| La XXI^ Flottiglia MAS
Costituita ufficialmente il 16 febbraio 1941 sotto il comando del Capitano di Corvetta Tabacco, nell’ambito di una riorganizzazione delle unità veloci presenti a Massaua, comprendeva la 21I^ Squadriglia MAS, con i Mas 204, 206, 210, 213 e 216, la Squadriglia Motoscafi Veloci, con quattro unità della Marina e la Squadriglia Motoscafi, con tre unità cedute dall’Aeronautica. Completavano l’eterogenea linea della Flottiglia alcuni sambuchi. Le uniche unità con un minimo di capacità offensive erano i cinque Mas, in quanto i motoscafi, seppur armati alla meglio con il ricorso alla solita arte italiana dell’arrangiarsi, non erano in condizione di effettuare alcun tipo di attacco navale, mentre i sambuchi avevano compiti logistici.
Inviati in Eritrea nel 1935, nell’ambito della preparazione della guerra d’Abissinia, ma con compiti limitati alla vigilanza ed al collegamento con le isole Dahlak, su alcune delle quali erano stati dislocati piccoli presidi, i Mas erano del tipo Baglietto-S.V.A.N. 12t, e facevano parte di una serie di 15 unità.
La vetustà degli scafi, in legno, e dei motori, il clima tropicale e la mancanza di pezzi di rispetto avevano arrecato tanti e tali danni che nel 1940 una commissione ne propose la radiazione: due erano sempre in secca, gli altri stavano a galla solo grazie a tappi di colate di cemento per chiudere alcune falle negli scafi e non superavano i 10-12 nodi.
Non furono però né radiati né, tantomeno sostituiti, nonostante le promesse di Supermarina e non restò quindi che "arrangiarsi": quattro delle cinque unità furono rimesse in sesto, sbarcando i motori per una revisione radicale in officina e rivestendo lo scafo di rame. La quinta, il Mas 210, era in condizioni talmente precarie che fu oggetto di lavori importanti tanto da non essere più in grado di poter prendere il mare. I vetusti MAS 204, 206, 213 e 216 poterono così tornare operativi. La loro attività si limitò peraltro ad attività di vigilanza notturna antisommergibile, alla ricerca e soccorso di equipaggi di aerei caduti in mare, all’assistenza alle unità maggiori, ai collegamenti con le isole dell’arcipelago delle Dahlak.
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