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Qualche paricolare i più: Gli aspiranti moschettieri del Duce dovevano presentare regolare domanda di arruolamento ed erano sottoposti ad una selezione rigidissima. Requisiti fondamentali erano il curriculum da ex-ufficiale di complemento e l'impiego fisso (professionista, impiegato o dirigente). Tutti i moschettieri avevano quindi una professione ed un lavoro e prestavano servizio a turno, nel tempo libero, senza percepire alcuna forma di reddito per le mansioni svolte. L'uniforme dei moschettieri, confezionata a spese della Segreteria del Duce dalla Sartoria Principato. Caratteristica precipua dei moschettieri era il fregio in argento del fez, un teschio sopra due fioretti incrociati; Il fucile d'ordinanza dei Moschettieri era una versione speciale del moschetto per cavalleria, il Moschetto Mod. 91 per Moschettieri del Duce. Il moschetto d'ordinanza aveva le parti in metallo cromate e quelle in legno scure; L'arma bianca d'ordinanza dei Moschettieri era il pugnale MVSN Mod. 23 con lunga lama diritta, a sezione triangolare, a doppio taglio, guardia a croce e pomo storto rispetto all'impugnatura, come fosse quello di una sciabola. L'uniforme era conservata a casa da ogni moschettiere insieme al pugnale; il moschetto era invece conservato presso l'armeria del corpo. Compiti Guardia personale del Duce a palazzo Venezia; L'11 febbraio di ogni anno, i moschettieri marciavano con l'insegna nera del duce e la scorta da viale Romania a piazza Venezia, per celebrare l'anniversario della costituzione del reparto; Ottantuno moschettieri, scelti tra i più abili nel passo romano, prendevano parte alle cerimonie ufficiali del Fascismo; Dodici moschettieri, armati di pugnale, prestavano servizio all'interno di palazzo Venezia durante le riunioni del Gran Consiglio del Fascismo. Un mio prozio è appartenuto ai Moschettieri del Duce, e durante la sua lunga vita (è morto novantenne) ho avuto modo di ascoltare spesso i suoi racconti di guerra e gli episodi a volte anche simpatici che caratterizzarono la sua permanenza nel corpo. Per espressa volontà dei figli non pubblicherò ne il nome ne la foto in divisa con dedica che mi donò molti anni fa. Posso però raccontarvi qualcosa, nacque da una modesta famiglia contadina in un paesino dell'umbria nel 1906, iscritto al PNF dal 1921, partecipò col fascio di Todi a 16 anni alla Marcia su Roma, diplomatosi Perito Agrario si trasferì a Roma per lavorare da impiegato (poi dirigente) negli uffici comunali. Attivo ed entusiasta fascista nel 1936 partì volontario in AOI con la div. CC.NN. "23 marzo", rientrando in Italia dopo la guerra. E qui entrano in ballo i Moschettieri, perchè alla fine del 1937 su segnalazione del federale di Roma, "per meriti fascisti" venne convocato in viale Romania al c.do gen. della MVSN e gli fu proposto di entrare nei Moschettieri. Ovvio che accettò anche se con qualche riserva, ed entrò a farne parte dal 1938 fino al 1940 quando con la guerra partì stavolta come capitano di compl. di artiglieria. Dopo l'8 settembre aderì alla RSI e al termine della guerra sfuggito per un soffio alla fucilazione partigiana fu arrestato processato e assolto anche grazie alla testimonianza di alcuni ebrei che da lui furono aiutati. Epurato, riprese comunque servizio al comune di Roma fino alla pensione. Purtroppo l'uniforme è stata distrutta dopo la guerra, restano ancora in famiglia il pugnale con il cinturone, il medagliere e una grossa mole di foto e documenti. ciao |