scatolette coloniali e bargutta, Autore mufasa

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view post Posted on 23/9/2007, 12:38
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CITAZIONE
mufasa

... sempre in tema di militaria alternativa.... lo spunto è un particolare di questa cartolina del Parducci.... ".... per alcuni decenni durante le operazioni la carne fresca veniva sostituita con razioni in scatola di tonno o sardine che pero richiedevano un maggior consumo di acqua. Solo verso il 1927 si ovvio all'inconveniente impiantandoad Asmara una fabbrica di carne in scatola, impiegando per la confezione indigini delle due comunità religiose in due distinti reparti, sotto l'egidia dei loro capi religiosi. Per i cristiani-copti ogni confezione aveva il timbro del convento di Bizen e la scritta in lingua amharica, per i munsulmani il sigillo (Taba) del Gia-Far-El Mirghami,la più alta autorità religiosa eritrea e la scritta in lingua araba....





CITAZIONE
Ghebret

Fu in effetti una buona idea, che consentì di evitare di trascinare al seguito dei reparti la cosiddetta "carne in piedi", ovvero gli animali da macellare; purtroppo funzionò quasi solo per gli eritrei, giacchè gli ascari abissini, arabi e somali non riconoscevano granchè l'autorità del Convento del Bizen e della confraternita della Mirghania.
Questi due signori erano i notabili incaricati del controllo delle razioni per musulmani:


Ecco invece due scatolette:



CITAZIONE
mufasa

..... pensavo solo un timbro sulle scatolette... invece una vera e propria etichetta..... manca solo il codice a barre....


CITAZIONE
Ghebret

... certo, confezionamento sterile!
Per la borgutta invece, ci si arrangiava un po'... spesso la si faceva sul telo-tenda, o sulla mantellina, sputacchiandoci sopra se si screpolava in cottura...





CITAZIONE
mufasa

... un po retorico e un po datato ma in questo ritratto di Virgilio L, inviato del Corriere ci sono un po i gusti alimentari dei nostri ascari:

... sono sobri, sempre medesimi i loro cibi come le loro canzoni... borgutta e tè.... Sono sobri, la borgutta è una specie di pagnotta ch'essi cuociono volta per volta prima dei pasti, priva di crosta, pallida, e ha un lieve sapore di pasta di pane non lievitato. Il tè ch'essi chiamano ciai è assai più fortedel nostro, non ottenuto pe rinfusione, ma bollito: scuro, color birra (e succede anche a noi delle mattine!!!) Essi lo cuociono in pentolini d'acqua già bell'e zuccherata, ne risulta uno sciroppo che dell sapore del tè concerva appena un ricordo lontano, dolcificato com'è. Credo mettano metà d'acqua e metà di zucchero. Non è il tè che li nutre, ma lo zucchero che sciolgono nel tè. Vivono di zucchero un po come i nostri bambini. Se mancasse loro lo zucchero li vederemmo deperire e morire miseramente. Il tec è il loro vino e lo chiamano affettuosamente col vezzeggiativo di teccy, lo ricavano dalla distillazione del miele, e sarebbe quella bevanda antica e omerica che voi avrete sentito citare col nome di idromiele. Molto alcolica ha un sapore duro che gratta la lingua.....
 
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