Ricordi di un Maresciallo della Regia Aereonautica, Pantelleria 1941

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foch
view post Posted on 14/2/2013, 17:36 by: foch




Nelle immagini (soprattutto in quella dove i due ufficiali RAF fiancheggiano un nostro ufficiale intento ad esaminare i loro documenti), mi aveva colpito l'aplomb dei prigionieri.

Tale impressione mi viene rafforzata dalla lettura della lettera a casa di uno dei due (il terzo componente l'equipaggio del Bristol Blenheim era un sergente), riportata nel sito linkato da Barba Elettrica (grazie!).

Il 20 settembre 1940 (sette giorni dopo l'atterraggio a Pantelleria, in territorio nemico), Gerry Goodman scrive da Sulmona al padre :

-"Sono in prigionia in Italia. Abbiamo avuto un viaggio piuttosto sfortunato -abbiamo finito il carburante e un errato rilievo della nostra posizione ci ha fatto andare completamente fuori rotta.
"Siamo riusciti ad atterrare su un'isola, ma che sfortunatamente non è nostra.
"E così eccoci qui e molto giù di corda. Grey [K.E. Grey, l'altro ufficiale a bordo] ed io ci domandiamo come faremo a stare un paio d'anni senza una ragazza -prospettiva poco allegra !
"Darei non so che per una buona pinta di birra. Qui beviamo tanto vino e buono anche. Ci trattano abbastanza bene e devo dire che nel complesso gli italiani che abbiamo incontrato sono stati gentili con noi. Ci vuole un po' ad abituarsi al loro cibo -niente uova e pancetta a prima colazione o roba simile.
Devo ammettere che mi sento un maledetto idiota a essere finito in questo modo, e lo stesso presumo penseranno i ragazzi a casa."

(Ho ritradotto il testo inglese, per rimediare a due errori presenti nella traduzione del sito italiano: l'errore di rotta fu conseguenza di un errore nel determinare la posizione, non di un 'guasto ad un cuscinetto'. E l'autore, nell'ultima frase, non pensa ai commilitoni (i 'ragazzi') a casa, ma a quello che anch'essi certamente pensano di lui e cioè a quanto 'fesso' sia stato.)

Come si vede, il Ten. Goodman dà prova di sangue freddo e di buon umore anche in prigionia. (E mettiamo pure in conto che scrivendo al padre egli si sforzi di sembrare più distaccato di quanto non sia, per tranquillizzare a casa. Ma anche questo fa parte del famoso 'understatement' britannico.)

Interessante, poi, la conclusione della vicenda, quale si ricava dal sito anzidetto.
La nostra Regia Aeronautica si tenne l'areo. I tedeschi ebbero il prezioso carico (tubi per radar) e l'equipaggio -quest'ultimo finito in un campo di prigionia in Germania. Al nostro Goodman riuscì di evadere e di raggiungere la neutrale Svizzera. Chapeau! Il suo collega Grey non fu altrettanto fortunato (o ardimentoso) e restò prigioniero in Germania fino al 1945.

Notare che scrivendo al padre (a proposito della prospettiva di dover condurre vita forzatamente ...monastica), Goodman esprime la previsione che la guerra duri ancora 'un paio d'anni' -fino al 1942. Beh, si sbagliava di grosso (mal per lui). Ma sempre meno di chi, in Germania e anche da noi, nel settembre 1940 ancora credeva al Blitzkrieg, alla vittoria certa e alla pace dietro l'angolo.

Foch

Edited by foch - 14/2/2013, 19:53
 
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