Posts written by lancieri novara 5

view post Posted: 21/9/2023, 15:31 Quale arma? - Armi da fuoco straniere
Puska M24...in altre parole l'ordinanza yugoslava M 24 copia del Mauser tedesco..forse riesco a trovare una foto.. L'arma era stata fabbricata originariamente dalla Fabrique National e in seguito dalla Kragujevac, ottima fabbrica d'armi.

vedo di completare giacomo
view post Posted: 6/8/2023, 08:23 Regia Nave Ciclope - I Mezzi di supeficie e subacquei
Magnifica immagine, un ottimo disegno che riporta tutti i cambiamenti di Ciclope nel recuperarlo per la nuova funzione di Nave Appoggio. Ti ringrazio "di esserti sentito buono" ....vedo che il bel quadro è dedicato al Comandante Foti. E' roba di famiglia?...hai altre notizie o immagini...trovo la storia del Ciclope e della sua resurrezione in Ercole estremamente affascinante. Ti ringrazio per il tuo contributo e spero che ne avrai altri...lo scopo di questo post era di ricordare una unità minore solo per tonnellaggio....e tu lo hai fatto in modo magnifico...grazie.

un caro saluto giacomo
view post Posted: 3/8/2023, 15:28 Regia Nave Ciclope - I Mezzi di supeficie e subacquei

Scritto a mano_2023-08-03_161733



Ecco fatto...magari è parso solo a me...ho cancellato cognome e numero civico per rispetto della privacy.
Un caro saluto giacomo
view post Posted: 30/7/2023, 16:33 Regia Nave Ciclope - I Mezzi di supeficie e subacquei
Recentemente ho acquisito una bellissima cartolina del Regio Rimorchiatore Ciclope, sul retro i saluti del Comandante in seconda per una Signorina di Genova, di cui ricordava la calorosa accoglienza in Sicilia...una frase rispettosissima, ma ammiccante...residuo di un tempo in cui per fremere non c'era bisogno di immagini esplicite o linguaggio volgare..era sufficiente una garbata allusione..neppure molto esplicita...

Foto_2023-07-28_165107

La cartolina è viaggiata..e quindi non è certo esente da imperfezioni..ma il suo fascino....



Bando alle ciancie e veniamo alla nave su cui ho svolto qualche ricerca incompleta per scarsità di fonti, ma che ci mostra una vita operativa lunga e interessante e apre....anzi spalanca le porte a chi volesse contribuire a colmare i vuoti o correggere errori ed inesattezze, di cui, ne sono certo, le mie note saranno zeppe.
Varato nel luglio del 1902 dai Cantieri Pattison di Napoli come rimorchiatore d’alto mare il Ciclope venne consegnato l'anno seguente alla Regia Marina.
Stazzava 1070 tonn e le sue dimensioni erano : lunghezza 55 m, larghezza 9 m, pescaggio 2,85 m. Era mossa da due motori a triplice espansione che agivano su due eliche, erano alimentati da due caldaie Thornycroft ed erano in grado di erogare 1897 cavalli e spingere il battello a 13,5 nodi.
La nostra cartolina del 1910 pone la nave a Bari in procinto di partire per Venezia. In effetti l'anno seguente la nave, al comando del Tenente di Vascello Antonio Candeo, lasciava la città lagunare per una campagna talassografica in Adriatico lungo la costa dalmata, albanese e facendo sosta a Corfù, la missione si concluse ad Ancona e il comandante Candeo pubblicò sulla Rivista Marittima una relazione preliminare dal titolo "Le crociere talassografiche della Regia Nave Ciclope" cui farà seguito, poco tempo dopo un articolo del Comandante Luigi Marini, sempre sulla citata rivista, dal titolo “Le ricerche talassografiche italo austriache nell'Adriatico”. Pare strano leggere di una collaborazione italo austriaca, ma al tempo non esistevano ostilità tra i due Regni...peraltro alcune fonti riferiscono come la missione servisse a monitorare segretamente il traffico radio telegrafico austriaco. Pochi anni dopo il Ciclope, con il suo equipaggio di 68 uomini e il modesto armamento di 2 pezzi da 57/43 svolgerà un ruolo operativo con la Regia Marina nella Grande Guerra. Peraltro delle operazioni del Ciclope nella Grande Guerra non sono riuscito a trovare notizie da fonte autorevole.
Nel corso del Secondo Conflitto Mondiale il rimorchiatore è riferito da alcune referenze come operativo a Tripoli.
Il 17 luglio 1941 nave Ciclope trainò, assistito da un secondo rimorchiatore, il tedesco Max Berendt, il piroscafo germanico Menes rimasto danneggiato. Il convoglio si trovava sotto la scorta della torpediniera Circe (Capitano di corvetta Carlo Unger di Löwenberg) il giorno 20 il sommergibile britannico HMS Union (Lt. R.M. Galloway, RN) attaccò il piccolo convoglio. La pronta reazione della torpediniera portò all'affondamento dell'unità subacquea.
Il 14 ottobre 1941 il rimorchiatore Ciclope e il Max Berendt intervengono da Tripoli per trainare il piroscafo Bainsizza colpito, anche la torpediniera Polluce si unisce alla missione di salvataggio, il reiterarsi degli attacchi porta alla perdita del mercantile.
Il 19 gennaio 1943 Il sommergibile HMS Unbroken (Lt. A.C.G. Mars, DSO, RN) silurò la nave frigorifera Edda in rotta da Tripoli a Sfax sotto la scorta della torpediniera San Martino e del posamine Eso (ex tedesco M 144, ex jugoslavo Sokol). Il rimorchiatore Ciclope salpò da Tripoli e prese a traino la Edda. Un attacco di aerosiluranti britannici portò alla perdita dell'Edda e del vecchio posamine. Il Ciclope riuscì comunque a porre in salvo l'equipaggio del mercantile e 75 marinai della Eso.
Dopo l'intensa attività a Tripoli ritroviamo il rimorchiatore a Napoli al tempo dell'Armistizio. L'11 settembre 1943 l'equipaggio autoaffondò il rimorchiatore per non farlo cadere in mano ai tedeschi. E la storia potrebbe chiudersi qui....e non sarebbe una storia da poco...ma Nave Ciclope aveva ancora molto lavoro da fare..
Al termine della guerra lo sminamento e la bonifica dei porti e delle infrastrutture marittime comporterà un enorme sforzo da parte di quanti addestrati come palombari o sommozzatori per fini bellici potevano ora fornire un contributo essenziale alla rinascita della nazione.
Terminata la fase dell'estrema urgenza e avendo sottomano uomini addestrati in modo eccellente si decise di rifondare, dapprima a Bacoli con una struttura occulta, con i mezzi residuali e col poco che si aveva, un centro che, non disperdesse il patrimonio di esperienza operativa accumulata dalla marina militare...e il Ciclope cosa c'azzecca?
Il C.V. Ernesto Notari Comandante dell’organizzazione occulta di Bacoli fu incaricato di individuare l’unità appoggio per i mezzi d’assalto e mise gli occhi sul Ciclope. Il vecchio rimorchiatore venne riportato a galla e nel 1949 rimesso in efficienza e sottoposto a lavori presso il cantiere Navalmeccanica di Castellammare di Stabia venendo trasformato in nave appoggio subacquei ed incursori con il nome di Ercole. A bordo trovarono posto una camera di decompressione e officine per svolgere manutenzione e riparazione dei mezzi degli incursori. La struttura di Bacoli venne trasferita a La Spezia presso il Maricentrosub che divenne in seguito COMSUBIN. Affiancata alla nave Anteo (ex Alameda County) ceduta nel 1962 alla Marina Italiana, la Ercole svolse egregiamente, e in modo molto riservato, il suo ruolo. Finalmente nel 1964 dopo oltre sessant'anni di servizio venne radiata e demolita.

Sarei lieto se altri appassionati potessero integrare queste lacunose note, magari con testimonianze o immagini. Il periodo dopo la guerra è, comprensibilmente, quello su cui si trova meno documentazione...Spero fiduciosamente nella collaborazione degli amici del forum....la arzilla vecchietta merita lo sforzo di non farla cadere nell'oblio...che poi..in ultima analisi è quello che sto cercando di fare,

Un caro saluto giacomo
view post Posted: 14/7/2023, 10:57 La Nave Ospedale Empire Clyde ex Leonardo da Vinci in Estremo Oriente - I Mezzi di supeficie e subacquei
Per la verità non ancora...anche se sono iscritto. Ti ringrazio per le lodi...immeritate...in realtà mi sono molto divertito a mettere insieme questo gruppo di navi di cui poche erano unità ospedaliere da prima dell'Armistizio....e poi alcune di esse hanno storie fantastiche.

Grazie per l'apprezzamento...giacomo

Presenterò anche ai cugini l'opera....
view post Posted: 14/7/2023, 09:30 La Nave Ospedale Empire Clyde ex Leonardo da Vinci in Estremo Oriente - I Mezzi di supeficie e subacquei
Nella preparazione del mio ultimo libro "Le Navi Ospedale Italiane Dopo l'Armistizio" ho posto una attenzione particolare nel cercare immagini inedite che accompagnassero il testo. Recentemente ho ricevuto due foto acquistate sul noto sito d'aste on line, in UK e USA. Le immagini sono riferite alla turbonave da trasporto misto Leonardo da Vinci Il libro era ormai pubblicato e ho pensato di fare cosa gradita inserendole sul furum accompagnate da una sommaria descrizione degli eventi di cui la nave, ormai in servizio con i britannici, fu protagonista.
La nave non può essere considerata strettamente aderente ai criteri di Nave Ospedale dopo l'Armistizio, in realtà essa venne catturata dopo la fuga per evitare la caduta di Chisimaio, ma il suo impiego come nave ospedale avvenne ampiamente dopo l'8 settembre...la scusa è un po' tirata per i capelli, ma non potevo non raccontare le vicende straordinarie di questo vascello nato italiano. Pertanto se i puristi potranno trovare un difetto nella decisione di inserire la nave in questa rassegna gli appassionati di avventure straordinarie me ne saranno grati....spero.

Equipaggio Leonardo da Vinci



Marinai della Leonardo da Vinci pochi giorni prima dell'inizio delle ostilità. Questi ragazzi destinati ai duri campi di prigionia inglesi in Kenia ebbero il coraggio di danneggiare in modo irreparabile le turbine...forse una manciata di bulloni o una chiave inglese buttati tra le alette...i motori non si riprenderanno più da questo coraggioso atto di sabotaggio.

"...La Leonardo da Vinci venne impiegata dal Lloyd Triestino sulla linea Genova – Napoli – Port Sudan – Massaua – Mogadiscio – Chisimaio – Mombasa - Dar-es-Salaam – Zanzibar. All’atto della dichiarazione di guerra dell’Italia si rifugiò a Chisimaio nella Somalia Italiana e ivi rimase fino al febbraio del 1941.
L’imminente cattura della città da parte delle forze britanniche portò il Comando della Regia Marina a consigliare, alle navi in grado di farlo, di abbandonare il porto e cercare di guadagnare un territorio non ostile
Durante la notte del 10 sull’11 febbraio 1941 piroscafi italiani e tedeschi uscirono da Chisimaio per forzare il blocco. Si trattava dell’Adria (3809 tonn.), del Savoia (5490 tonn.), dell’Erminia Mazzella (5644 tonn.), del Manon (5594 tonn.), del Leonardo da Vinci (7515 tonn.) che vennero tutti catturati il 12 dall’incrociatore pesante HMS Hawkins....
....La Leonardo da Vinci imbarcò un equipaggio di preda e venne portata a Chisimaio. Gli uomini dell’equipaggio prima di essere sbarcati per essere avviati ai campi di prigionia in Kenia riuscirono a sabotare i motori della nave in modo devastante....."
Da Mombasa a Bombay vari cantieri provarono a mettere mano alle turbine danneggiate, senza risultato, alla fine la nave venne inviata a New York, essendo i cantieri britannici impegnati oltre ogni segno.
A New York nuove riparazioni e controlli dei motori. Il 17 febbraio 1943 la nave venne inviata ad Hampton Roads arrivando il giorno seguente e venendo valutata presso la Base Navale di Norfolk. I tecnici della Marina ritennero la nave meritevole di recupero, ma impossibile la riparazione del motore e decisero di affidarla ai vicini cantieri di Newton News dove, tra metà febbraio e marzo del 1943, le turbine Ansaldo fabbricate a Sampierdarena, irrimediabilmente danneggiate dal sabotaggio, vennero definitivamente rimosse.
Il 5 marzo la nave abbandonò i cantieri e venne trainata a Baltimora per essere sottoposta presso i famosi cantieri Bethlehem Baltimore Shipyards al completamento dei lavori e alla trasformazione dell’unità in nave ospedale. Durante i lavori la nave, come si evince dal registro dei Lloyd, venne registrata con il nome di Empire Clyde, il Ministry of War Transport la assegnò alla Ellerman City Line e il porto presso cui fu registrata fu quello di Londra. La nave venne iscritta al registro delle Navi Ospedale dell’Esercito (Army Hospital Ship). In realtà il cambio di nome avvenne più tardi come si evince dai resoconti del Convoglio HX 255 in cui si fa riferimento più volte alla Leonardo da Vinci.
Giunta in Gran Bretagna venne sottoposta al completamento nel dettaglio del suo allestimento a nave ospedale, il 2 aprile del 1944 imbarcò lo staff sanitario sotto il comando del Tenente Colonnello A E Campbell e avviò una intensa campagna operativa tra Mediterraneo e UK fino al V day in Europe. Il 31 maggio 1945 la Empire Clyde passò dall’amministrazione dell’Esercito a quella della Regia Marina diventando una Navy Hospital Ship e venendo assegnata al teatro operativo del Pacifico, mantenendo lo stesso nome. Dopo avere imbarcato i medici dalla Royal Navy e le infermiere del Queen Alexandra's Royal Naval Nursing Service (QARNNS) la nave fece tappa a Port Said dove imbarcò oltre 200 militari neozelandesi convalescenti che dovevano essere rimpatriati. Percorrendo la rotta Suez - Aden - Ceylon la nave giunse il 5 settembre 1945 a Freemantle in Australia e raggiunse Wellington in Nuova Zelanda dove sbarcò i soldati che rientravano nel proprio paese.
Mentre la nave giungeva ad Aden la radio trasmise la notizia della capitolazione del Giappone...ma il lavoro per la Empire Clyde era solo all'inizio. Il 29 settembre la nave salpava da Wellington diretta a Manus, nelle Isole dell’Ammiragliato, dove giunse il 9 ottobre, il giorno 11 ripartiva per far rotta su Shanghai arrivando il 19 ottobre, proprio in questa data viene fotografata e l'immagine recuperata da me fortunosamente su ebay USA.

HS Empire Clyde 1945 Shangai Former Leonardo da Vinci



La Empire Clyde fotografata a Shangai nel giorno del suo arrivo



A Shanghai vennero imbarcati 400 britannici ex internati nei campi di prigionia giapponesi, la maggior parte di essi era in condizioni tali da richiedere cure ospedaliere. I 400 ex internati sulla Empire Clyde venivano da terribili esperienze. Il fisico era indebolito, ammalato, ma era spesso la mente che aveva sopportato le ferite più profonde, talvolta impossibili da guarire. I pazienti della nave ospedale giunsero ad Hong Kong il 27 ottobre e vennero sbarcati. Hong Kong in pratica serviva come centro di selezione e smistamento degli ex detenuti ed internati liberati dai campi di prigionia dei giapponesisparsi un po' per tutta l'Asia. Il compito immenso e impegnativo era fornire loro cure adeguate e trovare, appena in condizioni di viaggiare, un trasporto che facesse ritorno nella loro patria di origine. La Empire Clyde ricevette ordine di fermarsi ad Hong Kong come ospedale della base, anche la nave ospedale Gerusalemme (anch'essa italiana) era presente nel porto cinese con lo stesso compito.
Nei lunghi mesi di sosta ad Hong Kong lo staff sanitario della Empire Clyde dovette affrontare più volte pazienti molto problematici provenienti da durissime condizioni di reclusione, continuando a prendersi cura di tutti i feriti e gli ammalati militari, in gran parte provenienti dalle navi ancorate in porto.
Dopo un periodo di lavoro davvero gravoso la nave venne incaricata di un servizio non meno impegnativo: rimpatriare i prigionieri di guerra giapponesi. Il grande numero di giapponesi che avevano deposto le armi rendeva necessario trasportarli nelle isole nipponiche dove la ricostruzione del paese richiedeva una grande forza lavoro. Il 9 luglio del 1946 la nave giunse a Kure e sbarcò i rimpatriandi salpando due giorni, numerosi ex internati vennero a loro volta imbarcati: Kure era sede di importanti cantieri navali e il lavoro forzato dei prigionieri era stato estremamente sfruttato. Il tutto si svolgeva a meno di 30 km da Hiroshima dove pochi mesi prima era esplosa la prima bomba atomica.
Dopo numerosi viaggi tra Hong Kong Singapore, Sidney e Perth per rimpatriare prigionieri australiani la nave fece scalo a Melbourne e Freemantle dove imbarcò militari britannici ed ex prigionieri di guerra italiani ammalati
Il 2 gennaio del 1947 la nave raggiunse Ceylon toccando i porti di Trincomalee e Colombo, dopo un paio di giorni a Colombo per fare bunker e rifornirsi di cibi freschi la Empire Clyde fece rotta per Suez che venne raggiunta il 16 gennaio. A Suez vennero imbarcati il Chirurgo Capitano Douglas M Beaton e il Comandante Chirurgo V G Horan che si aggiunsero al team medico della nave.
Il 17 gennaio la nave raggiunse Napoli dove vennero sbarcati gli ex prigionieri italiani e gli ammalati britannici. Il 22 ripartì diretta a Malta dove giunse e si ancorò il 23 gennaio. Il 10 aprile l’equipaggio indiano venne imbarcato sul trasporto H M T Lancashire diretto a Bombay via Suez. La proprietà venne trasferita definitivamente all’Ammiragliato il 25 aprile, neanche a pensare di restituirla agli armatori italiani, la nave era stata catturata ed era una preda di guerra legittima.
Entrata nella Royal Fleet Auxiliary venne nominata RFA Empire Clyde. Il Capitano Stanley G Kent RFA venne nominato Comandante della nave che il 1 gennaio 1948 venne rinominata RFA Maine (IV). Nuovamente destinata in Estremo Oriente il 19 settembre 1949 salpò per Hong Kong

Maine IV Malta



La Maine IV a Malta poco prima della nuova partenza per l'estremo oriente



Il 25 giugno 1950 allo scoppio della guerra di Corea la Maine si trovava a Kobe, in Giappone ed era la sola nave ospedale immediatamente disponibile nell’area. La nave venne messa a disposizione delle Nazioni Unite. Il 14 luglio giungeva in Corea, a Pusan. Tra il 16 luglio e il 16 settembre la nave portò a termine otto viaggi tra Corea e Giappone trasportando 37 feriti a Fukuoka, 1,558 a Osaka e 254 a Yokohama, per un totale di 1849 pazienti. Lo staff sanitario della nave trattò inoltre 2115 militari americani e 1006 interventi chirurgici d’urgenza vennero eseguiti.
L’ottimo lavoro fino ad allora svolto dalla Maine non era sfuggito. Il 3 novembre 1950 la stampa riportava un messaggio di encomio inviato dal Comandante USA delle Forze Navali dell’Estremo Oriente rivolto alla Nave Ospedale Maine e al suo Direttore Sanitario il Capitano Chirurgo T.B. Lynagh. Gli Stati Uniti non avevano navi ospedale nelle primissime fasi della guerra, la USS Consolation (AH-15) arriverà il 16 agosto e la vecchia Maine IV resse l'urto della prima massa di evacuazioni.
L’11 maggio 1953 la nave salpò da Hong Kong per recarsi in Corea ad imbarcare prigionieri di Guerra britannici feriti ed ammalati da rimpatriare. Erano gli atti finali della guerra, i colloqui di pace ripresi il 20 aprile del 1953 dopo alcune interruzioni sfociarono il 27 luglio 1953 con la firma a Panmunjeom di un armistizio che, di fatto, si limitava ad accettare i confini determinati dal conflitto.
Alche la Maine ebbe la sua fetta di meritata gloria, si era meritata la Korea 1950 Battle Honour e una citazione presidenziale da parte del Presidente della Sud Corea. Il 26 aprile del 1954 la nave venne dichiarata fuori servizio e fu posta in vendita per essere demolita.

Spero che le avventure della Leonardo da Vinci catturata e impiegata anche in estremo oriente vi abbiano interessato...riporto quanto da me scritto a proposito della Gerusalemme..ovviamente vale anche per la Leonardo da Vinci.

"....La guerra aveva trascinato e disperso per il mondo uomini e donne giocando con il loro destino in modo bizzarro e quasi sempre crudele. L’impresa di andare a ripescare ai quattro angoli della terra le persone spinte lontano dalle proprie case e dalle proprie famiglie e cercare di riportarli indietro era un compito immane e che presentava difficoltà infinite. La Croce Rossa Internazionale giocò in questa fase, ancora una volta, un ruolo da protagonista grazie alle informazioni sui prigionieri, raccolte, catalogate e aggiornate con cura: era possibile iniziare a comporre un quadro informativo propedeutico a pianificare i rientri. Purtroppo il Giappone, paese che non aveva aderito alla Convenzione di Ginevra, aveva scarsamente collaborato rifiutando di fornire elenchi di prigionieri, localizzazione dei campi e altre informazioni fondamentali. Per tali motivi le operazioni di rimpatrio nell’estremo oriente furono più difficili da organizzare e da porre in esecuzione. Inoltre molti civili residenti prima del conflitto in città o aree che erano state travolte dalla guerra avevano lasciato di sé tracce ancor più esigue dei militari che erano raggruppati in unità organiche. La Croce Rossa inviò in Giappone un suo autorevole rappresentante già dall’agosto 1945, il delegato Marcel Junod, per fornire assistenza ai prigionieri di guerra e contribuire ad organizzarne il rientro. Junod contribuì anche ad una missione di assistenza nella zona di Hiroshima, fu il primo medico straniero a raggiungere il sito, l'8 settembre. Preme dunque ricordare come la Gerusalemme recitò un ruolo, seppure parziale, in questa gigantesca operazione di riportare a casa, o verso ciò che di essa restava, milioni di persone....."

Mi auguro di non avervi tediato con questo necessariamente conciso riassunto delle avventure della Leonardo da Vinci. Per chi avesse il desiderio di saperne di più vi presento il mio libro che tratta le vicende di tutte le navi ospedale dopo l'armistizio.

618aeXTYQuL-16893227237810



Il piano dell'opera e le navi trattate sono riportate sotto

Le Navi Ospedale Italiane Dopo l'Armistizio

Navi in servizio con gli Alleati

Nave Gerusalemme - Cracovia
Nave Laurana dal 1950 Neraïda
Nave Leonardo da Vinci – Empire Clyde – Maine IV
Nave Principessa Giovanna dal 1947 San Giorgio
Nave Saturnia – USAHS Frances Y. Slanger – Saturnia
Nave Toscana - Saarbrücken

Navi in servizio con i Tedeschi

Nave Aquileia ex Prins der Nederlanden
Nave Ausonia dal 1949 Esperia
Lazarettschiff Bonn Ex Bruno Caleari ex Sumadija
Lazarettschiff Erlangen ex Urbino ex Gouverneur Général Cambon
Lazarettschiff Freiburg ex Stamura, ex Stamira
Lazarettschiff Gradisca Nave Gradisca Gelria
Lazarettschiff Innsbruck ex Tavolara, ex Terranova, ex Limbara
Lazarettschiff Giessen ex Nicastro, ex Gouverneur Général Chanzy
Lazarettschiff Gottingen ex Avezzano ex Gouverneur Général Grévy
Nave Meta
Nave Virgilio

Nell'augurarvi una buona lettura porgo un cordiale saluto giacomo
view post Posted: 12/7/2023, 17:47 Un interessante "cattivissimo" Trainer Irlandese - Armi da fuoco straniere
Splendido fucile e storia intrigante e interessante...proprio pochi giorni fa ho rivisto per l'ennesima volta "Il vento che accarezza l'erba"...storia complessa e intrigante quella irlandese....e molto molto sanguinosa.
Complimenti per il ferro e per i ricordi correlati.......

Un saluto giacomo
view post Posted: 22/6/2023, 15:59 Le Navi Ospedale Italiane dopo l'Armistizio - Bibliografie, Editoria e Web militare
Allora vado?......VADI

Estratto da "Le Navi Ospedale Italiane Dopo l'Armistizio"

".....abbiamo recuperato da fonti americane un documento molto prezioso relativo alla nave redatto dal Capellano Maggiore Morris U. Lively che si era occupato di redigere una storia della nave ospedale USAHS Frances Y. Slanger......Dopo il rientro nel dicembre del 1944 venne deciso di trasformare la Saturnia in nave ospedale, per tale ragione il 17 gennaio 1945 la nave venne posta alle dipendenze del United States Department of War. In effetti la Saturnia aveva tutte le caratteristiche per svolgere con efficacia il compito di Army Hospital Ship mirato più ad un trasferimento dei pazienti dalle strutture francesi e britanniche sul suolo statunitense liberando posti negli ospedali per acuti e rimpatriando feriti gravi, mutilati o pazienti cronici di cui non era prevedibile il reimpiego in teatro......La nave venne sottoposta a New York presso Todd Erie Basin ad estesi lavori di trasformazione in nave ospedale che durarono dal gennaio 1945 al giugno dello stesso anno; 4000 lavoratori dei cantieri, uomini e donne, furono impiegati per terminare rapidamente la nave di cui era sentito un notevole bisogno nel teatro del Pacifico. I piani di conversione disegnati dall’Ufficio della Water Division del New York Port of Embarcation prevedevano una nave capace di 1776 posti letto; vennero allestite tre sale operatorie e 89 reparti di degenza, gabinetti per la chirurgia odontoiatrica, sale radiologiche, laboratori, farmacia e sale per fisioterapia. Alcuni dei reparti di degenza vennero realizzati per poter accogliere e trattare pazienti con disturbi mentali. Gli ambienti per la ricreazione erano costituiti da una vasta libreria, un’ampia sala di lettura, locali di convegno, tre spacci e una cappella, numerose le mense che fornivano fino a 7000 pasti al giorno allestiti in cucine che disponevano di ampie riserve di cibo fresco e congelato per poter assicurare una dieta variata e nutriente. La Saturnia divenne così, con il nome di Frances Y. Slanger, la più grande nave ospedale al mondo. L’impiego della nave nel Pacifico venne accantonato a causa delle necessità del teatro europeo.
Il nome dato alla nave era quanto di più appropriato ed iconico si potesse scegliere ed era stato scelto personalmente dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito George C. Marshall per rendere onore alla prima infermiera caduta sul suolo europeo. L’attribuzione del nome ufficiale della nave avvenne il 23 maggio 1945.
Friedel Yachet Schlanger nacque nel 1913 a Lodz, in Polonia, da una famiglia ebrea e visse, da piccola, gli orrori dalla Grande Guerra. Quando aveva sette anni la famiglia si trasferì a Boston nello Stato del Massachusetts e il suo nome venne modificato in Frances Slenger. La giovane dava una mano al padre mentre frequentava la scuola e nel 1937 si diplomò alla Boston City Hospital School of Nursing iniziando subito a lavorare all’ospedale. Nel 1943, si arruolò nel U.S. Army Nurse Corps e frequentò il corso di addestramento a Fort Devens. Partì per l’Europa aggregata al II plotone del 45th Field Hospital, il 10 giugno sbarcò in Normandia entrando così nella dura realtà della guerra e della sofferenza dei soldati feriti. Il 21 ottobre 1944 il tenente Slanger morì all’età di 31 anni a Elsenborn in Belgio sotto un bombardamento tedesco. Poche ore prima di morire aveva scritto una lettera al giornale delle Forze Armate USA “Stars and Stripes” a nome delle infermiere militari, lodando i soldati americani e ringraziando i feriti per il privilegio di alleviare il loro dolore e condividere alcune delle loro difficoltà. Era la prima infermiera americana a cadere dopo lo sbarco in Normandia, le nobilissime parole scritte al giornale e pubblicate prima che giungesse notizia della sua morte resero indimenticabile la memoria di Frances Slanger: intitolare a lei la Saturnia fu un atto di grande rispetto ed ammirazione.
Il 31 gennaio 1945 a Camp Barksley in Texas veniva attivato presso l’Army Service Force Training Centre il personale del 235th Hospital Ship Complement, in altre parole il personale sanitario destinato ad essere impiegato sulla Frances Y. Slanger. Si trattava di ben 400 uomini e 60 infermiere che dovevano compiere un periodo di addestramento e di amalgama prima di essere inviati sulla nave, li comandava il Col. Gilbert M. Sanes un chirurgo dell’Università di Pittsburgh.

Spero di aver fatto cosa gradita facendo luce su questo lato poco noto dell'attività della Saturnia.

Un caro saluto giacomo
view post Posted: 22/6/2023, 15:20 Le Navi Ospedale Italiane dopo l'Armistizio - Bibliografie, Editoria e Web militare
Grazie ripstop. Ho cercato di fare davvero un buon lavoro e ho contattato molti enti e musei. In tuo onore, so che sei appassionato del mondo militare USA oltre a molte altre competenze, dedico l'immagine proveniente dagli archivi USA e che ho avuto il permesso di usare della nave Ospedale Frances Y. Slanger....in altre parole la Saturnia in divisa USA. Il nome è stato scelto per onorare una Nurse caduta in Belgio poco tempo prima...una storia davvero interessante. Se fa piacere a te e ad altri posso ricopiare sul sito il pezzo dedicato alla povera infermiera.

frances_

The National Library of Medicine FRANCIS Y. SLATER



Un caro saluto giacomo
view post Posted: 20/6/2023, 17:11 Le Navi Ospedale Italiane dopo l'Armistizio - Bibliografie, Editoria e Web militare
Certo, la grande Sorella Cibrario. Prima ad imbarcarsi con il gruppo di Torino e ad allestire la Gradisca. La Sua testimonianza in una intervista mi è stata utile insieme ad altre fonti a ricostruire i giorni immediatamente precedenti all'8 settembre su nave Aquileia.
Personaggio e tempra d'altri tempi, un esempio per tutti.
Grazie per averla ricordata, il lavoro che ho fatto è stato di ricucire insieme tante piccole fonti, come l'intervista di Sorella Cibrario, per ricucire i convulsi e drammatici giorni che precedettero e seguirono l'Armistizio.

Un saluto giacomo

Non l'ho conosciuta di persona purtroppo, l'intervista l'ho reperita su youtube.

Mi sono dimenticato il libro...perdonatemi

618aeXTYQuL_0



61bSlXFWJRL_0

view post Posted: 20/6/2023, 14:37 Le Navi Ospedale Italiane dopo l'Armistizio - Bibliografie, Editoria e Web militare
Dopo la pubblicazione di "Storia di una nave bianca: Wandilla-Fort St.George-Cesarea-Arno 1912-1942" che ha incontrato nell'ambiente degli appassionati del settore una benevola accoglienza ho deciso di parlare di un argomento che mi stava particolarmente a cuore e che ritengo poco studiato: la storia delle Navi Ospedale italiane dopo l'Armistizio. Ho dedicato a questo libro un lavoro di ricerca piuttosto intenso perchè il reperimento di documenti e immagini riferiti a questo torbido periodo è stato tutt'altro che facile. Condotto per mano dalle vicende delle unità italiane che hanno servito come navi ospedale sono stato trasportato idealmente in mari remotissimi e vicende per me totalmente ignote. Le storie della Gerusalemme e della Leonardo da Vinci sono state in particolare affascinanti, mi hanno infatti rivelato le vicende oscure delle missioni di queste navi, ormai sotto bandiera britannica nell'Oceano Indiano, nel Mar della Cina e in Giappone, intente a prodigarsi nell'impegnativo rimpatrio degli ex prigionieri dei campi giapponesi. La Leonardo da Vinci prenderà parte anche alla guerra di Corea, almeno nelle sue fasi iniziali, rivelandosi vitale per l'evacuazione dei feriti prima che il poderoso dispositivo statunitense venisse dispiegato.
Un momento affascinante e per certi versi divertente è stata la caccia a testi ed immagini in Germania, negli Stati Uniti, in Spagna, in Gran Bretagna, in Australia e, ovviamente, presso il nostro Ufficio Storico della Marina. Non conoscendo il tedesco gli acquisti in Germania hanno potuto realizzarsi solo grazie al traduttore di Google. Il mercato tedesco si è rivelato peraltro molto interessante, anche se non sempre, anzi quasi mai, economico. Immagini come quella di capertina con Nave Virgilio abbandonata e saccheggiata a La Spezia vengono da li, come le immagini di alcune navi nostre ritratte quando ormai operavano per i tedeschi e sono, ritengo, delle primizie assolute.
La prefazione è stata curata dall'Amm.Isp.Capo (in cong) Vincenzo Martines che ha tra l'altro sottolineato ".....E'un libro quindi di particolare interesse non solo per chi ama la storia, in cui si tratta di fatti spesso poco conosciuti molto ben documentati e vagliati. ma anche per i lettori appassionati del mondo del mare.
Il volume, e questo è un altro pregio, è illustrato da una eccellente iconografia in gran parte inedita e di proprietà dell'Autore."
Condivido con voi alcune immagini che ritengo belle e interessanti per la loro storia.

Lazarettschiff_BONN_


Una bella fotografia, da me acquisita sul sito d'aste tedesco, ci mostra nave Bonn a Trieste da dove partiva per operare sulle coste adriatiche. La nave era in origine jugoslava, costruita a Spalato come Sumadija venne catturata dagli italiani che la ribattezzarono Bruno Caleari, dopo l'8 settembre passò in mano tedesche e nei cantieri di Muggia venne convertita in Lazarettschiff, il termine tedesco per nave ospedale. Catturata dai britannici venne restituita alla Jugoslavia che la impiegò ancora per parecchio come trasporto passeggeri.

HMHS_GERUSALEMME_2



La Gerusalemme, rifugiatasi a Lorenzo Marques al tempo della dichiarazione di guerra venne sequestrata dopo l'Armistizio. Questa immagine concessami dalla Transnet Heritage Library Image Collection di Johannesburg ce la mostra a Durban dove venne sottoposta a lavori di trasformazione nella Hospital Ship No. 67 ampiamente impiegata per recuperare e trattare gli ex prigionieri dei durissimi campi giapponesi.

Aquileia_ad_Orano



In questa immagine che ho acquistato sul noto sito d'aste tedesco possiamo vedere la Nave Ospedale Aquileia ad Orano mentre prende parte allo scambio di prigionieri che verrà completato nel porto di Barcellona.

Aquileia_Barcellona



E proprio presso l'Archivio Fotografico di Barcellona ho acquistato questa foto che ci Mostra Aquileia e Dijenne, in servizio con la Marina Germanica, in attesa di imbarcare gli ex prigionieri tedeschi da rimpatriare.

Le Navi Ospedale Italiane dopo l'Armistizio
Copertina flessibile – 322 pagine
Pubblicato il 9 gennaio 2023
‎ISBN-13 ‏ : ‎ 979-8373144032


Per chi fosse interessato allego il link alla pagina Amazon del libro.

https://www.amazon.it/Navi-Ospedale-Italia...0BRXSZ6DF&psc=1
view post Posted: 12/6/2023, 15:31 Storia di un marinaio - LA REGIA MARINA - Dalle origini al 1946
Ho studiato le foto con maggiore calma..purtroppo più di questo non sono riuscito a cavare...è un peccato che persone immemori del servizio reso dal loro parente disperdano o monetizzino le immagini che per certo costituivano per l'anziano ricordi preziosi e motivi di orgoglio...
La prima foto ci mostra il nostro personaggio con la fascia da Berretto R. Scuola Cannonieri e la data del 1933, il viso è particolarmente giovane e, come comune tra gli allievi del corso potrebbe avere tra i 19 e i 20 anni quindi essere della leva 1914/1915.
Nel 1933 dunque il marinaio frequenta il corso per Cannonieri presso C.R.E.M. (Corpo Reali Equipaggi Marittimi) di Pola. Secondo il programma della scuola il giovane avrebbe dovuto poi imbarcarsi per fare pratica.
La seconda immagine ce lo mostra con il viso più maturo, indossa la divisa da sottufficiale con il distintivo da cannoniere e i gradi da sottocapo (per quanto possibile vedere) e dei nastrini ...forse medaglie o campagne...impossibile distinguere...certo il nostro personaggio ha svolto un buon lavoro che gli è valso la progressione in carriera e le decorazioni. La foto potrebbe anche essere post bellica o riferita al periodo bellico comunque non è in continuità temporale con la prima.
I personaggi delle foto accennate nel precedente post sono certamente asiatici e la data porta di necessità alla nave Lepanto o alla cannoniera Ermanno Carlotto.
Purtroppo più in la non riesco ad andare....
Un saluto giacomo
view post Posted: 11/6/2023, 18:14 Storia di un marinaio - LA REGIA MARINA - Dalle origini al 1946
Osservando la fotografia con i due personaggi sulla panchina col bimbo mi paiono avere tratti orientali. La foto è datata 1936. Per quanto ne so in quell'anno era presente la cannoniera Lepanto che rimase in Estremo Oriente dal 1932 al 1943. L'incrociatore Quarto venne ritirato nel settembre del 1935, il Montecuccoli rimase dall'agosto 1937 al dicembre 1938 e dopo giunse il Colleoni...a braccia potrebbe essere stato imbarcato sulla Lepanto.
La divisa e l'armamento della foto con elmetto sono compatibili con una squadra da sbarco o simile il moschetto è un Carcano 91 TS.
I cannoni sono di calibro superiore a quelli imbarcati sulla Lepanto che al massimo erano calibro 102.
Allego una foto della Regia Nave Ostia, faceva parte insieme alle gemelle Azio (unità capoclasse), Legnano, Lepanto, Dardanelli e Milazzo di una serie di unità progettate per servizio coloniale.
Continuo a ragionare, anche se temo che il rompicapo sia difficile da risolvere.
Saluti giacomo

RN_Ostia

view post Posted: 8/6/2023, 10:36 S&W victory 38/200 info - Armi da fuoco straniere
Il Webley Mk VI in 455 era il revolver in dotazione durante la prima guerra mondiale. In realtà la lentezza delle consegne e l'esigenza di consegnare a più ruoli di militari impiegati in compiti non combat un'arma (autisti, telegrafisti, ecc) spinse a procurarsi rivoltelle sempre in 455 da mercati stranieri: dagli USA gli eccellenti S&W e Colt in 455 e dalla Spagna con revolver in 455 prodotti da Orbea Hermanos, Garate, Anitua y Cia e Trocaola, Aranzabal y Cia.
Il calibro 455 era nato al tempo delle campagne coloniali dell'Impero Britannico ed era ritenuto in grado di fermare un guerriero all'assalto...un po' le stesse considerazioni che spinsero i cugini yankee a scartare il 38 long colt dopo le deludenti esperienza nelle Filippine dove furono richiamati in prima linea i Colt single action in 45.
Dopo la guerra gli organismi militari britannici reputarono che un revolver in 455 fosse difficile da gestire da parte di personale non adeguatamente addestrato, e, aggiungo io costavano un rene per la necessità di tenere con una chiusura top break alla potente cartuccia. Qualcuno fece la pensata che un calibro minore avrebbe consentito l'uso di armi più leggere (e meno costose da costruire) la riduzione di calibro sarebbe stata consentita dall'impiego di una cartuccia più pesante, 200 grani, dotata di un discreto man stopping power. Ovviamente i britannici non presero in considerazione l'adozione di una pistola automatica..forse anche per le non eccelsa riuscita della loro Webley e Scott 455 Mk I data in dotazione a Royal Navy, Royal Horse Artillery e Royal Flying Corps.
Anche nel corso della Seconda Guerra Mondiale l'Impero Britannico si trovò a corto di revolver. Ancora una volta gli USA fornirono i loro ottimi Smith & Wesson nel calibro britannico vale a dire il 38/200.
Le Enfield e le Webley & Scott fabbricate in tempo bellico e anche negli anni '50 furono numerosissime e sono reperibili sul mercato ad un prezzo conveniente ...più rari i Webley 455.
Le armi in 38/200 usate con il 38 S&W o 38 corto sono armi piacevolissime da sparare perchè rilevano poco e sono maneggevoli. Più pesanti e meno gestibili i 455.
Comunque faccio mio il saggio consiglio di Kilroy le armi...tutte le armi...prima di essere impiegate a fuoco devono essere esaminate con cura..a maggior ragione le arzille vecchiette che possono presentare danni strutturali (non dimentichiamo che l'apertura top break è frangile concettualmente). Lo Smith&Wesson è decisamente più robusto strutturalmente...ma prima di goderselo al poligono raccomando, come l'amico Kilroy, una controllata generale..
Parlo di uso di poligono perchè l'arma, con il suo accorciamento di canna e reimpianto del mirino ha perso il valore collezionistico. Resta un piacevole strumento per divertirsi. Gli autori del lavoro alla canna hanno dovuto porre rimedio a un grave danno alla porzione terminale della canna o, come ritengo più probabile, hanno tentato di imitare un mod 10 (il mirino non è quello dei British Service).
Goditi il tuo revolver e apprezzalo anche per i suoi difetti estetici...è figlio di in tempo in cui nulla veniva scartato e il riciclo era prassi comune da secoli prima che noi lo riscoprissimo....
Un caro saluto giacomo
1542 replies since 16/8/2009