ricordo di Cefalonia

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luì
view post Posted on 14/5/2010, 10:10




Racconto di un reduce (raccolto da un amico)


Luigi Colombo, classe 1923, ha svolto per decenni la funzione di messo comunale e quindi è molto conosciuto in paese. Era stato chiamato alle armi nel gennaio 1943 e si imbarcò per la Grecia (destinazione Cefalonia) nella prima metà di febbraio e assegnato alla Divisione Acqui, 317° Reggimento, Compagnia "Cannoni" (Alle bandiere dei tre Reggimenti 17°-18°-317°, costituenti la divisione fu assegnata la medaglia d'oro al valor militare).

C'era ancora una forte emozione nella parole di Luigi Colombo quando ha ripercorso le varie fasi della carneficina di Cefalonia che lo
avevano visto presente e ancora turbato dal ricordo dell'eccidio:
"Dopo il discorso di Badoglio nel quale dichiarava che la guerra era finita e che i Tedeschi andavano visti come degli invasori, ci fu
chiesto di deporre le armi. Il generale A. Gandin non volle accettare questo atto di sottomissione e dopo due o tre giorni di discussioni un carro armato tedesco si mosse contro le nostre postazioni. Un nostro capitano sparò e uccise il carrista... In quel preciso momento iniziò una guerra di otto giorni tra Italiani e Tedeschi.
Noi avevamo solamente scorte alimentari per tre giorni ed eravamo in attesa della nave che portava i rifornimenti e munizioni, nave che non arrivò mai in quanto era stata affondata dagli Inglesi. I Tedeschi erano forti dell'aviazione - i famosi Stukas - coi quali ci
bombardavano in continuazione. Comunque, in un primo momento eravamo riusciti ad allontanare i Tedeschi da Cefalonia, ma poi finirono le munizioni. Quando i Tedeschi lo vennero a sapere ci circondarono e iniziarono "i giorni della bandiera bianca" durante i quali i soldati italiani furono sterminati.
La mia compagnia di prima linea era composta di 80 uomini e alla fine di quei giorni eravamo rimasti in 11. Un ragazzino greco ci indicò un posto dove andare a nasconderci. Sulla montagna, dietro ad alcune piante di carrubi c'era una fenditura che permetteva l'ingresso in una grotta. Ci infilammo in quel budello, insieme al nostro sergente, e rimanemmo lì nove giorni senza mangiare. Alla fine dovemmo decidere: o morire di fame nel ventre della montagna o consegnarci ai Tedeschi.
Uscimmo all'esterno senza sapere che erano i giorni della "bandiera bianca". I Tedeschi ci disarmarono e ci misero in riga per portarci a Argostoli dove la caserma "Benito Mussolini" era stata trasformata in un campo di concentramento. Noi non sapevamo che tutti i graduati erano destinati alla fucilazione: ma lo scoprimmo subito. Appena fummo circondati dai Tedeschi questi ci separarono dal nostro sergente e dopo pochi minuti sentimmo un colpo: ci voltammo e vedemmo il sergente a terra, ucciso sul posto con un colpo alla nuca.
Quando arrivammo al campo chiesi di essere curato da una ferita alla schiena (avevo ricevuto un colpo di baionetta) e lì trovai Gaetano
Braga con i gradi di tenente della Sanità insieme ad un prete e un capitano della S.S. Il Braga mi aiutò a scrivere una lettera ai miei cari, una lettera che non arrivò mai a destinazione.
Negli anni di messo comunale feci una ricerca in archivio e trovai la lettera che però - stranamente - non era stata recapitata alla mia
famiglia al punto che mi aveva fatto dire un ufficio funebre".
La fine del generale Gherzi: "Fui ricoverato all'ospedale per la ferita di baionetta che avevo alla schiena. Qui fui testimone della
fine del generale Gherzi, il mio comandante. Anch'egli ricoverato in ospedale sotto mentite spoglie, un giorno arrivarono quattro S.S. che lo tagliarono in mezzo, letteralmente. Decorato di medaglia d'oro al Valor Militare, le sue spoglie riposano al cimitero di Novara. Ma di tanti altri soldati non è rimasto nemmeno tanto perché molti corpi furono bruciati o dispersi in mare".

Nota: sulla fine del generale Gherzi, le fonti ufficiali - di cui non si ha motivo di dubitare - danno una diversa versione; il generale Gherzi, insieme a dei suoi ufficiali, venne catturato nella sede del comando divisionale, e fucilato dai tedeschi sul bordo di un fossato - n.d.r.

La "Carrozza": "Lo chiamavano così il mezzo sul quale caricavano i graduati e li portavano al "Sasso Rosso". Lì c'era un muretto che
proteggeva dal burrone sottostante. I Tedeschi uccidevano l'autista e spedivano il camion giù nel burrone dove, in fondo, un enorme falò faceva scomparire i segni delle stragi.
Una intera compagnia di genieri fu falcidiata in una zona impervia (come quella delle coste di Galliate): e dalla montagna scendeva giù il sangue nell'alveo delle rogge... Orribile!
A fine novembre 1943 fummo caricati su tre navi, ma mentre uscivano dal porto la terza nave con 800 giovani italiani a bordo fu bombardata e affondata dai Tedeschi. Arrivammo infine in Germania e fummo impiegati per lavori nelle retrovie, spostamento di materiali, armi e munizioni”.
A Belgrado il 17 aprile 1944: “Belgrado per tre giorni e tre notti fu bombardata da duecento apparecchi americani. La città fu completamente rasa al suolo, ma le "prigioni" in cui noi eravamo rinserrati si salvarono miracolosamente. Ma forse i politi americani sapevano benissimo dove i Tedeschi ci avevano rinchiusi e volutamente ci risparmiarono”.
Prigioniero in Albania nel marzo 1945: “Prigioniero in Albania nel marzo 1945 I Tedeschi ci ordinarono di fare il bagno in una piscina
con acqua calda che gli albanesi avevano messo a disposizione. Ci svestimmo e dopo il bagno non trovammo più i vestiti che ci furono
rubati dagli albanesi. Rimanemmo nudi per giorni fino a che non trovammo qualche cosa per coprirci dal freddo”.
Alla fine del giugno 1945 sono arrivato a Udine: “Da Udine a Padova finalmente a casa. Qui però fummo visti come traditori al punto che quando il Comune distribuì dei contributi ai prigionieri di guerra non mi fu riconosciuto niente, nonostante Cefalonia”.
Nel 2002 il presidente Ciampi andò in pellegrinaggio a Cefalonia e dichiarò: "Qui cominciò la Resistenza". un riconoscimento postumo al sacrificio di tanti eroi.
 
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ghirghi
view post Posted on 14/5/2010, 12:34




Una importantissima testimonianza diretta, che contribuisce a far luce su quanto è veramente accaduto a Cefalonia. Grazie. jan.
 
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view post Posted on 14/5/2010, 12:38
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una storia toccante!!
grazie!
 
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luì
view post Posted on 14/5/2010, 13:46




CITAZIONE (Edoariete @ 14/5/2010, 13:38)
una storia toccante!!
grazie!

grazie a tutti voi !!! :)
 
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view post Posted on 6/6/2010, 15:32
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Il Reduce è ancora tra noi? Mi interesserebbe qualche dettaglio in più su come e perché iniziò la battaglia contro i tedeschi.
 
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luì
view post Posted on 10/6/2010, 17:30




Ciao, scusami, vedo solo ora il tuo messaggio.
Il reduce è ancora tra noi ma non so quanto ricordi, adesso, di Cefalonia.

Questi ricordi vennero raccolti circa cinque o sei anni fa.
Posso tentare...
:)
Ciao!
 
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5 replies since 14/5/2010, 10:10   287 views
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