Il Regio Cacciatorpediniere Folgore, La tragedia del Banco di Skerki

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view post Posted on 28/10/2010, 13:11
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Una bella immagine del Folgore e la solita trascrizione della storia operativa..ma proprio da questa nasce il bisogno di approfondire lo scontro del Banco Skerki uno dei tragici episodi della battaglia dei convogli in cui troviamo condensati in un solo atto di guerra tutte le problematiche del conflitto navali italiano 1940-43: i difetti di Supermarina, la mancanza di aviazione navale, la mancanza del radar, la mancanza di addestramento al combattimento notturno. Ho ritenuto utile trarre da volumi in mio possesso una sintesi dei fatti della notte del 2 dicembre 1942..spero sia sintetica e non pallosa e..gradita.

Un caro saluto

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Cantiere: Partenopei - Napoli
Impostazione: 1930
Varo: 1931
Completamento: 1932
Perdita: 1942
Dislocamento:
Normale: 1.650 Tonn.
Pieno carico: 1.920 Tonn.
Dimensioni:
Lunghezza: 96,1 (f.t.) mt.
Larghezza: 9,3 mt.
Immersione: 4,5 mt.
Apparato motore: 3 caldaie 2 turbine 2 eliche
Potenza: 44.000 HP
Velocità: 38 nodi
Combustibile: 530 tonn. di nafta
Autonomia: 3.600 miglia a 12 nodi
Armamento:
4 pezzi da 120/50 mm.
4 pezzi da 40/39 mm.
4 mitragliere da 13,2 mm.
6 tubi lanciasiluri da 533 mm.
60 mine
Equipaggio: 156
Apparteneva alla classe Dardo Seconda Serie (Folgore, Lampo, Fulmine, Baleno)
Rispetto alla classe Dardo Prima Serie le unità di questa classe ebbero forme più affinate e diverso apparato motore. Anche per queste unità l'armamento antiaereo venne poi sostituito con 8 mitragliere da 20/65 e dopo il 1940 vennero sbarcati i tubi lanciasiluri poppieri per installare 4 mitragliere da 37 mm. e due lanciabombe antisom.

Entrò a far parte della I Squadra quale conduttore dell’8° Squadriglia Ct. E, ad eccezione di due brevi interruzioni nel 1938 e 1940, mantenne tale destinazione per tutta la durata del suo servizio.
Nella Primavera 1939 partecipò alle operazioni per l’occupazione dell’Albania e durante l’estate fu a Barcellona ed a Port Mahon in crociera con unità similari.
Durante il conflitto 1940-43 partecipò alle battaglie di Punta Stilo e di Pantelleria; nel corso delle operazioni contro la Grecia effettuò numerose missioni nelle acque albanesi partecipando il 9 gennaio 1941 al bombardamento di Kjaparo.
Venne assegnato poi al gruppo Ct. di scorta, impiegato per la protezione del traffico con l’Africa Settentrionale.
L’unità svolse in totale 77 missioni di scorta, 8 azioni antisom, 4 missioni d’intercettazione di forze navali avversarie e una ventina di altro genere, percorrendo oltre 56.000 miglia. Come già ricordato (vedi Baleno) il Folgore prese parte all’azione antisom culminata con l’affondamento del Smg inglese Ondin. La contraerea del caccia provocò inoltre l’abbattimento di un aerosilurante (3 settembre 1941) e di un bombardiere (21 settembre 1941).
Il Folgore fu danneggiato non gravemente nel corso di due incursioni aeree: a Palermo (3 marzo 1942) e in egeo (27 agosto 1942).
La notte sul 2 dicembre 1942, durante una scorta a un convoglio, insieme con il Da Recco, il Camicia Nera e due torpediniere, il Folgore fu investito dal fuoco di una soverchiante formazione navale nemica (3 incrociatori e 2 caccia). Il caccia si lanciò arditamente all’attacco e riuscì a lanciare i suoi siluri, ma, crivellato di colpi, si inabissò in mare. Al comandante, CC Ener Bettica, scomparso con la Sua nave, fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Il 1 dicembre 1942, dal porto di Palermo partiva un convoglio di navi italiane diretto a Biserta, denominato convoglio “H”, composto dai piroscafi italiani Aventino (3794 tonnellate) e Puccini (2422 tonnellate) e dal vascello tedesco KT1 (850 tonnellate). Sull’Aventino e sulla Puccini erano imbarcati circa 1.766 soldati, la maggior parte appartenenti alla Divisione Superga, il convoglio trasportava inoltre 120 tonnellate di munizioni e 578 di altro materiale bellico, oltre a 12 cannoni da 88 mm, 32 automezzi e 4 carri armati da destinare all’Afrika Korps. La scorta era fornita dai cacciatorpediniere Da Recco (caposcorta al comando del Capitano di Vascello Aldo Cocchia), dal Folgore (Capitano di Corvetta Ener Bettica) e Camicia Nera ( Capitano di Fregata Adriano Foscari) e dalle due torpediniere Clio (Tenente di Vascello Vito Asaro) e Procione (Capitano di Corvetta Renato Torchiana). Al traverso di Trapani, raggiunto alle 20, si aggregò al convoglio il traghetto Aspromonte (976 tonnellate). Alle 20,30 il convoglio era intercettato da velivoli da ricognizione che iniziarono a lanciare bengala e controllare la rotta del convoglio. Supermarina era a conoscenza dell’avvistamento di forze navali a Bona, ma, in assenza della conferma che esse avevano preso il mare, non ritenne di modificare la rotta del convoglio restando in attesa dei rapporti della ricognizione aerea ordinata su Bona. In effetti alle 23,30 giunse un radiomessaggio di un avvistamento effettuato da un velivolo tedesco alle 22,40 di un gruppo di cinque navi in rapido spostamento all’altezza di Biserta con direzione verso il convoglio H. L’avviso di scoperta fu trasmesso al Da Recco da Supermarina che non ritenne di modificare la direzione di marcia del convoglio apprezzando che una inversione di rotta avrebbe fatto trovare il convoglio in corso di esecuzione della manovra al momento del previsto contatto. Il Da Recco chiese ulteriori istruzioni, ma alle 0,37, nei pressi del Banco di Skerki, avvenne il contatto con la formazione nemica, la forza Q. Questo gruppo navale era composto da tre incrociatori HMS Aurora (Capt. W.G. Agnew, nave su cui imbarcava il Vice Ammiraglio C.H.J. Harcourt, comandante della formazione), HMS Argonaut (Capt. E.W.L. Longley-Cook) e HMS Sirius (Capt. P.W.B. Brooking) e i cacciatorpediniere HMS Quentin(Comandante A.H.P. Noble) e l’australiano HMAS Quiberon (Comandante H.W.S. Browning).
Il gruppo navale britannico aprì il fuoco guidato dai radar (i ricognitori che avevano seguito il convoglio lanciando bengala si erano ora allontanati per non fornire agli italiani il vantaggio della luce artificiale), il comandante Cocchia ordinò alle unità siluranti di portarsi all’attacco. Il Camicia Nera si lanciò all’attacco mirando alle vampate di partenza, lanciò tre siluri, l’azione silurante venne ripetuta senza risultati apprezzabili, il caccia venne fatto segno da una violenta azione di fuoco e si defilò.
L’azione del Folgore venne inizialmente diretta contro l’Aurora, contro cui vennero lanciati tre siluri, senza risultato. Reiterando l’assalto diresse il lancio dei siluri contro il Sirius riportando l’impressione di averlo colpito, inquadrato dai colpi nemici continuò a far fuoco con le armi di bordo fino all’esaurimento delle riservette, nuovamente e gravemente colpito, alle 01,16 il vascello si inabissò.
Anche la Procione si portò all’attacco, ma venne subito inquadrata dal fuoco nemico e gravemente colpita, manovrando con difficoltà raggiunse il porto di La Galitte.
La Clio dopo avere cercato di occultare i mercantili con una cortina fumogena prese parte al tiro contro la formazione britannica mirando sulle vampe, alle 01,34 il comandante Asaro ordinò la cessazione del fouco non avendo più riferimenti validi.
Il Da Recco cercò di avvicinarsi al massimo al gruppo nemico per poter lanciare i siluri con la massima efficacia, avvistato dai radar venne fatto oggetto di una violenta azione di fuoco, alcuni colpi raggiunsero la nave, il più distruttivo fu quello sulla torre prodiera che determinò la deflagrazione delle cariche che generò un’enorme fiammata. Il comandante benchè gravemente ustionato mantenne il comando. La nave considerata distrutta non venne fatta segno di ulteriori tiri, all’alba si diresse, a lento moto, per Trapani, mentre Lampo, Partenope, Pigafetta e Noli muovevano in suo soccorso.
Mentre venivano eliminate le navi scorta i precisi colpi britannici avevano anche fatto strage del convoglio.
Il KT 1 venne colpito e affondò senza superstiti.
L’Aventino fatte segno di numerosi colpi e finito con un siluro affondò alle 0,55 con gravissime perdite tra i militari imbarcati e l’equipaggio, il comandante Giovanni Duili scomparve con la nave.
La Puccini venne abbandonata essendo in preda ad un violento incendio, il Camicia Nera lo affondò essendo impossibile il traino, nel naufragio perirono il comandante Marcello Bulli, il Tenente di Vascello Mario Vinelli (Comandante militare) e moltissimi uomini.
L’Aspromonte, traghetto dello Stretto di Messina militarizzato, al comando del Tenente di Vascello Gaetano Zolese resistette più a lungo, ma all’1,29 colava a picco.
Nel combattimento persero la vita 2200 italiani tra quelli imbarcati sul Folgore e i marinai del convoglio, oltre ai soldati trasportati. Più precisamente, vi furono 124 morti sul Folgore, 118 sul Da Recco, 3 sul Procione; altri 41 uomini della Regia Marina perirono sull'Aspromonte. Dei 1766 militari trasportati dall'Aventino e dal Puccini, se ne salvarono 239; morirono anche circa 200 componenti degli equipaggi civili o militarizzati dei mercantili.
Il gruppo navale inglese non subì perdite nello scontro a fuoco con le navi italiane, durante il rientro a Bona il gruppo navale fu attaccato da aerosiluranti tedesci del KG.26 e da Ju-88s del II FK, uno di questi colpì con una bomba da 500 kg. l’HMS Quentin che affondò in 4 minuti (alle 06.40) in posizione 37º32'N, 08º32'E. 20 uomini persero la vita nel naufragio. Il Quentin aveva affondato insieme al Quiberon il smg. Italiano Dessiè pochi giorni prima (28 novembre 1942) davanti Annaba.

Lo sfortunato valore mostrato dai nostri marinai venne premiato con la massima decorazione per i comandanti di Da Recco, Folgore e Camicia Nera, molti altri ufficiali e marinai vennero decorati.

Link per le motivazioni delle tre MOVM

www.marina.difesa.it/storia/movm/Parte06/MOVM6035.asp
www.marina.difesa.it/storia/movm/Parte06/MOVM6012.asp
www.marina.difesa.it/storia/movm/Parte06/MOVM6057.asp

:http://img233.imageshack.us/img
 
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roger.320
view post Posted on 23/6/2012, 10:15




Un mio concittadino (Barletta) Salvatore Carpagnano era mitragliere nella Da Recco, morto per l'esplosione della polveriera di bordo, di Salvatore non fu ritrovato nulla, unico ricordo e che quando tornava a casa per licenza, a causa del continuo tremolio sulla mitragliera di bordo, preferiva dormire per terra, si sentiva più sicuro...tempo fa feci richiesta al ministero se potessi avere copia del suo foglio matricolare e/o altre notizie, ma purtroppo non ho mai ricevuto nulla...
 
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view post Posted on 23/6/2012, 20:27
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Ti ringrazio per l'interessante testimonianza che, come sempre spero, viene ad integrare schede di mero valore compilativo.
Un saluto giacomo
 
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view post Posted on 24/6/2012, 19:23
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Ciao Giacomo come sempre una bella scheda esplicativa ed un'altra interessante pagina di storia.
Grazie
Roberto
 
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view post Posted on 26/6/2012, 17:37
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Grazie Roberto per gli immeritati complimenti,

giacomo
 
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view post Posted on 3/4/2014, 13:14


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Contribuisco a questa discussione postando i diploni e le medaglie appartenuti al Fuochista Pietro Marchese, imbarcato sul Folgore ed affondato con esso il 2 dicembre 1942, venendo decorato di Croce al Valore Militare allla Memoria.

Onor caduti cita come data di morte il 12 Dicembre, c' è una ragione per questa discrepanza o è un errore ?

Perchè il diploma della CVM non riporta ne il nummero di brevetto ne quello di registrazione ?

Listener_2


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I due oggetti sono conservati dalla famiglia
 
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view post Posted on 4/4/2014, 10:15
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Buongiorno, mio padre era sullo "Strale", pensavo fosse della stessa serie (forse la 1°). Mi disse che quando fu affondato (per cause naturali il 20 o 21 Giugno 1942) avevano da poco cambiato comandante, alla prima esperienza.
Qualche tempo dopo fu imbarcato sul Gioberti e, nell'Agosto del 1943 (dopo aver cambiato comandante, anche questo secondo lui, secondo il volume "Fucilate gli Ammiragli" e secondo wikipedia, al primo comando), fu silurato e colò a picco in pochi secondi.
Solo qualche tempo fa ho trovato la foto del momento in cui viene affondato, purtroppo mio padre era scomparso qualche tempo prima. La scena era tremenda! Il sommergibile Simoom lanciò 4 siluri contro il Garibaldi che li evitò e due colpirono in pieno il Gioberti. Su Wikipedia, dove ho tratto queste notizie, dice che il comandante fece un errore, mio padre ricordava che il Garibaldi fece la manovra per evitare i siluri ma non issò le bandierine per segnalare i siluri in mare (era imposto il silenzio radio), per questo motivo il caccia prese due siluri (mio padre ne ricordava 3), affondando in pochissimi secondi. Lui si salvò in quanto telemetrista, lanciandosi in mare. Fu recuperato molte ore dopo.
 
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