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Credo che il discorso di Dirigibilista e quello di 64Adriano alla fine siano figli entrambi di un comune pensiero di valorizzare ciò che era stata la nostra storia militare e non un mero discorso di realizzo commerciale, che, tra l'altro non sarebbe neanche deprecabile...; si comprendono le difficoltà oggettive di spazio e la posizione prettamente commerciale esposta da Adriano, così come è giusta la domanda/osservazione su quanto sarebbe stato buttato del post-bellico se ci fosse stato un acquirente....ma mi chiedo: non è un semplice motivo connesso al periodo storico che lega le due posizioni? Intendo, oggi il collezionismo, tranne che per pochi casi, si ferma alla ricerca fino agli anni 60 circa; infatti, quanti collezionisti ci sono che si dedichino agli anni 70/80 ecc....? Credo pochissimi, sia per motivi strettamente legati al valore storico degli oggetti, legato a filo doppio con gli eventi bellici, sia per i menzionati motivi di spazio. E' una questione di periodo storico in cui il collezionista vive il modo in cui approccia i temi del collezionismo stesso...forse tra qualche anno le uniformi da combattimento che si stanno adoperando ora negli scenari medio-orientali diventeranno ricercati esattamente come quelle adoperate durante la seconda guerra...ma quando sarà sicuramente non credo che qualcuno potrà rimproverare i collezionisti di oggi per non averne conservate abbastanza...
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