Le formazioni Partigiane

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view post Posted on 9/12/2008, 18:41
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confermo che le croci sono rosse.
aggiungo che i cappellani potevano portare armi da fuoco. se non lo facevano era per scelta.
pensate che l'ardito Padre Reginaldo Giuliani non abbia mai accoppato nessuno? :)
 
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Toscano Nicola
view post Posted on 9/12/2008, 20:32




CITAZIONE (Radagast_ @ 9/12/2008, 18:41)
aggiungo che i cappellani potevano portare armi da fuoco. se non lo facevano era per scelta.

Lo chiedo anche a te, a che periodo ti riferisci?

Secondo me il discorso sui cappellani militari è molto diverso se ci riferiamo alla 1 Guerra, alla 2 Guerra pre 43 e post 43, RSI o Resistenza..

per quello che ho letto io, nella 1 Guerra erano di fatto dei combattenti, almeno erano vestiti ed equipaggiati per esserlo..

per quanto riguarda invece gli altri periodi, il discordo è davvero complesso
 
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view post Posted on 9/12/2008, 21:47
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secondo me non cambia. non mi risulta siano state impartite disposizioni diverse a seconda del periodo.
i cappellani possono portare armi da fuoco e usarle per la propria difesa. se non lo facevano era per scelta.
 
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Toscano Nicola
view post Posted on 9/12/2008, 22:06




Hai ragione sulle disposizioni, non credo esistano, ma la struttura delle diverse guerre porta i cappellani a vivere situazioni decisamente diverse.

C'è un enorme differenza fra un cappellano degli Alpini durante la 1 Guerra, rispetto ad un cappellano o sacerdote partigiano, almeno questa è la mia idea, troppo diverse a parer mio i modi di combattere.
 
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ghirghi
view post Posted on 10/12/2008, 23:06




Gradi nelle formazioni partigiane.
Una premessa: in 14 mesi non ho mai visto un partigiano esibire distintivi di grado in qualsiasi foggia e tipo.!
Mi riferisco, ovviamente, alle formazioni operanti in Provincia di Savona e nelle zone del Piemonte con essa confinanti.
Intanto vorrei evidenziare come la circolare n° 33, postata da 157°, non facesse altro che fotografare, per quanto riguardava l'organizzazione, la situazione in atto nelle formazioni garibaldine, ossia articolazione su Divisione, Brigata, Distaccamento. Non ho mai sentito parlare, invece, di nuclei e di squadre, Queste venivano formate soltanto quando si organizzava una determinata operazione.
In merito alla circolare 33 vorrei ancora osservare che, pur essendo indirizzta a tutti i comandi regionali e a tutte le formazioni, questa porta l'intestazione:
"Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia
Corpo dei Volontari della Libertà
Comando generale per l'Italia occupata"
A mio parere questa circolare era stata emanata ad esclusivo uso delle formazioni garibaldine.
Soltanto queste, infatti, prevedevano la figura del Commissario politico. (che era poi il vero
vertice di comando)

Le Brigate autonome "Mauri" nelle loro relazioni o corrispondenza, intestavano sempre tutta la documentazione con:
"Esercito Italiano di Liberazione Nazionale
Comando di ,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,"
e non prevedevano il Commissario politico

Anche le formazioni "Giustizia e Libertà" intestavano la loro documentazione con:
"Esercito di Liberazione Nazionale
Divisione Alpina Giustizia e Libertà"

Dalla lettera 25/158 del 13/10/1944, sempre postata da 157°, sembrerebbe che qualche Brigata abbia provveduto alla realizzazione e consegna dei gradi ai distaccamenti.
Può anche essere. Sicuramente, però, non sono mai stati indossati.
Dirò di più, le rarissime fotografie scattate durante la clandestinità, non evidenziano mai la presenza di gradi. Le foto scattate dopo il 25 Aprile non fanno testo. Dopo la Liberazione ognuno era libero di fregiarsi con tutto quello che desiderava!
Nella realtà i gradi erano apparsi soltanto dopo la clandestinità. Alla ns. Brigata sono stati consegnati, brevi manu, soltanto dopo il 1° maggio, al momento del trasferimento dei distaccamenti nelle zone della Provincia da presidiare.

Erano costituiti da un triangolo in panno avente 6 cm. di lato, rossi per Comandanti,
V.Comandanti, Uff.di Stato Maggiore, Uff. di Operazione, intendenza e S.I.M.
Verdi, invece per i Commissari politici e i loro vice.

Gli organici dei Comandi potevano essere modificati a discrezionalità.

Sui triangoli in panno erano fissate le stellette di grado.

Comandante di Brigata 3 stellette
Commissario " 3 "
Capo di Stato Maggiore 2 "
Vice Comandante " 2 "
Vice Commissario " 2 "
Intendente " 2 "
Capo del S.I.M. " 2 "
Comandante di distaccameno 2 "
Commissario " 2 "

Tutti gli altri gradi o specilizz. 1 Stelletta


Proverò, se ci riesco perché é la prima volta, a postare l'originale del grado di mia competenza (intonso, mai esibito! ) " Una stelletta su triangolo rosso, con sottostante nastrino argento"
Con tutto schiettezza, però, devo ammettere di non ricordare il significato del nastrino.
Forse indicava l'appartenenza al S.I.M., ma non ne sono più sicuro.

Non sò descrivere le insegne di grado dei comandanti di divisione. Durante la clandestinità non li indossavano. Dopo non li ho più visti.

Per quel che mi risulta, anche nelle formazioni non garibaldine operanti nella Provincia di Savona e nelle zone del Piemonte confinanti, i gradi durante la clandestinità non furono mai esibiti. Non sono quindi nella possibilità di descriverli.

Un poco diversa la situazione riguandante i famosi fazzoletti:
Azzurri = Badogliani (Mauri)
Rossi = Garibaldini
Verdi = Giustizia e Libertà

Il colore era significativo della parte politica di riferimento. Venivano indossati in maniera sporadica, in occasioni particolari o ufficiali. Per lo piu li indossavano, detto benevolmente,
soltanto i "fanatici" che sentivano forte lo spirito di corpo.
In azioni di guerriglia o in combattimento venivano sempre riposti.
I fazzoletti sono stati spesso motivo di amichevoli prese in giro. I rossi motteggiavano gli azzurri con l'appellativo di "figlie di maria". A loro volta gli azzurri definivano i rossi "figli di baffone". I verdi non sono mai stati coinvolti in questi sfottò.

Edited by ghirghi - 11/12/2008, 10:29
 
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ghirghi
view post Posted on 11/12/2008, 00:08




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Vogliate scusarmi se il tentativo non é venuto bene. Ho faticato un'ora ma credo di non aver ancora capito bene tutto il marchingegno. ghirghi
 
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view post Posted on 11/12/2008, 09:47
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Ciao "Diego", e bravo. Vedo che sei riuscito a postare una foto, direi che sei stato più veloce di me, la prima ho faticato parecchio.
Ancora una volta confermi autorevolmente tutto quello che ho sempre detto circa i gradi nelle varie formazioni: ancxhe se sulla carta esistevano in effetti non venivano usati.
 
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view post Posted on 11/12/2008, 10:11
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Interessantissimo topic.
complimenti.
a dire il vero non mi sono mai avvicinato alla storia partigiana in quanto ho notato che i libri di memorie e purtroppo anche quelli più strettamente storici rimangono spesso generici riguardo alle formazioni nemiche (tedesche e repubblicane) indicandole semplicemente come nazi fasciste. questo crea non pochi problemi nella valutazione corretta dei fatti e rende difficile l'analsi storica.
Anche riguardo alle formazioni partigiane, queste sono di volta in volta indicate come ben nutrite di effettive o molto scarne senza fornire dati precisi.
Indubbiamente il carattere di clandestinità non aiuta la ricerca storica "scientifica" penso però che oggi si possa e si debba fare chiarezza oggettiva.
Questo mi sembra un buon inizio.
:)
 
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ghirghi
view post Posted on 11/12/2008, 12:17




Condivido. - Purtroppo la storia, da sempre, é stata scritta dai vincitori, ed é sempre una esaltazione di parte. Anche nel nostro caso, la resistenza si é vestita di troppe medaglie, di glorificazione e di epopea eroica. Intendiamoci, ci sentivamo e ci sentiamo dalla parte giusta e nessuno penso possa smentirci. Ma sarebbe ora, infine, che la storia di quel periodo venisse raccontata senza ombre e senza reticenze. Se un fatto si é verificato, ne voglio poter parlare, e intendo e pretendo se ne parli raccontando la verità. Anche l'altra parte, però, non contribuisce certo alla reale ricostruzione degli eventi, operando invece, in senso contrario.
Il revisionismo storico non é cosa astratta, un semplice modo di dire. E' realtà!
In queste condizioni non credo sia possibile giungere, non dico a una pacificazione ormai improbabile, ma almeno ad una chiarificazione che consenta una oggettiva valutazione dei fatti e contribuisca ad una seria ricerca storica scientificamente corretta.
Con tutta cordialità.
 
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view post Posted on 11/12/2008, 12:38
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Qui su Miles abbiamo più volte sperimentato la politica della correttezza e dell'oggettività e i risultati sono stati gratificanti.
Abbiamo solide basi e solide menti per affrontare con serenità argomenti storici anche "scomodi" senza che questo sfoci nell'esaltazione ideologica di questa o quella parte.
Miles nasce come Forum di Militaria e questa è e rimane la sua natura. Ma nasce anche come luogo virtuale di incontro dove ognuno può raccontare e trasmettere le proprie esperienze, nel rispetto delle altrui convinzioni, politiche, ideologiche, religiose.
Avere persone che come te costituiscono testimonianza diretta di quella storia è per noi un valore aggiunto che ci qualifica ulteriormente.
Sto seguendo i tuoi interventi a sto apprezzando soprattutto la tua pacatezza e l'impronta oggettiva e realistica che riesci a dare.
Il revisionismo può partire anche da uno spazio limitato come questo, senza processi, senza assunzioni di colpa, solo servendosi di testimonianze concrete, dirette e come suggerivi, corrette.
Grazie dunque per il grande contributo che stai dando a questa colpevolmente trascurata materia.... Max

 
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ghirghi
view post Posted on 12/12/2008, 23:32




CITAZIONE
Ciao Ghirghi, tu forse hai sentito parlare più di cappellani come Don Eusebio od altri, ma cosa mi dici del parroco di Malvicino, solo per citarne uno? Ce n'è stata la commemorazione lo scorso anno, e l'idea che ci facemmo fu che stavano cercando di beatificarlo, nonostante l'originaria scomunica.)

Padre Eusebio lo conosco soltanto per quel che ho letto. Null'altro.

Don Virginio Icardi (partigiano ITALICUS) é stato Parroco nel paese di Squaneto (non Malvicino) località distante soltanto pochi chilometri dalla zona di competenza della ns. Brigata.

Di lui é stato scritto tutto e il contrario di tutto.
E' mia regola di vita non trinciare mai giudizi su vicende che non ho vissuto in prima persona.
Posso, tuttalpiù, pormi degli interrogativi.

Di lui si sapeva con certezza che:
- Stava dalla parte dei partigiani. Entrato in clandestinità operava in una zona contigua alla nostra, ma non ha mai avuto contatti con la nostra brigata.
- E' stato, senza ombra di dubbio, coinvolto in prima persona nello scambio di 42 ostaggi, presi dai tedeschi a Malvicino, con tre operatori della TOD catturati dai partigiani e tenuti progionieri a S.Giulia (com. di Dego)
- E' stato volgarmente ingannato da uno dei tre prigionieri, che, al momento dello scambio, avevano dato al Sacerdote ampie assicurazioni di riservatezza cerca l'ubicazione del luogo in cui erano stati prigionieri. Lo stesso che, poi, in testa alla colonna, ha guidato il reparto tedesco, che, forte di più di 200 militari, ha effettuato, nei giorni immediatamente successivi, il più atroce rastrellamento dellla zona.
- Ha consentito la fuga di un ufficiale della RS.I. tenuto prigioniero dai partigiani.
- E' stato ucciso, in modo misterioso, con colpi di arma da fuoco, la sera del 2 dicembre 1944.
Il suo corpo é stato rinvenuto soltanto il giorno dopo.

Questi sono i fatti certi e provati, mai messi in discussione. Per il resto é nebbia fitta.

Restano gli interrogativ:
- Perché ha lasciato fuggire l'ufficiale prigioniero?
- Perché il Generale Farina, comandante supremo della divione S. Marco, ha ordinato al Cappellano Militare, Padre Ottaviano, di ricuperare il corpo del sacerdote ucciso?
- Perché gli sono stati tributati onori militari e gli sono stati riservati funerali religiosi, negatigli invece dalle Autorità Religiose
- Perchè é stato sepolto nel cimitero delle Croci bianche, riservato alla S: Marco?
-Perchè le stesse Autorità Religiose, con tardivo ripensamento, hanno riabilitato "Italicus"
dopo circa 60 anni?

Sono domande, le mie. Solo domande! Sono convinto che resteranno, purtroppo e per sempre, senza una soddisfacente risposta.

Per queste ragioni io credo che "Italicus" meriti il giusto oblio.


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Edited by Fante - 13/12/2008, 13:21
 
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ghirghi
view post Posted on 13/12/2008, 18:40




Emozioni: cosa si provava a ricevere un lancio.
La sera del 14 aprile 1944 eravamo presenti soltanto in due nella baracca sede del distaccamento "Antonini". Tutti gli altri erano usciti per un'azione notturna. Noi due eravamo stati esentati perché rientrati da poco da una missione di controllo di una pattuglia nemica in movimento nella zona. Poco dopo la mezzanotte fummo svegliati da un rombo fragoroso di motori d'aeroplano. Ci accorgemmo che tre aerei, con tutte le loro luci di posizione in funzione, stava circuitando a bassa quota su di noi e non accennavano a lasciare la zona.
Superato lo stupore, ci rendemmo conto che stavano aspettando i segnali per operare un aviolancio. Il guaio stava nel fatto che la missione alleata del Capitano BALLARD, accampata a mezz'ora circa dal nostro distaccamento, precisamente il località Fià sottana, non ci aveva per nulla informati dell'imminenza di un aviolancio. Nessuna notizia era altresì pervenuta dalle persone che, residenti in zona servita da energia elettrica, ascoltando "Radio Londra" avrebbero dovuto informarci della ricezione del messagio indicante il lancio a noi destinato.
Il messaggio era: LA LEPRE E' BIANCA.
Eravamo sì in attesa di un aviolancio, ma non certo per quella sera. Con la notizia di un evento così importante, il distaccamento, che aveva fra i suoi compiti proprio quello di ricevere i lanci, mai sarebe uscito in azione.
Per noi due il momento era delicato. I nostri segnali, già preparati su indicazione della missione alleata, consistevano nell'accensione di cinque fuochi, disposti a "V" e poco avanti al vertice, con una torcia elettrica avremmo dovuto comporre in MORSE la lettera "R" (.-.)
Nessuno dei due la conosceva. Sentivamo che sopra di noi, forse stavano volando le armi tanto agognate. Ma sapevamo anche che, in presenza di segnali non riconosciuti validi, anziché paracatute, sarebbe scesa una pioggia di spezzoni. Mai decisione fu per mé tanto dfficile, anche perché, alla mia proposta di accendere, il mio collega oppose un netto rifiuto asserendo di non avere nessuna intenzione di rischiare 48 ore di palo.
Infine accesi! Avevo a disposizione un secchio di Benzolo, con il quale irrorai i cinque cumuli di ramaglie. Furono cinque pire che illuminarono la zona a giorno. Poiché non conoscevo la lettera "R", con la torcia elettrica facevo degli scatti di luce senza senso. Gli aerei si allontanarono per presentarsi poi allineati e, con un grande frastuono che mi rombava nel petto, sorvolarono a bassa quota la pista di lancio. Strinsi gli occhi e mi irrigidii aspettando.
Nulla! Nulla! Non vidi e non sentii scendere nulla. Si allontanarono in direzione del mare, mentre io tremavo e facevo fatica a respirare. Deluso, preoccupato per le conseguenze del mio gesto tornai alla baracca, accolto dal "te l'avevo detto io" del mio amico. Alle prime luci
dell'alba fummo svegliati dalle grida di uno di quelli che stavano rientrando dalla missione notturna. In dialetto savonese urlava " u ghé pin de paracadute, u ghè pin de paracadute"
( c'é pieno di paracadute) Dalla gola mi usci un urlo, che poi il collega che aveva portato la notizia, defini "disumano". L'emozione mi vinse e la tensione nervosa mi provocava degli spasmi che mi strozzavano la gola. A grandi balzi raggiunsi la zona di lancio, vidi uno spettacolo che non scorderò mai. Adagiati sulle chiome degli alberi una interminabile fila di paracadute multicolore.
Il Comando di Brigata giunse subito dopo, allertato da tutto il rumore della nottata. Alle 8 giunse nelle vicinanze anche una pattuglia di S. Marco, forse allertati anch'essi dal frastuomo degli aerei. Fortunatamente una coltre di nebbia soppraggiunse a mascherare tutto.
La missione BALLARD, immediatamente informata, ricuperò il famoso bidone con la fascia rossa di loro esclusiva competenza e dichiarò che quel lancio era veramente destinato a noi
La cosa non mi convinse, fors'anche perché gioivo al pensiero di aver "rubato" un aviolancio. Ma non mi convinsi mai, anche perché, con i tanto agognati BREN, STEN e persino un lanciagranate, giunse anche una enorme quantità di grosse mine anticarro a strappo, che noi non solo non avevamo chiesto, ma proprio non avremmo saputo come impiegare nella nostra zona.
Nota di colore: le suddette mine erano state imballate ognuna in un paio di mutandoni lunghi,
in ruvida tela bianca e nuove di zecca, con la nota e classica stampigliatura "REGIO ESERCITO ITALIANO"

Edited by ghirghi - 13/12/2008, 20:45
 
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view post Posted on 13/12/2008, 21:33
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Ciao Ghirghi, è sempre emozionante risentire i tuoi racconti. Solo una cosa, di cui abbiamo già parlato. A Fia Sottana credo che Ballard, che tra l'altro era maggiore, non ci sia mai stato. La zona del levante savonese era di competenza della missione Johnston a cui apperteneva un capitano Bell, in seguito catturato dia S, Marco. Ti ricordi l'episodio della Winchester? Probabilmente era di un componente di questa missione, se non proprio del capitano.
 
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ghirghi
view post Posted on 13/12/2008, 22:11




Si , Ballard era certamente maggiore. Ricordo perfettamete la discussione relativa alla reale presenza dei due alla Fià sottana. Faccio presente, però, che per noi la missione era capitanata dal maggiore Ballard, E' una convinzione radicata che difficilmente riusciremo a modificare. Forse il capo missione era Ballard, forse non lo era. Le tue ricerche portano a quest'ultima ipotesi e la credo possibile. Per esserne proprio completamente convinto, avrei bisogno di vedere le fotografie. Ti assicuro che saprei ancora riconoscere il personaggio presente alla Fià sottana. La presenza dell'uno o dell'altro non cambia comunque le vicende che si sono susseguite in quel periodo.
Certo che ricordo l'episodio dell' M1!. Un'arma che é stata la mia grande passione.
Se capiterà l'occasione racconterò la vicenda.
Ciao, carissimo, é sempre un piacere conversare con te.
 
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view post Posted on 13/12/2008, 23:40
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Ciao, non ho sottomano foto di Ballard, sai dove tengo tutto il materiale. Appena posso ne cerco una, comunque veniva descritto sempre come uno tarchiato, con i capelli rossi e dei folti baffoni, anche questi rossi. Tieni comunque presente che il 14 aprile era sul campo di Vesime a ricevere i fotografi inglesi che faranno poi quella serie di foto che si trova su tutti i libri, ci sono anche sue foto con un M3 americano, quello stesso giorno. Era un personaggio tanto conosciuto che possiamo quasi seguirlo giorno per giorno.
 
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217 replies since 25/6/2008, 07:39   15341 views
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