Regio Ingrociatore Muzio Attendolo, Constans et Indomitus

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view post Posted on 9/4/2010, 23:41
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Ho trovata una bella cartolina ricavata da una foto originale dell'Incrociatore Attendolo in navigazione veloce ripreso dall'alto. A me piace molto..

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R.N. Incrociatore leggero Muzio Attendolo
Motto: CONSTANS ET INDOMITUS
Caratteristiche di classe
Gli incrociatori classe Montecuccoli si possono considerare i primi incrociatori leggeri costruiti dopo la I G.M. da parte della Regia Marina, infatti i precedenti 5000 tonnellate erano in sostanza dei grossi esploratori. Mentre erano in costruzione gli incrociatori leggeri tipo "di Giussano", ed in progettazione il tipo "Cadorna", fu elaborato un nuovo programma che prevedeva la costruzione di un nuovo gruppo di incrociatori leggeri. Furono progettati nel 1931 e presentavano una buona protezione, pur avendo una altissima velocità grazie alle forme molto filanti dello scafo. La protezione era affidata a due paratie di acciaio al nichelcromo: una esterna di 60 mm e una interna di 25 mm a centro nave e 30 mm in corrispondenza delle torri principali e distanziata una dall'altra di 1,60 m. E' da notare che mentre la protezione degli incrociatori italiani copriva circa il 75% della lunghezza della nave, in pratica dalla prima torre di prua all'ultima di poppa, lasciando privi di protezione soltanto locali di secondaria importanza gli incrociatori. britannici avevano protezione che copriva solo il 30% della lunghezza della nave lasciando scoperti i depositi di munizioni delle torri principali. Il problema principale di queste navi fu indubbiamente l'armamento contraereo. di scarsa efficacia, anche i cannoni principali non entusiasmarono dato che per ridurre i pesi si era optato per la culla unica, fatto che faceva interagire i due cannoni di ogni torre danneggiando la precisione del tiro. Gli incrociatori furono dotati di un castello di prora non eccessivamente lungo su cui si elevavano le torri prodiere ed il caratteristico torrione tronco - conico che poi divenne comune a tutti gli incrociatori italiani. Una tuga centrale si prolungava dal castello prodiero sino a circa i tre quarti della lunghezza della nave. Su di essa erano sistemati il fumaiolo prodiero e quello poppiero, davanti al quale si innalzava un albero a tripode. Tra i due fumaioli era sistemata una catapulta per due idrovolanti. Queste unità si rivelarono ottimi bastimenti con una notevole velocità, alle prove il Montecuccolli superò i 38 nodi, e una sufficiente protezione e furono intensamente impiegate in guerra anche in funzione di posamine che potevano venir imbarcate in due ferroguide laterali per circa 130 mine di vario genere.
Cantiere C.R.D.A. – Trieste Impostazione 10 aprile 1931 Varo 9 settembre 1934 Entrata in servizio con la Regia Marina 7 agosto 1935
Perduto per cause belliche il 4/12/1942,.
Caratteristiche generali
Dislocamento standard 8.814 tonnellate
Lunghezza 182,2 metri
Larghezza 16,6 metri
Pescaggio 6 metri
Propulsione 6 caldaie a tubi d'acqua subverticali e 2 gruppi di turbine Belluzzo con riduttori ad ingranaggi, 3 eliche 106.000 HP
Combustibile 1.295 tonnellate di nafta
Autonomia 1183 miglia a 35 nodi, 4.411 miglia a 18 nodi
Velocità 37 nodi
Equipaggio 27 ufficiali 551 sottufficiali e comuni
Sistemi difensivi
Armamento cannoni:
8 pezzi da 152/53 mm OTO modello 1929 (4 installazioni binate)
6 pezzi da 100/47 m OTO modello 1927 (3 installazioni binate)
8 mitragliere da 37/54 mm (4 installazioni binate)
8 mitragliere da 13,2 mm
siluri: 4 tubi lanciasiluri da 533 mm in due complessi binati brandeggiabili
Mezzi aerei 2 aerei idrovolanti IMAM Ro 43 con catapulte brandeggiabili situate a centro nave
Corazzatura 30 mm (orizzontale), 60 mm (verticale), 70 mm (artiglierie), 100 mm (torrione)

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Attività operativa
Dopo la presa in consegna da parte della Marina nell'agosto 1935, l'incrociatore Muzio Attendolo fu assegnato alla Seconda Squadra il 6 settembre, dopo aver completato tutti i cicli di prove e collaudi.
Sino al 1940 partecipò a tutte le operazioni addestrative della flotta. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, al comando del C.V. Federico Martinengo, faceva parte della Settima Divisione. Durante le operazioni belliche fece parte in tre periodi diversi anche dell'Ottava Divisione.
Nel corso della sua attività di guerra l'Attendolo partecipò all'uscita in mare del 7 - 9 luglio 1940 che portò alla Battaglia di Punta Stilo. Dal 30 luglio al 1° agosto partecipò ad una grande operazione di scorta per un convoglio in navigazione da Napoli per Bengasi. A partire da 3 dicembre fu destinato a proteggere il traffico con l'Albania, ed il giorno 23 effettuò anche il trasporto a Valona di tre battaglioni di Camicie nere.
Dal 4 al 5 maggio 1941 scortò a distanza (insieme a numerose altre unità) un importante convoglio costituito da sette navi. La grossa formazione navale fu oggetto di continua vigilanza aerea nemica e di numerosi attacchi aerei senza alcun esito. Al ritorno da Tripoli, dal 5 al 7 maggio, l'Attendolo fece ancora parte del gruppo di scorta indiretta ad un convoglio scarico diretto a Palermo.
L'Attendolo partecipò dal 29 novembre al 1° dicembre 1941 ad una crociera di protezione del traffico nel Mediterraneo Centrale. Durante l'operazione la Settima Divisione fu attaccata da un sommergibile che lanciò comunque senza risultato. Tutte le unità rientrarono a Taranto senza essersi incontrate con le navi inglesi, sebbene queste fossero uscite da Malta per intercettare il nostro traffico.
Il 13 dicembre, alle ore 19.40 l'Attendolo uscì da Taranto insieme con la nave da battaglia Andrea Doria, con l'incrociatore Duca d'Aosta e con vari cacciatorpediniere, per costituire uno dei gruppi di scorta di protezione ai convogli per Bengasi nel quadro della vasta Operazione M. 41. Nella notte sul 14, a causa di cospicue forze nemiche e del danneggiamento per siluramento della nave da battaglia Vittorio Veneto, l'operazione venne rinviata e le unità rientrarono a Taranto.
L'unità uscì da Taranto il 16 dicembre facendo parte del gruppo di sostegno ai due convogli dell'Operazione M. 42. Il giorno 17, il gruppo di sostegno (formato da due navi da battaglia, tre incrociatori e dieci cacciatorpediniere) si scontrò con una formazione navale inglese in quella che fu denominata Prima Battaglia della Sirte. L'oscurità interruppe il contatto e gli inglesi si ritirarono dietro cortine di nebbia.
L'Attendolo partecipò ancora all'Operazione M.43, dal 3 al 5 gennaio 1942 Il 22 gennaio partì da Taranto per lo svolgimento dell'Operazione T. 18. Alle ore 14.50 un sommergibile inglese attaccò senza esito con siluri gli incrociatori della Settima Divisione. Alle 16.15 del giorno 23 l'Attendolo aprì il fuoco contro aerei nemici che attaccavano il convoglio. Alle 17.24 l'attacco fu condotto da aerosiluranti che colpirono una motonave. Alle 22.20 si verificò un altro bombardamento aereo. Sulla rotta del ritorno alla base, il giorno 25, la Divisione fu ancora attaccata da un sommergibile inglese.
Durante la Battaglia di Mezzo Agosto (10 - 15 agosto 1942) il Muzio Attendolo uscì in mare con altre forze navali. Il giorno 13 ricevette l'ordine di rientrare a Messina anziché a Taranto e pertanto si aggregò alla Terza Divisione diretta a quella base. Alle ore 08.06 il sommergibile inglese Unbroken , in agguato a Nord Ovest dell'imboccatura dello Stretto di Messina, lanciò quattro siluri contro gli incrociatori: uno colpì il Bolzano ed uno l'Attendolo. Quest'ultimo ebbe tutta la prora asportata, comunque riuscì, assistito e protetto da numeroso naviglio uscito da Messina, a raggiungere questa località coi propri mezzi alle ore 18.45, dopo aver respinto attacchi aerei che si accanivano contro di esso.
L' Attendolo rimase in lavori a Messina dal 14 agosto al 4 settembre, quindi venne trasferita a Napoli, dove il 6 settembre passò in grandi lavori di riattamento. Mentre si trovava nella città partenopea il 4 dicembre 1942, giorno di Santa Barbara, vi fu un bombardamento da parte dei B-24 americani partiti dall'Egitto che arrivarono indisturbati sulla città in quanto scambiati per una formazione di Ju 52 tedeschi, sganciando le loro bombe da oltre 6000 metri di altitudine, nel tentativo di colpire le navi da battaglia presenti nel porto. Le bombe mancarono il bersaglio principale, ma vennero colpite altre navi militari presenti. L'Eugenio di Savoia ebbe 17 morti e 46 feriti e danni alla parte posteriore dello scafo riparabili in 40 giorni. Il Montecuccoli venne colpito da una bomba a centro nave proprio dentro un fumaiolo che venne disintegrato lasciando al suo posto un cratere, ma la protezione della corazzatura riuscì a salvare la nave che ebbe 44 morti e 36 feriti ed ebbe bisogno di ben sette mesi di lavori.
Il Muzio Attendolo venne colpito al centro da una o due bombe e venne danneggiato sotto la linea di galleggiamento, mentre diversi incendi scoppiarono nella parte posteriore della nave. Quando gli incendi vennero domati la nave non era stata ancora messa in salvo, ma un allarme di un nuovo attacco aereo, rivelatosi poi falso, fece sospendere le operazioni di soccorso che quando ripresero era ormai troppo tardi, in quanto la nave si era inclinata affondando. Alla fine tra l'equipaggio si contarono 188 morti e 46 feriti. Anche tra l'equipaggio della corazzata Littorio vi fu un morto, mentre tra le 150 e le 250 vittime vi furono tra la popolazione civile.
Per il Muzio Attendolo la stima delle operazioni di recupero e dei lavori di riparazione era da dieci mesi ad un anno.
Nel suo servizio di guerra il Muzio Attendolo aveva effettuato 25 missioni di cui sei per ricerca del nemico, sette per posa di sbarramenti di mine, una per trasporto di personale e materiali, undici per scorta e protezione del traffico. Percorse 29.235 miglia in navigazione di guerra per 1575 ore di moto. Consumò 17528 tonnellate di nafta e rimase inattivo per lavori od altre cause 448 giorni.
L'incrociatore venne recuperato nel dopoguerra e considerate le condizioni ancora buone in cui si trovava, specie per quanto si riferiva allo scafo, fu considerata l'opportunità di ricostruirlo come un moderno incrociatore contraereo. Dopo un certo periodo però il progetto venne abbandonato e l'unità avviata alla demolizione, fu ufficialmente radiato dai ruoli del Naviglio Militare il 18 ottobre 1946


Un saluto giacomo
 
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dimonios
view post Posted on 18/4/2010, 08:31




L'ennesima bellissima scheda, dell'ennesima tristissima storia di un'altra sacra nave italiana!
Bravo Giacomo, si legge tutta d'un fiato, ed è giusto ricordarle tutte.

Dimonios
 
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view post Posted on 18/4/2010, 13:02
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Grazie Dimonios,

è veramente dura riuscire ancora a reperire immagini belle come questa. La mia unica fonte di rifornimento è ebay, dove il regime dei prezzi è del tutto arbitrario e talvolta assolutamente fuori scala. Comunque continuo con passione, anche procurandomi dei libri dell'Ufficio Storico della MM, questa ri-scoperta della vena nautica della mia passione per la storia militare. La passione era primitivamente sgorgata in età pediatrica o poco più quando il porto di Genova era sede di frequentissima sosta delle navi US della VI Flotta e di naviglio militare assortito...peccato che in allora non fossi in grado di documentare con fotografie quanto vedevo..mi avevano regalato una macchina fotografica per la Prima Comunione, fotografare era severamente vietato..la Guerra Fredda, che ora pare solo un ricordo, negli anni '60 era una faccenda delicata.

Cordialmente giacomo
 
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2 replies since 9/4/2010, 23:41   2155 views
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