1916: la perdita della Corazzata Regina Margherita

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dimonios
view post Posted on 3/4/2010, 16:17




Tante sono le vicende umane che si intrecciano nella vita di una nave da guerra.
Vicende che in principio sopravvivono, nel ricordo dei sopravissuti e dei parenti dei caduti, ma
che poi, pian piano, con il sopravanzare delle nuove generazioni, e l'affievolirsi dei ricordi,
si disperdono e l'oblio del tempo cancella ogni traccia dei protagonisti.
Attraverso alcuni cimeli storici, fortunosamente giunti fino a noi, gradirei far luce su due vicende
che vorrei rappresentassero le tante centinaia che giacciono anonime, fra le lamiere di tanti
relitti, in fondo al mare.
Ma andiamo con ordine.
La Regina Margherita è un'imponente corazzata a due torri e fino al 1910 è stata la nave
ammiraglia della Regia Marina, è lunga ben 138 metri e larga quasi 24; la propulsione è
garantita da 28 caldaie che sviluppano una potenza di 20.000 hp! Per la difesa passiva
possiede una corazza di acciaio spessa dagli 8 ai 15 cm. ed un armamento offensivo
composto da ben 44 cannoni di calibro variante tra i 37 ed i 305 mm; a questi vanno aggiunte 2
mitragliere e 4 tubi lanciasiluri.

Ecco un'immagine della nave in navigazione su una cartolina d'epoca:

image

L'equipaggio è formato da 797 uomini, di cui 37 sono ufficiali. In questo 11 dicembre 1916 però
a bordo si trovano anche il generale Baldini ed il suo staff insieme a 161 soldati, reduci
dall'Albania; la nave infatti si trova ormeggiata nel porto di Valona e dovrà nella notte partire per
riportarli in Italia. In serata il tempo peggiora molto e la notte che sopraggiunge è buia e fredda
ed il mare tempestoso. Il comandante della nave, il capitano di vascello Giovanni Bozzo Gravina,
preoccupato per le condizioni meteo, esterna le proprie perplessità in merito ad una partenza in
quella notte. Il vice ammiraglio Millo, comandante del porto di Valona è però irremovibile, la
partenza è improcastinabile ed assegna come scorta due caccia che dovranno pilotare la
corazzata nell'uscita dal porto, nella rotta di sicurezza per la presenza di mine nemiche.
A questo punto, pare che il comandante della Regina Margherita, stizzito per la conferma
dell'ordine di partenza , rifiuta la scorta.
Così in quella fredda e buia notte la corazzata, mollati gli ormeggi, e si mette in rotta per l'uscita
dal porto; passano pochi minuti e si compie il dramma: lo scafo colpisce con la prora, a sinistra,
una mina e subito dopo ne coplisce un'altra a dritta in corrispodenza delle caldaie prodiere. La
nave affonda, come un ferro, in soli 6 minuti!
Pochi hanno il tempo per mettersi in salvo, con la corazzata colano a picco 678 marinai ed
anche il comandante Bozzo ed il generale Baldini periranno nella sciagura.
I pochi sopravissuti all'affondamento adesso lottano nel buio, contro il freddo e la furia del mare
cercando di aiutarsi fra di loro. Due di questi sono il marinaio Giuseppe Conte, originario di
Ponza, di appena 21 anni ed il nocchiere di 1^ classe Salvatore Matarazzo di Gaeta, anche lui
poco più che ventenne; il primo riuscirà, soffrendo a resistere in acqua al freddo ed alla
tempesta fino a che non sarà recuperato dai mezzi di soccorso; il secondo che, al momento
dell'esplosione è riuscito a gettare in acqua le zattere di salvataggio della nave, riesce anche a
caricarvi sopra altri superstiti che annaspano nella gelida acqua, ogni volta tuffandosi in mare e
trascinandoli fino alle zattere.
Di Giuseppe Conte ci resta una bella immagine della corazzata Regina Margherita, sulla quale,
lui stesso, a perenne ricordo, appuntò questa scritta, firmandola: "R.N. Regina Margherita -
Naufragatasi nelle acque di Valona (Albania) la sera del 11.12.1916 ore 9,45 - Superstito Conte
Giuseppe". Conte sopravviverà alla prima guerra mondiale e nella seconda guerra diventerà
Comandante del Piroscafo requisito "S. Onorato", col quale continuerà a solcare i mari di
guerra in importanti missioni di rifornimento. Il 20 luglio del 1943 un sommergibile inglese però
ricongiungerà il suo destino a quello dei commilitoni della Regina Margherita, con un siluro
affonderà il piroscafo che colerà a picco con il suo comandante.
Questa bella foto che è arrivata fino a noi:

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Questo il ricordino funebre del 1943

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Del secondo protagonista della nostra storia, il nocchiere Matarazzo, sopravissuto
all'affondamento della R. Margherita, non mi è dato sapere se sopravisse anche al conflitto. E'
certo però che il suo eroico comportamento in quella tragica notte del 1916, gli varrà, con D.L.
del 1917, la concessione di una medaglia di Bronzo al Valore MIlitare, con la seguente
motivazione:

Matarazzo Salvatore
Nocchiere di 1^ classe, nato a Gaeta (Latina)
"Mentre la sua nave affondava, provvedeva a mettere in mare le zattere e tutti i mezzi di
salvataggio di cui essa disponeva.
Buttatosi in mare e trovato a galla un motoscafo, portava soccorso ai naufraghi riuscendo
così a compierre diversi salvataggi".
(Basso Adriatico 11 dicembra 1916 - Regia Nave Regina Margherita)

Ecco la sua meritata decorazione:

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image


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Una cartolina con il timbro tondo amministrativo della nave:

image

Due rari nastrini da berretto, della Regia Nave Regina Margherita, il primo in alto è il tipo più
vecchio, precedente il 1914, mentre quello in basso risale al periodo 1915 - 1916

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"...Questa bella e forte nave può chiamarsi fortunata, Maestà, perchè, battezzata con l'augusto
vostro nome.."
Così iniziava il discorso del comandante, rivolto all'unica regina del regno d'Italia, la Regina
Margherita, moglie del Re Umberto I, che, madrina della nave, nel maggio 1904 consegnava la
bandiera di combattimento alla nave che portava il suo nome.
La regina non sopravvisse di molto alla nave, morì giovanissima, nove anni dopo.

La Regina Margherita:

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Saluti e Buona Pasqua a tutti!

Dimonios

Edited by dimonios - 16/1/2011, 19:53
 
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portosaid
view post Posted on 3/4/2010, 16:29




Bellissimo "reportage" Dimo...
e bellissimi nastri ;)
 
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dimonios
view post Posted on 3/4/2010, 16:35




Solo i nastrini? (non sarà interessato questo giudizio?)
Dimonios
 
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portosaid
view post Posted on 3/4/2010, 17:03




sai bene quanto i miei giudizi siano sempre "super partes"
:lol:

mi spieghi le differenze tra i 2 nastri?
 
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view post Posted on 3/4/2010, 17:25
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Dimonios, complimenti bellissima storia e magnifici reperti, direi veramente superbi!!

giacomo
 
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dimonios
view post Posted on 3/4/2010, 18:43




Grazie mille Lancieri!
Portosaid, cercherò di risponderti: il primo dei due nastrini ha un capo con le doppie punte a coda di rondine (non visibili nella foto) ciò significa che è stato costruito per essere montato con i due lembi pendenti sull'orecchio sinistro (ti sarà capitato di vederlo, montato in questa maniera su qualche vecchia foto di marinai). Il secondo invece doveva essere montato senza alcun lembo pendente, come da disposizione del 1914. Questa data praticamente fa da spartiacque permettendo una datazione piuttosto sicura (pre o post 14).
Altra caratteristica del primo nastrino è la mancanza del prefisso monarchico "R.", fattore piuttosto comune nei nastrini primi novecento.
Spero di essere stato chiaro.
Saluti
dimonios
 
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view post Posted on 3/4/2010, 20:54
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Bravo Dimonios bellissima ed interessantissima la tua discussione.

Roberto
 
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dimonios
view post Posted on 3/4/2010, 22:42




Grazie ragazzi.
Ci tengo a precisare che tutti gli oggetti postati fanno parte della mia collezione.

Saluti
dimonios
 
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portosaid
view post Posted on 4/4/2010, 14:27




Ottimo! Dimo...sei esaustivo come sempre.....
in pratica hai così le due varianti di un nastro di per sè già raro.
Complimenti!

Enzo ;)
 
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view post Posted on 4/4/2010, 15:03
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Bravo, piacevole racconto storico contorniato da importanti cimeli. :)

P.S. è superfluo riferire che la medaglia al Valore Militare è molto bella. :B):
 
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dimonios
view post Posted on 4/4/2010, 17:58




Grazie Valore Militare!
Conoscendo la tua esperienza in tema di Valori, i tuoi apprezzamenti per il mio, non possono che farmi grandissimo piacere.
Dimonios
 
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view post Posted on 6/4/2010, 16:30


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bellissimi pezzi e bellissimo racconto!!
 
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