biancoenero |
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| Ciao, le illustrazioni inserite da Ardito danno un ottima idea del tipo di canne di cui si sta trattando, anche se si spazia da piccoli pezzi di artiglieria a piccoli "schioppetti" maneschi, la forma del pezzo in questione è molto somigliante a quelle tipologie. Bisogna però ignorarne gli affusti ed i manici di legno che sono sicuro frutto di ricostruzioni recenti spesso dell tutto prive di logica... E' molto difficile discutere di queste armi da fuoco primordiali perchè non vi erano standardizzazioni, le fonti iconografiche originali sono scarsissime e forzatamente imprecise e gli esemplari sopravvissuti sono pochissimi dato che dopo pochi decenni erano già dei pezzi di ferro inutile, buoni solo per essere rifusi. Parliamo di armi in uso tra la fine del '300 e i primi del '400. La seconda metà del '400 vede la diffusione di artiglierie molto più evolute e veri e propri schioppi a canna lunga con calci molto simili a quelli moderni e persino sistemi di innesco meccanizzato. Mentre pezzi come quelli nelle illustrazioni postate potevano solo essere innescati direttamente con una miccia ardente tenuta in mano...Non è che fossero pericolosi, ma di sicuro ci si bruciacchiava spesso.. Molto genericamente parlando i piccoli pezzi di artiglieria venivano semplicemente posati per terra o molto rozzamente intaccati per impedirne il rotolamento. Mentre le canne più piccole destinate ad un uso manesco o da posta, venivano fissate ad affusti e tenieri ricavando un alloggiamento nel legno e trattenendoli con fascette e bandelle, addirittura le canne più piccole spesso avevano ad una estremità una gorbia e venivano inastate come le armi in asta. Trattandosi, volgarmente parlando, di "un pezzo di ferro" è molto difficile valutarne epoca e tecniche di realizzazione o eventuali modifiche subite nel corso del tempo se non con analisi molto sofisticate possibili solo a laboratori altamente specializzati. Personalmente ne ho visionato parecchi ma non ho mai ricavato altro che un bel punto interrogativo... Non basta certo una semplice analisi visiva , anche se maneggiarlo è assolutamente meglio che vederlo in foto. Oltretutto un pezzo di ferro come questo, contrariamente a manufatti realizzati coni altri materiali, può (o meglio poteva..) essere facilmente modificato senza dover ricorrere a maestranze specializzate. La superficie non sembra particolarmente corrosa da attestare una notevole anzianità ma l'ossidazione superficiale è troppo condizionata da luoghi e condizioni di conservazione. Mi lasciano un po perplesso due particolari. Per prima la bocca. La finitura della bocca era puramente estetica e per nulla funzionale, ma i pezzi più antichi tendono ad avere bocca poligonale anziche a toro come questa, più tipica di pezzi in fusione recenti. Secondo, il terminale opposto di forma cilindrica. E' decisamente insolito. Come si vede anche nei pochi esemplari postati, solo uno aveva una bandella di incastro al teniere e di solito si tratta di pezzi relativamente tardi, è un particolare che diventa standard in tutte le armi da fuoco portatili di epoche successive al medioevo per facilitare il fissaggio alle varie tipologie di impugnatura. mentre le bocche da fuoco primordiali ne erano di solito prive. Il fatto che qui sia tondo anzichè piatto oltre che insolito non facilita per nulla il fissaggio ad un affusto o manico a cui questa parte dovrebbe essere destinata In questo modo erano invece lavorati alcuni mascoli ove il cilindro più piccolo era la camera di scoppio. Potrebbe essere dunque stato un mascolo modificato in epoca successiva. T Teniamo presente che moltissimi mascoli dei secoli XV-XVI sono rimasti in uso fino ai giorni nostri ed è facile trovarli nelle chiese e sui mercatini, in quanto utilizzati come "mortaretti" o "mascoli di allegrezza" nelle festività religiose.
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