Mi permetto di sottoporvi una immagine dell’Imperial War Museum che mi ha particolarmente stimolato.
Maggiore David C. Schilling, un asso che pilotava i P-47 Thunderbolt del 56° Gruppo da Combattimento, impugna una pistola modello 1911 pesantemente modificata. Oltre ad una impugnatura anteriore e un caricatore maggiorato ottenuto saldando tre caricatori normali, ottenendo così una capacità di 21 cartucce, la pistola appare essere stata modificata per sparare a raffica. Schilling fu Comandante del 56° Gruppo da Combattimento tra il 12 Agosto 1944 e il 27 Gennaio 1945.
L'asso Hub Zemke annotava sul retro della foto:
'Estate 1942. L'allora Maggiore David C. Schilling comandante del 62° Squadrone da Combattimento, Bradley Field Connecticut, esibisce una Colt 45 da lui modificata . David era capace di fare aggeggi meccanici in ogni momento. In questo caso ha realizzato un caricatore allungato per accogliere molte cartucce. Una impugnatura anteriore si è resa necessaria per controllare l'arma mentre seminava pallottole dappertutto. Parecchie canne vennero distrutte nel funzionamento.' (traduzione dall’inglese del sottoscritto con metodo spannometrico)
L’arma del Maggiore David C. Schilling prese probabilmente ispirazione dalla realizzazione dell’armaiolo artigiano Hyman Saul Lebman del Texas che nella sua bottega al 111 South Flores Street in San Antonio realizzò un certo numero di pistole mitragliatrici commissionate da due sedicenti petrolieri i cui veri nomi erano ben noti all’FBI: John Dillinger and Baby Face Nelson. Lebman trasformò una 1911 agendo sulla catena di scatto per consentire il fuoco automatico. Il rateo di tiro elevatissimo, circa 1000 colpi al minuto rendeva il tiro erratico e poco dominabile oltre a svuotare in un istante il caricatore. L’artigiano montò sulla canna un compensatore, molto simile al Cutts del Thompson, e fissò una impugnatura anteriore, sempre di provenienza dal noto mitra, alla porzione anteriore del castello. Un caricatore aumentato a 18 colpi completava il mini mitra, che venne impiegato con successo dai “petrolieri” in operazioni di “prelievo forzato” presso le banche e nel sopprimere gli odiati federal agent.
All’epoca l’idea di disporre di una grande potenza di fuoco era stata realizzata dai Fratelli Bistegui con la loro Azul e dalla Astra, armi spagnole ispirate alla Mauser 1896 e dotate della possibilità di fuoco a raffica. La stessa Mauser per competere sul ghiotto mercato cinese con gli spagnoli realizzò una versione della 1896 con selettore di tiro la 712 Schnellfeuer. Altre armi cercarono nel tempo di coniugare la potenza di fuoco di un mitra con il limitato ingombro della pistola.
Anche Beretta realizzò armi capaci di sparare a raffica: la 51R e la 92R, il cui impiego di nicchia fu limitato ad operatori molto addestrati. La Stetshkin sovietica, la Scorpion ceca, la PM 63 polacca ebbero migliore sorte coniugando grosse armi con cartucce di limitata potenza ed ottenendo pistole automatiche di maggior controllabilità, peraltro sempre limitate ad una ridotta cerchia di utilizzatori ben addestrati.
Viene peraltro logico interrogarsi sul motivo per cui il nostro asso si concentrò nel realizzare una pistola automatica e mostrarla orgoglioso come una geniale realizzazione. Oltre al divertimento tecnico, riservato a chi poteva distruggere una 1911 senza piangere lacrime amare di rammarico, nessun impiego pratico appare percorribile. Lontani i tempi in cui i piloti si sparavano con armi improvvisate da aerei di legno e tela privi di armamento efficacie. Luger con trommel magazine, Steyr 1911 con caricatore maggiorato e Mauser 1986 erano state impiegate negli scontri aerei nelle fasi iniziali della Grande Guerra. L’arma era altrettanto improponibile come dotazione del pilota: un aggeggio così ingombrante poteva rappresentare un pericoloso ingombro nei momenti concitati di abbandonare un aereo colpito, magari col tettuccio incastrato e l’abitacolo in fiamme. Peraltro par che l’idea di portarsela apprsso sia suffragata dalla specie di fondina che si intravvede nella foto. L’abitudine di portare un’arma era diffusa tra i piloti e non è infrequente vedere immagini di aviatori USA con fondine a tracolla con un bel revolver S&W Victory o 1911 e magari un coltello. Queste sono armi sensate e razionali. Noi propendiamo per l’idea che la 1911 full auto abbia rappresentato una sorta di virtuosismo meccanico del nostro asso, che sopravvisse alla guerra e divenne un pilota di jet militari, ma morì prematuramente a 37 anni in un incidente d’auto.
Spero di non avervi tediato, magari avevate già visto l’immagine..nel qual caso chiedo venia…l’intento è quello di stimolare la discussione tra gli appassionati su due temi..le pistole full auto e l’armamento dei piloti, necessità reale o psicologica.
Un caro saluto a tutti giacomo
Il mini mitra dei fuorilegge
Una scelta a mio avviso più razionale e più idonea al teatro operativo. Questi piloti della US Navy portano un bel revolver Victory e un robusto Camillus o simili...in caso di caduta su un'isola deserta o nella foresta tropicale erano due attrezzi di sopravvivenza eccellenti..le cartucce a pallini potevano eliminare i serpenti e consentire la caccia a piccola selvaggina, per tali ottime ragioni furono realizzate cartucce a pallini anche da impiegare sulla 1911, ovviamente in modo colpo singolo.