CITAZIONE (The hunter j @ 3/6/2021, 19:37)
CITAZIONE (lupo volante @ 1/6/2021, 19:22)
ricordo quando ero sfollato in provincia di Pisa il fratellastro di mio nonno, (ex fiamma nera) con un 16 ricavato da non so che cosa,
So solo che diceva che era un ricordo migliore di quello dei polmoni (rovinati dai gas), e che aveva nascosto la sua doppietta con delle favolose canne belghe e consegnato poi quello quando avevano requisito le armi ai cacciatori.
Caspita che storia, ma eri sfollato proprio te?
Quando iniziarono i bombardamenti (che avrebbero distrutto quasi metà della città) mio nonno tra le altre cose richiamato e assegnato al controllo della posta militare, stabilì che tutta la famiglia fosse messa al sicuro.
Tutti gli uomini della famiglia erano alle armi: Mio padre capo meccanico di IIª classe è a bordo del Vittorio Veneto, i miei due zii rispettivamente sottotente di artiglieria e tenente di fanteria sono uno in Grecia e l'altro al comando della compagnia di protezione all'area che oggi è il porto industriale di Livorno e che allora ospitava già diverse industrie.
Si mette in contatto con il cugino, l'ultimo erede della famiglia Piazza, signori di Soiana e Soianella, figlio del fratello di sua mamma, la padrona del mulino.
Chiede ospitalità per sé, la moglie e le due figlie. con mia mamma che aveva già me e mio fratello.
La casa era quanto restava della casaforte della famiglia, aveva i serbatoi dell'acqua piovana, il forno per panificare e un certo numero di stanze....ma eravamo pur sempre un bell'ingombro...mio nonno tornava a casa sovente facendo la spola tra la casa di Livorno e questa, mio zio badava alla casa di Livorno quando aveva dei cambi.
Quando cominciò a delinearsi l'andamento della guerra, Dopo l'8 settembre, con il ritorno definitivo di nonno, e anche del fratello "artigliere", l'affollamento si intensificò e quindi nella ridistribuzione entrarono in gioco i legami di famiglia, anche per avere spazi di manovra per sfuggire ai rastrellamenti tedeschi.
E quindi gli spostamenti degli adulti tra la casa della sorellastra e quella del fratellastro, erede del mulino (ormai fermo da anni) dove viveva appunto "Zio Dante" con la moglie, il mulino dove mi nonno era nato. Si andava a piedi, ma le gambe erano buone e ci si spostava comunque tra Soianella, Santermo e Cevoli.
Noi bimbi e mamma siamo rimasti a Soianella fino al 46, (ho fatto lì la prima elementare) tornati a Livorno tutti insieme in un grande appartamento dove c'era posto per tutti, comprese prima una e poi l'altra moglie dei miei zii.
Mia mamma aveva seguito il marito, tornato dall'internamento (NON riconosciuto come "prigionia" a causa della cobelligeranza, ma prigionia fu) in pessime condizioni di salute fino all'ospedale dalla Croce Rossa Militare di Torino. (dove morì a gennaio 47 con il grado di capo di Iª classe e una croce al merito di guerra) noi vivevamo dai nonni guardati e seguiti a scuola dal nonno che liberatosi degli altri impegni seguiva e guidava la tribù. raggiungemmo mia mamma nel 48, Ma le vacanze scolastiche, -da giugno a settembre - per me Fino al 54, erano appunto al mulino. dove Zio Dante mi aveva mostrato orgogliosamente il 12 facendomi apprezzare il lavoro delle canne, che ricordo ancora come bellissimo e appunto il 16 ad una canna, il cui calcio credo di aver riconosciuto in uno dei fucili le cui foto girano per il forum....
Sono stato un po' (tanto) graforroico, ma sai com'è, toccando certi pulsanti scattano delle molle...