Disciplina e legge marziale nelle formazioni

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view post Posted on 26/6/2018, 22:55
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Le formazioni della resistenza, a tutti gli effetti, rappresentavano il legittimo governo italiano, che aveva sede nell’Italia Liberata. Nonostante tutto, non hanno mai avuto la pretesa di considerarsi esercito ma “FORZE RIBELLI”.
Eravamo i ribelli della montagna.
Pretendere di legittimare tutti i delitti commessi, con la scusante che non avevamo una divisa, è semplicemente patetico.
Eravamo uccisi perché eravamo una spina nel fianco. L’accanimento con cui i reparti fascisti tentavano di contrastare le forze partigiane, è la chiara dimostrazione che per loro rappresentava un serio problema. Non per nulla, le divisioni italiane, addestrate in Germania, al rientro in Italia erano state destinate a contrastare le formazioni partigiane.
Non attaccatevi agli specchi, sperando di trovare delle giustificazioni. Erano comportamenti criminali, che si vogliono ora mascherare dietro una divisa.
 
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view post Posted on 27/6/2018, 17:08


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Senza voler essere scortese ma affermazioni simili esulano da un confronto storico e quindi è inutile rispondere


Roberto
 
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view post Posted on 27/6/2018, 19:02


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Si e' scortese e poco rispettoso rispondere in quel modo e si, ti stai confrontando con la storia visto che Ghirghi e' un testimone oculare che ti sta raccontando la sua esperienza diretta.
 
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view post Posted on 27/6/2018, 19:14
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CITAZIONE (borio ross @ 27/6/2018, 18:08) 
Senza voler essere scortese ma affermazioni simili esulano da un confronto storico e quindi è inutile rispondere


Roberto

Capisco! Più che “confronto storico”, però, la definirei “visione su differente lunghezza d’onda”.
Ero un “ribelle”, che combatteva contro il male assoluto. Più di una volta ho rischiato la cattura. Non mi consola per niente scoprire che, soltanto perché non indossavo una divisa, mi avrebbero fucilato.
 
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view post Posted on 27/6/2018, 19:27


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Caro Ghirghi,
vado fuori discussione, ma approfitto della tua presenza qui perche' probabilmente sei uno degli ultimi testimoni oculari che forse puo' aiutarmi.
Il fratello di mia nonna, Renato Cortesi combatte nel San Marco, 3 battaglione artiglieria, III gruppo, 7th batteria. So che vide azione sul fronte ligure e poi in Piemonte. Renato si arrendera' solamente alla fine del conflitto, ma morira' di polmonite in un ospedale militare nel modenese nel luglio del 45.
Mi chiedevo se durante il conflitto hai avuto contatti con la formazione in cui militava Renato e se hai testimoinianze in proposito.
Grazie
 
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view post Posted on 27/6/2018, 21:10
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CITAZIONE (Leicester74 @ 27/6/2018, 20:27) 
Caro Ghirghi,
vado fuori discussione, ma approfitto della tua presenza qui perche' probabilmente sei uno degli ultimi testimoni oculari che forse puo' aiutarmi.
Il fratello di mia nonna, Renato Cortesi combatte nel San Marco, 3 battaglione artiglieria, III gruppo, 7th batteria. So che vide azione sul fronte ligure e poi in Piemonte. Renato si arrendera' solamente alla fine del conflitto, ma morira' di polmonite in un ospedale militare nel modenese nel luglio del 45.
Mi chiedevo se durante il conflitto hai avuto contatti con la formazione in cui militava Renato e se hai testimoinianze in proposito.
Grazie

Ciao, Leicester74
Se era artiglieria della S. Marco, forse si trattava del 3° Reggimento, comandato dal tenente colonnello Giuseppe De Martis. La sede del Comando era a Quiliano. Il Reggimento comprendeva quattro gruppi.
Il terzo gruppo era comandato dal maggiore Renato Adriani, con batterie da 117 mm., distaccate nei pressi di Stella S.Giustina, Corona ed Ellera.
Erano proprio nella zona di competenza della nostra Brigata partigiana, tra noi e il mare. (entroterra di Albissola, tanto per capirci). Trattandosi di artiglieria, con postazione fissa, non prendevano parte ai rastrellamenti che erano eseguiti dai reparti di fanteria.
 
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view post Posted on 28/6/2018, 15:13


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Siccome vedo che qualcuno può aver equivocato riguardo la mia risposta al Sig. Ghirghi preciso solo che ritengo il Sig. Ghirghi una degnissima persona, ma, proprio perché "parte in causa" talvolta i suoi interventi sono più "emozionali" che storici, tutto qua.

Per quanto riguarda la "divisa" il fatto di non averla procura un grosso vantaggio a chi opera dietro le linee oltretutto il partigiano spesso agiva pure indossando una divisa altrui (vedi "Lulu") ovviamente per chi operava in detta maniera questo aveva un costo non essendo in nessun modo protetto da alcuna legge internazionale.

Roberto
 
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view post Posted on 28/6/2018, 16:01

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CITAZIONE (borio ross @ 28/6/2018, 16:13) 
Siccome vedo che qualcuno può aver equivocato riguardo la mia risposta al Sig. Ghirghi preciso solo che ritengo il Sig. Ghirghi una degnissima persona, ma, proprio perché "parte in causa" talvolta i suoi interventi sono più "emozionali" che storici, tutto qua.

Roberto

Non comprendo questa specie di distinguo... Se per fatto storico intendiamo la ricostruzione di una vicenda effettuata da uno studioso immerso nei libri e nei documenti, seduto in una comoda poltrona dietro la sua bella scrivania, al calduccio della sua stanzetta, allora credo che difficilmente riusciremo a fare vera luce sul passato: e questo perchè l'agire dell'uomo è sempre stato, e sempre sarà dominato dalle passioni e dalle emozioni, in qualsiasi circostanza e in qualsiasi contesto. Ignorarlo significa ridurre il mestiere dello storico a quello di un topo d'archivio. Esattamente per questo motivo le testimonianze di Ghirghi sono così preziose: perchè esse non si limitano a raccontarci come sono andate le cose, ma ci raccontano anche quali erano le passioni, i sentimenti, i risvolti psicologici profondi, le motivazioni, i conflitti interiori, le scelte drammatiche di chi ha vissuto quei momenti. La guerra non è fatta soltanto di armi e divise: è fatta di uomini dagli uomini, e gli uomini in guerra provano paura, orrore, fame, freddo, dolore, rimpianto, disperazione, fanatismo, odio e cieco furore e talvolta invece pietà, coraggio, altruismo, amore e speranza in un futuro più giusto e migliore. Ghirghi è uno dei pochi testimoni rimasti che ancora è in grado di parlarci con ammirevole lucidità di tutto questo: i suoi interventi "emozionali" ci rendono però partecipi della realtà della guerra in tutta la sua drammaticità, ci restituiscono cioè una dimensione appunto "umana" di quegli anni e di quelle vicende, naturalmente dal suo personale punto di vista "di parte" e da quello di nessun altro. Ciò non squalifica la nostra conoscenza della storia: al contrario, a mio parere l'arricchisce.

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Edited by rip-stop - 28/6/2018, 18:20
 
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view post Posted on 28/6/2018, 20:57
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Torno soltanto brevemente sul “problema divise”.
Quest’argomento è apparso soltanto nel dopo guerra, quale motivo di difesa sostenuto da qualche imputato, processato per crimini di guerra.
Durante la belligeranza, nessuno si era mai posto il problema. Era scontato che le formazioni partigiane, non avessero divise. Lo stesso Kissilger, nei suoi proclami contro “le bande”, era alquanto preoccupato per gli attacchi ai ponti e alle ferrovie, ordinando di colpire duramente i responsabili, ma non si è mai sognato di considerare “aggravante” l’assenza di una divisa da parte dei resistenti. L’ordine era “uccidere”. Lo dimostrano le migliaia di lapidi presenti nei posti più impensati. Le divise erano prerogativa esclusiva degli eserciti ufficiali di ogni singola nazione, non delle formazioni ribelli.
 
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duca degli abruzzi
view post Posted on 29/6/2018, 11:54




A mio avviso se si vuole ricostruire e conoscere la Storia bisognerebbe utilizzare tutte le fonti, dei vincitori e dei vinti
 
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view post Posted on 29/6/2018, 13:39

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CITAZIONE (duca degli abruzzi @ 29/6/2018, 12:54) 
A mio avviso se si vuole ricostruire e conoscere la Storia bisognerebbe utilizzare tutte le fonti, dei vincitori e dei vinti

Questo è vero. La questione è che spesso la storia dei vinti viene spazzata via coi vinti stessi... In certi casi ne restano solo felbili tracce, talmente esigue che diventa estremamente difficile, se non addirittura impossibile, ricostruirne a posteriori le vicende che li riguardarono in modo attendibile. Nel caso degli eventi riguardanti la seconda guerra mondiale, vi è poi il problema che gli scontri politici ed ideologici non si sono spenti con la cessazione delle ostilità armate, ma sono proseguiti per decenni nel dopoguerra, in parecchi casi con toni estremamente aspri. Molte delle fonti e delle testimonianze di parte uscite o pubblicate dopo il 1945 risentono quindi di questo clima di scontro e non sono finalizzate quindi a produrre un resoconto "oggettivo" degli eventi, ma piuttosto a giustificare, diffondere, difendere o propagandare l'operato dell'una o dell'altra fazione. Per certi vesti, ricostruire la storia in modo imparziale è un'impresa impossibile: si può, e in molti casi si deve, invece, accogliere il contributo di tutte le fonti e cercare di comprendere la storia in maniera prospettica, ponendosi di volta in volta nei panni di chi la storia la fece, o la subì, a seconda delle circostanze e dei differenti punti di vista. I partigiani erano combattenti per la libertà o solo dei ribelli e dei banditi? Paradossalmente si potrebbe dire: l'una e l'altra cosa, dipende da che parte si militava...

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 29/6/2018, 15:01
 
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duca degli abruzzi
view post Posted on 29/6/2018, 14:56




Facciamo un esempio: le "esecuzioni sommarie" di soldati dell'Esercito Nazionale Repubblicano catturati in divisa ( o arresisi) e "passati per le armi": come giudicarle ?

Edited by duca degli abruzzi - 29/6/2018, 16:32
 
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view post Posted on 29/6/2018, 15:18
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CITAZIONE (rip-stop @ 29/6/2018, 14:39) 
CITAZIONE (duca degli abruzzi @ 29/6/2018, 12:54) 
A mio avviso se si vuole ricostruire e conoscere la Storia bisognerebbe utilizzare tutte le fonti, dei vincitori e dei vinti

Questo è vero. La questione è che spesso la storia dei vinti viene spazzata via coi vinti stessi... In certi casi ne restano solo flebili tracce, talmente esigue che diventa estremamente difficile, se non addirittura impossibile, ricostruirne a posteriori le vicende [.....] ricostruire la storia in modo imparziale è un'impresa impossibile: si può, e in molti casi si deve, invece, accogliere il contributo di tutte le fonti e cercare di comprendere la storia in maniera prospettica,[...]
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Sostanzialmente: per avere una prospettiva "abbastanza corretta "{ammesso che si possano trovare ancora reperti} occorre sia passato un migliaio d'anni.
Non prendetela come boutade. gli storici seri, avendo un po' di documenti conservati non solo dai monaci amanuensi, facilmente accusabili di parzialità, riescono a ricostruire in modo abbastanza obiettivo la storia d'Europa e dintorni, -diciamo fino all'area dell'impero bizantino / vicino oriente / oriente cristiano / impero sassanide-savafide,- intorno all'anno 1000.
Dopo quell'epoca, con l'aumento della quantità di notizie e documenti spesso contrastanti tra loro, il lavoro si è fatto più duro e procede più a rilento.
Mi ha fatto un po' sorridere sentire definire "ormai storico" ieri sera, il profilo di Balbo ed i suoi contrasti con Mussolini e le vicende connesse.
Io la definirei "cronaca di Ieri" e non storia....Dal '40 in poi....
Parere personale
 
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view post Posted on 29/6/2018, 15:59

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CITAZIONE (lupo volante @ 29/6/2018, 16:18) 
CITAZIONE (rip-stop @ 29/6/2018, 14:39) 
Questo è vero. La questione è che spesso la storia dei vinti viene spazzata via coi vinti stessi... In certi casi ne restano solo flebili tracce, talmente esigue che diventa estremamente difficile, se non addirittura impossibile, ricostruirne a posteriori le vicende [.....] ricostruire la storia in modo imparziale è un'impresa impossibile: si può, e in molti casi si deve, invece, accogliere il contributo di tutte le fonti e cercare di comprendere la storia in maniera prospettica,[...]
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Sostanzialmente: per avere una prospettiva "abbastanza corretta "{ammesso che si possano trovare ancora reperti} occorre sia passato un migliaio d'anni.
Non prendetela come boutade. gli storici seri, avendo un po' di documenti conservati non solo dai monaci amanuensi, facilmente accusabili di parzialità, riescono a ricostruire in modo abbastanza obiettivo la storia d'Europa e dintorni, -diciamo fino all'area dell'impero bizantino / vicino oriente / oriente cristiano / impero sassanide-savafide,- intorno all'anno 1000.
Dopo quell'epoca, con l'aumento della quantità di notizie e documenti spesso contrastanti tra loro, il lavoro si è fatto più duro e procede più a rilento.
Mi ha fatto un po' sorridere sentire definire "ormai storico" ieri sera, il profilo di Balbo ed i suoi contrasti con Mussolini e le vicende connesse.
Io la definirei "cronaca di Ieri" e non storia....Dal '40 in poi....
Parere personale

Beh... se vogliamo fare un esempio a mio modo abbastanza calzante, le nostre conoscenze storiche riguardo all'impero romano derivano quasi esclusivamente da fonte romana: vale a dire che una buona fetta del nostro sapere sul mondo antico deriva da un'unica fonte, e per di più fortemente di parte... Che cosa pensassero di Roma e della dominazione romana i Galli, i Celti, i Sanniti, i Numidi o i Parti non è dato di saperlo e mai lo sapremo. Di tutta la letteratura dei Maya, una civiltà sviluppatasi nel centroamerica e durata quasi 1000 anni, ci sono rimasti sì e no mezza dozzina di codici: tutti gli altri documenti, probabilmente migliaia e migliaia di rotoli e di pergamene, sono state distrutti volontariamente dagli spagnoli perchè considerati scritti "pagani"... A mio modesto parere, più si conosce la Storia, e più ci si rende conto che brancoliamo nel buio più completo riguardo a gran parte delle vicende che hanno riguardato il genere umano, sia quelle più antiche, sia quelle più recenti. Ma forse siamo un po' off-topic...

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view post Posted on 29/6/2018, 16:19
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"Facciamo un esempio: le "esecuzioni sommarie" di soldati dell'Esercito Nazionale Repubblicano catturati in divisa ( o arresisi) e "passati per le armi": come giudicarle ?"

E se ribaltassimo la domanda?
 
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71 replies since 25/5/2018, 00:07   2465 views
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