Posts written by glisenti 1910

...infatti... stai invecchiando!


...anche qui... fosse la prima volta...

...nonché molto utile! E' certamente uno di quegli articoli "da conservare" che tratta un argomento mai affrontato prima d'ora.
Il caricatore è sempre stato una parte poco considerata in un'arma, direi piuttosto "scontata": c'è, bene, ci posso sparare.
Questo articolo tratta in maniera completa l'argomento. Che dire... Ci voleva!!!

Vi posto questa interessantissima immagine "scovata" diverso tempo fa dall'amico Ruggero che ritrae un gruppo di squadristi piuttosto bene armati. Purtroppo la qualità dell'immagine non è delle migliori ma si può comunque notare un particolare, a mio avviso, molto interessante.
Notate lo squadrista in primo piano, che particolare non da poco conto ha cucito sul braccio il fregio da ardito, cosa tiene infilata nella cintura? Parrebbe proprio una pistola tipo Ruby...

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Ora, molteplici potrebbero essere le ragioni per cui il nostro ardito possa possedere questo tipo di arma, ragioni sulle quali noi potremmo solo avanzare ipotesi o supposizioni. Ma il dato di fatto resta: abbiamo un ardito armato di Ruby.

Specie se, anche grazie al contributo (importante o meno, non spetta a me dirlo), fornito dalle bistrattate pistole spagnole, abbiamo poi vinto la Grande Guerra.


Ad ogni modo, la puntualizzazione fatta da graphicat, a mio avviso, è più che corretta: la stanza delle armi italiane, stando alle attuali regole del forum, è dedicata espressamente a ciò che è stato PRODOTTO in Italia. Per tale ragione, anche i Bodeo spagnoli, o belgi, e le Tettoni andrebbero dunque inseriti nella stanza della armi straniere.
Se invece, conveniamo tutti quanti che "honoris causa" tali armi rientrino legittimamente tra quelle italiane, allora - come giustamente affermato da axel - possiamo metterci d'accordo sulle norme del forum.
Inutile che io dica il mio parere su dove ritengo debbano stare le Ruby, o Victoria, "ufficialmente" italiane... (o anche le Bodeo o le Tettoni...)

In questo caso, certamente i numeri cambiano. Il mio discorso era mirato alle sole semiauto per affermare che, chi è interessato alle ex ordinanza italiane, non dovrebbe limitarsi solo alle semiautomatiche Beretta perchè, in particolare durante la Grande Guerra, anche la Ruby ha fatto la sua parte.

Esatto. E questa mia idea trova ulteriore conforto nell'ingente quantitativo di armi "tipo Eibar" che, nonostante tutto, sono ancora in circolazione.
Dico "nonostante tutto" perchè ritengo che, dato lo scarso valore commerciale che hanno sempre avuto queste pistole (...diciamoci la verità... non hanno mai attirato più di tanto gli appassionati di ex ordinanza) l'armiere, una volta ritirata un'arma di questo tipo, non la metteva nemmeno in vendita, ma la mandava subito a schiacciare. Ma al giorno d'oggi, dato che anche questa operazione ha un costo che il privato si troverebbe costretto ad affrontare, si sceglie la soluzione di metterla in vendita a cifre bassissime, pur di risparmiare qualcosa.

Perfetto, quindi un totale di -circa- 53.000 pistole semiautomatiche prodotte dalla Beretta. Se poi ci aggiungiamo anche le Glisenti 1910 a quante semiautomatiche arriviamo? ...naturalmente stiamo parlando di pistole semiautomatiche di adozione "ufficiale", tralasciando quindi le acquisizioni fatte privatamente...

In sintesi, sono convinto che, parlando di pistole semiautomatiche, la "parte del leone" l'abbiano fatta proprio le poco considerate Ruby e Victoria.

Naturalmente questa mia ipotesi è suffragata solamente da un confronto ipotetico sulle cifre che, al momento, abbiamo a disposizione.

Purtroppo non abbiamo nulla di certo per quanto riguarda le quantità di "pistole di tipo spagnolo" adottate dal Regio esercito... Si parla di 230.000 esemplari, ma nulla di ufficiale.

Chiedo all'amico kanister di provare a tirare due somme con i campi matricolari delle semiautomatiche Beretta che sono state al fronte durante la Grande Guerra.

Se guardiamo solo il luogo di produzione, stante le attuali regole del forum, la discussione andrebbe giustamente inserita nella stanza delle armi straniere. In tale stanza rientrerebbero, pertanto, anche i revolver mod.1889 prodotti in terra iberica.

Se invece guardassimo l'utilizzatore, le pistole tipo "Ruby" e tipo "Victoria", dato anche l'ingente quantitativo impiegato, andrebbero giustamente collocate nella stanza delle italiane. Quanto meno quelle ufficialmente accettate dal nostro R.E.

Come dice axel... parliamone


Anche io avevo posto lo stesso quesito al possessore dell'arma, domanda alla quale, purtroppo, non è riuscito a rispondere. L'unica certezza l'aveva sulla guerra in Africa, notizia tramandata in famiglia.

Ecco un esempio di pistola tipo "Ruby" che ho potuto osservare la cui provenienza è "da famiglia". L'arma, come riferitomi dal nipote (che la custodisce gelosamente) è appartenuta ad un militare del genio che ha combattuto, per l'appunto, la Campagna d'Etiopia. E, caso vuole, si tratta proprio di una Garate Anitua identica a quella postata da Graphicat, con matricola superiore di qualche migliaio:

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Anche in questo caso, assenza del punzone di accettazione italiana ma presenza delle due stellette ai lati della finestra del caricatore:
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Vista dal lato destro:
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Ed eccola nella sua fondina, priva del porta caricatore di scorta:
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Cosa ve ne pare? Dite che sia arrivato il momento di nobilitare un pochino queste armi?

Concordo con quanto esposto da kanister; al momento non vi sono prove che attestino un utilizzo ufficiale della Colt 1903 da parte delle nostre truppe durante la Grande Guerra, anche se credo che vennero comunque impiegate (come veniva impiegato un po' di tutto, del resto).
A piccola conferma del loro utilizzo, vi posso dire di avere osservato un dipinto - risalente agli anni del conflitto o immediatamente successivo - in cui viene raffigurata la mano di un ufficiale morente che utilizza le sue ultime forze nel tentativo di afferrare proprio una 1903... (Ruggero, lo ricordi?)

Grazie per il tuo interessantissimo contributo Graphicat! Hai creato una bellissima discussione che spero possa proseguire con il contributo degli altri utenti del forum. E complimenti per gli esemplari revisionati da Terni, tutt'altro che comuni: una ulteriore conferma del larghissimo impiego in grigioverde di queste pistole.
Riguardo alla Alkartasuna in apertura, il punzone di accettazione credo sia proprio un RP apposto malamente che ha creato questo effetto, anche se di pistole spagnole con il nostro "RE", però coronato, con l'amico Ruggero, ci è capitato di vederne. Interessante nella Iraola y Salaverria la matricola che mostra le cifre non allineate e con spaziature differenti; tale caratteristica parrebbe comune nelle pistole della prima accettazione, contraddistinte dal ben noto "TM".
Sull'ultima 9 colpi da te postata, la Garate Anitua, non escluderei così a priori la possibilità che non abbia mai vestito la divisa nazionale; Ruggero ed io abbiamo potuto constatare che, in diversi casi di pistole di questo genere provenienti direttamente "da famiglia", vi fossero esemplari privi di punzone di accettazione, ma di certo utilizzati da militari italiani, soprattutto nella Guerra d'Etiopia.
Sulla fondina utilizzata per gli esemplari a 9 colpi durante la Grande Guerra, sarebbe bello trovare qualche immagine che ci possa confermare quanto finora ritenuto. Negli esemplari degli anni 30, invece, mi è capitato di vedere un po' di tutto: principalmente quelle (molto belle!) da te postate, ma prive di porta caricatore, come fondine per la beretta 34 modificate o fondine di altro genere.

Se si parte già con un pezzo del genere, a questo punto, sarei molto curioso di sapere in cosa consistono le altre armi

Peccato...

anche se questa cosa del portarlo in armeria per esporlo senza nessuna apparente motivazione, mi lascia un po' perplesso...
Magari facendo un'offerta al proprietario, potrebbe accettarla.

Molto interessante! Si tratta della prima produzione Fna... se la cifra non è esageratamente alta, io lo porterei a casa