Nella variegata storia della Prima Guerra Mondiale non mancano le personalità forti, legate ad imprese eroiche che a vario titolo hanno lasciato il segno, nonostante gli innumerevoli eroici episodi che hanno visto protagonisti gli uomini in armi.
Ma in questo caso specifico non si tratta di un “uomo” in età militare, ma di un ragazzino di 14 anni, le cui imprese ed il cui amor patrio hanno veramente dell’incredibile.
Voglio infatti ripercorrere la storia al fronte di Giannantonio Cassola, classe 1900, un “guascone” milanese dal cuore d’acciaio e dalla fede patriottica inossidabile, le cui gesta eroiche hanno lasciato un segno indelebile nella storia delle nostre armi.
Giannantonio nasce a Milano il 13 giugno 1900 dall'avvocato Romualdo e da Alba Saino.
Nel 1914 abbandona gli studi e si arruola volontario a soli 14 anni nella Legione Garibaldina di Peppino Garibaldi. Parte così per la Francia dove i volontari italiani combattono i tedeschi a fianco dell'esercito francese quando l'Italia era ancora neutrale.
Scoppiata la guerra anche sul fronte italiano, il nostro Giannatonio si licenzia dalla Legione Garibaldina e fa di tutto per arruolarsi nel regio esercito. Complice la sua notevole struttura fisica si spaccia per diciassettenne e si arruola volontario, venendo incorporato nel 68° reggimento fanteria della Brigata “Palermo” di stanza a Milano ma, nonostante i suoi tentativi di passare inosservato, data la sua giovane età, viene subito scoperto e rimandato a casa. Indomito, fece altri vani tentativi fino a quando riuscì ad arruolarsi nel 54° reggimento fanteria della brigata Umbria di stanza ad Ivrea, utilizzando un falso nome, Giuseppe Fonda di Umago (Istria).
Così l'8 agosto 1915 parte per il fronte e raggiunge la sua brigata che è impegnata con puntate offensive contro i costoni del monte Piana, che si trova sulle dolomiti di Sesto, a metà strada tra la Valle di Landro e le Tre Cime di Lavaredo.
Questo monte, alto 2324 metri, fu teatro di aspri combattimenti tra l’esercito italiano e l’esercito austriaco dal 24 maggio 1915 fino alla fine dell’ottobre del 1917, in quanto considerato il pilastro della difesa della val Pusteria dalla parte austriaca. La battaglia di monte Piana fu una lunga e sanguinosa serie di scontri in montagna, avvenuti per la maggior parte sulla sua sommità pianeggiante, e nonostante la netta superiorità di uomini e armamenti del Regio Esercito, i comandi italiani non furono mai in grado di conquistare le postazioni dominanti sul monte occupate dagli austriaci, sia per errori tattici sia per l'incompetenza dimostrata dai comandanti italiani, trattandosi di una guerra nuova e insolita combattuta in alta montagna.
Sempre ardimentoso e primo in ogni incarico rischioso, il 7 settembre il nostro Giannantonio si offri' volontario per una missione di ricognizione nel settore del monte affidato al suo reggimento, in previsione di un'offensiva che sarebbe scattata l'11 settembre 1915. Durante questa azione, mentre si trovava a ridosso di una postazione nemica, venne scoperto e ferito gravemente da una pallottola che gli perforava il collo e la gola. Per sfuggire alla cattura si finge morto per circa 24 ore. Rientrato nottetempo nelle proprie retrovie, il Cassola chiese immediatamente di essere medicato frettolosamente in modo da poter tornare a combattere. La gravità delle ferite costrinse però i medici ad inviarlo in un ospedale lontano dal fronte.
Gli verrà per questa azione concessa la prima medaglia d'argento al valor militare con la seguente motivazione:
“Riuscito ad arruolarsi volontario, nonostante che avesse soli 15 anni, dava esempio di grande ardimento, offrendosi a partecipare di giorno ad un'ardita ricognizione verso una posizione nemica rinforzata. Spintosi fin sotto i reticolati, e ferito gravemente alla gola, rimase sul posto per un giorno intero, fingendosi morto, con eccezionale sangue freddo, per salvarsi da una pattuglia nemica. Col favore della notte, rientrato al proprio reparto, riferì con calma e serenità sull’esito della ricognizione, rifiutò il trasporto in barella, e, all'ospedale, con la ferita tuttora aperta e in istato gravissimo, chiedeva di essere immediatamente medicato, per tornare subito a combattere."Monte Piana, 7 settembre 1915
Il 2 gennaio 1916 viene dimesso dall'ospedale e rimandato a casa, ma in fede alla sua ferrea volontà di combattere, si ripresento' ancora sotto falso nome, Gianni Belletti questa volta, venne incorporato nel 4° Reggimento Alpini e riparti' per il fronte. Tra le fila di questo nuovo reparto combattè dapprima sul Monte Nero, poi partecipò sul settore vicentino del monte Maggio alle operazioni di contrasto all’avanzata austriaca seguita alla Strafexpedition e qui, in Alta Val Posina, si guadagnò una seconda medaglia d’argento:
“Volontario di guerra in età di soli 15 anni, benchè sofferente ancora per grave ferita riportata, ritornava alla fronte sotto finto nome e, combattendo con un reparto alpino, si distingueva in difficili prove, per ripetuti atti di valore e per costante sprezzo del pericolo. Semplice caporale, riconduceva in trincea, in pieno combattimento e sotto intenso fuoco nemico, un drappello di sbandati. Mirabile esempio di coraggio, di energia e di alto spirito del dovere."Griso (Alta Val Posina), 28 giugno 1916.
Trasferitosi il reggimento nel settore del Pasubio, venne ancora una volta ferito leggermente ma, per il timore di essere nuovamente scoperto e rimandato a casa, si medico' sommariamente e rimase al suo posto di combattimento. Nel frattempo compì 17 anni, età consentita per l’arruolamento volontario e, venendo allo scoperto col suo vero nome, partecipò al corso ufficiali. Venne quindi nominato Aspirante Ufficiale con la qualifica di “ottimo” ed inviato nuovamente al suo 4° Reggimento Alpini. Ma una volta rientrato al reparto venne a conoscenza che, appartenendo alla classe di leva 1900, per decreto ministeriale non avrebbe potuto, come ufficiale, prestare servizio al fronte e quindi, piuttosto che rimanere con tale grado nelle retrovie, si dimise dalla nomina ad ufficiale e ritornò a rivestire i panni del semplice fante pur di ritornare a combattere.
Intanto le sue gesta non passavano inosservate, avendo appunto dell’eccezionale, tanto che la “Domenica del Corriere” del 23 dicembre 1917 gli dedica un articolo in terza pagina.
picture hostingRimase effettivo al suo 4° Reggimento alpino fino al termine della guerra.
Splendida figura di fervente patriota che, nonostante la giovanissima età, dimostrò doti di tenacia e di coraggio veramente eccezionali tanto da poter appunto affermare che l'eroismo non ha eta'.
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