| Sono sicuro che la mostra sia stata di grande interesse, come pure deve andare il plauso a chi ha voluto pietosamente recuperare i resti di quei nostri soldati dalle fosse comuni di Kirov.
Detto questo, devo purtroppo aggiungere che in questo caso non mi trovo d'accordo con le osservazioni di Valore Militare.
E' ormai noto a tutti (ora che si può dirlo, senza essere accusati di filo-nazifascismo) che i sovietici, sin dalla spartizione della Polonia nel '39 (allorché erano alleati dei tedeschi), avevano un modo molto particolare di applicare le leggi e le convenzioni internazionali sul trattamento dei prigionieri di guerra: lo sterminio deliberato di decine di migliaia di prigionieri di guerra polacchi nelle foreste di Katyn, fu il primo esempio -e si dovettero attendere le scuse di Gorbachev nel 1990 perché anche in occidente tanti "intellettuali allineati" aprissero gli occhi- di quali fossero le direttive di Stalin, sul trattamento dei prigionieri (e con i polacchi non si trattò di allontanamento di prigionieri dalla prima linea…).
Tedeschi ed italiani invasero il territorio sovietico: vero. Quella italo-tedesca fu un'invasione: vero.
Ciò non toglie, che una parte e l'altra avessero il dovere di operare nel rispetto delle leggi di guerra, cosa che non esime una dal rispettarle, qualora l'altra non lo facesse.
Amplissima documentazione, memorialistica e testimonianze dirette hanno dimostrato che, salvo casi rarissimi, i sovietici si comportarono con i prigionieri in maniera quantomeno brutale, non solo nelle circostanze della cattura, che potrebbero (ma non dovrebbero) essere influenzate dalla situazione, bensì per chiare direttive impartite dall'alto.
Lo stesso trasferimento dei prigionieri ai campi di raccolta, comportò quasi sempre marce estenuanti, al puro scopo di eliminare -per sfinimento- quanti più prigionieri fosse possibile, con l'abbattimento a colpi d'arma da fuoco o di baionetta, di coloro non più in grado di muoversi, per ferite o stanchezza. Tecnica questa non nuova ai sovietici, già ampiamente "collaudata" sulle decine di migliaia di prigionieri politici, vittime delle persecuzioni volute da Stalin, a partire dalla morte di Lenin.
Tornando all'argomento, ovvero le fosse di Kirov, ora come ora, non sapremo più quali siano state le circostanze della loro morte, se non attraverso quel che potrebbero ancora rivelare le ossa raccolte, ormai però decontestualizzate, come pure decontestualizzati sono ora i materiali raccolti accanto ai resti umani: ovvero, ben poco.
A questo proposito, alcuni giorni fa, parlavo con una preparata criminologa forense, specializzata nella ricognizione di fosse comuni, che ha anche operato per conto delle Nazioni Unite. Mi ha confermato che, specie per fosse ormai "storiche", utili dati sulle circostanze della morte possono essere ancora tratti, unicamente attraverso uno scavo effettuato secondo i più rigorosi procedimenti della stratigrafia archeologica, con in più, la necessità di disporre di esperti in ambito medico-legale, per trarre quanti più dati sia possibile, all'atto dello scavo. Alla mia osservazione sul trattarsi di resti risalenti alla II Guerra Mondiale, mi ha ricordato che già agli inizi del XX Sec. lo scavo delle fosse comuni ove furono gettati i morti della battaglia di Visby presso Gotland (battaglia avvenuta nel 1361), scavo effettuato già allora con estremo rigore, permise di stabilire con notevole precisione le circostanze della morte sulla maggior parte degli scheletri rinvenuti.
Inoltre, la ricognizione sulla posizione dei resti effettuata con il necessario rigore dell'archeologo forense, consente tra l'altro anche di stabilire se i morti siano "caduti" nella fossa al momento dell'uccisione, o vi siano stati gettati post-mortem.
Tutto questo, ripeto, senza nulla togliere al merito di chi ha voluto -per di più a proprie spese- prodigare la propria Cristiana pietà, verso i resti di nostri soldati che sicuramente al momento di loro morte, videro in faccia uomini che non sapevano nemmeno cosa fosse, la pietà.
Non dimentichiamo che il sistema sovietico, non fu in nulla, ma proprio in nulla meglio dei nazisti. L'unica differenza è che ha vinto la sua guerra ed il prezzo della sua vittoria, fu la riduzione in schiavitù di mezza Europa per quasi mezzo secolo.
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