Tricolore elmetto rsi

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view post Posted on 21/6/2023, 20:18


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Mi confermate che l'elmetto "abituale" dei para' prevedeva il tricolore con lati tagliati (come tutti gli elmetti RSI, e la splendida foto inserita da piesse.54 rappresenta un'"eccezione"? Corretto?
 
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view post Posted on 22/6/2023, 12:16
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Fermo restando che trovare oggi un autentico Para RSI con fregio frontale è scudetto è cosa quasi impossibile, comunque si, lo scudetto dovrebbe essere il classico ad angoli tagliati. Questo qui, di forma alla tedesca, per di più a bande verticali, è davvero insolito. Si son visti qualcuno a bande inclinate, tipo scudetti tedeschi, ma la cui autenticità non è assicurata.
 
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view post Posted on 22/6/2023, 12:43
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elmetti da paracadutista con insegne RSI sono assai insidiosi e pericolosi in quanto una ventina di anni fa (forse piu') ne uscirono molti da arsenali usati negli anni '50 e dismessi, avevano scafo e interni bellici solo vernice esterna post ww e vennero subito cannibalizzati in RSI con varie insegne e mimetismi

tant'e' che oggi un elmetto paracadutista con livrea azzurra e fregio frontale giallo aeronautica anni '60 e' una vera' rarita' proprio per detto motivo

elmetti paracadutista RSI con decalco originali penso non completino neanche le dita di una mano
 
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view post Posted on 22/6/2023, 13:30
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Per quanto riguarda la reperibilità di stemmi falsi.
Direi che non è facile trovare questa tipologia di stemmi. Se ne volessi uno non saprei dove andarlo a cercare.

Vorrei fare un discorso di carattere generale, e del resto è una idea che porto avanti da anni, ogni tanto su qualche forum la ritiro fuori, ma in realtà sembra che siano argomenti dei quali non si vuol parlare, non capisco perché.

Io penso che se si vuol riprodurre una insegna di qualsivoglia elmetto, e la si vuole riprodurre bene, tale da poter anche ingannare collezionisti esperti e smaliziati, bisogna averne conoscenza storica, capacità tecniche ed economiche.

Poi se ne vuol avere un ritorno economico va pubblicizzata e far sì che sia semplice da trovare ed acquistare. Inoltre deve essere venduta in un congruo numero di esemplari, per rientrare dell'investimento e possibilmente avere un utile. ma non può avere un costo troppo elevato, ovviamente.

Ora, se ciò può essere fattibile per materiale tedesco che ha un mercato mondiale e migliaia e migliaia di appassionati, ciò mi resta più difficile da pensare per una insegna RSI che fuori dell'Italia penso interessi poco, e anche in Italia non è che possa avere chissà quanti interessati all'acquisto.

Qualcuno mi ha fatto notare che l'investimento per queste cose sia piuttosto modesto, e basta vendere poche decine di pezzi per rientrare.

Al che più di una volta ho detto ai vari interlocutori. Ma allora se dite che è così facile trovarle, se mi dice che con meno di dieci euro si acquistano, allora ci potrà essere uno, almeno uno, che ne posta sul forum una vergine e ci può indicare uil sito dove comprarla? domanda alla quale però non sono mai riuscito ad avere risposta.

Domanda quindi che ripropongo anche qui: ma c'è qualcuno in grado di mostrare una di queste fantomatiche copie ancora vergine o al limite indicare dove la si può acquistare?
 
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view post Posted on 22/6/2023, 14:56


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view post Posted on 22/6/2023, 16:36
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CITAZIONE (Maxim28 @ 22/6/2023, 15:56) 
www.ebay.it/itm/324675568846?mkcid...media=WHATS_APP
A ben cercare c'è ne di migliori....

Parlavo di decal di qualità, credibili, come quella di cui si sta discutendo in questo topic.
Di quelle di qualità scadente certo, è pieno.
 
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view post Posted on 22/6/2023, 17:29
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Guardate che fare una decalcomania ad acqua per un grafico é piuttosto facile. La carta si trova facilmente e basta un qualsiasi programma di computer grafica (che esistono da decenni). Magari ne hanno fatto 50 copie!
 
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view post Posted on 22/6/2023, 18:49
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Ciò è senz'altro vero per le decal per esempio da modellismo. Ma qui si tratta di riprodurre con attenzione e con tecniche di una volta. Quelle fatte col computer sono facili da individuare, con semplici ingrandimenti. E poi,torno alla domanda di origine, ma dove sono ste benedette decal, possibile che non si riesca a vederne una vergine.
 
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view post Posted on 22/6/2023, 18:58
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CITAZIONE (piesse.54 @ 22/6/2023, 19:49) 
Ciò è senz'altro vero per le decal per esempio da modellismo. Ma qui si tratta di riprodurre con attenzione e con tecniche di una volta. Quelle fatte col computer sono facili da individuare, con semplici ingrandimenti. E poi,torno alla domanda di origine, ma dove sono ste benedette decal, possibile che non si riesca a vederne una vergine.

Vero, però parliamo di falsari che hanno lavorato decenni fa, penso che non fosse difficile utilizzare vecchie macchine, che poi immagino siano in serigrafia.
Ricordo che un tempo si trovavano ancora quelle tedesche, nuove di zecca. Quelle tedesche se ricordo bene hanno uno strato metallico che le rende difficili da replicare mentre queste italiane non hanno niente di particolare a livello tecnico, giusto?
 
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view post Posted on 22/6/2023, 19:29
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Beh, non so, non sono esperto in questo settore. So di avere nel tempo parlato con tipografi e grafici per mia curiosità, sottoponendo loro alle volte qualche decal e mi son sempre sentito dire che c'erano un sacco di difficoltà assortite per replicare in maniera accettabile le produzioni di allora.
Ora, non saranno stati grafici o tipografi super, ma comunque professionisti di esperienza e anche di età abbastanza avanzata alle volte, per cui conoscevano anche i sistemi più antichi.

per quel che ne so le decal tedesche erano essenzialmente di due grandi gruppi: le più antiche, e probabilmente le migliori, erano del tipo trasferibile a solvente, poggiando la faccia negativa sull'elmetto e bagnando col solvente il foglietto che copriva la faccia positiva; una volta che il foglietto di protezione si staccava, la decal una volta asciutta veniva ricoperta con un prodotto chiamato laquer che fissava fortemente l'insegna sull'elmetto.
Poi, col progredire della guerra, la necessità di sveltire la produzione e il cercare di risparmiare anche sulle piccole cose, portò alla nascita delle decal a acqua, talvolrta anch'esse trattate con il laquer, ma quando ciò non avveniva le stesse si scrostavano più facilmente e tendevano in breve tempo a sfogliare.

Per analogia penso che le decal RSI, essendo state concepite come minimo alla fine del 1943, siano state innanzi tutto decal a acqua; forse qualcuna è trattata con un protettivo, tant'è che ce ne sono di conservate meglio, ma la maggior parte sono scrostate o usurate.

Alcune decal tedesche avevano in effetti di pigmenti metallici nell'inchiostro argentato, in particolar modo le decal SS e l'aquila delle decal Heer.
 
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view post Posted on 23/6/2023, 15:43
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Le possibilità umane sono quasi infinite...i falsari rifanno le banconote anche le più complesse e pure bene certe volte...per cui...

Però il mio quesito di qualche post fa vedo che in qualche modo è condiviso anche da piesse.54 che ne ha viste più di me in quanto ad elmetti, e di questo periodo sicuramente...i falsari hanno cominciato ad industriarsi fin dagli anno '80, son passati quarant'anni e più...
Da racconti ascoltati, c'erano degli artisti della copia che si industriavano in ogni modo, nel campo del materiale tedesco WW2...sicuramente anche chimici ed ingegneri...forse è anche ipotizzabile una joint venture...nel senso che chi decenni fa abbia voluto contraffare questo tipo di calcomanie potrebbe anche essersi rivolto a chi era già esperto del settore calcomanie tedesche, che so particolarmente sviluppato e progredito tecnicamente; quelle italiane a detta anche di Piesse.54 sono più semplici tecnicamente di quelle metallizzate tedesche a solvente chimico, quindi con una buona dose di manualità grafica potrebbe anche darsi che si siano ottenuti risultati egregi...certo resta da chiedersi perché chi a voluto cimentarsi n questo campo abbia deciso di sbagliare disegno...mi spiego: se quelle false sono con il borda bianco intorno al perimetro dell'aquila, non sarebbe stato meglio evitare questo dettaglio per essere ancora più certi dell'inganno? Del resto se questo dettaglio è frutto dell'invenzione dei falsari, prima di tale immissione sul mercato, ci sarebbero stati solo elmetti autentici da copiare, con la decalcomania giusta e quindi perché darsi la zappa sui piedi? Una svista? un dettaglio cui non si poté rimediare vista la tecnica utilizzata? Mah, misteri!
Questo sempre affidandosi all'esperienza dei vecchi Guru, che bocciavano, senza alcun dubbio questa tipologia(forse sapevano cose che noi non sappiamo, ad esempio chi le ha fatte)...ma anche per altri argomenti abbiamo avuto modo di constatare che certe antiche convinzioni, sono state spazzate via da più recenti acquisizioni od anche solo esercitando lo spirito critico ed il libero pensiero...

Io credo che i falsi elmetti RSI che circolano sono tutti molto datati e passati di collezione in collezione aggiungendo altra patina a quella già presente contraffatta...oggi non so se qualcuno si cimenti ancora in queste cose, chi sa?
 
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view post Posted on 23/6/2023, 16:29
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Ma con le decine di migliaia di elmetti RSI e tedeschi abbandonati in Italia dopo il 25 aprile/ 8 maggio, valeva la pena fare dei falsi? Dalle mie parti se ne vedevano in ogni cascina. Da piccolo ci giocavo anch'io.
Per non parlare dei tedeschi/austriaci I GM nel bellunese
 
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view post Posted on 23/6/2023, 17:06
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In buone condizioni e con fregi significativi e più o meno intatti? Da quello che dici dovrebbero valere poche decine di Euro...
Non so di che parti sei ma se si viene a sapere nei prossimi giorni prevedo un invasione di cercatori...preparatevi a respingerli!
 
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view post Posted on 23/6/2023, 17:13
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Zona Liguria/Piemonte.
Fregi e interni magari rari e malconci (vedi il mio sopra), prevalentemente gusci.
E ormai chi li ha.. non li molla facilmente

Edited by niemand - 23/6/2023, 19:58
 
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view post Posted on 23/6/2023, 18:01
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I vostri interessanti interventi danno lo spunto per molte altre considerazioni.
Per cui dico qualche altra cosa. Per esempio il discorso che fa Niemand circa gli anni in cui il materiale si trovava dovunque ecc. ecc.
Io per motivi anagrafici ho cominciato a collezionare, o meglio a raccogliere un po' tutto quello che mi capitava, già nella seconda metà degli anni 60. La mia zona fu interessata in maniera abbastanza significativa dal passaggio del fronte nell'estate del 1944, e comunque essendo zona costiera anche negli anni precedenti vi era una notevole presenza militare; prima del 8 settembre del 1943 il Regio Esercito aveva costruito bunker, postazioni di artiglieria in funzioni antisbarco dislocate un po' dappertutto nelle campagne, c'erano campi di prigionia con prigionieri slavi che venivano portati a scavare fossati e trincee; si sapeva che prima o poi gli Alleati sarebbero arrivati. C'erano polveriere e caserme; c'era la ferrovia e la via Aurelia, uniche arterie di comunicazione nord sud lungo il Tirreno, con relativi ponti sul fiume, da difendere e salvaguardare. All'8 settembre quasi tutti i militari presenti nella zona, come un po' dappertutto, si squagliarono, lasciando tutto ciò che avevano in cambio di abiti civili. Ho testimonianza certa anche da mio padre che all'epoca, ragazzino contadino, aveva una batteria di artiglieria sull'aia del podere, con un gruppo di soldati che vivevano con loro e con i quali aveva fatto amicizia; quando se ne andarono lasciarono anche il cannone, che fu nascosto in una carraia sepolto da una montagna di "lupini", prodotto stagionale appena raccolto per l'alimentazione del bestiame. Poi il cannone fu portato ad un comando tedesco, ma questa è un'altra storia.
Dopo l'8 settembre come noto arrivarono i tedeschi che rafforzarono la presenza militare.
Quando poi nella zona arrivò il fronte i combattimenti nella zona, diciamo da Suvereto a Livorno e nelle colline, durarono circa un mese, con almeno tre divisioni USA e molti reparti alleati aggregati che si contrapponevano a almeno due divisioni della Heer, una Feldivision LW e la 16^ SS Pz Grenadier, oltre a reparti vari, anche se ridotti di numero. Insomma tanta carne al fuoco e tanto materiale abbandonato, dato che i combattimenti furono piuttosto intensi.

Dato che queste zone erano per lo più agricole, collinari e boschive, anche impervie in molti casi, molto materiale è rimasto disperso per anni, per lo più recuperato da contadini e boscaioli che per loro indole non buttano via nulla, per cui quando qualcuno come me, ragazzino, cominciava ad andare podere per podere a chiedere se avessero qualcosa della guerra, spesso c'era l'imbarazzo della scelta.

Ma anche se erano passati relativamente pochi anni dalla fine della guerra, comunque più di venti, è bene ricordarlo, quel che si trovava, parlando di elmetti, erano per lo più gusci rugginosi, quasi sempre vuotati del loro interno e divenuti contenitori per i più svariati ricicli. Molto difficile trovare qualche pezzo ancora con fregi e vernice, qualche volta capitava, ma raramente. Oddio, forse se all'epoca si fosse conosciuto l'ossalico, qualche cosa di meglio sarebbe uscito, ma normalmente era così.

In questo contesto per esempio gli elmetti RSI per me neanche esistevano, non ne conoscevo l'esistenza, o meglio non pensavo assolutamente cosa li potesse distinguere da uno del Regio Esercito. Benché già all'epoca cercavo di leggere qualcosa, ma chi non c'era forse non capisce, la nostra documentazione era la Collana Eroica, al massimo qualche Storia Illustrata. Ricordo che riuscì a farmi regalare da mio padre (ero bravo a scuola) la Storia della Seconda Guerra Mondiale in 6 volumi della Rizzoli (versione italiana di un'opera inglese) che a quell'epoca, mi sembra 1967, costava ben 50 mila lire, più o meno uno stipendio mensile, e forse all'epoca era il massimo reperibile in lingua italiana. Ho letto questi libri quasi a consumare le pagine, e guardavo le fotografie cercando di imparare, ma potete immaginare come la conoscenza fosse assolutamente approssimativa a quei tempi.

Ora devo uscire, continuerò le mie considerazioni più tardi, se non annoio troppo ...
 
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59 replies since 20/6/2023, 10:51   2794 views
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