Penne di Falco, Autore radagast

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view post Posted on 24/9/2007, 09:53
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radagast

ciao a tutti.
dopo l'ottimo successo del topic sui Dubat, approfitto del mio ultimo acquisto su ebay per lanciare un nuovo argomento, questa volta sulle Penne di Falco.
Purtroppo le foto sono di piccolo formato, e una come vedete, è ben gialla....
come al solito, per chi le volesse per il proprio archivio, mi contatti. le invierò ad alta!
ciao!
(Mufasa e Ghebret a voi!)


PS: se le foto sono troppo grandi ditemelo...le rimpicciolisco....

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CITAZIONE
mufasa

.... dai dubat alle penne di falco.... vuol dire fino all'università, perchè le penne di falco sono la parte più "esclusiva" delle nostre truppe coloniali, anzi della nostra cavalleria militare..... c'è una bellissima teca al museo di Pinerolo soloper loro..... vedrai viene un topic più lungo dell'altro!! e compliemnte per la prima foto quella gialla..... è da poster...


CITAZIONE
Ghebret

Pure a me la foto gialla piace molto, anche se non ci si capisce nulla; è bella l'ambientazione, l'idea della sosta sotto l'ombra del sicomoro.
Nessuna didascalia immagino...


CITAZIONE
radagast

nessuna didascalia purtroppo. mi sembra di vedere sullo sfondo cavalli in mezzo al fiume... possibile? potrebbero essere all'abbeverata.
Dietro la foto dello squadrone al trotto invece la didascalia c'e'!
provo a decifrarla:
Rivista Statutto 1937
passata da S.E. "non capisco" a "nemmeno".
mi sa che faccio prima a scansire il retro...


CITAZIONE
Ghebret

Posta il retro, che ci proviamo...


CITAZIONE
radagast

ecco il retro....

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CITAZIONE
mufasa

....... sembra quasi un cattivo italiano di un soldato poco pratico o....... ne ho diverse delle penne di falco e le più emozionanti non sono per me le cartoline, ma le cariche, quelle vere, non posate come quelle di Cassala contro i carri armati, ma vi posto una delle mie preferite, ....

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CITAZIONE
Ghebret

"Rivista Statuto 1937 - passata da S.E. De Feo - a Godofelassi"
- La rivista dello Statuto si teneva la prima domenica del mese di giugno di ogni anno in memoria della concessione dello Statuto Albertino.
- L'Ammiraglio De Feo fu, dal 1°/IV/1937 al 15/XII/1938 (e quindi anche all'epoca della foto), Governatore dell'Eritrea.
- A Godofelassi (Eritrea) c'era il campo del II Gruppo Squadroni di Cavalleria Coloniale, che nel giugno 1937 era in sede, e si può presumere quindi che lo Squadrone della foto vi appartenesse.

Bella foto mufasa: sei stato anche tu alla mostra sugli Ascari a Roma nel 2004?


CITAZIONE
mufasa

....... si Gabriele..... ed è appunto dal catalogo della mostra...... impossibile prenderti in contropiede......


... e anche se li preferisco a cavallo o con la Swartzlose, ci sono dove dove il loro formalismo, la loro perfezione, il ordine interiore mi affascina..... come qui.... trovate qualcosa fuori posto! (e una riproduzione c'è scritto "Regno d'Italia 1920-28 plotone mitraglieri dello squadrone di cavalleria indigena dell'Eritrea)




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......... continuo sulla mostra deglia Ascari D'Eritrea........ l'ho vista a Bologna l'autunno scorso perchè la prima a Roma l'ho mancata..... stupenda!!!!!!! due ore di una mattina come mi capita ahimè molto di rado.... e non mi ero accorto Ghebret (ma io sono così cento cose e tutte in superficie) che sei nella prima pagina tra i curatori e i "creditori" delle foto....... e il catalogo vale la mostra!!!!!!!!!!!!!!!!!!!




CITAZIONE
Ghebret

In effetti ho prestato alcune fotografie per quella mostra (purtroppo non quella - bellissima - della gara ad ostacoli, che è di un mio caro amico); attento però al catalogo, perchè contiene tanti errorini...


CITAZIONE
GONDAR

il catalogo è ancora reperibile da qualche parte?


CITAZIONE
TUV

Mai domanda fu più opportuna...


CITAZIONE
mufasa

....... si, penso che possiate ordinarlo in ogni libreria.... "Ascari d'Eritrea" Mostra e catalogo a cura di Ascanio Guerriero - Vallecchi 38 euro, 2005.....
e gli errori io sono per farli non per correggerli quindi.... invece è l'unico posto dove ho trovato Gabriele il disegno del tuo atavar (si dice così no?) la cartolina del 17 batt. eritreo.... bianco nero....


CITAZIONE
Ghebret

Il catalogo ogni tanto compare anche su ebay a 9 euro... che sono meglio di 38!
Sì, l'atavar è un pezzo della cartolina di Renzo Bassi per il XVII Eritreo.
Ma torniamo al topic, con questo nido di mitragliatrici...
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CITAZIONE
GONDAR

TUV, immagino che la caccia sia iniziata per tutti e due e ti faccio una proposta: non ci scanniamo!
se troviamo il catalogo sul "notositodaste"...sentiamoci...


CITAZIONE
TUV

Figurati, non c'era bisogno di avvisarmi di ciò. Se lo vedo ti faccio un fischio


CITAZIONE
mufasa

..... bellissimo il "nido" con le Swartzlose.... posto alcune medaglie delle penne di falco (le sole che ho e che avrò viste le quotazione da gioiellere che girano su ebay per qualsiasi cosa appena fuori del normale).....


Quella del I Gruppo Squadroni è commemorativa (può aiutarmi Ghebret) di uno scontro a Zingero dove la carica continuò nonostante tra i colpiti ci fosse lo stesso trombettiere.....

Il IV è quello epico della carica di Monte Tigh, (anche qui "copio" da Ghebret) dove il I e il IV Gruppo Squadroni del Cap. Airoldi e del T.Col. Morigi liberarono in un epica carica la brigata Lorenzini (medaglia d'oro alla memoria per il s.ten. G. Thun Hoestein

Del V so solo che il comandante era il cap. Edoardo Bargis,



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CITAZIONE
radagast

solo? bell'insieme, raro e di grande effetto. Grande Mufasa!
Per Ghebret : che te ne pare del nastro azzurro a righe verticali? a me pare d'epoca! ...e la medagia non ha cambretta!!


CITAZIONE
Ghebret

Non del I ma del IV; quella tromba esiste ancora e ha una storia davvero particolare, che non appena avrò tempo racconterò...
Bellissime comunque!

Per radagast: è vero che il nastro pare d'epoca, ma non mi tornano i colori per il V Gruppo, che passò dallo scozzese all'arancione-scozzese... come me lo spieghi?


Vabbè, il tempo l'ho trovato e vi racconto la storia della carica di Zingerò Uaha


Anzitutto bisogna dire che questa medaglia del IV Gruppo Squadroni di Cavalleria Coloniale racconta in realtà una vicenda accaduta al III Gruppo: quando questo, nella primavera del 1937, diede vita al IV Gruppo in Addis Abeba, parte delle tradizioni belliche vi vennero trasferite (anche perché il comandante rimase lo stesso).
I fatti furono i seguenti.

Nel novembre 1936 il III Gruppo Squadroni di Cavalleria Coloniale, costituito da poco più di un centinaio di ascari al comando del Magg. Morigi, si trovava in operazioni nel Salalè, contro le formazioni dei fratelli Cassa, aggregato alla 6ª Brigata Coloniale del Col. Tosti (XV Battaglione Coloniale, VI Gruppo Artiglieria e servizi. Il giorno 25 novembre la colonna aveva guadato il fiume Mofer e aveva risalito il versante opposto, per quindi proseguire sull’altopiano di Giurrù e per il Salalè, meta della colonna. La risalita della sponda meridionale del Mofer si era rivela molto difficoltosa per la ripidità e l’asprezza del terreno, e le Compagnie del XV Battaglione avevano dovuto impagnare combattimento contro elementi ribelli appostati tra la vegetazione.
Il 26 novembre la colonna riprese la marcia; poichè il terreno lo permetteva, essa assume una formazione più larga, a losanga, con i quettro vertici costituiti dalle Compagnie del XV Battaglione, il Comando Brigata, l’artiglieria, i servizi e le salmerie al centro, mentre il III Gruppo Squadroni era inviato in esplorazione lontana. La colonna si avvicinò al fiume Zingerò, vicino al quale le informazioni indicavano la presenza di forti gruppi ribelli fortificati su posizioni dominanti. E infatti i reparti del XV Battaglione, giunti nella zona verso le 10 del mattino, vennero fatti segno alle prime scariche di fucileria da parte di elementi che, incalzati, si ritirarono oltre il fiume.
Il Battaglione proseguì, raggiunse il Zingerò e ne iniziò il difficile guado, mentre riprendeva, da posizioni dominanti, il fuoco nemico che ne arrestò la marcia; il pronto intervento dell’artiglieria interruppe l’azione dei ribelli, consentendo al Battaglione di riprendere il movimento e lanciarsi all’attacco oltre il fiume, in tre ondate successive a brevissimi intervalli di tempo, ricacciando il nemico.
Un tentativo di aggiramento sulla destra, attraverso un villaggio e un bosco, venne sventato da una brillante carica del III Gruppo Squadroni, che mise definitivamente in fuga il nemico. Il Gruppo ebbe nell’azione 3 Ascari morti (tra cui il trombettiere) e 1 Ufficiale (Ten. Morati) e alcuni Ascari feriti. I ribelli lasciarono sul terreno un centinaio di uomini tra morti e feriti, e svariato materiale. La colonna accampò per la notte sulle rive del Zingerò, protetta dal XV Battaglione schierato in circolo sulle alture occupate intorno alla zona del guado.
Nei giorni seguenti, per ordini superiori, la colonna Tosti ripiegò seguendo l’itinerario già percorso all’andata, cacciandosi in altri guai che però esulano da questa breve narrazione.

La tromba del III Gruppo, forata dalla pallottola che uccise il trombettiere venne in seguito conservata, e se ne fece una cartolina che qui riporto (non badate al colore azzurro del tarbusc: si tratta di una foto colorata a mano con qualche errore), sempre intestata al IV Gruppo Squadroni.
Oggi quella tromba si trova al Museo della Cavalleria di Pinerolo.

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CITAZIONE
radagast

bravo. molto interessante ed eroico. devo andare a Pinerolo, sono stato ormai molti anni fa e non ricordo nulla...
per quanto attiene il nastrino, ma non sono i colori più o meno della fascia del tarbush della cartolina che hai testè postato?
direi cavalleria coloniale quindi...
"nega tutto anche l'evidenza..."
come venivano reclutati gli uomini delle penne di falco, e come venivano addestrati? gli eritrei non mi sembrano super cavaleri, i galla si, ma su cavalli ben diversi. So che la cavaleria coloniale (anche nazionale ho sentito) montava in genere cavalli interi, che per i cittadini a digiuno di campagna sono i cavalli non castrati. Molto più nervosi e indipendenti, più scattanti e aggressivi, presuppongono cavalieri di esperienza e determinati.
Palle del cavallo a parte, ottimo topic!!


CITAZIONE
Ghebret

Ma se ti ho detto che è colorata a mano con qualche errore...!
E non provare a trascinarmi nel discorso delle fasce da tarbusc, sennò non la finiamo più...
Reclutamento e addestramento: vedo se ho qualcosa.
Cavalli: venivano usati sia cavalli italiani che cavalli locali, sudanesi o abissini; ignoro però se gliele tagliassero o no.


CITAZIONE
TUV

Bravi, bravi, bravi!!!

A Pinerolo ho prenotato una visita a porte chiuse... non vedo l'ora di andarci


CITAZIONE
Ghebret

... e comunque ritengo che il nastrino della medaglia del V di mufasa sia quello preparato per la medaglia (con cambretta ) del VI Gruppo, che aveva, lui sì, i colori scozzese-azzurro (non ho l'immagine a colori, accontentatevi del Giachi):
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CITAZIONE
mufasa

...... ricordo pochissimo delle due sale coloniali del museo di cavalleria che ho visto tantissimo tempo fa..... meno che mai della tromba di Zingerò (e la mia piccola medaglia preferita e adesso mi piace ancora di più!!)..... un po voi, un po il catalogo che ho conservato e mi è venuta una gran voglai di tornarci..... qui dice due sale coloniali.... davvero non ricordo nulla...... e la foto della medaglia del V, col nastro non so (una delle tante aste ebay solo "guardate").........

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...... ricordo e dovrei avere un articolo sui cavalli e l'organizzazione della cavalleria coloniale italiana su un vecchio Diana Armi in una serie sulla cavalleria nella seconda guerra mondiale..... cerco.... intanto anche un francobollo sui nostri cavalleggeri....


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CITAZIONE
Ghebret

La tromba di Zingerò è una donazione recente, in effetti non so nemmeno se sia già stata esposta!
Comunque non so se avete notato che anche sulla medaglietta è riportato il foro del proiettile...
Questa medaglietta originariamente avrebbe anche degli smaltini, sulla microscopica fascia al recto, in basso a sinistra, dove compare il motto "a noi i fatti"; nell'esemplare di mufasa, come in quasi tutti quelli che ho visto, gli smaltini (rosso e azzurro in orizzontale) sono saltati; di questa medaglietta vennero fatti anche esemplari nominativi (intestati nello spazio vuoto sopra la tromba), ma non so se solamente per coloro che presero parte alla carica di Zingerò, o per il personale (nazionale) del IV Gruppo in genere.

Al Museo di Pinerolo la sala delle colonie è una sola, al primo piano, per quanto ho visto nel 2003. Vi sono molti gagliardetti di reparti di cavalleria e cammellati, numerose fasce e farmule (ma non tutte di cavalleria: questo materiale giunse a Pinerolo dopo la soppressione del Museo Africano di Roma, e non venne analizzato troppo attentamente prima di suddividerlo tra i vari musei d'arma), e poi armi bianche, scudi, uno spahis con il cavallo impagliato (il cavallo, non lo spahis)...


CITAZIONE
mufasa

..... io l'ho visitato nel 92 o 93.... ho delle diapositive da qualche parte (allora niente digitali) che mi ha lasciato scattare un piantone purchè comprassi il catalogo... e qui appunto ci sono la foto dei 33 gagliardetti dei Gruppi Squadroni Coloniali, quattro manichini i due diverse teche con tutta la loro coreografia, caschi, armi e tutto il resto, uno splendido arazzo abissino con San Giorgio che uccide il drago, selle per cavalli e cammelli, e appunto al centro di un salone il savari (qui lo chiama così) sul suo cavallo imbalsamato.....

....ho un altro catalogo di una mostra che ho visto a Rovereto nell'autunno del 91 sul materiale africano che hanno nei magazzini del Museo della Guerra ..... anche qui mi aiuto col catalogo perchè all'epoca ero li sopratutto per le armi austriache.... e mi affascinano le foto (troppo piccole per provare a riprodurle o postarle) di quello che doveva essere il Museo dell'Africa Italiana, altro che una sala o due teche...... faraonico!!!!!!

..... e una foto a cavallo (una cartolina)




CITAZIONE
Ghebret

Dai, postiamo un po' di gagliardetti...?
Questo è quello del XV Gruppo Squadroni di Cavalleria Coloniale: a destra l'originale (conservato a Pinerolo); a sinistra la mia ricostruzione (per il retro dovete aspettare la 2^ edizione del libro sulle uniformi, fra qualche annetto )
Il drappo venne realizzato con pezze di vari colori, anzichè con un tratto di fascia come fecero ad esempio il II e il III Gruppo, e ciò lascia pensare che l'adozione di questa insegna abbia preceduto la consegna - se mai vi fu - delle fasce verde-scozzese a righe orizzontali.


A proposito, bella foto, mufasa; ma chissà cosa ci faceva un Ascari del Servizio Treno dietro alla pattuglia di cavalieri...?




CITAZIONE
TUV

Ogni volta che arriva una notifica è un piacere venire a leggere... Avanti così


CITAZIONE
mufasa

........... Gabriele no due anni!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

.... poi volevo chiederti da dove vengono queste tabelle che ho scaricato con un'altra ventina da internet...... non riesco a ingrandirle più di così? queste per esempio sono le due sulla cavalleria...


........ Parducci?




CITAZIONE
Ghebret

No, sono tavole del Colonnello Dino Panzera, studioso di uniformologia attivo fino agli anni '90 (poi ne ho perso le tracce); anch'io ho quelle che si trovano in rete, purtroppo a bassa definizione; alcune contentongo informazioni invero interessanti, ma non conoscendone le fonti non so come "prenderle"...


CITAZIONE
TUV

Del Panzera ne conosco solo due che si vedono sul sito istituzionale dei Carabinieri... ma le altre? E' possibile sapere dove sono? Grazie.


CITAZIONE
Ghebret

http://www.uniformi.org/disegni/disegni.html

Ma torniamo al topic, per piacere...

Mufasa, questa era la bandiera in consegna al IV Gruppo Squadroni: non è il gagliardetto di reparto, ma un vecchio drappo già in dotazione allo Squadrone Indigeni d'Eritrea fin dall'inizio del secolo, e passato al IV alla fine degli anni '30 per motivi che ancora ignoro





CITAZIONE
mufasa

... un soldatino....



......... e il suo modello.... la tasca da cavalleria del 91... il guradè....


....... e qui Ghebret il IV nell'epica carica di monte Tigh che hai descritto invece col gagliardetto by Parducci.........




CITAZIONE
Ghebret

Eccolo, il gagliardetto del IV Gruppo (originale e ricostruzione); appena posso metto anche quella che secondo me era la fascia


CITAZIONE
mufasa

......... bellissimo? da dove hai preso l'originale a colori? la fascia non e quella della cartolina in due colori?..... ho cercato ho diverse disegni qua è la di penne di falco, ma del IV solo quella cartolina.....


CITAZIONE
Ghebret

(sta in una caserma italiana...). Si tratta comunque del primo gagliardetto; il secondo, conseguente all'adozione dei colori cremisi-scozzese, ritengo sia andato distrutto.


Sì, io ho una fascia rosso-celeste a righe orizzontali, che presumo essere stata quella del IV Gruppo (anche per esclusione, giacchè non saprei a chi altro attribuirla).
Del IV c'è anche la cartolina disegnata all'epoca da un certo "Aris": non un capolavoro, e oltretutto errata nell'orientamento dei colori del gagliardetto:




CITAZIONE
mufasa

......... non conoscevo la cartolina.... e in effetti anche le fascce sono diverse..... mentre il motto "a noi i fatti" mi ricorda qualcosa..... provo a cercare....


... sempre sui gagliardetti.......... del I gr.sq. è giusto?





CITAZIONE
Ghebret

Questo della tua cartolina, disegnato da Tafuri per il I Gruppo Squadroni, è abbastanza corretto, anche se mancano rispetto all'originale i nodi di Savoia agli angoli:



CITAZIONE
mufasa

.... sempre sul Igr. sq. i colori di Parducci (posto anche il retro per non ricopiare)





CITAZIONE
Ghebret

Il I Gruppo Squadroni... reparto non affidabilissimo, soprattutto quando i cavalieri eritrei vennero sostituiti dalle reclute scioane; infatti nella seconda guerra rimase nella capitale, a far servizio di guarnigione; poi non appena il Negus rientrò ad Addis Abeba (maggio 1941) molte ex-"Penne di falco" andarono a fargli da scorta d'onore, con i nostri cavalli, le nostre uniformi, le nostre bardature, le nostre armi...




PS: per il disegno di Parducci: nella campagna del 1935/36 il Gruppo Squadroni Eritreo portava la fascia rossa.




CITAZIONE
mufasa

....... il V Gruppo Squadroni..... e sulla medaglia e sulla cartolina Tisisad Didil............ dev'essere stata una giornata epica.............




CITAZIONE
Ghebret

Fu più che altro l'inizio delle disavventure della colonna Barbacini...

Verso la metà di novembre 1937 viene costituita a Macallè una colonna operativa forte di oltre 5.000 uomini, affidata al comando del Colonnello Ercole Barbacini e composta da ben sette Battaglioni Coloniali e una Batteria da 65/17; autotrasportata fino a Gondar e quindi a Ifag, la colonna prosegue poi “per via ordinaria” (ovvero a piedi), prendendo in forza, lungo il tragitto, anche il V Gruppo Squadroni di Cavalleria Coloniale.
L’obbiettivo della colonna è la località di Adiet, nel Goggiam, dove si trova assediato da mesi il XXVII Battaglione Coloniale, che deve ressere recuperato.
Il 27 novembre la colonna raggiunge il Nilo Azzurro nella zona di Tisohà (o Tisisat) Dildil; il vecchio ponte – sette arcate in pietra, per una lunghezza di 40 metri e una larghezza di appena 3 – è intatto, ma in mano ai ribelli; è il primo scontro. Il ponte è conquistato, ma le formazioni abissine, seguendo la loro efficacissima tattica, rifiutano lo scontro frontale e si disperdono.
Il V Gruppo Squadroni, tenuto in un primo tempo in riserva, riceve l’ordine di gettarsi sul nemico per completarne la rotta, inseguirlo e disperderlo. Gli Squadroni puntano immediatamente verso la piana, alla destra del Nilo con il Comando del Gruppo ed il 2º Squadrone in testa ed il 1º Squadrone in seconda posizione; formazione a frotte.
Percorsi circa due chilometri, una pattuglia fìancheggiatrice segnala un nucleo di armati, alla destra dello schieramento, nelle vicinanze del bosco che si trova lungo la riva destra del Nilo. Un plotone cavalieri del 2º Squadrone, venne immediatamente lanciato in quella direzione per impedire agli armati di raggiungere il bosco, mentre il Comando di Gruppo con il comandante Magg. Manusardi ed i restanti 3 plotoni del 2º Squadrone, al comando del Cap. Venezze, iniziano l’avvicinamento.
Raggiunti i ribelli vengono caricati e travolti, mentre alcuni gruppi fuggono verso il centro e la sinistra. Frattanto compaiono dalle alture circostanti ed alla estrema sinistra forti nuclei di armati finora rimasti nascosti lungo i margini di un fossato e nella boscaglia. Il 1º Squadrone, al comando del S. Ten. Morati, riceve immediatamente l’ordine di gettarsi prontamente sulla sinistra, mentre il Plotone Comando ed il 2º Squadrone con larga conversione a sinistra si portano sul fianco del nemico, caricandolo violentemente.
Due plotoni del 1º Squadrone sono lanciati sulla destra allo scopo di tagliare la ritirata ai fuggiaschi, mentre gli altri due plotoni dello stesso Squadrone caricano sulle alture a sinistra, donde giungono colpi di arma da fuoco. Il 2º Squadrone ed il Plotone Comando continuano invece a caricare i gruppi nemici sbandati nella piana. In una di queste cariche il Magg. Manusardi, che galoppava in testa ai reparti incitando a viva voce gli Ascari, viene colpito alla regione parietale sinistra da un colpo d’arma da fuoco sparatogli a bruciapelo da un ribelle travolto e ferito, e cade esanime. Il Ten. Veterinario Santi si porta immediatamente alla testa del Plotone Comando rianimando la carica per un istante rallentata per la morte del comandante.
Avuta notizia della grave perdita, il Cap. Venezze affida immediatamente il comando del suo 2º Squadrone al Ten. Leonardi e assume il comando del Gruppo continuando nell’azione di rastrellamento del nemico che, sbucando dai boschi e da un vicino fossato, si ripresenta a grossi nuclei tentando di attaccare alle spalle i nostri plotoni. Reiterate cariche e nutrito fuoco di armi automatiche hanno infine ragione della tenace resistenza avversaria.
Verso le ore 17 i plotoni distaccati del 1º Squadrone al comando del S. Ten. Morati, caricati e travolti sulle alture gli ultimi fuggiaschi, si riuniscono al Gruppo, il quale ultimato il compito, rientra all’accampamento verso le ore 18 portando le salme dei caduti.
L’accoglienza del Goggiam è stata durissima; il Colonnello Barbacini sa bene che sta per infilare le sue truppe in un vespaio, ma non c’è alternativa. La colonna sosta sul posto un paio di giorni, per raccogliere informazioni sulla situazione dell’interno e meglio organizzarsi. Ripresa la marcia, rimarrà bloccata a Monte Ligg per oltre un mese, fino al 24 gennaio 1938, quando giungerà la colonna Mezzetti che permetterà il rientro a Bahar Dar.

Alla memoria del Magg. Manusardi sarà conferita la MOVM con la seguente motivazione: «Comandante di alta capacità professionale e di sereno coraggio, rinnovò superbamente le nobili tradizioni di slancio e di sacrificio proprie dell’arma alla quale apparteneva. Incaricato col suo Gruppo di Squadroni di ampliare e consolidare una testa di ponte di grande importanza da poco occupata dalle nostre truppe, assolveva brillantemente il suo compito. Raggiunto, travolto e annientato, in aspra e sanguinosa carica, un primo gruppo di nemici, con fulminea decisione, si slanciava arditamente su notevoli rinforzi sopraggiunti, disperdendoli. Mentre era intento a raccogliere e riordinare i propri Squadroni, che avevano gareggiato di bravura nella cruenta lotta, cadeva colpito a morte, chiudendo la nobile esistenza tutta ispirata ad alti sentimenti di Patria e di dovere. Ponte Tisisat Dildil, 27 novembre 1937».


CITAZIONE
mufasa

........... d'un fiato!!!!!!!!!!!! letto d'un fiato!!!!!!!!!! e senza nessuna ironia o retorica meritava di sicuro una medaglia e una cartolina...........


… io vado avanti fino che non vi stancate ..... mi appassionano ancora di più delle cariche nelle operazioni di “polizia coloniale” le operazioni quasi disperate della cavalleria coloniale per contro gli inglesi o gli abissini nel 41, durante la guerra “regolare”……. e nelle “Operazioni in Africa Orientale dell’uff.storico dello SMI” , il più citato nei bollettini dei gurppi di cavalleria, è il XIV Gruppo Squadroni Cavalleria Coloniale, quelli che all’ordine di cessare la lotta, spezzarono le loro sciabole per non consegnarle, e rifiutarono il meritato onore delle armi, o sempre (la cartolina di Parducci illustra appunto la citazione di quella che dovrebbe essere l’ultima carica di cavalleria in AOI al fiume Magrecc per difendere Gondar da 6000 ribelli)….. mentre la seconda, quella coi carri (sembrano Matilda) è del Gruppo Bande a cavallo dell’Amhara, del famoso Ten. Guillet, che coi suoi irregolari attacca la “Gazzella Force” a Cherù……… Gabriele al solito correggi, aggiunfi, spiega......



....... ahimè non è mia.... niente ebay e forse è ancora in vendita..... 700 euro.... e per me resta dov'è.... però, sempre a mio avviso, è uan delle più belle medaglie coloniali.........




... e il motto che è un "pezzo2 vero e proprio della medaglia..........




CITAZIONE
Ghebret

Quanta carne al fuoco!
Comincerei dalla carica del Maghecc del XIV Gruppo, in effetti l'ultima operazione di cavalleria in AOI. Questo il contesto e lo svolgimento della giornata:
Al fine di alleggerire la pressione contro il ridotto di Gondar, e ostacolare l’ammassamento delle forze ribelli, pronte ad attaccare il caposaldo di Guramba, al mattino del 13 settembre 1941 il Comando del XIV Gruppo Squadroni di Cavalleria Coloniale del T. Col. Giulio De Sivo riceve l’ordine di effettuare una profonda puntata offensiva oltre il fiume Maghecc, che stretto e tortuoso taglia la pianura di Guramba per poi gettarsi nel lago Tana.
Dopo 3 ore di marcia a cavallo, verso le ore 12, il reparto raggiunge il Maghecc; il Gruppo si divide quindi coi due Squadroni, per manovrare a tenaglia oltre il torrente. Partiti al piccolo trotto, alle prime fucilate gli Squadroni allungano al galoppo.
Improvvisamente, da oltre il Maghecc, nutrite raffiche di mitragliatrici bersagliano i reparti, che si lanciano alla carica; un guado è forzato oltre il fiume, un altro viene superato; le formazioni nemiche ondeggiano ed indietreggiano, sorprese dalla carica impetuosa.
Di villaggio in villaggio vengono incendiate tutte le “zeribe” incontrate; in sette ore di lotta vengono lanciate ben sette cariche contro i guerriglieri del capo ribelle Cassa, con 250 cavalieri contro almeno un migliaio di armati; il Gruppo subisce nell’azione gravi perdite, tra cui il Cap. Giuseppe Rosso ed il Ten. Vincenzo Pastore, caduti in carica, ed i Ten. Grossardi, Luigi Cuoco e Landolfo Colonna di Stigliano, feriti.

La medaglietta del XIV è molto bella, e altrettanto rara: riporta da un lato il cavaliere disegnato da Paolo Caccia Dominioni per la cartolina della Banda a Cavallo dell'Amhara dell'amico Cap. Bechi, in seguito (1°/I/1939) trasformata nel XIV Gruppo; dall'altro lato si vede, sovrapposto ai colori del reparto (ma le fasce avevano una sola riga rossa, come quella della foto sotto), il fregio disegnato dal Cap. Caverzerani nel 1939, con il teschio e le scimitarre incrociate (un fregio che Caccia Dominioni ribattezzò ironicamente "le forbici").


L'altra cartolina del Parducci raffigura la carica eseguita dalla 2^ Banda del "Raggruppamento Bande Amara a cavallo" a Cherù il 21/I/1941, nella quale trovò la morte il Ten. Renato Togni (MOVM).
Per radagast, che è appassionato di cimiteri e sepolture aggiungo che il corpo di Togni, tumulato sul posto dai britannici, venne riesumato nel 1944 e riconosciuto da un Ufficiale di cavalleria che lo conosceva bene (e che stava trascorrendo la prigionia in Eritrea come impiegato civile), e che ne misurò il femore comparandolo con il suo, sulla base di una fotografia che li ritraeva insieme; il cranio presentava un dente rotto. I resti vennero quindi traslati nel Cimitero di Cheren allora in costruzione.




CITAZIONE
Fante

Solo un commento...
Io sono tra quanti non possono, per poca conoscenza della materia, contribuire adeguatamente alla crescita di questa stanza.....ma davvero non ce n'è bisogno!
Voglio, con queste due righe, complimentarmi a nome mio e di tutto lo staff di Miles con quanti, Moderatore e Utenti, stanno consentendo a tutti noi di approfondire una tematica affascinante e colpevolmente poco nota, condividendo il loro sapere e il frutto dei loro studi. Grazie. Max.


CITAZIONE
mufasa

.... Fante qui siamo tutti semplici spalle (in senso cabarettistico, anzi teatrale) di Gabriele........ e appunto ci sarebbe da fare un topic per conto suo solo per il comandante Guillet, ma ci stà bene qui, perchè è il classico esempio di ufficiale di Cavalleria vecchia scuola (e servire nei Gruppi Squadroni coloniali, o le bande a cavallo era il massimo per un uffciale di cavalleria come appunto il nostro Amedeo Guillet). Nobile, savoiardo, campione di equitazione, poliglotta in lingue arabe, rinuncia alle comodità, alla carriera sportiva, alle olimpiadi, per rimanere in Africa coi suoi spahis libici. Incaricato dal Duca D'Aosta di costituire una grande banda irregolare (appunto quella della carica di Cheru, alla caduta dellAOI non si arrese e continuò la sua guerra privata (appunto "La guerra privata del tenente Guillet" di Vittorio Dan Segrè). E nel dopo guerra fu ambasciatore, allevatore di cavalli e istruttore di polo. La cartolina la posto per il bellissimo distintivo della banda, quello in alto a sinistra, che esiste anche in metallo dorato a mo di medaglia e dovrei averlo (ahimè solo in foto) da qualche parte.....






CITAZIONE
Ghebret

Il fregio a cui ti riferisci, in alto a sinistra nella cartolina, non era portativo, ovvero non andava su copricapo o altre parti dell'uniforme, bensì era destinato alla lussuosissima copertina del Calendario del Gruppo (non ricordo se per il 1939 o il 1940):



CITAZIONE
mufasa

...........al solito mi hai anticipato (ho un parcheggio di foto disordinatissimo!!!!) ... e ero convinto che era un distintivo-medaglia dei soliti coloniali (e non è la prima volta come sappiamo che non c'è sul Giachi).........veramente un calendario di lusso.... del resto era il calendario del XIV......... mi sono già tradito con Guillet e le sua banda.... e qualìè il tuo preferito Gabriele? (non vale tutti!!!!).... una foto così......... sempre delle spade dei pirati .....



.... anche della medaglietta dell 'XI ho solo la foto.... ma anche questa con la pdf al galoppo è una piccola opera d'arte....






CITAZIONE
Ghebret

L'XI Gruppo... rara la medaglia, e piuttosto misteriosa la storia del reparto; però posso postare la cartolina e un figurino, rigorosamente tratto da una fotografia (super-penna compresa!)



CITAZIONE
mufasa

.......... bellissima la cartolina!!!! e la super penna!!!! io fuori dei cenni nel tuo libro ho solo trovato una cartolian nuova (sempre del Parducci) riepilogativa con altri Gruppi Squadroni (scozzese alternata con banda marrone) e col seguente cenno (testuale) : XI Gruppo Squadroni Cavalleria Coloniale sell Scioa: Costituito il 1 ottobre 1938 ad Addis Abeba. Parteciapa alle operazioni di Polizia Coloniale. Nella II GM è alla difesa di Dessiè combattendo a Kombolcia. Alla caduta della citta (27 aprile 1941) il gruppo è sciolto. Poi per conferma (ma solo cenni) sul librone dlle Operazioni in Africa oriantale di Rovighi per lo SMI a pag. 333


CITAZIONE
Ghebret

In effetti non se ne sa molto di più, solo qualche citazione qua e là, nei diari di altri reparti che lo "incrociarono" durante operazioni di polizia...
La fascia scozzese-marrone non so se venne mai adottata, non ne ho mai visti esemplari


... in compenso di quella bianca e nera ne esiste ancora qualcuna:




CITAZIONE
mufasa

........ bellissima Ghebret.......... i colori della medaglia..... invece sul distintivo del XIV gruppo Amara, quello del calendario, ho trovato sempre su una rivista vecchia, la fibbia pe ril cinturone, e la foto del bournus (mantello) da uffciale........ domattina provo a fotografarlo (è una foto molto scura).....



... appunto la fibbia, e magari l'avranno ordinata con le bruttissime e rarissime scimitarre scimitarre "dei Cavalieri dell 'Amara....



.... i cavalieri...... (di Italo Cenni dal Calendario dei nostri del XIV col loro mantello rosso).........



.... e il bournus (mantello) da ufficiale del tenente (poi generale) Domenico Manfredini (li ho trovati su un vecchio Diana Armi di quanto ancor non esistevano riviste di militaria)......




CITAZIONE
Ghebret

La fibbia non l'avevo proprio mai vista !


CITAZIONE
mufasa

.... la didascalia è molto povera, "fregio in metallo smaltato, e fibbia con argento naturale provenineti da due importanti collezioni private"..... poi nei ringraziamenti per la collaborazione le informazioni e il materiale prestato citano diverse persone tra cui il direttore del Museo di Pinerolo, il nostro Antonio Giachi e un piao di signori di Fienze e Roma che immagino i proprietari del materiale.

L'ordine più importante del XIV è quello dellle 450 e oltre sciabole-scimitarre alla ditta Sardi di Corso Stupinigi a Torino, ed è probabile che la stessa abbia fornito oltre alle sciabole, alle trombe, e alle drappelle, anche i distintivi per i calendari, le fibbie per i cinturoni, e magari qualche altro gadget visto che aveva già "ammortizzato" gli stampi....


CITAZIONE
Ghebret

Mah, il Sardi, maresciallo torinese in pensione, era un armaiolo, e penso che oltre alle sciabole non avrà fatto altro; drappelle, trombe, fibbie e calendari penso avessero avuto diversi fornitori.


CITAZIONE
mufasa

..... non ho documenti, solo vecchi articoli..... stò trafficando attorno alle sciabole, (tra l'altro dovrebbe esserci un esemplare con due foderi, quello da truppa e quello rosso da ufficiale al museo di Pinerolo) e appunto in un paio di questi si legge che l'allora tenente Cavarzerani (poi capitano e comandante del reparto dal dicembre 37 al marzo 39) nel 37 ordinò appunto al maresciallo Sardi, già armaiolo del Nizza Cavalleria, e con una ditta col figlio a Stupinigi, con le sciabole anche le trombe del reparto con le drappelle..... "pare" (è nel testo) che le drappelle erano frangiate d'oro e su un lato portavano lo scudo sabaudo rosso con croce bianca, e dall'altro il tesco con le sciabole ricamato nero su campo bianco.... è un articolo per chiedere informazioni, perchè tutto il materiale si è perso in Africa, e per cercare le tre sciabole "campione" quella da truppa, quella da sottouffciale e quella da ufficiale che dovrebbero essere rimaste agli eredi di Sarti, di cui si è persa traccia....penso che per il cinturone, ma anche per le trombe, e per le drappelle ma anche pe rle parti delle sciabole il Sarti operò semplicemente da capo comessa..... continuo a cercare.............


CITAZIONE
Ghebret

In effetti...

(preciso subito che non è a casa mia)



CITAZIONE
mufasa

....... avrebbero docuto scrivere " lo scudo sabaudo rosso con croce bianca su seta azzurra"!!!!!!!!!!! è incredibile l'operazione di immagine (come diremmo oggi) che era stata messa in piedi da questo Gruppo per questo Gruppo...... e torniamo al tema del topic, come la cavalleria coloniale, era l'elite, era l'immaginario, era il romanticismo, era le tradizioni, era il massimo.......

....... e questo è da una tavola che ra esposta appunto a Pinerolo, con gagliardetto a questo punto sbagliato!!!!


....... sempre dal museo della cavalleria di Pinerolo la famosa sciabola....



..... e dietro semplicmente "Ditta Sardi e Figlio Torino"





CITAZIONE
Ghebret

Ma guarda che quel gagliardetto è corretto, del resto l'ho rappresentato così anche nel libro!
Scherzi a parte, si tratta dell'ultima insegna del XIV Gruppo, adottata nel 1940/41; purtroppo ne è conosciuto solo il verso. Dovrei avere anche delle fotografie su una rivista del tempo di guerra, se interessa la cerco.


CITAZIONE
mufasa

....si interessa!!!!!


CITAZIONE
Ghebret


(da “Nazione Militare”, I.P.S., Roma, nº 11/1941)



CITAZIONE
mufasa

......... una foto posata per le grandi occasioni e la storia, e persino una teschio quasi sorridente più che sogghignante, e avevo sempre pensato che un gagliardetto, una bandiera, per tradizione non potesse essere perso, ceduto, cambiato.......


CITAZIONE
Ghebret

E ci sono fondati motivi di credere che insieme a questa foto venne scattata anche quella dell'altro lato, che purtroppo dev'essere andata perduta. Penso comunque che dovesse essere simile, ma con le cifre "XIV" al posto del fregio.
I gagliardetti avevano sì un grande valore morale, e perderli in combattimento era considerato un grave disonore; tuttavia in molti casi essi venivano sostituiti varie volte nel corso della vita del reparto, a causa magari del cambio dei colori, o dell'eccessiva usura del drappo, o anche solo, come nel caso del XIV Gruppo Squadroni, per esigenze estetiche (in questo caso il Caverzerani volle mettere anche sul gagliardetto le sue scimitarre)...
Gran parte di quelli conservati a Roma alla Fanteria, o a Pinerolo al Museo di Cavalleria, sono lì perchè consegnati all'allora Museo Coloniale negli anni '20 e '30, quando i reparti si scioglievano o cambiavano insegna; (in entrambi i Musei poi ve ne sono di "nuovi", rifatti negli anni '50 per ricordo).


Edited by fante - 24/9/2007, 11:13
 
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