Posts written by glisenti 1910

Più che l'armeria direi chi ha apposto la firma sul certificato.

Come lo credo anche io.
A me piacerebbe solo sapere, così a titolo di curiosità, se la matricola sia stata apposta in modo fittizio (con quanto ne possa conseguire a livello penale) oppure se si tratti di una "rumena" in pessime condizioni che ha subito un... lifting.
E proprio in virtù delle conseguenze -penali- che ne potrebbero conseguire con l'apposizione di una firma su un certificato di disattivazione di un'arma da fuoco, sono propenso a ritenere che si tratti della matricola originaria, o quantomeno, lo voglio credere.

Ripeto... tutto può essere. Per questo sarebbe utile, se possibile, risalire ai trascorsi del simulacro (capire chi l'ha disattivata dove l'ha presa, chi l'ha avuta, da dove arriva...).
Tuttavia rimango dell'idea che si tratti di una pistola conservata in maniera pessima che è stata risistemata in qualche modo, come dice Ruggero, riportando del materiale d saldatura per poi spianarla, rendendola di forma più "aggraziata".

Oltretutto, non va trascurato l'aspetto legale: io tra i rottami "pesco" le componenti per comporre un'arma da fuoco e poi... la inertizzo rilasciando apposito e regolare certificato?
Si può fare?

Edited by glisenti 1910 - 10/11/2016, 10:16

1) Se il carrello fosse stato grezzo, perchè spianarlo pesantemente?
2) mettiamo il caso che fosse stato spianato (un po' troppo per la verità!) per eliminare le tracce della lavorazione... come mai in volata sono presenti camolature, analoghe a quelle del fusto?

Anche io sono di questa opinione, anche per come si presenta la matricola stessa: i caratteri non sono allineati tra loro e anche la spaziatura tra gli stessi è differente.
Sul criterio utilizzato per la matricolazione, a mio parere, ci possono essere due alternative: o una matricola di pura fantasia (ma a questo punto chi ha proceduto alla disattivazione, ha saldato un'arma che aveva una matricolazione differente?)
Oppure ha semplicemente ribatutto la matricola che era già presente e che, a causa dell'intervento di piallatura, è scomparsa.
Forse, risalendo al trascorso della pistola (o meglio... al simulacro) si potrebbe dare una risposta quasi certa al quesito.

Sono delle brutte figlie... è vero. Comunque una in collezione ho voluto inserirla, quale memoria di questa oscenità

Potrebbe anche essere, certo.

Sul discorso mod. 34 o mod. 35, cal.9 o cal. 7,65... sai... su queste "piallate" poco conta.
Ad esempio... una 34 ex RE, ex cal.9, in seguito civilizzata in 7,65 e col carrello piallato a cancellarne le scritte, come dovrebbe essere considerata?
A mio avviso sempre come mod. 34, ma ho visto molti armieri prendersi la licenza di considerarla come una 35...

Non credo si tratti di un carrello grezzo; in volata si notano delle camolature, presenti anche sul fusto. Secondo me il carrello è proprio il suo.
Concordo con graphicat sul fatto che sia stata "semplicemente" abbondantemente tirata...
Così tanto che è stata asportata anche la matricola originale, ragione per cui ne è stata apposta, e pure male, un'altra.
Possibile che abbiano mantenuto i numeri di matricola presenti originariamente? Siamo di fronte a ciò che resta di una "rumena"?

Sull'edizione in mio possesso, purtroppo questo nominativo non compare.

Figurati. Però bisognerebbe sentire anche Fiodor che possiede l'edizione del 1934, mentre quella in mio possesso è del 1928.

Ciao Giusepin, ti confermo che l'immagine é la medesima, solo di qualità leggermente migliore.

Per Gondar, a nome Jannacci o Iannacci non c'è nulla.

No Arturo. A, purtroppo Fernando Barberis non compare.
Per Giusepin, se può interessare, c'è la foto dello Zammaretti (che però al momento non ho la possibilità di postare...)

Considera che la descrizione dello ZAMMARETTI, rispetto alle altre riportate sul volume, risulta alquanto concisa.

Ti confermo: ecco di seguito quanto è riportato.
ZAMMARETTI Ettore, nato a Milano nel marzo 1896 da famiglia di albergatori; figlio di un prode garibaldino, combattè nella grande guerra europea quale mitragliere, riportando una ferita e venne insignito della medaglia di bronzo al valore militare e di croce di guerra al merito. Fu fondatore del Fascio di Combattimento di Capri (Isola) e vice - segretario e comandante delle squadre d'azione della <<fedelissima disperata>>.
Specializzatosi nella tecnica alberghiera, è stato sempre alla direzione di importanti locali e tuttora è uno dei diretti collaboratori dell'Hôtel Majestic-Diana, di Milano.

siamo almeno in due a tifare per te!