Militaria alla Torre e fosse di Kirov

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view post Posted on 14/9/2018, 16:49
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Io non tolgo nulla al merito di chi ha recuperato le salme di tutti quei morti sepolti in fosse comuni.
Data la mole del sito, mi sono solo chiesto se non sarebbe stato il caso di approfondire sulle circostanze di quelle morti, applicando il metodo archeologico e forense.
Circa il fatto che noi abbiamo partecipato da aggressori alla guerra in Russia, a fianco dei tedeschi, dei rumeni e degli ungheresi, non è giustificazione per come nella maggior parte dei casi i sovietici (su precise istruzioni di Stalin, peraltro), abbiano agito in totale spregio delle leggi sul trattamento dei prigionieri di guerra.
Quindi, cerchiamo di avere un po' di dignità e rispetto per quei morti: se fossero stati trattati correttamente, in gran parte avrebbero rivisto le loro famiglie a guerra finita.
Circa le scuse, in effetti esse non dovrebbero essere da parte delle autorità di Kirov, ma da parte dello stato Russo.
Tali scuse, non riporterebbero certo in vita quei poveri uomini, ma sarebbero almeno un risarcimento morale.
I soldati, in battaglia, muoiono; i prigionieri, hanno diritto alla pietà.

E quelle fosse comuni, piene di centinaia e centinaia di cadaveri, sono la prova che da parte Sovietica, di pietà non ve ne fu affatto.

E chissà, sotto il suolo russo, quante di queste fosse sono ancora intatte, ben note agli archivi politici e militari (ché L'URSS teneva una pignolissima contabilità delle sue stragi), ma sconosciute ai più...

Senza scuse, non vi può essere, umanamente, il perdono.
 
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view post Posted on 15/9/2018, 06:30
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Beato te che hai l'idee chiare, e hai diviso il mondo tra buoni e cattivi.
Io dopo 60 anni sto ancora cercando di capire.
 
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view post Posted on 15/9/2018, 06:54
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Io, dopo sessant'anni, cerco ancora di capire perché ci si ostini a vedere i (più o meno) buoni da una parte sola.

Da una parte noi, cattivi invasori che ci siamo meritati di venir ammazzati in spregio ad ogni convenzione e dall'altra, i sovietici, poveri angioletti invasi, che giustamente arrabbiati, reagivano come potevano. Ovvero nello stesso modo in cui agirono coi prigionieri polacchi, catturati nel '39 quando l'URSS era in accordo con la Germania, per spartirsi quello sfortunato paese.

Edited by Elmar Lang - 15/9/2018, 11:08
 
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view post Posted on 17/9/2018, 09:35

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Nessuno sostiene che i sovietici fossero dei "poveri angioletti". Ma forse è il caso di ricordare che la politica di deliberato sterminio nei confronti dei prigionieri di guerra venne inaugurata da tedeschi non appena le prime truppe della Wermacht misero piede in terra russa. E' ben noto l'ordine emesso dagli alti comandi nazisti di giustiziare sul posto tutti i commissari politici caduti in mano tedesca, ma forse sarebbe più utile ricordare le cifre totali del massacro: si stima che 3,5 milioni di prigionieri russi (e sottolineo milioni) persero la vita in regime di prigionia a causa di maltrattamenti, esecuzioni di massa, fame, freddo e malattie. Il 57% dei prigionieri di guerra russi caduti in mano dei tedeschi non fece ritorno a casa. Circa 2 milioni di prigionieri vennero invece sfruttati come schiavi (e sottolineo la parola schiavi) nei campi, nelle fattorie, nelle fabbriche e nelle industrie del Terzo Reich dove furono sottoposti a condizioni di lavoro e di detenzione disumane perchè classificati come "sottouomini", una via di mezzo tra le scimmie e le bestie da soma. E ci stupiamo forse che i russi non rispettarono le leggi internazionali sul trattamento dei prigionieri di guerra? La "guerra totale" sul fronte orientale fu condotta nei termini di una asprezza e di una ferocia senza eguali. Non vi fu alcuna pietà nè da una parte nè dall'altra, anzi, in entrambi gli schieramenti gli alti comandi e i servizi di propaganda ricorsero ad ogni mezzo per alimentare tra le truppe un odio feroce nei confronti del nemico. Questa fu la dura realtà delle cose.

Quanto alla questione dei polacchi, i sovietici avevano parecchi conti in sospeso con Varsavia. Nel 1919, mentre la Russia si dibatteva ancora nel caos della rivoluzione e della guerra civile, la Polonia, che nel corso dei secoli aveva sempre nutrito ambiziose mire espansionistiche territoriali ad Oriente, aprì le ostilità contro le truppe bolsceviche: l'esercito polacco, approfittando della debolezza dell'Armata Rossa e contando sul sostegno delle armate bianche controrivoluzionarie, condusse una guerra lampo che consentì alla truppe del generale Pilsudsky di conquistare la Bielorussa e l'Ucraina avanzando di 500 km in territorio russo e spingendosi vittoriose sino alla conquista di Kiev. Il successivo contrattacco sovietico portò i reparti dell'Armata Rossa sino alle porte della capitale polacca dove però essi vennero respinti dopo aspri combattimenti e costretti nuovamente a una rovinosa ritirata. Il conflitto provocò 48.000 caduti tra le truppe polacche e 60.000 morti, 120.000 feriti e 130.000 prigionieri tra quelle sovietiche. L'eliminazione fisica dei quadri dell'esercito polacco e l'eradicazione del nazionalismo polacco, nonchè il puro e semplice sentimento di vendetta e la volontà di lavare col sangue l'onta della vergognosa sconfitta subita dalle truppe dell'Armata Rossa vent'anni prima, furono sicuramente alcuni dei principali motivi politici che spinsero Stalin a sottoscrivere l'abominevole patto Molotov-Ribbentrop e, direttamente o indirettamente, a causare il massacro delle forse di Katyn.

Detto questo, sono il primo ad affermare che in guerra il male e il bene non stanno mai tutti dalla stessa parte. Non so se la Germania abbia mai chiesto "scusa" all'Unione Sovietica per il trattamento inflitto ai cinque miloni di prigionieri di guerra russi caduti in mano tedesca. Forse non ce ne fu bisogno, perchè il popolo tedesco fu costretto a bere sino all'ultima goccia l'amaro calice di quella follia che l'aveva condotto ad affidare i destini del paese al partito nazista di Adolf Hitler. Chi semina vento raccoglie tempesta, e nessuna tempesta fu più devastante di quell'impetuoso vento dell'est che spazzò e travolse la Germania hitleriana soffiando al seguito della marea montante delle armate sovietiche. E' per questa ragione che io continuo a credere che il principale responsabile della morte dei nostri soldati in Russa sia stato, in primis, il regime fascista. Sapevamo quello a cui andavamo incontro. Sapevamo che in Russia avremmo incontrato un nemico spietato, risoluto a difendere con le unghie e coi denti la propria madrepatria, un nemico determinato a battersi sino all'ultimo uomo e all'ultima cartuccia sia che fosse spinto dalla forza della disperazione, dalla brutalità stessa della disciplina di regime, o da una sincera e genuina fede nella vittoria finale. Sapevamo che affiancandoci alle truppe naziste schierandoci dalla parte dell'invasore non avremmo incontrato nè benevolenza, nè pietà, nè trattamenti di favore. Fu da veri criminali che affrontammo quella campagna militare affidandoci come sempre a mezzi inadeguati e confidando solo nella nostra nostra capacità di improvvisazione, all'arte di arrangiarci e al valoroso stoicismo dei nostri soldati, che però questa volta non furono sufficienti a salvarci dal disastro. Ciò detto, riesumare a 75 anni di distanza quei poveri resti sottoponendoli ad un esame di anatomo-patologia forense allo scopo capire quanti morirono di polmonite e quanti a causa della baionetta di un Nagant russo mi sembra veramente un caso di accanimento giustizialista che non porta da nessuna parte. E' giusto ed è umano che le salme dei nostri soldati tornino a riposare nella loro terra natale e che vengano riconsegnate all'affetto dei loro parenti: questo è tutto ciò che oggi possiamo fare per loro. Io alle cerimonie di scuse ufficiali non ci credo e non ci ho mai creduto: puzzano di ipocrisia lontano un miglio, e sovente sono solo operazioni di facciata, una buona occasione per mettersi in mostra da parte di qualche ministro o sottosegretario e per concludere dietro le quinte qualche lucroso accordo commerciale. Meglio, almeno per questa volta, il silenzio della memoria.

RIP-STOP

Edited by rip-stop - 17/9/2018, 15:32
 
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view post Posted on 17/9/2018, 12:28
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Caro rip-stop concordo con te e un plauso alla tua preparazione e intelligenza .
D'altra parte ignoranza e stupidità creano solo degli imbecilli.
 
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view post Posted on 17/9/2018, 12:34
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Mussolini, convinto della superiorità nazista, non ha forse detto che gli bastava un migliaio di morti per sedere poi al tavolo della spartizione? Dunque?

Pietà per i morti, certo, e sempre, ma la realtà delle cose accadute non le cambia nessuno.

Condivido rip-stop.
 
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view post Posted on 20/9/2018, 22:31


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In primis onore a chi ha svolto quest'opera meritoria!!!

Certo cercare una giustificazione nel massacro di migliaia, e credo di non esagerare dicendo di decine di migliaia di ormai inermi soldati, prigionieri Italiani ( ma purtroppo non solo) con motivazioni varie mi rattrista, soprattutto come Italiano.
Si arriva addirittura ad imputare anche gli omicidi di massa dei soldati Italiani fatti prigionieri dai Sovietici al regime fascista ....."E' per questa ragione che io continuo a credere che il principale responsabile della morte dei nostri soldati in Russa sia stato, in primis, il regime fascista"
Ma qui stiamo parlando non dei caduti in combattimento ma dei prigionieri italiani che come giustamente evidenzia Elmar Lang "se fossero stati trattati correttamente, in gran parte avrebbero rivisto le loro famiglie a guerra finita"

Viene poi dimenticata nella disamina storica fatta che numerosi soldati dell' "Armata Rossa", non tutti Russi anzi, fatti prigionieri dai tedeschi, e non solo passarono a combattere sotto le insegne naziste in decine di migliaia, ricordando magari, visto che si è andati indietro al 1919 per giustificare i massacri dei polacchi, che in Russia si combatte una vera e propria guerra civile fino al 1922\23 e che molte popolazioni dell'Unione Sovietica dei Russi Bianchi accolsero benevolmente le truppe tedesche quasi come liberatori.

I vincitori come sempre sono Buoni e Belli i perdenti figli di nessuno, Brutti e Cattivi.
Vae Victis
 
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view post Posted on 21/9/2018, 09:55

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Capiamoci bene: io non sto cercando di giustificare proprio nessuno. Se vi furono atti criminali compiuti contro i nostri prigionieri, essi furono crimini di guerra a tutti gli effetti, punto e basta. Io ho semplicemente cercato di inquadrare in fatti in un contesto storico di causa ed effetto, affermando che mi pare un atteggiamento del tutto specioso andare a ricercare i colpevoli di quelle stragi a 75 anni di distanza. La giustizia, oltre che ad essere "giusta", vale a dire amministrata in maniera equa e imparziale, dev'essere anche efficace: efficace nel prevenire e dissuadare il crimine, efficace nell'individuarne i reponsabili, efficace nell'applicazione della pena, efficace nel riconoscimento del risarcimento alle vittime. Partendo dal principio basilare che la responsabilità penale dei fatti è sempre e soltanto individuale, ammesso e non concesso che si riesca a ricostruire le prove dei crimini commessi contro i nostri prigionieri e individuarne i con certezza i responsabili (cosa che, temo, richiederebbe alcuni anni), non credo che traducendo in tribunale in manette una mezza dozzina di vegliardi nonuagenari si faccia sfoggio di particolare intelligenza: a me parrebbe più un comportamento dettato da rancore e frustrazione, se non da vero e proprio spirito di vendetta, piuttosto che un esempio di rigore e di giustizia. Se per 75 anni, per svariate ragioni che non sto qui ad enumerare, non è stato possibile individuare e punire i responsabili di quei crimini, mi sembra completamente inutile farlo propria ora che vittime e carnefici sono tutti affratellati nel comune abbraccio della morte. Quanto ale cosidette "scuse ufficiali", ho già espresso la mia opinione e non intendo tornare sopra l'argomento. Ciò che mi infastidisce maggiormente in tutti questi discorsi che traboccano di supponente indignazione è che si è sempre pronti ad emettere sentenze e ad attribuire colpe a destra e a manca e non ci si preoccupa mai, o quasi mai, di ammettere quali siano stete le NOSTRE autentiche responsabilità nello svolgimento dei fatti. Chi mandò i nostri soldati in Russia? Con quale pretesto mettemmo piede in armi in terra straniera se non per non onorare una sciagurata alleanza che condusse il nostro Paese alla rovina? Chi ordinò, chi preparò, chi diresse quella spedizione che si tradusse in un tragico disastro militare? Quando nel luglio del 1942 l'ARMIR arrivò in Russia, i nostri stati maggiori si erano già giocati ogni residua reputazione perdendo tutte le nostre colonie in AOI, arrancando pietosamente sui monti della Grecia e dell'Albania e subendo le batoste degli inglesi in Africa Settentrionale: c'era bisogno di ulterori prove per dimostrare che non avevamo i mezzi per condurre quella guerra disgraziata? Sono perfettamente d'accordo nel dire che se i nostri prigionieri fossero stati trattati correttamente in buona parte avrebbero riviste le nostre famiglie a guerra finita, ma sostengo anche che se quegli uomini non fossero stati spediti a morire in Russia da un regime borioso e guerrafondaio è molto probabile che i nostri soldati le loro famiglie non le avrebbero neppure lasciate. E sfido chiunque a contraddirmi su questo punto.

In secondo luogo, lungi da me affermare che i vincitori sono belli e buoni e i perdenti figli di nessuno, anzi, mi sembra di aver affermato proprio il contrario. Ho citato il caso della Polonia proprio per spiegare i polacchi non furono solo un popolo romantico e particolarmente sfortunato ma che la nazione polacca non esitò, quando le circostanze storiche lo permisero, di comportarsi da aggressore: questo spiega l'accanimento con il quale i sovietici si rivalsero nei loro confronti. E facciamo bene attenzione, per cortesia, al significato delle parole: ho detto "spiega", non ho detto nè "giustifica", nè tanto meno "assolve".

Sulle vicende relative alla guerra civile tra rossi e bianchi in Unione Sovietica, ho letto proprio di recente un ponderoso volume: come tutte le guerre civili, fu un conlfitto brutale, nella quale si commisero atti di crudele efferatezza da una parte e dall'altra, sia nei confronti delle truppe coinvolte che della popolazione civile inerme che, come sempre, ebbe da soffire i patimenti maggiori. La Russia zarista non era uno stato omogenero, ma era un vero e proprio impero che estendeva il suo dominio s'un paese che abbracciava due continenti, l'Europa e l'Asia, assoggettando sotto le sue leggi milioni di abitanti e decine e decine di popoli e di etnie differenti: ucraini, bielorussi, lettoni, estoni, lituani, armeni, kirghisi, turkmeni, tatari, azeri, solo per incominciare a redigere un piccolo elenco... Un immenso mosaico di popoli, di lingue, di religioni, di tribù e di gruppi etnici, nei confronti dei quali gli zar si comportavano come imperatori dell'antichità, circondati da una corte elitaria e sfarzosa, investiti di potere di vita e di morte sopra i loro sudditi, innalzati al rango di entità semi-divine da parte della Chiesa Ortosossa osannante. Quando la Russia zarista implose sotto i colpi della rivoluzione, immediatamente quel vasto e disomogenero impero cominciò a disgregarsi sotto le spinte autonomiste delle varie regioni: i bolscevichi prima incoraggiarono il risorgere dei nazionalismi locali come tatticismo politico per rastrellare consensi attorno alla propria causa, successivamente passarono a condannare e a reprimere con le armi i movimenti indipendentisti quando essi rischiarono di allontanarsi e di sfuggire alla disciplina rivoluzionaria di partito. Questo accadde in particolar modo con le popolazioni cosacche de Don, del Caspio e della Crimea e con il popolo ucraino che aveva sempre rivendicato una fiera tradizione autonomista. E poichè in guerra vale il principio che il nemico del mio nemico è mio amico, è naturale che molte di quelle genti, dopo aver sperimentato la violenza delle armate trozskiste e prima di esse il soffocante abbraccio del regime zarista, accolsero i tedeschi come liberatori, così come d'altronde accolsero da liberatori le truppe francesi, inglesi, americane, ceche, addirittura giapponesi ed italiane che combatterono con i loro corpi di spedizione a sostegno delle armate bianche salvo poi poi piantarle bellamente in asso una volta tramontate le fortune della controrivoluzione. La disgregazione dell'Unione Sovietica avvenuta dopo la caduta del muro di Berlino, i violenti conflitti armati esplosi nelgi ultimi decenni in Ucraina, in Ossezia, in Georgia, in Cecenia, hanno tutti una matrice storica ben precisa e individuabile, fanno parte di una sorta di invariante storica che ha segnato le vicende della Russia per secoli e che hanno la loro precisa origine nell'impronta autocratica sotto il cui segno è sorta e si è sviluppata l'egemonia dinastica del regno degli zar. Lo stalinismo sovietico non ha fatto altro che riverniciare con un diverso colore quei vecchi disegni di predominio imperiale, sostituendo l'aquila dei Romanov con la falce e martello, e Vladimir Putin a sua volta non è che l'ultimo rampollo di quella autorevole schiatta, laddove l'oligarchia finanziaria del denaro ha sostituito il potere delle gerontoburocrazie di partito che a loro volta scalzarono l'aristocrazia dei nobili nell'eterno gioco della scalata al potere.

Dividere la Storia tra buoni e cattivi è soltanto un esercizio puerile. Comprenderne le dinamiche, analizzare le cause, scavare a ritroso nel tempo per rintracciarne la trama e il filo conduttore è invece utile, indispensabile, e aggiungerei persino appassionante, sia per ottenere la comprensione del passato sia per interpretare correttamente e oggettivamente la realtà del presente. Ma specialmente, studiare, capire e comprendere la Storia dovrebbe ad evitare di cadere nella demagogia di quelle semplificazioni manicheistiche che vanno oggi tanto per la maggiore in un mondo succube della glebalizzazione di massa e dei sovranismi da campanile, e di cui certe volte avverto gli echi anche tra gli interventi pubblicati su questo forum.

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Edited by rip-stop - 21/9/2018, 15:31
 
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view post Posted on 21/9/2018, 22:36
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La vedo dura darti torto.....
 
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view post Posted on 21/9/2018, 22:43


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Consentimi ma l'impressione che ho avuto leggendo il precedente post è che in qualche modo si volessero giustificare i comportamenti criminali dei sovietici! Lo spiegare, il motivare può scivolare nel latente giustificare, e poi il
"SE vi furono atti criminali compiuti contro i nostri prigionieri......" qualche dubbio lo lascia.
Come SE vi furono? Credo che sia ormai universalmente accertato o hai dei dubbi in proposito?

Quanto al regime borioso e guerrafondaio, se non ricordo male entrò in guerra molto dopo (9 mesi che sono un'eternità quando vi è in corso un conflitto) le pacifiche democrazie che per mera cronaca furono loro che dichiararono guerra alla Germania (anche Noi eravamo legati alla Germania da patto\alleanza ) il 3 settembre 1939 con la scusa dell'invasione della Polonia, a cui erano legati da un patto\alleanza di reciproco aiuto, ma non all'Unione Sovietica che pure invase la Polonia che se ne prese tra l'altro anche una parte più ampia;

si, di ciò mi interesserebbe una spiegazione, forse oggetto dell'alleanza era la Polonia occidentale e non quella orientale...

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Se poi spiegassi che la Germania voleva ciò che gli era stato tolto con il trattato di Versailles, la Prussia orientale qualcuno certo la interpreterebbe come giustificazione dell'invasione.

Le scuse della Russia sono doverose!
Anzi dovrebbero comunicare i luoghi delle varie fosse comuni per far rientrare a casa tanti poveri ragazzi .

La ricerca dei colpevoli, se ve ne fossero ancora viventi, sarebbe un non senso, condivido.
Ma se si trattasse di rintracciare un criminale nazista....ci sarebbe lo stesso fair play?

Che quei poveri ragazzi, che soffrirono in modo indicibile, riposino in pace e che qualcuno in Patria ne ricordi la memoria!

Edited by LIII Legione - 22/9/2018, 12:22
 
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view post Posted on 24/9/2018, 11:22

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Non stiamo parlando di fair-play: la seconda guerra mondiale non è stata un'amichevole di pallamano o una partita di ping-pong ... Sono perfettamente d'accordo che riguardo alla persecuzione dei crimini di guerra sono stati applicati due pesi e due misure, ma le cose sono andate esattamente così: il mondo è stato suddiviso tra vincitori e vinti, i vinti (non tutti, per altro...) hanno subito l'ostracismo della Storia, i vincitori hanno trionfato e hanno fatto man bassa del bottino, tutto ciò, ovviamente, semplificando al massimo le cose. Riguardo alle scuse della Russia, puoi sempre provare a scivere una lettera a zio Vladimir presso l'indirizzo del Cremlino: visto che da quelle parti sono riusciti persino a beatificare gli zar, chissà mai che sia possibile portare a casa qualcosa...

Che siano state le pacifiche democrazie occidentali a dichiarare guerra alla Germania con la "scusa" di aiutare la Polonia (che di fatto non fu aiutata per niente) mi sembra una lettura dei fatti alquanto originale, specialmente dopo che le stesse pacifiche democrazie occidentali avevano consentito all'altrettanto pacifica Germania di annettersi pacificamente l'Austria e occupare altrettanto pacificamente i Sudeti smembrando di fatto la Cecoslovacchia... In realtà fu proprio la Polonia a cercare disperatamente un'alleanza con la Francia e la Gran Bretagna non appena comprese di avere il coltello della Germania alla gola: fu solo con fortissime resistenze interne che, ad esempio, il governo britannico accettò a stringere tale patto, in primo luogo perchè nessuno nutriva particolari simpatie per la Polonia (che era retta da un governo ultra-nazionalista niente affatto alieno a derive autoristaristiche "di destra"), in secondo luogo perchè si temeva, giustamente, che tale vincolo avrebbe fatto scattare quello stesso perverso meccanismo delle alleanze incrociate che era già costato all'Europa il bagno di sangue della prima guerra mondiale. Di fatto la Polonia fu lasciata in balia di se stessa in modo tale che Germania e Unione Sovietica si spartissero il macabro banchetto dei suoi resti, la Francia rimase come paralizzata immobile con l'arma al piede e la Gran Bretagna si preoccupò piuttosto di proteggere le vie di comunicazioni col suo vasto impero anziche imbarcarsi in una nuova guerra continentale. Adolf Hitler fu così lasciato libero di celebrare le sue inarrestabili vittorie e di crogiolarsi all'idea di essere invincibile, mentre Stalin, in base al principio che l'appetito vien mangiando, andò alla ricerca di un nuovo stuzzichino con la Finlandia (e per altro il boccone gli andò pure di traverso). Quanto a noialtri, restammo furbescamente alla finestra a fare da spettatori, ad annusare da che parte spirasse il vento, sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori, quando avremmo avuto tutto da guadagnare mantenendo un'abile politica di neutralità... Se fossero stati davvero gli Alleati a precipiatare il corso della guerra in Europa allora non si spiega perchè cincischiarono altri nove mesi (un'eternità) con la loro "drole de guerre" alimentando la vana speranza che, una volta "risolta" la questione polacca, i tedeschi se ne sarebbero stati tranquilli per un bel po': il che significava, appunto, non aver capito niente di Hitler e del nazismo cercando disperatamente di salvare la pace in Europa quando oramai era a tutti palese che nessuna intesa sarabbe mai stata possibile con la Germania. Tra tutti probabilmente solo Winston Churchill ebbe una visione chiara e realistica della situazione, detestando alla stessa maniera sia la Germania di Hitler che l'Unione Sovietica di Stalin.

Infine, quanto ai nostri poveri ragazzi, non posso che concordare la tua affermazione: i nostri caduti in Russia meritano di riposare in pace, meritano che se ne ricordi e onori la memoria, meritano anche di essere riportati a casa e di giacere nell'abbraccio della terra natìa, restituiti finalmente al ricordo e all'affetto dei loro cari. Ma io preferisco scriverlo senza neretto, preferisco, per come appunto sono andate le vicende della Storia, affidarmi nei loro confronti ad un sentimento di pietà e di fratellanza, se vuoi anche di raccoglimento, senza ulteriori strepiti, senza aprire nuovi fronti di polemica mediatica dai quali, in ogni modo, molto difficilmente otterremmo soddisfazione e che ci esporrerbbe a nostra volta a possibili recriminazioni.

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Edited by rip-stop - 24/9/2018, 16:03
 
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view post Posted on 24/9/2018, 15:41


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Non voglio polemizzare ma Il 3 settembre 1939 Francia e Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania, e non è una mia lettura dei fatti, è un dato storico incontrovertibile e con essa ha inizio la seconda guerra mondiale.
Se poi si vuole spiegare, motivare...giustificare il perchè dichiararono guerra alla Germania è un'altra cosa.

Le annessioni dell'Austria e della Cecoslovacchia furono incruente, cosa impossibile se vi fosse stato un movimento popolare contrario. La realtà è che venivano dal dissolvimento dell'Impero Austroungarico ed anelavano a ritornare ai vecchi splendori. La Cecoslovacchia in particolare nasce sulla carta per volere dei vincitori come stato cuscinetto alla fine della prima guerra mondiale smembrando gli imperi centrali tant'è che recentemente nel 1993 la Repubblica Ceca si è staccata dalla Slovacchia a dimostrazione che era una costruzione forzata che non rispettava la realtà geopolitica di quei territori e dei popoli che l'abitano.

L'Italia con Mussolini cercò nei vari consessi internazionali di far rivedere il trattato di Versalilles che era esageratamente oneroso per il popolo tedesco e ciò già prima dell'avvicinamento alla Germania ma la cecità Anglo Francese non lo permisero (si potrebbe citare il Patto a Quattro proposto da Mussolini 7 giugno del 1993 firmato dai rispettivi ambasciatori di Francia,G.B. e Germania ma poi non ratificato dai Parlamenti Inglese e Francese.....o l'incontro di Stresa dell'aprile del 1935....)

Di eventi strani è piena la seconda guerra mondiale, chi non si è chiesto perché le truppe tedesche non finirono il corpo di spedizione inglese a Dunkerque.....etc.
Alcune informazioni credo saranno ancora per lungo tempo precluse ai più.

Edited by LIII Legione - 24/9/2018, 17:39
 
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view post Posted on 24/9/2018, 17:03

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Le annessioni dell'Austria e della Cecoslovacchia furono incruente, ma i tedeschi le effettuarono comunque avanzando come le colonne dei loro mezzi blindati per le strade, il che significa che non erano troppo sicuri di essere accolti del tutto pacificamente. Sono perfettamente d'accordo invece che gli errori commessi dai vincitori della prima guerra mondiale con la pace di Versailles furono tanti, troppi... Anche in quel caso prevalse la volontà di vendicarsi sulla nazione tedesca e il ridisegno della mappa europea, così come quello di altre parti del mondo (Medio Oriente in primis), lasciò molto a desiderare. In ogni modo mon credo proprio che i cechi e gli slovacchi coltivasssero sogni di grandezza imperiale e friggessero dalla voglia di essere accolti nel Reich millenario, probabilmente volevano solo godersi la pace e assaporare la propria l'indipendenza. La dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Francia e Germania fu un atto doveroso, causato appunto dalla necessità di onorare gli accordi con la Polonia, ma questo non fa della Germania nazista una povera vittima dell'aggressione plutocratica. L'Italia certamente avanzò delle proposte per alleggerire il regime delle sanzioni imposte alla Germania dalla pace di Versailles che forse avrebbero meritato maggiore considerazione, ma non credo che ciò avrebbe rabbonito Adolf Hitler dai suoi propositi di dominazione dell'Europa perchè essi facevano parte del patrimonio genetico della dottrina nazista sin dall'origine, specialmente per quanto riguardava la ricerca dello spazio vitale ad oriente. Io non ci sto a vedere una Germania costretta a scendere in guerra sua malgrado: al contrario, alla Germania nazista fu concesso si troppo spazio, e ciò perchè l'Europa aveva ancora troppo orrore delle stragi occorse durante la guerra precedente per precipitarsi verso un nuovo orribile massacro. Fu per pusillanimità che gli alleati consentirono alla Germania di fare quello che fece con l'Austria e con la Polonia, fu per pussillaminità che consentirono ad Adolf Hitler di fare carta straccia del trattato di Versailles, fu per pusillanimità che non mossero un dito per venire in soccorso concreto della Polonia e la Royal Air Force si accontentò di inviare i suoi bombardieri sopra la Germania e lanciare volantini... Sostenere che siano state la Francia e la Gran Bretagna a provocare la seconda guerra mondiale è come dare la colpa a un lampione per essere andato a sbattere contro un ubriaco.

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view post Posted on 24/9/2018, 17:49


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"La dichiarazione di guerra alla Germania da parte di Francia e Germania "(quindi e non è una mia lettura dei fatti) "fu un atto doveroso, causato appunto dalla necessità di onorare gli accordi con la Polonia",
Ma non li onorarono perché non dichiararono guerra anche all'altro aggressore, la Russia, che come tu hai ricordato poi invase anche la piccola ma non fragile Finlandia.

E' quindi giusto ricordare chi dichiaro' guerra a chi il 3 settembre del '39 e quindi fece scoppiare la seconda Guerra Mondiale.

Che la Polonia fu invasa da Germania e Russia (credo che anche questo sia ormai un dato assodato, magari duro da ricordare visto che poi i Russi passarono nella coalizione dei Buoni e certe cose e meglio non dirle),
ma che Francia ed Gran Bretagna in virtù di un'alleanza con la Polonia dichiararono guerra ad uno solo degli invasori della Polonia (Strano ma Vero) la Germania che si riprendeva ciò che gli era stato tolto e non era territorio polacco, ma Prussia Orientale, Germania, a causa della perdita della prima guerra mondiale (vi era un interessante articolo su U&A di molti anni fa su Danzica ), mentre quelle della Russia erano mere mire espansionistiche come quelle esercitate sulla Finlandia, ma a questa non fu dichiarata Guerra (strano senso dell'onore)
Per altro in quel momento storico Germania e Russia erano legate dal patto Ribbentrop-Molotov. Quindi è di tutta evidenza che l'intento era dichiarare guerra alla Germania e che l'invasione della Polonia è stata solo il Casus Belli (solo, ripeto, a discapito della Germania invasore della Polonia con l'alleata Russia).

Edited by LIII Legione - 24/9/2018, 19:07
 
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