CITAZIONE (kanister @ 16/1/2020, 21:08)
CITAZIONE (vinca. @ 16/1/2020, 11:28)
E' stato piacevole leggere i vari interventi fatti . Alla fine ne è venuto fuori un momento di riflessione , a mio avviso , davvero significatico. Si può restare alla fine della propria idea ma il confrontarsi permette di avere una visione anche della controparte del dibattito , e sicuramente non è un aspetto negativo . La conoscenza è sempre un bene e per le menti aperte è fonte di arricchimento.
A proposito di confronti voglio raccontare ciò che accade a me ed a un gruppetto di amici[color=red] (Ghrghi mi leggi?), purtroppo sempre meno in quanto per questioni anagrafiche cinque o sei ci hanno già lasciato definitivamente.
Di diversa estrazione politica dato che si andava dall'allora esistente Rifondazione Comunista sino a qualcuno che rimpiangeva Mussolini abbiamo cominciato più di venti anni fa ad incontrarci almeno una volta al mese per discutere di resistenza, dato che ciascuno di noi aveva svolto ricerche in merito e, qualcuno, scritto già dei libri sull'argomento.
In questi venti e più anni non abbiamo mai litigato ma ci siamo sempre scambiati notizie e pareri su tutto quanto accadde nel periodo 43-45, senza comunque che nessuno abbia cambiato idea dalla sua posizione politica. Insieme siamo anche andati a svolgere ricerche di reperti e ad esplorare posti dove si svolsero combattimenti o vennero fucilati dei prigionieri, il tutto sempre di comune accordo.
Ricordo uno di loro, di buona cultura e con diversi libri di successo all'attivo ma formatosi quasi esclusivamente nelle cellule del partito che si meravigliò a scoprire come la Russia avesse invaso la Polonia nel 1939 spartendosela con i nazisti: in cellula non glielo avevano mai detto.
Si capisce così perchè certe persone non possano accettare le fosse di Katin: se la Russia non aveva occupato la Polonia non poteva essere responsabile dell'eccidio. Semplice, vero?
Sì, Kanister, ci sono, anche se piuttosto acciaccato nel fisico.
Vi leggo, sto seguendo, ma, con tutto il rispetto che devo a ognuno di voi, non intendo entrare nel merito di questa discussione, e cercherò di spiegarne le ragioni.
In primo luogo, perché in una pagina che titola LE FORMAZIONI PARTIGIANE, non è corretto presentare un libro nato esclusivamente con scopi denigratori nei confronti della Resistenza. Abbiamo una pagina specifica per l’editoria. Usiamola.
In secondo luogo, perché la discussione è condotta come se i fatti si fossero verificati ieri e quindi valutati con la mentalità e le leggi odierne. Stiamo invece parlando di scontri avvenuti tre quarti di secolo fa, che oggi qualcuno vorrebbe farci credere, ingenuamente, come avvenuti tra due gruppi che si confrontavano secondo le regole della buona maniera. Nulla di tutto questo. Per cortesia, vediamo di ragionare con la mentalità dell’epoca e accettare il principio che in quel periodo le Convenzioni erano aria fritta.
Per venti mesi noi partigiani abbiamo subito atrocità di ogni tipo. Abbiamo combattuto una lotta, dove l’unica regola seguita dai nostri avversari, era quella del nostro annientamento. Partigiano catturato con le armi in pugno, fucilazione immediata. Catturato senza armi, deportazione nei campi di annientamento tedeschi. Le torture e le sevizie erano prassi quotidiana. Bruciavano le case di chi era soltanto sospettato di dare aiuto alle formazioni partigiane. Siamo schietti! Lo scontro iniziale, combattuto direttamente contro i tedeschi, era lotta di liberazione. Con il rientro dalla Germania dei reparti italiani colà addestrati, alla lotta di liberazione si è sovrapposto uno scontro tra italiani che, anche se molti non lo vogliono ammettere, era di fatto una “guerra civile”. Come definirla, altrimenti, in altro modo.
Quello scontro non è terminato il venticinque aprile, che rappresenta soltanto la data convenzionale, che fissa l’inizio della battaglia madre, che ha poi posto termine al conflitto.
Come credete che fosse il nostro stato d’animo? Forse pronti e disponibili a scambiarci amichevoli pacche sulle spalle, con cortesi parole di amichevole saluto? Per tutto il periodo trascorso, loro sapevano tutto di noi, ma anche noi sapevamo tutto di loro. Conoscevamo per filo e per segno il comportamento di ognuno di loro. Abbiamo commesso degli errori? Probabilmente sì. Sono stati commessi degli abusi? Nessuno lo può escludere. In quei frangenti, non mi è mai capitata l’occasione di vedere qualcuno con il classico cerchietto d’oro attorno al capo, segno distintivo dei santi del paradiso! Non contribuirò a dare tribuna a chi si propone la divulgazione di quel libro.