Dico la mia.
PUNTO 1)
E' un fatto che la legge imponga agli eredi-coniugi-familiari di denunciare il rinvenimento (o la scomparsa) delle armi detenute (legalmente,
ma anche illegalmente ...cosa che qui non ci riguarda) da parenti-coniugi (o rinvenute per caso e quindi di ignoti).
Siccome la signora sapeva che il marito (ex guardia giurata morto da pochi mesi) aveva un'arma (essa non ne era all'oscuro) la signora ha commesso un reato e va denunciata (senza se e senza ma). Se non la denunciano se ne commette un altro di reato.
Siccome la signora mi pare di aver letto che avrebbe dichiarato (per giustificarsi) che l'arma però non si trovava più... a maggior ragione ella avrebbe dovuto denunciare il fatto (per ipotesi il marito poteva averla venduta la pistola prima di morire senza dirle nulla, ma allora alla Polizia sarebbe risultato il passaggio legale di proprietario o viceversa l'arma sarebbe stata dichiarata persa o rubata).
Il tutto poi va riconsiderato alla luce della circostanza che la signora sapeva anche che il figlio era instabile mentalmente e che quindi la pistola scomparsa poteva benissimo averla presa lui.
E forse qui la situazione penale della donna ....si aggrava.
Punto2)
Collegato al problema sopra detto c'è quello che l'interconnesione dei dati tra le varie "teste" della Pubblica Amministrazione non è affatto completo (anzi non è nemmeno iniziato) ed è anche il motivo per cui quello che accade all'Anagrafe non risulta alla Questura o perlomeno non nei tempi necessari per andare a chiedere delle armi del "de cuius". Per lo stesso motivo quando si deve fare la pratica con lo SPID (spacciato come meta di progresso, mentre è solo l'inizio di un qualcosa da costruire) ci si trasforma in "istruttori amministrativi" (è il nome che si da all'impiegato che istruisce una pratica) della propria pratica (non pagati con stipendio, ma paganti il costo della pratica), perchè magari si devono produrre documenti e formattarli anche a dovere. E tutto ciò anche se esiste una legge per cui non va prodotto due volte un documento alla Amministrazione che già lo ha. Peccato che magari quel documento non ce l'abbia un'altra Amministrazione ...
Punto 3)
C'è il solito problema dei malati di mente che possono decidere di non curarsi o di sospendere le cure (anche se sono pericolosi) e dei manicomi chiusi, perchè erano brutti, ma senza avere creato quelle strutture moderne e necessarie che li dovevano sostituire ...ma cosi si risparmiano molti soldi.
E il problema è scaricato quindi sulle famiglie o in loro assenza (se il matto è da solo) sul malcapitato che incrocia per strada la "mina vagante" e viene aggredito. Se muore ma per ucciderlo non si usa un'arma da fuoco... il problema per i politici non si pone.
Punto4)
Alcuni politici e benpensanti (in questo caso) hanno trovato il responsabile dei fatti di Ardea...il colpevole signori ...è la pistola e tutte le armi dei legittimi detentori.
Ma la pistola in tal caso era detenuta illegalmente...
E molti degli omicidi analoghi a quello di Ardea sono stati effettuati con strangolamento, corpi contundenti, coltelli.
Questo non esclude che anche un possessore legittimo di armi (talvolta anche delle FFAA o Forze dell'Ordine) dia di matto ed usi l'arma per uccidere familiari e/o suicidarsi (le cronache ci danno molto esempi), ma statistiche alla mano trattasi di percentuali irrisorie rispetto al numero dei detentori e delle armi legali.
Gli incidenti e i suicidi che coinvolgano le armi, a mio avviso non andrebbero nemmeno calcolati (per uccidersi il suicida ha tanti modi a disposizione) e gli incidenti avvengono in tanti altri sport (sci, automobilismo, motociclismo, nautica, equitazione, ecc) non solo nella caccia o nel tiro
Edited by muttley72 - 17/6/2021, 14:06