Il posamine Lero, I mercantili in divisa

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view post Posted on 28/5/2010, 18:35
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Oggi posto la storia di una nave la cui foto mi è stata ceduta dal figlio del Com. Tamburrino, la motonave Lero, per esigenze di guerra trasformato in posamine e silurato nell'Egeo. Apparteneva ad una serie di motonavi costruite verso la metà degli anni '30 che furono ampiamente impiegate come incrociatori ausiliari. La foto iniziale è stata acquistata su un sito d'aste e porta i timbri del Giornale "il Popolo d'Italia" e la data 8 maggio 1943. In essa compare una nave mercantile in livrea mimetica scortata da una unità, probabilmente una corvetta. Al tutto sempre ispirato al tema delle navi militarizzate ho aggiunto la foto di una postazione AA binata Breda da 13,2 montata sulla Mn Calino, già oggetto di altro post.

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Anno di costruzione 1936
Unità Gemelle Adriatico, Barletta, Brindisi, Brioni, Monte Gargano, Zara
Stazza lorda 1980 tonnellate
Lunghezza 78.50 metri
Larghezza 12.20 metri
Macchine = 2 Motori FIAT per 3.300 hp su 2 eliche
Velocità massima 14.5 nodi
Consumo 11.5 tonnellate al giorno
Negli anni 1937-38 e 39, la Motonave LERO fu adibita ai collegamenti delle linee Pireo - Rodi - Pireo e Rodi - Alessandria d'Egitto - Rodi.
Il 9 maggio 1940 fu requisita dal Ministero della Marina come posamine ausiliario.
Alle ore 12.30 del 21 ottobre 1942, la motonave Lero, partita da Rodi e diretta a Lero Portolago, fu attaccata da un sommergibile alleato e colpita da due siluri all'altezza della stiva mentre si trovava a circa 6 miglia a S.O. dell'isola di Simi, affondò in 17 minuti l'equipaggio riuscì a porsi in salvo grazie anche ai soccorsi del cacciatorpediniere di scorta.

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Sulla nave era imbarcato come ufficiale medico il dott. Sebastiano Leone da Carloforte (CA). Nel viaggio per raggiungere il Lero si trovò a bordo del Città di Palermo, silurato nei pressi di Cefalonia; venne miracolosamente tratto in salvo dopo ore passate nelle gelide acque dello Ionio (si era nel febbraio del '42). Mesi dopo pure il Lero venne silurato.
I suoi ricordi del proprio servizio in marina nell’Egeo sono narrati nel libro “Naufrago di professione - Un Ufficiale Medico di Complemento della Marina Militare racconta”. Il nomignolo di “naufrago per professione” gli venne appiccicato dall’Amm. Biancheri, seccatissimo (eufemismo) per il fatto che il Ten.Leone gli si era presentato in divisa grigioverde, l’unica rimediata dopo il naufragio del Città di Palermo.
L’Amm.Biancheri era a dir poco estroso, narra Vero Roberti come in Africa Settentrionale sotto un bombardamento l'Amm. Biancheri si mise personalmente a passare i secchi per spegnere un incendio, minacciando di fucilazione alla schiena i "codardi, traditori della Patria" di un piroscafo ormeggiato che fuggivano a gambe levate. Anzi, nell'occasione cercò invano un fucile mitragliatore per provvedere da sè. Poi radunò gli uomini, che comunque alla fine erano tornati per dare una mano, e disse: "Sono l'ammiraglio Biancheri e devo dirvi che vi siete comportati molto bene. Avrei voluto fucilarvi tutti, ma ho deciso di rimandare l'esecuzione a un'altra volta. Avete da bere a bordo?" "Pochino" "Vi manderò dei fiaschi", cosa che fece.
Roberti lo rammenta come "il più folle e il più simpatico dei nostri ammiragli".

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