Lo Sten - secondo Carlo Mazzantini

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El_Matador
view post Posted on 3/10/2021, 17:52 by: El_Matador


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CITAZIONE (ghirghi @ 2/10/2021, 22:03) 
Dice bene Kanister: sì, ci sono, anche se non partecipo. Non partecipo perché non ho argomenti. Non sono un collezionista, l’ho sempre dichiarato, ma ho sempre ammirato le vostre collezioni. Ho seguito con grande attenzione alcuni di voi, che stimo moltissimo. Non ho più argomenti di discussione, perché sono un disilluso. Ero un giovane partigiano, volontario nel pieno senso della parola, perché non avevo obblighi di leva. Mi ero impegnato. Il tempo è trascorso e ora, con mio grande disappunto, mi ritrovo quotidianamente a chiedermi. “gian, per cosa abbiamo combattuto, per chi lo abbiamo fatto”. No, veramente non era questa la società che ci aspettavamo, quando cercavamo di immaginarci quale sarebbe stata l’Italia liberata dal fascismo.

Sono stato e sono ancora un estimatore dello STEN, anche se il mio sogno era di riuscire a catturare una maschinenpistole. Possederla era una questione di prestigio, proprio perché l’arma catturata restava in dotazione a chi l’aveva presa.
Avevo lo STEN in dotazione ed ero giunto al punto che “acquistavo”, clandestinamente, da amici partigiani piemontesi, le 9 mm per sparare senza dover giustificare i colpi che avevo in dotazione.
Farina sbagliava. Per esperienza personale, posso assicurare che a cinquanta metri, se sparavi con attenzione, aveva una rosata più che soddisfacente. Non a distanze superiori, perché non era arma prevista per obiettivi lunghi, Era perfetta per la breve distanza, per la sorpresa, per l’attacco in locali chiusi. Non richiedeva particolari manutenzioni, semplice da pulire in casi d’imbrattamento occasionale.
Inesatta l’informazione che fosse un’arma delicata sparando tenendo la mano sul caricatore. Non ho mai visto nessuno sparare con la mano sinistra sul manicotto di raffreddamento. Tutti con la mano che impugnava il caricatore. Mai nessuna arma si è inceppata per difetti del caricatore. Ho visto invece in un paio di casi, non riuscire a fermare la raffica, perché la massa battente non arretrava a sufficienza per agganciare la leva di arresto. Il difetto non era nell’arma ma nelle munizioni con carica debole. Per noi non era facile trovare il 9 lungo, quindi nei caricatori mettevamo tutto quello che riuscivamo a trovare e alcuni tipi erano piuttosto deboli.
Kanister è ingiusto quando ci taccia di profittatori che aspettavamo la manna dal cielo. Non era proprio così, tanto è vero che alle formazioni partigiane garibaldine, chiaramente di sinistra, i lanci aerei sono giunti soltanto negli ultimi mesi di guerra. Nel periodo precedente l’arma più comune era erano i 91 ricuperati l’otto settembre. Purtroppo noi non avevamo possibilità di rifornirci delle munizioni relative che poco a poco vennero a mancare. Fortunatamente giunsero in Italia, nell’estate del 44, le divisioni italiane addestrate in Germania. Fu una pacchia perché l’arma più comune divenne il K98.
Da noi, pensare di costruire in proprio qualcosa che rassomigliasse a uno STEN, era impensabile. In nessuna azienda del savonese, esisteva un’officina che fosse attrezzata per simili realizzazioni. Al massimo riuscivamo a far costruire qualche caricatore o qualche semplice pezzo per riparare un’arma.
L’unico tentativo che avevamo fatto, era stato quello di costruire un silenziatore per pistola, fallito perché non eravamo riusciti a realizzare un attacco che funzionasse. Sparavi un colpo e si staccava.

Da appassionato della resistenza leggo sempre i suoi interventi, si impara sempre qualcosa!!!
Purtroppo essendo giovane non ho avuto molte occasioni per parlare con gli autonomi delle mie zone
 
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