Quando nel 1914 la Francia entrò in guerra e l’Italia era ancora neutrale migliaia di italiani residenti in quella Repubblica per questioni di lavoro chiesero di combattere a fianco delle truppe francesi. Ma non furono solo i residenti a chiedere l’arruolamento perché già a fine luglio anche dall’Italia una moltitudine incontrollata di volontari, in massima parte mazziniani e socialisti, varcava la frontiera e chiedeva l’arruolamento volontario pronti a sacrificare la vita per la sorella d’oltralpe.
Dopo varie peripezie il Governo francese il 3 settembre autorizzò l’organizzazione a Lione di «Volontari Italiani garibaldini» al comando di Peppino Garibaldi, nipote del grande Giuseppe, con il grado di tenente colonnello. Questa unità fu immessa nella Legione Straniera della quale si costituì il 4° Reggimento di marcia con la proibizione di indossare la camicia rossa, ma che i garibaldini, alcuni reduci dalle guerre risorgimentali e arrivarti clandestinamente dall’Italia in più di mille, la portarono lo stesso sotto l’uniforme d’ordinanza.
Terminato il ciclo di addestramento il 17 dicembre vi fu la partenza per il fronte delle Argonne dove i volontari rimasero fino a gennaio del ’15 partecipando a tutti i combattimenti di quel periodo lasciando sul campo centinaia di morti. Tra questi vi erano anche i tenenti Costante e Bruno Garibaldi, nipoti del nizzardo.
Con l’entrata in guerra dell’Italia molti di loro lasciarono quelle fila e rientrarono in Patria per continuare la guerra a fianco del Regio Esercito anche perché il Governo francese sciolse il reggimento dei volontari autorizzando a restare solo coloro che volevano battersi ancora sotto le insegne repubblicane.
A conflitto terminato la Francia non si dimenticò di quei garibaldini e fece pervenire loro la Medaglia commemorativa di quel conflitto istituita il 23 giugno 1920, ma con una barretta speciale con la dicitura: «ENGAGÈ VOLONTAIRE».
Tra quei volontari accorsi in Francia nel ’14 c’era anche questo personaggio che, reduce dalle Patrie Battaglie, a 70 anni si mise ancora in gioco coerente fino alla fine con le proprie idee che nel 1925 ricevette l’insegna in questione.