Eccomi con la scheda!
Purtroppo non sono riuscito a far entrare nel formato
tutto quanto mi ero appuntato:
avanza, e lo riproduco separatamente qui,
un piccolo esempio delle difficoltà incontrate dall'Anfossi
e dello spirito con cui gli alti ufficialii piemontesi
si accingevano a combattere la Prima Guerra d'Indipendenza
"Traggo dalle Memorie della Campagna di Lombardia, dell' Anfossi uno scambio di battute con il suo superiore nell'esercito piemontese,
in cui prestava servizio come ufficiale nel 1848 (la famiglia era di Nizza).
L'Autore ha appena ricevuto la notizia della morte del fratello, mentre cerca, fra ministeri e stati maggiori,
l'autorizzazione a passare al diretto servizio del Governo Provvisorio di Milano.
Rinnovai le preghiere cogli accenti ispiratimi dal dolore; invano: esse furono rigettate con queste parole:
La consiglio di stare nella mia brigata, ne sarà più felice, ed anziché appoggiare la di lei dimanda,
le dichiaro che vado al ministero onde oppormi che simile permesso le sia conceduto.-
Persistendo nella negativa, io ripresi,
ella mi costringerà a chiedere un congedo per andare ad offrire i miei servizi al governo di Lombardia- Ed egli soggiunse:
Ella vuole andare a Milano per mettersi come suo fratello alla testa dei rivoluzionari;
se ne pentirà: badi che quella è una carta che non guadagna!"
Aggiungo anche che l'uniforme raffigurata e descritta nelle Memorie dell'Anfossi
(fonte principale della scheda, oltre quanto riportato dal Cesari)
non sembra molto somigliante a quella che ha dato inizio a questa digressione
(che è comunque tratta da schizzi di Durand Branger,
e potrebbe essere stata composta in modo un poco confusionario)
alb