Voglio condividere con voi un foglio recentemente riemerso. La carta è sottile, carta velina del tipo utilizzato per battere a macchina più copie interponendo fogli di “carta carbone”. Il formato, approssimativo viste le spiegazzature dei bordi, è 21,5 cm di larghezza per 27 cm di altezza, vicino al formato “letter” USA. Il foglio presenta i segni di molte pieghe che lo avrebbero ridotto a circa 7 X 5 cm, come se fosse stato conservato in un portafoglio.
La cosa che mi intriga parecchio è il logo del Gruppo Bande Di Frontiera Beni Sciangul stampato nell’angolo superiore sinistro, come si usa sulla carta intestata, e la qualità del disegno stesso. Ha una settantina d’anni ma è di una modernità di tratto e di un dinamismo notevoli. La testa dell’ascari e della sottostante aquila sono protese verso destra e dando una forte impressione di movimento. Misura 60 mm di altezza per 45 mm di larghezza e sembra il frutto di una incisione (xilografia ? litografia ?) trasferita poi sulla carta a stampa o serigrafia. Ignoro totalmente chi possa esserne stato l’autore ma sicuramente un persona dotata di senso estetico e buona mano nel disegno.
Il foglio è stato utilizzato, ma sul retro e capovolto, per la brutta copia di quelle che sembrano le note caratteristiche di un ufficiale subalterno del Gruppo Bande.
Il testo, trascritto, è il seguente:
Il Tenente XXX ha prestato ininterrotto servizio al IV Gruppo Bande dall’ottobre 1937. All’inizio delle ostilità Italo-Inglesi è stato destinato al comando di bande operanti lungo la malsana e torrida fascia di frontiera del Beni-Sciangul (Belai, Deroz, Nilo Azzurro) a stretto contatto col nemico.
[Segue un periodo cancellato con un tratto di penna ma ancora leggibile "Costanza nel lavoro, spirito di sacrificio e di adattamento, ardimento, pronta (incomprensibile), hanno caratterizzato l’opera del Tenente XXX nel suo primo periodo di guerra."] Pattugliatore intelligente e deciso ha dato modo di far valere ed apprezzare le sue ottime doti di comandante e di esecutore. Provato alle fatiche ed ai rischi di guerra, in imprese condotte sui terreni più duri ed inospiatali, ha messo in valore le risorse della sua eccezionale esperienza di vita coloniale ottenendo i risultati più desiderabili. Si è particolarmente distinto per capacità organizzativa, intuito, decisione ed audacia nel complesso di attività che hanno preluso all’occupazione di Ghezan. Concludendo: il Ten. XXX Ha chiuso il suo primo periodo di guerra confermando ed avvalorando le sue già note virtù di ufficiale completo. Nelle mansioni di aiutante maggiore del Gruppo, adempiute successivamente, il Ten. XXX si è dimostrato collaboratore di prim’ordine. Ha retto interinalmente per due mesi il comando del 3° Sottogruppo Bande: in tale periodo ha dedicato al reparto ogni sua energia, fino al sacrificio, ponenendo neturalmente in rilievo la sua spiccata attitudine al comado di reparti di colore che guidava soprattutto con l’esempio. Nella diuturna attività di guerra ha dimostrato solida preparazione tecnica, serenità e precisione specie nelle situazioni più difficili. Giusto e soprattutto umano con i dipendenti di cui sa intuire l’animo e le aspirazioni. Conoscitore profondo del terreno e dell’ambiente in cui ha operato a contatto di popolazioni con le quali ha avuto rapporti ispirati ad elevato senso politico in armonia alle esigenze militari. Ufficiale generoso, comandante per vocazione.