilizzo di ottiche americane Winchester 5A e ottiche civili della ditta Manufactures de France (una ditta di vendita per corrispondenza che vendeva anche fucili e pistole) producendo direttamente nell’arsenale statale di Puteaux le ottiche APX 16 e 17, con ogni probabilità derivate dall’ottica del cannone da 37 mm allora in produzione proprio presso lo stabilimento di Puteaux.

Come sia arrivata quindi l’ottica A.H. in mano agli italiani è ignoto.
Possiamo ipotizzare sia un contatto diretto tra militari del genere

I: Vorremmo delle ottiche.
F: Non possiamo darvele ma c’è questo Huet che si è presentato con un brevetto. A noi non interessa perché abbiamo risolto diversamente, vedete un po’ se interessa a voi…

che un contatto privato di qualche tipo.
Fatto sta che queste ottiche vengono prodotte, in prima ipotesi da Huet a Parigi, utilizzate e fatte oggetto di manuale operativo.
E’ anche possibile che sia stato solo comprato il brevetto o una licenza ed affidato l’incarico di costruire ad una ditta italiana, la prima che viene in mente è la Filotecnica (vedremo sotto come potrebbe essere accaduto).
Il tutto accade in tempi brevissimi, qualche mese, visto che il brevetto è di dicembre 1915 e il manuale è del 1916.

2. Ottica Scheibler

Non vi è alcuna traccia in rete di fabbricanti di strumenti ottici a nome Scheibler.
Nel momento però in cui si sa che ottica Scheibler e ottica Filotecnica sono la stessa cosa, si possono fare delle ipotesi piuttosto corpose.
Troviamo allora che il conte Felice Scheibler è un ricchissimo industriale tessile milanese di origine tedesca ma alla seconda generazione ormai perfettamente integrato ad altissimo livello.
Egli è il fondatore del premio ippico Scheibler ancora esistente, e proprietario della nota villa Scheibler a Milano ora adibita a pubblico uso.
E’ inoltre il fondatore nel 1915 della “Croce Azzurra” soccorso per animali, a ciò spinto dalle problematiche dei cavalli feriti in guerra,
Egli è inoltre un cacciatore professionale, nell’ultimo decennio dell’ottocento ha percorso il mondo a caccia di grandi animali ed ha riassunto la sua esperienza in un libro all’epoca di successo, “Sette anni di caccia grossa, note di viaggio in America, Asia, Africa ed Europa”, libro reperibile in rete anche in forma elettronica.
Riassumendo le caratteristiche notevoli: estremamente ricco, contatti con il R.E. (Croce Azzurra), abilità professionali di tiro col fucile.
Aggiungiamo ora che l’ing. Salmoiraghi proprietario della Filotecnica, è all’epoca presidente della camera di commercio di Milano.
Può essere dato quindi per certo che i due si conoscessero di persona.
Quindi adesso abbiamo il produttore italiano di ottiche, il cacciatore esperto di ottiche e il R.E..
Possiamo allora supporre sia che il contatto Scheibler-Salmoiraghi abbia portato all’elaborazione di un ottica più semplice offerta ed accettata dal R.E. in funzione delle relazioni ad alto livello dei due a sostituzione della Amigues fornita da Huet, oppure, nel caso che Filotecnica fosse produttrice su licenza dell’ottica Amigues, una nuova ottica sviluppata con l’aiuto del conte così da liberarsi della licenza Amigues.
 
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view post Posted on 28/4/2015, 14:41
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Interessante intervento
Grazie!
 
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schveik
view post Posted on 30/4/2015, 21:38




CITAZIONE (91ts @ 28/4/2015, 15:41) 
Interessante intervento
Grazie!

di nulla
 
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anbessa
view post Posted on 27/11/2016, 21:46




Caro 91ts. Sono nuovo al Forum e sto scuriosando sui siti che mi interessano. A pagina 7 pubblichi una foto che mi lascia alquanto perplesso. La canna del '91 e' "bancata" sulla parte sinistra coi punzoni di prova inglesi. Non leggo bene il tutto ma il TONNELLATE PER POLLICE QUADRATO cosa ci sta a fare su un Carcano :blink: :blink: ?
 
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view post Posted on 22/3/2018, 21:49


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[QUOTE=axel 1899,1/27/2009, 06:44 PM ?t=19119299&st=15#entry173160240]
QUOTE (monte grappa 1918 @ 18/10/2008, 17:08)
[,per il caricamento non potendo utilizzare le cartucce sfuse si era trovata la soluzione inserendo il pacchetto caricatore da sotto il serbatoio.

che Io sappia la soluzione di inserire la lastrina mannlicher dal basso appare solo su un esemplare di '91 sniper pubblicato su Tac Armi ... e tra l'altro nell'esemplare pubblicato manca alcun sistema per mantenere in chiusura il fondo del serbatoio e relativa molla ...

axel 1899


Ho la raccolta completa di TAC e TACARMI fin dal 1965: puoi dirmi in quale numero e anno c'è l'articolo con la lastrina che si inserisce dal basso? Non ricordo questo articolo.
GRAZIE!

ALAMO
 
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102 replies since 2/10/2007, 08:37   22160 views
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