Posts written by andrea viotti

view post Posted: 5/10/2016, 18:54 Grigio-verde di transizione.Berretto basso? - Foto e ritratti militari di ogni epoca
64 adriano, Bello il tuo berretto da generale, è proprio il simbolo perfetto di quel caos che fu il 45/48 dove c'era di tutto nonostante le inutili disposizioni che non tenevano conto della miseria in cui vivevamo.
view post Posted: 5/10/2016, 18:28 Fregio israeliano. - VARIE DA IDENTIFICARE
https://www.israelmilitary.com/collections...beret-insignias
Carristi.

Mi correggo brigata corazzata. Già in dotazione alla fine degli anni '60, all'epoca se ricordo bene di color bronzeo. ma verifica ci sono ottimi siti sull'esercito israeliano
view post Posted: 28/8/2016, 22:46 Granatieri di Savoia - Le Truppe d'Africa e Coloniali
64 Adriano mi interesserebbe vedere la lavorazione di cui parli. Se riesci ha postarla te ne sarei grato.
view post Posted: 25/8/2016, 22:48 Granatieri di Savoia - Le Truppe d'Africa e Coloniali
Ti ringrazio. Ero curioso di in sistema di lavorazione oggi normale, ma che non supponevo all'epoca.
Grazie ancora e complimenti per l'acquisizione nella tua collezione. Se posso ti disturberò ancora.
Andrea
view post Posted: 24/8/2016, 10:27 Granatieri di Savoia - Le Truppe d'Africa e Coloniali
Granatiere 1659 Potrei avere maggiori spiegazioni sul materiale da ricamo degli alamari (da sottufficiale?) che hai postato? Non capisco il termine canottiglia? Perdonami ma la canottiglia è un filamento metallico e non riesco a capire come sia azzurra? Poi dici che è opaca, ma questo forse perché si è ossidata? Forse è un altro materiale? Forse è stato tinto d'azzurro ?? Puoi illuminarmi per favore sono veramente incuriosito. Grazie
view post Posted: 10/8/2016, 10:06 Uniformi del regno delle due sicilie nel XVIII sec. - STATI PRE-UNITARI ITALIANI - ALTRI STATI ANTE 1914
Il volume in questione è "DIVISAS Y ANTIGUEDADES (L'Esercito Napoletano di Carlo VII). Il volume fu pubblicato dalla Rivista Militare nel lontano 1988. Non credo sia più in commercio ma puoi provare sul sito Miniaturas Militares che lo ha riproposto anni fa.
view post Posted: 28/7/2016, 17:31 Guida Garibaldina??...S.Tenente di Cavalleria 1860 circa - Foto e ritratti militari di ogni epoca
Scusami evidentemente mi sono espresso male, escludevo anche la Legione Ungherese pur trovando delle analogie. Grazie per i link vedo che anche tu sei un grande usuifritore di quella meravigliosa biblioteca. Credo che dovremo fare scambi. Ti manderò un messaggio tramite la e-mail del forum
view post Posted: 27/7/2016, 23:55 Guida Garibaldina??...S.Tenente di Cavalleria 1860 circa - Foto e ritratti militari di ogni epoca
Caro Tiralleur, ho messo sul telefonino le e-mail e così mi viene segnalato delle nuove discussioni, ma che vuoi un po' il lavoro, un po' l'insegnamento, con tutto quello che comporta, la famiglia ecc. alla fine non ho mai il tempo per andare sul Forum; e poi ...........confesso ............ una certa "stanca" del 900 e dintorni, i miei studi mi portano altrove, certamente più vicino all'800 così ancora confuso e poco ordinato.
Mi permetto di entrare anch'io in alcune considerazioni sulla foto che hai postato.
Escluderei perentoriamente Masina e dintorni, non per niente ma perché le poche foto sulla Repubblica Romana (1849 la fotografia militare era ai primi primordi ed il tempo di esposizione era molto lungo) sono ormai note. Tutte di fonte francese e ritratti fotografici del Masina, o di uno dei suoi, non esistono. Bei disegni quasi tutti di autori inglesi, a parte il Piroli, ma basta niente di più.
Escluderei una guida garibaldina, sia del 59 che del 60 o del 66. Il colore di fondo era "bigio" o rosso ma sempre con alamari neri!! Quindi stando alla foto???? Può sembrare il dolman in uso nel 59. Nel 60 e 66 venne l'uso di avere gli alamari alla francese, ovverosia "lenti" non completamente cuciti alla giubba. Ma il fiore alle maniche toglie ogni dubbio, sembra il disegno italiano post Ricotti, mentre gli ufficiali delle guide portavano il disegno vagamente somigliante a quello francese, ovverosia con l'ultima voluta a punta e non stondata. Così perlomeno risulterebbe dai pochi reperti e dall'uniforme di Missori al Museo di Venezia. Anche se va ricordato che non esisteva nei garibaldini un vero regolamento.
Dell'uso degli stivali "alla scuderia", o "wellington" o "alla dragona", usa il termine che ti piace, c'è stato un abuso tra il 59 ed il 70. Sono state trovate foto con ufficiali del Piacenza e delle Guide con questa calzatura fuori ordinanza. Raramente invece si vede ai piedi delle guide garibaldine. Solitamente quando li portano sembrano calzare i "Suvarov" che arrivavano -calati- al di sotto delle ginocchia e con i pantaloni -ampi- che ricadeva su questi.
Ho pensato alla Legione ungherese, che rimase in servizio fino al 66/67 e che ha fatto quasi tutto il servizio nella lotta al brigantaggio dove poco si era rispettosi delle disposizioni. Ma se il berretto potrebbe essere, così come quel piccolo fregio, non torna per certi versi l'anello al centro dell'alamaro che invece di fare un ricciolo su se stesso per poi proseguire la corsa, si apre invece a simulare un anello. Segno di una "curiosa" disattenzione. Inoltre l'alamaro finisce sul fianco con un bottone e due nocche che creano due grandi anelli. Cosa che sembra mancare nel soggetto fotografato. Inoltre se ricordo bene gli ungheresi non avevano i pantaloni scuri ma "bigi" che in foto risulterebbero più chiari del dolman. Inoltre anche gli ungheresi portavano il fiore alle maniche su disegno o ispirazione francese. Altra nota è che il borghese accanto al nostro ha un abbigliamento ascrivibile fra il 59/60 ed il 70. Ma l'ufficiale ha un berretto di modello antecedente a quest'epoca, sembrerebbe francese o napoletano, mentre noi modificammo quel berretto se ricordo bene nel 55. Ora metti i tempi di consumo da prescrizione amministrativa ma al 60 era di normale distribuzione e la legione ungherese si è formata durante la campagna meridionale !!!!!
Escluderei anche gli Ussari napoletani che se adottarono per l'uniforme ordinaria un dolman con piccole falde e con un ordine di 5 alamari, non portavano però il fiore alle maniche. E poi -perdonami erano troppo eleganti per sembrare il nostro soggetto.
La spada poi è un vero mistero. Qualunque reparto di cavalleria non possedeva un'arma del genere, salvo non si voglia risalire all'epoca napoleonica dove era di prescrizione con il corrispettivo dell'uniforme da società. Non è il nostro caso. Gli ufficiali della legione ungherese dei reparti a piedi portavano un sano sciabolone e comunque un simile modello sembrerebbe ascriversi più ad una uniforme da società che da servizio o combattimento come richiama l'uso degli stivali.
Mi auguro che queste riflessioni possano aiutarti. A proposito della legione ungherese ti ricordo anche un bellissimo studio di Gibellini apparso sull'Accademia di san Marciano. bhe .......... secoli fa. E recentemente è uscito anche uno studio piuttosto serio, di cui però ora non ricordo il titolo pubblicato dall'Ufficio storico dello SME.
facci sapere comunque come va a finire questa ricerca, e se ti servono altre informazioni scrivimi.
view post Posted: 5/7/2016, 07:36 NUOVO LIBRO SULLA MILITARIA DELL'ESERCITO ITALIANO DEL DOPOGUERRA - Bibliografie, Editoria e Web militare
Caro Carpus, ti ringrazio delle tue parole; ma credimi il problema circa le mie reazioni, non erano per le critiche al libro. Le critiche vanno bene e fanno bene e mi sono state sempre di grande aiuto. Quanto agli errori questi ci sono sempre stati in tutte le pubblicazioni, tanto più in un lavoro di quella portata!!!!
Il problema vero sta nella diversa visione dell'uniformologia, è quello il punto nodale. Su questo non posso farci niente, ed ancora una volta ho avuto la riprova che sono due mondi diversi che non si incontreranno mai.
Quanto ai miei pochi interventi........... a parte il poco tempo che ho e gli studi attuali che non sono di nessun interesse per i collezionisti, il motivo non ti può che essere chiaro.
Un caro abbraccio e spero di sentirti presto.
view post Posted: 4/7/2016, 23:01 NUOVO LIBRO SULLA MILITARIA DELL'ESERCITO ITALIANO DEL DOPOGUERRA - Bibliografie, Editoria e Web militare
!!!!!!!!!!!?????????? MI ARRENDO!!!!!!! DAVANTI A COTANTO SAPERE E DISCERNIMENTO MI ARRENDO!!!!!!! OTTTIMO PER LA CULTURA UNIFORMOLOGICA!!!!!!!
view post Posted: 2/7/2016, 18:50 NUOVO LIBRO SULLA MILITARIA DELL'ESERCITO ITALIANO DEL DOPOGUERRA - Bibliografie, Editoria e Web militare
Cari Lundari e Jolly46AB, rispondo ad entrambi perché le vostre lettere hanno molto in comune.
Parto da due concetti che vorrei rimanessero fermi nella memoria di tutti.
1 - La ricerca uniformologica è un lavoro lungo e complesso, costa notevole fatica, tempo e denaro e ciò vale per tutti coloro che la intraprendono.
2 - Mi potete dare tranquillamente del tu come fanno molti degli iscritti al Forum, con i quali sono in contatto per scambi e costante supporto che ci diamo l'uno con l'altro.
3 - Nel mitico Archivio di via Lepanto, chiunque - e confermo chiunque, anche se sta lavorando per loro - deve rispettare orari, protocolli, faldoni centellinati, file per la fotocopiatrice, permessi di consultazione ecc. ecc. ecc. Quindi le “benevolenze” e le “entrature” sono una leggenda metropolitana da sfatare. Per quanto poi concerne le cantine con i famosi marescialli neanche queste vengono scoperte grazie ad entrature ma spesso sono frutto del caso o della fortuna: conosci un altro ricercatore che ti passa una informazione oppure ti presenta lo zio, il nonno, il cugino di qualcuno che ha visto, che sa, e via discorrendo, come del resto avviene per tutto o quasi nel nostro paese.
Altra leggenda da sfatare è che nel "mitico archivio" si trovi tutto come si favoleggia in giro: io stesso, dedicando i miei studi per lo più alle uniformi italiane, ho avuto non poche difficoltà nel reperire materiale e non solo per la mancanza di ordine, ma anche perché molto materiale è mancante, per sottrazione, o perché non tutti i comandi hanno seguito le disposizioni che li obbligava a versarvi il materiale - e questo vale anche per la parte repubblicana – o perché con la guerra le copie sono andate perse o se ne sono perdute le tracce durante le varie archiviazioni.
4 - Ricercare quindi è difficile. Tutti abbiamo un lavoro che ci impegna, le famiglie con le loro esigenze ecc., ma la ricerca ci costringe spesso a viaggiare - e questo costa fatica e spese - per raggiungere altre fonti informative visto che non c'è altro mezzo, salvo avere amici in loco che ti danno una mano. Tuttavia oggi con internet, il computer e le chiavette, il lavoro è molto più facile rispetto a cinquant’anni fa, ciò non toglie che il "viaggio" è una costante.
Negli studi che sto facendo sono infatti stato costretto ad andare a Modena, Firenze, Mantova, Torino, Milano, Napoli, e chissà quanti posti ancora mi toccherà visitare. L'amico Stefano quando ha scritto i volumi sulle uniformi piemontesi dal ‘700 all'unità d'Italia ha dovuto andare ogni anno a Torino, una volta persino a Cagliari, spendendo di tasca sua non solo per viaggi e soggiorni ma soprattutto in fotocopie, visto che all'epoca non c'erano neanche i cellulari e quindi la possibilità di realizzare fotografie.
Passiamo ora all’opera oggetto di questa discussione. Nessuno nega che ci siano degli errori o delle omissioni, ci mancherebbe altro, soprattutto vista la mole di lavoro ed i vari argomenti che affronta: struttura, organizzazione, uniformi, armamento, distintivi, ecc. ecc.
Per quanto riguarda il formato, l’impaginazione, le foto……. prendetevela con l'Ufficio Storico, o meglio con quel Capo Ufficio che più di trent’anni fa decise quale dovesse essere la tipologia di impaginazione da seguire e che è rimasta immutata fino ad oggi, criterio questo adottato tra l’altro per contenere i costi; se avete dimestichezza con la stampa saprete di che sto parlando.
Quanto alla complessità del periodo storico, anche in questo caso rivolgete le vostre rimostranza all'Ufficio Storico. Non crediate che affrontare una mole di lavoro di questo tipo sia stato semplice: anche noi avremmo voluto trattare brevi periodi storici o un singolo argomento ma la politica dell'Ufficio Storico è sempre stata quella di esaurire un argomento in una sola pubblicazione e credetemi questo ha creato una mole notevolissima di problemi perché sapevamo già in partenza che sarebbe sfuggito qualche cosa oppure avremmo dovuto evitare di sviscerare meglio alcuni argomenti per la vastità dell'argomento.
Quanto alle dimensioni che renderebbero difficoltosa la consultazione dei volumi questa rimane una vostra legittima opinione ma per me e per molti dei miei amici, anche quelli iscritti al Forum, questo fin’ora non ha costituito un problema così grave; ma tant’è, quello che vale per uno non vale per tutti.
Quello che ci ha dato fastidio non è il fatto che abbiate sottolineato che siano stati commessi degli errori ma affermazioni del tutto gratuite del tipo “credo che avessero avuto l’aiuto interno di qualche ufficiale o sottufficiale esperto e appassionato della materia che agevolava le loro ricerche” o altre amenità scritte e questo, credimi non ti fa onore: denigrare gli altri per mettere in mostra se stessi è come dire ……….."meschino"?
In conclusione: conosco i lavori di almeno uno di voi e li ho apprezzati ed è quindi per questo che con comprendo questi atteggiamenti.
Per quanto riguarda gli errori e le omissioni riscontrate lascio la parola a Stefano Ales che fu "guida e vate" nella costruzione del libro.
PS. Non ho mai dissotterrato l'ascia di guerra.
Cordialmente Andrea Viotti
view post Posted: 30/6/2016, 21:57 NUOVO LIBRO SULLA MILITARIA DELL'ESERCITO ITALIANO DEL DOPOGUERRA - Bibliografie, Editoria e Web militare
Mi ero sempre ripromesso di tacere sui commenti riguardanti i miei libri e quelli scritti in collaborazione con Stefano Ales e Piero Crociani ma francamente ritengo che ora la misura sia colma.
Egregio “Centauro48” – mi auguro che ci sia anche un nome e cognome e, a seguire, “Terzoverbano” ed egregi tutti gli altri. Prima fare affermazioni critiche dovreste quanto meno riflettere.
Cito alcune delle critiche mosse quanto meno contraddittorie ed esilaranti.
Centauro48 “Condivido pienamente quello che ha detto Jolly sui volumoni di Ales-Viotti: molti errori, lacune, imprecisioni" Va bene libero delle tua affermazioni, ma poi prosegui "in un lavoro per altro fondamentale e ricchissimo di informazioni, disegni e foto (forse era meglio renderlo anche più agile evitando di inserire, in una singola pagina delle tavole, solo poche immagini, come ad esempio le foto di pag. 1021 del III Tomo, con solo tre distintivi di specializzazione per paracadutisti e grandi quasi tre volte l'originale!...ma forse c'erano sotto altri motivi di carattere editoriale...”
Il commento mi sembra quanto meno contraddittorio perché oltre a sottolineare “molti errori, lacune, imprecisioni”
subito dopo affermi “lavoro per altro fondamentale e ricchissimo di informazioni, disegni e foto….”
Gradirei quindi avere da te un dettagliato elenco dei “molti errori, lacune, imprecisioni” con le relative tue correzioni in modo da emendare il testo dell’opera.
Terzoverbano “I volumi dell'ufficio storico, sulle uniformi post-1945, dell'amico Ales, sono molto completi ma, purtroppo, di difficile consultazione. Sia per la "voluminosità" dei volumi (ho scelto apposta i termini) sia per una certa difficoltà nella consultazione." Cos'è difficoltà nella lettura?????
C'è bisogno, in tutti i campi e periodi, di volumi sintetici. Ricordo di aver "consumato" letteralmente il Davis (mi sembra fosse questo l'autore) sulle uniformi tedesche della seconda guerra (ed. Albertelli, mi sembra). Piccolo, di facile consultazione che dava, sinteticamente, tutte le informazioni necessarie ad un primo, talvolta, approfondito approccio.
Opere in tanti volumi, con troppi disegni e riproduzioni di regolamenti, diventano di difficilissima consultazione!”
Questo commento di “Terzoverbano” è addirittura esilarante: visto che sei l'autore, sempre per l’Ufficio Storico SME di un sintetico volumetto di sole 526 pagine intitolato “Le uniformi metropolitane del Regio Esercito dalla riforma Baistrocchi all’inizio della seconda guerra mondiale 1933-1940”!
A queste perle di saggezza fanno seguito poi affermazioni a dir poco fantasiose oltre che del tutto false.
L'opera sarebbe"sponsorizzata" dai vertici dell'Esercito " Ma di cosa stiamo parlando? E' stato pubblicato dallo SME, esaminata ed approvata dal Capo Ufficio Storico SME! Di quale sponsorizzazione si parla?
Proseguendo poi l'amico scrive "che hanno messo a disposizione degli autori una grandissima mole di materiale cartaceo ufficiale." E che vuoi facessero? Era un libro approvato da loro e realizzato per loro: volevi che nascondessero le fonti?
Continui su questo tono affermando che "Gli autori, poi, avevano la possibilità di trascorrere intere giornate all'Archivio documentale, fotocopiando tutto ciò che era loro possibile reperire".
Ma pensa un po’: forse credevi che un’opera del genere fosse ispirata da qualche identità aliena e che le notizie scendessero come manna dal cielo! E che strano!!! Purtroppo no!!! Oltre alle fotocopie dei documenti -pagate di tasca nostra- ci siamo dovuti infilare nelle cantine di varie caserme dove, insieme ad escrementi di topi e piccioni, abbiamo reperito informazioni preziose, non più a stampa sul Giornale Militare, e questo grazie a dei marescialli che avevano tenacemente conservato degli scatoloni con disposizioni cartacee e questo, senza l'aiuto dell'Archivio o di fantomatici "sponsor".
Prosegui come Alcibiade davanti alla plebe "Credo anche avessero avuto l'aiuto "interno" di qualche ufficiale o sottufficiale esperto e appassionato della materia, che agevolava le loro ricerche." Ma di cosa parliamo????All'epoca l’argomento “uniformi della Repubblica” non era di nessun interesse per l'Ufficio Storico, stiamo parlando di 9 anni fa e -soprattutto- non c’erano allora come non ci sono oggi “ufficiali o sottufficiali esperti e appassionati della materia”. Se ci fossero i libri forse se li sarebbero scritti per conto loro o no?
A questo punto una domanda sorge spontanea: ma chi ti ha raccontato queste fesserie? Qualche tuo mitomane amico di Milano? Continui e insisti: "Chi invece, come me, si è avvicinato alla materia da semplice appassionato, e senza avere alle spalle parenti militari di carriera o entrature varie nei posti giusti, ha sempre fatto una terribile fatica a reperire il materiale documentario ufficiale. Ma di che parli? Quali parenti militari? Tutti abbiamo fatto e facciamo come tutti fatica nelle nostre ricerche, ovviamente negli archivi e non scopiazzando libri scritti da altri.
Quanto alle interpretazioni e le fonti documentali, perché di questo è fatto un libro, andrò a comprare il tuo libro e la prima cosa che farò - come faccio sempre quando acquisto un libro - andrò a leggere le fonti documentali e la bibliografia.
Allora e solo allora completerò questa lettera aperta.
Per ultimo l’intervento di Jolly46ab “Devo purtroppo constatare che anche un'opera fondamentale per "mole" e consistenza come quella di Ales-Viotti contiene un numero troppo elevato di errori pur avendo potuto attingere dalla documentazione dell'Ufficio Storico EI. In particolare gli errori sono su molte didascalie. Una "mancanza" strana è l'assenza del F.O. relativo all'istituzione del brevetto metallico da paracadutista e dei primi scudetti omerali per Brigata Paracadutisti e CAPAR, fatto che poi induce ad errori nelle didascalie su alcune foto dei parà.
Anche in questo caso, per cortesia, Jolly46ab è vivamente pregato di fornire un dettagliato elenco degli errori da lui riscontrati e le sue relative correzioni. Grazie
view post Posted: 30/6/2016, 19:08 RICAMI DI GUERRA - Bibliografie, Editoria e Web militare
Oramai comperare un libro di militaria (anche fuori dal prodotto nazionale) e trovarlo interessante è veramente raro. Di solito sono rimasticature di cose già stradette e spesso scopiazzate in modo impreciso e abborracciato. Fa quindi piacere ricevere un libro con un'ottica particolare, pieno di dati e senza infiocchettature inutili (spesso condite in pessimo italiano); un libro che va all'essenza di un tema spesso difficile da ricostruire qual è la "distintivistica" (perdonate il termine) della 1GM. In quello che fu il caos del distintivo, definito dal nostro SM dell'epoca il "carnevale dell'uniforme". Il libro, che consiglio agli amici, è "RICAMI DI GUERRA" di Mesturini e Brambilla. Ben fatto e, come detto, essenziale senza fronzoli che va al punto per chiunque di noi ama e cerca informazioni sulle uniformi militari.
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