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| Posto che da regolamento, sulla SCBT75 non andava applicato nessun distintivo di reparto/specializzazione indipendentemente dalla tipologia “[… è vietato l'uso, in operazioni, di qualsiasi segno distintivo sull'uniforme da combattimento, ad eccezione delle stellette, dei distintivi di grado, dell'eventuale distintivo di nazionalità e dell'eventuale targhetta nominativa […] Per il personale impiegato in missioni militari per conto dell'ONU o in base ad accordi bi o multilaterali è inoltre consentito l'uso del distintivo indicante la forza o la missione di appartenenza. E’ obbligatorio l'uso: - del bracciale internazionale per il personale cui le convenzioni di Ginevra attribuiscono la Protezione speciale; - della croce distintiva per Cappellani militari” quindi erano ammessi solo: stellette, gradi, portanome in velcro, qualifiche di abilitazione ai lanci, quello che identifica la nazionalità ('bananina' tricolore) o il distintivo di nazionalità ONU (scudetto tricolore su fondo blu), molti comandanti di reparto (soprattutto dei Btg. Mec, alpini e Parà) andarono in deroga e concessero l'uso di distintivi per i reparti, se non addirittura per le cp., da applicare alle SCBT75. Per economia erano stampati su tessuto (anni 80), poi iniziarono quelli ricamati, ma entrambi erano cuciti. Gli esempi su velcro sono 'mosche bianche' e tardivi, per non dire usati solo dopo l'introduzione della SCBT92, ma per ragioni di preservarli dai danni del lavaggio, dato che i primi si rovinavano piuttosto velocemente.
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