15 Luglio 1945: L'Italia dichiara guerra al Giappone.

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carpu65
view post Posted on 18/3/2010, 03:18




Ecco una pagina di storia dimenticata.
Il 15 Luglio 1945 l'Italia dichiara guerra al Giappone.
In quel momento nel nostro paese nessuno sospettava dell'esistenza della bomba atomica,senza la quale un corpo di spedizione (presumibilmente di volontari) armato, equipaggiato e trasportato in loco dagli Anglo-Americani, avrebbe partecipato all'invasione delle isole Giapponesi.

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view post Posted on 18/3/2010, 14:56
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sarebbe mancata solo l'invasione del Giappone e poi le avremmo fatte tutte!
 
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view post Posted on 18/3/2010, 16:23
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E come l'avemmo invasa, con i canotti..........
e le truppe? quelle del nord o quelle del sud, comunque sfiancate da tutti gli anni passati in guerra e senza equipaggiamenti
 
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carpu65
view post Posted on 18/3/2010, 19:13




Edgardo Sogno si era immediatemente offerto volontario per il Corpo di spedizione nel Pacifico.
Questo sarebbe stato interamente armato,equipaggiato e trasportato nel teatro d'operazioni dagli anglo-americani.
Immagino che sarebbe stato formato da volontari.
Le operazioni di invasione si preannunciavano sanguinosissime,ed ogni contributo in uomini era ben accetto.
In questo modo l'Italia sperava di passare definitivamente nel novero degli Alleati,con importanti ricadute sul trattato di pace.
Per quanto sembri incredibile,per qualche tempo (addirittura fino al 46) si parlò pure di eventuali compensazioni territoriali per l'Italia nelle isole del Pacifico, a fronte dei territori perduti in Africa e nell'Egeo.
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Edited by Fante - 20/3/2010, 10:47
 
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view post Posted on 18/3/2010, 21:05


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CITAZIONE
sarebbe mancata solo l'invasione del Giappone e poi le avremmo fatte tutte!

.......altro che vile tu uccidi un uomo morto..........
....dichiarazione di guerra imposta dagli angloamericani .....21 giorni dopo il 6 agosto 1945 veniva sganciata la 1^ bomba atomica su Hiroshima ed il 9 agosto la 2^ bomba atomica su Nagasaki :ph34r:

...non mi risulta che sia mai seguita la firma di un armistizio o di un tratato di pace con il Giappone e quindi teoricamente siamo ancora in guerra con il Giappone ??? image




Edited by Fante - 20/3/2010, 10:47
 
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carpu65
view post Posted on 18/3/2010, 21:30




CITAZIONE (LIII Legione @ 18/3/2010, 21:05)
.......altro che vile tu uccidi un uomo morto..........
....dichiarazione di guerra imposta dagli angloamericani .....21 giorni dopo il 6 agosto 1945 veniva sganciata la 1^ bomba atomica su Hiroshima ed il 9 agosto la 2^ bomba atomica su Nagasaki

Col senno di poi è così,
ma al tempo noi non sapevamo dell'esistenza della bomba.
Senza l'atomica l'invasione del Giappone sarebbe stata tutt'altro che una passeggiata. http://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Downfall
Quindi altro che uccidere un uomo morto!
l'esito era scontato,ma i Giapponesi avrebbero venduto la pelle a carissimo prezzo.
La dichiarazione di guerra non fu affatto richiesta dagli Anglo-Americani,ma fu un iniziativa Italiana,dibattuta ed approvata all'interno del consiglio dei Ministri.
(Si veda ad esempio il Diario di Nenni)

CITAZIONE
...non mi risulta che sia mai seguita la firma di un armistizio o di un tratato di pace con il Giappone e quindi teoricamente siamo ancora in guerra con il Giappone ???

No,
perchè noi abbiamo dichiarato guerra,ma il Giappone non ha recepito la dichiarazione.
Non ne ha nemmeno preso atto.
Considerando che non ci sono stati scontri tra forze Italiane e Giapponesi dopo la dichiarazione di guerra (prima credo che in seguito all'otto settembre ci sia stato qualcosa con il nostro presidio a Tien Sin),la dichiarazione è nulla.




Edited by Fante - 20/3/2010, 10:48
 
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ghirghi
view post Posted on 20/3/2010, 11:19




Ciao, Carpus65.

Complimenti, bella testimonianza storica.
E' un piacere poter ricostruire le vicende storiche attraverso le pagine dei giornali d'epoca.

Personalmente ho molti giornali relativi alla prima guerra mondiale, come "L'Avanti" e "Il Popolo d'Italia", quest'ultimo ancora giornale socialista diretto dall'allora dissidente Benito Mussolini.

Mi hai dato un'idea! Nel prossimo mese di Maggio, nelle pagine di storia, posterò i due giornali per confrontare le posizioni contrapposte dei "non interventisti" e degli "interventisti", finita, come sappiamo, con la vittoria di questi ultimi.

Naturalmente senza alcun commento personale, perchè non vorrei riaccendere quella che era stata la prima grande disputa: guerra sì, guerra nò. :)

Con tutta stima, jan.
 
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carpu65
view post Posted on 21/3/2010, 04:07




Ghirghi,visto che tu c'eri..
Ricordi,sia pur vagamente questa dichiarazione di guerra?
e rammenti come fu presa in Italia la notizia della bomba atomica su Hiroshima?
Recentemente Giulio Andreotti in un intervista ha detto che sui giornali non gli venne dato il rilievo che oggi penseremmo.
Non c'era la chiara percezione di cosa fosse avvenuto realmente,di quale fosse la potenza della nuova arma (e inoltre le notizie erano poche e frammentarie).
Tu hai dei ricordi a tal proposito?
Come era percepita la guerra contro i Giapponesi dopo l'Aprile 45,sopratutto da voi che avevate fatto la resistenza?
P.S.
Guarda cosa ho trovato:
http://www.galleria.thule-italia.com/bocca...acopertina.html
Si tratta dei numeri del settimanale "Avanguardia" delle SS Italiane.
Da sole meriterebbero un thread,ma a rischio di andare un pò fuori tema le inserisco quì.
Se clicchi sulle pagine si ingrandiscono e con un pò di vista buona si possono leggere gli articoli.
In gran parte di essi gli autori si lamentano che...ma l'argomento è troppo interessante.
Bisogna dedicargli un apposito spazio.
 
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ghirghi
view post Posted on 21/3/2010, 14:14




Per quel poco che io ricordo, posso riferire che la notizia della dichiarazione di guerra al Giappone, pochissimo evidenziata dai giornali dell’epoca, fu accolta per quello che era: una mera necessità politica tesa ad ammorbidire quello stato di tensione che ancora esisteva fra gli alleati, nei confronti di un ex nemico quale eravamo noi. Null’altro. Non si ebbe, infatti, alcuna parvenza, anche soltanto formale, di preparazioni per far fronte ad un tal evento. Anzi, senza timore di smentita, ritengo che la stragrande maggioranza degli italiani, in quel momento, non ne ebbe nemmeno notizia.
Per capire meglio la situazione dell’epoca, forse gioverebbe rileggere l’intervento che l’on. Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri, pronunciò il 10 agosto 1946 alla Conferenza della Pace di Parigi.

Per quanto concerne, invece, il lancio della bomba atomica, molto francamente all’epoca nessuno aveva capito nulla. Dopo lo sganciamento di migliaia e migliaia di tonn. di bombe che avevano provocato la distruzione d’intere città, sia in Europa sia in Giappone, dopo il reiterato annuncio di nuove armi che avrebbero consentito improbabili vittorie, la notizia di una bomba un poco più grande delle altre, non aveva impressionato proprio nessuno.
Anzi, i più plaudirono a quella bomba che, finalmente, era riuscita a far capitolare i giapponesi.
L’immane orrore incominciò a trapelare soltanto molto dopo, quando ci si rese conto che la distruzione di quelle due città era stata un nulla, nei confronti dello strazio che per lunghi anni avrebbero dovuto sopportare le persone contaminate, provocandone infine la morte.
Lì per lì, quando era giunta la notizia di quella strana e potente bomba, tutti fummo felici perché ci rendevamo conto che fino a quando non si fosse arreso anche il Giappone, la guerra non poteva considerarsi finita. A che prezzo lo capimmo dopo, molto dopo.



P.S. Sto cercando di leggere le pagine di “Avanguardia” che segnali. Grazie.
 
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view post Posted on 21/3/2010, 19:57


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Ma l' Italia in quel momento poteva dichiarare guerra la Giappone? Non è che la dichiarazione non fu accettata, come quella fatta alla Germania, in quanto essendosi arresa ed occupata non aveva sovranità in politica estera ?
 
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view post Posted on 21/3/2010, 20:03

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CITAZIONE (ghirghi @ 21/3/2010, 14:14)
Lì per lì, quando era giunta la notizia di quella strana e potente bomba, tutti fummo felici perché ci rendevamo conto che fino a quando non si fosse arreso anche il Giappone, la guerra non poteva considerarsi finita. A che prezzo lo capimmo dopo, molto dopo.

Grazie Ghirghi per la tua interessantissima testimonianza. Sicuramente all'epoca la necessità di concludere nel più breve tempo possibile le ostilità con il Giappone evitando un ulteriore prolungarsi del conflitto costituiva per gli Stati Uniti un motivo di priorità assoluta e l'impiego dell'arma atomica non aveva ancora quel terrificante significato che avrebbe assunto negli anni successivi con l'avvento della guerra fredda. La logica brutale e spietata della guerra non faceva certo differenza tra le decine di migliaia di vittime civili perite a causa dei bombardamenti "convenzionali" e quelle che invece a Hiroshima e Nagasaki sperimentarono per la prima (e fortunatamente unica) volta le orribili conseguenze di un'esplosione nucleare. Come ho sempre affermato, le motivazioni che conducono al verificarsi di un dato evento storico vanno sempre contestualizzate nella cornice di riferimento del periodo: questo spiega perchè a quell'epoca l'impiego della bomba atomica fu accolto probabilmente più come un motivo di sollievo per il presente che non come una fonte di preoccupazione per l'avvenire.

Quanto alla dichiarazione di guerra dell'Italia al Giappone concordo pienamente con quanto da te espresso: una semplice mossa di facciata di cui probabilmente si saranno accorte soltanto le cancellerie e le ambasciate internazionali. Nelle disastrose condizioni nelle quali era uscita l'Italia dal conflitto mi sarebbe piaciuto vedere chi avrebbe avuto il coraggio di organizzare un corpo di spedizione militare da inviare in Giappone, a patto che gli Alleati ce ne fornissero i mezzi...

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carpu65
view post Posted on 23/3/2010, 00:47




La dichiarazione non fu accettata per "sfregio",
per il fatto che i Giapponesi riconoscevano come legittima solo la RSI e non il Regno d'Italia,
e anche perchè (anche volendo) nel tempo di recepirla la guerra sarebbe finita a causa della bomba atomica.
I particolari "tecnici" sono stati raccontati tempo fa dall'Ambasciatore Sergio Romano nella sua rubrica sul "Corriere della sera".
Per il resto,senza la bomba l'invasione del Giappone sarebbe stata sanguinosissima,per cui ogni contingente era più che ben accetto.
Armamento,equipaggiamento e trasporto non erano un problema (tutto gratis dagli Alleati).
Piuttosto,mi auguro che non avrebbero mandato soldatini di leva,ma solo volontari.
Io penso che anche nel 45 un certo numero ne avrebbero trovato.
Alcuni per spirito di avventura,altri non ancora sazi di menare le mani,altri ancora per riscattare la Patria,altri per la paga (credo che i dollari non sarebbero mancati).
Scommettiamo anche nella presenza di un certo numero di reduci di Salò?
In fondo non pochi si arruolarono nella Legione Straniera Francese della IV Repubblica nata dalla resistenza Gaullista,
Nazione nemica fino ad un attimo prima.
 
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ghirghi
view post Posted on 23/3/2010, 19:00




L’unica giustificazione accettabile, anche se un poco stiracchiata, sta proprio li: Senza la bomba l’invasione del Giappone sarebbe stata veramente sanguinosa.

Una realtà ben triste!

D’altra parte, siamo sinceri, se all’epoca si fosse fatto un referendum per stabilire se la bomba si doveva lanciare o no, ne sarebbe scaturito un SI plebiscitario. Con quel che si sapeva, chi avrebbe potuto immaginare che cosa ne sarebbe scaturito.

Non scommetterei, invece, sulla presenza dei reduci dell’ex RSI.

All’epoca molti reduci, con qualche problema alle spalle, avevano scelto la legione francese perché era garantito l’anonimato. Di là dalla frontiera e a pochi km. da Ventimiglia, vi erano uffici di reclutamento che operavano ufficialmente e alla luce del sole.
Conoscevo personalmente due legionari di questo tipo, rientrati poi in Italia a fine contratto senza alcun problema.
Nell’eventuale e ipotetico “corpo di spedizione” per il Giappone, l’anonimato non sarebbe stato invece possibile.
 
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view post Posted on 23/3/2010, 19:04

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Beh, carissimo Carpu, ragionare su questo tipo di ipotesi storiche è sempre un esercizio affascinante oltre che stimolante dal punto di vista intellettuale.
Non dubito che nel luglio del '45 di gente disposta imbracciare le armi contro i giapponesi se ne sarebbe trovata parecchia, vuoi appunto per amor di patria o per semplice necessità, ma continuo a nutrire le mie perplessità sulla fattibilità concreta dell'impresa. La dichiarazione di guerra al Giappone fu certamente un atto dovuto nell'ambito del nuovo sistema di allenze di cui cercavamo faticosamente e goffamente di entrare a far parte, senza accorgerci probabilmente che a quell'epoca l'Italia contava poco o nulla nel novero delle "potenze" internazionali, più o meno come il proverbiale vaso di coccio tra i vasi di ferro. Quanto al fatto che gli anglo-americani largheggiasero in mezzi e sostanze e che non avrebbero avuto il benchè minimo problema ad equipaggiare, armare, rifornire e trasportare un corpo di spedizione italiano fino al Giappone, anche su questo potrei esprimere le mie riserve: sicuramente le truppe inglesi e americane di stanza in Europa avrebbero avuto precedenza immediata; noi, come al solito, saremmo venuti per ultimi...

Quanto alle fantomatiche compensazioni territoriali nel Pacifico, scusami ma non posso fare a meno di sorridere: già mi vedo il tricolore italiano sventolare sopra qualche sperduto atollo della Polinesia benevolmente affidatoci dagli Alleati in compenso del nostro tributo di sangue contro l'impero del Sol Levante o in cambio (appunto) della nostra generosa "cessione" della Tripolitania, come se neanche avessimo appena perduto una guerra... Ma davvero esisteva gente così ingenua da leggere (e scrivere) certe cose? :woot:

E' poi vero che molti reduci di Salò si arruolarono nella Legione Straniera francese, ma come è noto la Legione consentiva di rifarsi una verginità sociale e "politica" e non andava molto per il sottile riguardo alla provenienza dei suoi coscritti. Molti di quei reduci si ritrovarono tra l'altro qualche anno dopo a combattere i Viet-Minh in Indocina, cosa che probabilmente andava loro particolarmente a fagiolo purchè si trattasse di menare nuovamente le mani contro i "rossi".

Sostanzialmente resto d'accordo con quanto espresso dal buon Ghirghi: la dichiarazione di guerra al Giappone fu una mera necessità politica ma di preparativi seri non se ne fecero; la resa del Giappone conseguente all'impiego della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki risolse per certi versi automaticamente la questione evitando al nostro Paese un ennesimo (e probabilmente inutile) fardello di dolore e di sofferenze.

Giusto per curiosità, anche l'Argentina nel marzo del '45 dichiarò guerra alla Germania e al Giappone: chissà poi com'è andata a finire... :D

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 23/3/2010, 19:22
 
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carpu65
view post Posted on 23/3/2010, 19:50




Di sicuro se fossi stato presente nel 45 io mi sarei ben guardato di partecipare ad un impresa del genere e ritengo che solo un pazzo avrebbe potuto pensare di inviare soldati di leva dopo il tremendo tributo di sangue e sofferenze inflitto alla generazione che ebbe la ventura di essere giovane nei primi anni 40.
Tuttavia che la dichiarazione di guerra al Giappone non fosse solo "platonica" è agli atti del dibattito del Consiglio dei Ministri di allora.
C'era una gran voglia di "riscattarsi" e di accumulare meriti per avere il tanto sospirato status di "alleato" a tutti gli effetti (con importanti ricadute sul trattato di pace).
Credo che gli Americani,pur di avere altre truppe disposte a condividere il sanguinoso prezzo dell'operazione Downfall avrebbero sicuramente messo a disposizione navi ed aerei per trasportare i volontari (spero) Italiani nel Pacifico,oltre a divise,armi,equipaggiamenti (tutta roba che di certo non mancava agli USA nel 45).
Piuttosto mi domando quale sarebbe stata l'entità del corpo di spedizione.
Una divisione?
Forse più realisticamente un paio di brigate.
Erano altri tempi,ed i meccanismi psicologici (anche quelli dei semplici cittadini) completamente diversi.
Tempo fa leggevo in un libro che se l'Italia fosse stata membro dell'ONU nel 1950,avrebbe inviato senza dubbi o esitazioni un contingente in Corea (all'epoca la cosa fu anche esplicitamente dichiarata da esponenti del governo); riuscimmo comunque a partecipare con un ospedale da campo.
Circa il Giappone è interessante ricordare che molti di coloro che,prigionieri di guerra in America,rifiutarono dopo l'otto settembre di aderire all'Esercito dell' Italia cobelligerante lo fecero per paura di essere mandati a combattere nel Pacifico.
Circa le isolette nel mar del Giappone,sarebbero state dei territori d'oltremare piuttosto costosi da mantenere per l'Italia di allora.


CITAZIONE (rip-stop @ 23/3/2010, 19:04)
Giusto per curiosità, anche l'Argentina nel marzo del '45 dichiarò guerra alla Germania e al Giappone: chissà poi com'è andata a finire... :D

RIP-STOP

Credo che per Downfall ci sarebbero stati contingenti Brasiliani,Argentini, e degli altri paesi del Sud America e dell'Europa che avevano dichiarato guerra al Giappone.
Tutti insieme un corpo di spedizione di tutto rispetto.
Armi ed equipaggiamenti a carico dello zio Sam (si prevedeva uno sforzo produttivo enorme per l'ultima spallata,più tutto l'immenso surplus già esistente).
 
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