Pistola Beretta Mod. 34, Autore TUV

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Fidel
view post Posted on 11/1/2011, 01:00 by: Fidel




Salve a tutti.
Intervengo in questa discussione per mostrarvi il "regalo" che mi ha portato la Befana.
La mia Beretta mod. 35 cal.7,65 Br matr. A12847 acquistata il 6 gennaio scorso.
Le condizioni generali sono buone, qualche lieve traccia d'usura derivante probabilmente dall'uso in fondina.
Come è possibile vedere dalle foto sul carrello, oltre alla scritta classica >>PIETRO BERETTA - Gardone V.T. Cal. 7,65>> appare la scritta PAI oppure PAT, non è chiaro.
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La matricola è riportata solamente sul fusto nel lato destro con la ripetizione delle ultime 4 cifre sulla canna.
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Sono presenti la punzonatura PSF e il marchio locale dell'ufficio di collaudo di Gardone V.T. in vigore dal 1950 a tutt'oggi. image
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E' inoltre presente la punzonatura in numeri romani XIX del banco di prova e, quindi la datazione dell'arma è da fare risalire al 1963.-

Dalle informazioni che ho trovato su internet, risulta che negli anni 1962-1963 la Beretta produsse un lotto di circa 14.000 pistole (per la precisione 14130), matricolate da A00001 ad A14130.
L'arma in questione potrebbe essere una di queste: tutto coincide dalla matricola all'anno del banco di prova (XIX=1963), alla matricola riportata solo sul fusto, mentre le ultime 4 cifre sono riporate sullo zoccolo della
canna.

Potrebbe quindi trattarsi di una delle pistole modello 1935 "anomale" in quanto ricavate da pistole modello 1934, montando sulle stesse una canna dimensionalmente uguale a quella della modello 1934 ma in calibro 7,65 (Browning).

Forse la Beretta ritenne opportuno approntare un piccolo lotto di modello 1935 (la produzione delle stesse era di fatto cessata nel 1959) utilizzando le giacenze di magazzino dei pezzi della modello 1934 (pezzi che la Beretta ha sempre tenuto in quantita' per soddisfare le richieste di parti di ricambio da parte dell'Esercito Italiano), ovvero riconvertendo un certo numero di modello 1934 già approntate per l'esercito o per l'esportazione e poi non più vendute e rimaste giacenti in magazzino.

Si tenga presente che, a quell'epoca, il calibro 9 corto (e quindi la modello 1934) non potevano essere vendute ai civili e pertanto per tentare di smaltire eventuali indesiderate giacenze di pistole modello 1934 non vi era altro metodo che convertire le stesse in calibro 7,65 trasformandole da modello 1934 a modello 1935.

Quello che mi lascia un qualche dubbio è quella scritta sul lato sinistro del carrello che non ho ritrovato in nessuna delle pistole Beretta degli anni 50 / 60 per le quali esiste una descrizione su internet: il mio dubio è se si tratti della scritta PAI, che è l'acronimo di POLIZIA AFRICA ITALIANA, oppure semplicemente di PAT che indicherebbe una eventuale e improbabile (correggetemi se sbaglio) costruzione su licenza Beretta.

Se fosse vera la prima ipotesi, confermerebbe quanto sopra detto sulla "partita" di pistole ricondizionata e potrebbe significare che l'arma sia stata realizzata prima del 1945 magari una commessa per la PAI e, quindi, dopo il 1945, ricondizionata nel calibro e forse anche con l'abrasione delle punzonature del ventennio (vedi la zona vicino il cane che appare abbastanza abrasa rispetta il resto dell'arma) e successiva ripunzonatura.-
CHE NE PENSATE IN MERITO?
 
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170 replies since 2/10/2007, 08:48   38245 views
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