Un atterraggio d'emergenza, Un "Bird Dog" a bordo della "Midway"

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view post Posted on 23/5/2010, 20:33

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Considerando che la storia del "water bomber" ha avuto un discreto riscontro d'interesse e traendo spunto da un paio di foto pubblicate dal carissimo Giacomo nel topic dedicato allo Skyraider, anche questa volta vorrei partire da una foto piuttosto curiosa per raccontare un altro celebre episodio legato alla guerra del Vietnam e che vide come protagonisti un coraggioso maggiore dell'aeronautica sud-vietnamita e un Cessna O-1E "Bird Dog".

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La data è quella del 30 aprile 1975. Le truppe nord-vietnamite stanno per entrare a Saigon. Il personale americano è già stato evacuato a bordo delle navi statunitensi della Settima Flotta che stazionano al largo della costa nell'ambito dell'operazione "Frequent Wind", ma per molti militari sud-vietnamiti che non hanno fatto in tempo a lasciare il paese la fuga è diventata oramai una questione di vita o di morte. Tra di loro vi è anche il maggiore Ly Bung, un ufficiale del'aeronautica sud-vietnamita che decide di tentare il tutto per tutto per salvare se stesso e la propria famiglia. Allo spuntar del giorno Bung decide di decollare a bordo di un Cessna O-1E "Bird Dog" e di partire alla ricerca della navi americane decollando dalla base aerea dell'isola di Con Son. Stipati a bordo del piccolo velivolo si trovano, oltre al pilota, sua moglie e i loro cinque bambini. Le condizioni meteo sono pessime e quello del maggiore Bung si prefigura come un lungo volo alla cieca sopra le acque del Mar Cinese Meridionale: la sua unica speranza è quella di riuscire a rintracciare le unità navali statunitensi prima d'aver esaurito il carburante e di evitare un ammaraggio d'emergenza dalle conseguenze probabilmente fatali. Ma la fortuna gli viene incontro: Bung riesce miracolosamente ad avvistare la portaerei americana "Midway" che insieme alla "Coral Sea" e alla "Enterprise" hanno appena ultimato le operazioni d'evacuazione. Il ponte della "Midway" è ancora ingombro di elicotteri e Bung non riesce a mettersi in contatto via radio con la nave americana: decide così d'inoltrare la propria richiesta d'aiuto affidandola a un messaggio scritto lanciandolo direttamente dal finestrino del proprio aeroplano. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto Bung riesce finalmente nel suo intento; si tratta di poche righe scarabocchiate in fretta a margine di una carta di volo avvolta intorno a una pistola lanciarazzi: "Potete spostare quegli elicotteri sull'altro lato? Posso atterrare sul vostro ponte di volo, ho ancora un'ora di autonomia, c'è abbastanza tempo per sgombrare il ponte. Per favore soccorretemi. Firmato: Maggiore Bung, moglie e 5 bambini."
A bordo della "Midway" l'ufficiale in comando, il capitano L.C. Chambers, si rende conto che non c'è altro tempo da perdere. Subito vengono diramate le disposizioni di sgombero, l'attività diventa frenetica e pur di creare spazio per l'atterraggio non si esita a buttare fuori bordo uno degli elicotteri. Ormai la riserva del carburante del piccolo Cessna è agli sgoccioli, tuttavia la pista è finalmente libera e Bung può tentare l'appontaggio. Si tratta di una manovra rischiosa: l'aeroplano è pericolosamente sovraccarico, il ponte di volo è reso sdrucciolevole dalla pioggia, sul "Bird Dog" non esiste gancio d'arresto e soprattutto nessuno prima d'ora ha mai tentato una simile manovra con quel tipo di aereo. Il "Cessna" sembra quasi galleggiare nell'aria ma dopo alcuni lunghissimi istanti riesce a posare le ruote sul ponte della "Midway" e a ad arrestare la sua corsa d'atterraggio. Il maggiore Bung ce l'ha fatta.

Oggi il Cessna O1-E matr. 5-14981 pilotato quel giorno dal maggiore Ly Bung è conservato presso il Naval Aviation Museum di Pensacola negli Stati Uniti.

Esiste anche un brevissimo filmato che riprende gli emozionanti istanti dell'appontaggio e la festa tributata all'abile e coraggioso pilota sud-vietnamita da parte dell'intero equipaggio della "Midway":

www.youtube.com/watch?v=so9XRUbBGj8

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 2/6/2010, 20:26
 
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view post Posted on 23/5/2010, 22:54
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Rip stop una storia veramente notevole ed un breve filmato emozionante, specie dopo aver letto il tuo racconto..
Alcune considerazioni mi vengono spontanee..gli USA quando decisero di sganciarsi lo fecero e senza troppi complimenti, non tutti furono fortunati ed abili come il Maggiore Ly Bung (grande manico!!) e finirono per marcire nelle carceri dei "fratelli del Nord".
I sudvietnamiti non si erano impegnati granchè nella guerra, erano certi che il grande fratello americano non li avrebbe certo piantati in asso, molti furono i corrotti, i lavativi, i vili e i qualunquisti, ma un certo numero combattè con eroismo e totale dedizione e spesso si formarono dei legami d'armi forti e reciproci fra militari Usa e sudviet...cosa devono aver pensato l'uno degli altri quando tutto cadde e il fuggi fuggi concitato lasciò indietro persone sinceramente devote agli USA e agli ideali di libertà e democrazia..come si saranno sentiti gli americani a lasciare tra le mani dei nordviet uomini che avevano imparato a stimare e considerare compagni d'armi? Il destino che li aspettava non era incognito ma sicuro prigionia o peggio morte!

Mi ricordo di un episodio accadutomi in Kosovo nel 2004. In allora l'Italia era ancora impegnata in Irak mentre la Spagna se ne era ritirata per volere del governo Zapatero. Una sera ad una cena erano presenti alcuni parà spagnoli, al termine ci scambiammo Crest e piccoli doni. Il mio omologo ufficiale medico mi donò lo stemma dei parà iberici inciso a fuoco su un pezzo di cuoio, nel darmelo mi disse " Spero che tu lo accetti, anche se ora non siamo più compagni d'armi, noi ci siamo ritirati dall'Irak e vi abbiamo lasciati là insieme agli alleati per quella che è una fuga!" I suoi occhi erano velati di lacrime e di tristezza. Ci abbracciammo e ci salutammo, ma il suo malessere non lo scorderò. Come si saranno sentiti gli americani a lasciare in modo nemmeno paragonabile al mio banale esempio (cui forse non erano estranei vino e grappa consumati in dosi massiccie)...

Un caro saluto giacomo
 
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view post Posted on 24/5/2010, 08:26

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Ciao Giacomo, come al solito le tue parole sono profondamente veritiere. Senza dubbio le forze armate governative sud-vietnamite (ARVN) erano l'espressione di un regime avido e impopolare che doveva la sua sopravvivenza politica e militare esclusivamente al sostegno americano. Tra i vertici militari delle forze armate imperava la corruzione e il nepotismo, molti ufficiali si macchiarono di incredibili brutalità a danno dei prigionieri Viet-Cong e della popolazione in generale, il morale e la disciplina della truppa era generalemnte molto basso e i reparti speciali venivano spesso impiegati come piccoli eserciti privati agli ordini di questo o di quel comandante. Tuttavia questo impietoso ritratto non tiene conto invece di tutte quelle migliaia di soldati e ufficiali sud-vietnamiti che combatterono con coraggio e con onore per la propria causa stringendo dei solidi e sinceri vincoli di cameratismo con le truppe americane, battendosi al loro fianco in condizioni senz'altro più difficili e sacrificandosi spesso al posto loro. Ciò era tanto più vero nell'ambiente dell'aeronautica militare: i piloti sud-vietnamiti avevano per lungo tempo vissuto fianco a fianco con i loro istruttori americani, avevano frequentato corsi di volo negli States, avevano pilotato gli stessi aparecchi e conoscevano la stessa lingua dei loro colleghi dell'US Air Force. Per quanto equipaggiata con aerei di tipo spesso superato e di prestazioni di gran lunga inferiori rispetto a quelli americani, l'aeronautica sud-vietnamita si battè con coraggio sino agli ultimi giorni di guerra e moltissimi ufficiali sud-viet si dimostrarono piloti estremamente capaci, dotati di un'abilità e di un coraggio fuori dal comune. Il processo di disimpegno americano e la concomitanta "vietnamizzazione" del conflitto vennero portati avanti gradualmente già a partire dal 1968/69 sotto la presidenza Nixon: in questo senso quella degli americani non fu affatto una fuga precipitosa ma sicuramente i drammatici eventi degli utlimi giorni di guerra contribuirono ad alimentare l'idea di un improvviso abbandono e di una sorta di "tradimento" da parte degli USA nei confronti dei loro alleati. Come in ogni altra guerra, in quell'occasione moltissimi legami personali vennero improvvisamente spezzati, antichi vincoli di cameratismo traditi dalle circostanze e molti ex-compagni d'arme abbandonati al loro destino. Gli Stati Uniti avevano fretta di lasciarsi alle spalle l'amara esperienza del Vietnam e da questo punto di vista ben poco venne fatto per riconoscere i meriti di quei militari sud-vietnamiti che avevano comunque compiuto sino in fondo il proprio dovere e per garantire loro una via di salvezza verso la libertà. La vittoria ha mille padri, ma la sconfitta, come sempre, è orfana.

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 24/5/2010, 12:57
 
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saigon70
view post Posted on 30/4/2013, 20:19




Rispolvero questa discussione oggi per ricordare che sono oramai trascorsi 38 anni da quei tragici avvenimenti che lasciarono dei segni indelebili nella memoria di chi quei fatti in quell'immane tragedia che fu la guerra del Vietnam ebbe a vivere.

saigon70
 
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3 replies since 23/5/2010, 20:33   895 views
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