Le formazioni Partigiane

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ghirghi
view post Posted on 23/12/2008, 14:42




CITAZIONE
Kanister in: dilemma per una Steyr 9 m -Vado un poco fuori discussione, però so che in provincia di Savona c'erano diversi MAS 1938, che cameravano la stessa cartuccia 7,65L della SACM, anzi ho trovato della corrispondenza tra due brigate che si lamentavano invece della mancanza di caricatori per questo mitra, ma non di cartucce. Voi eravate proprio tagliati fuori da non poter avere una parte di questi rifornimenti?

Ricordo anch'io quella corrispondenza; se non erro proprio nell'archivio Pellero.
La realtà era proprio quella! Operando nella zona di levante di Savona noi eravamo, per la distanza, completamente tagliati fuori dalla zona di operazione della Divisione che invece operava a Ponente, fino al confine con la Provincia di Imperia.
Proprio per queste ragioni, com'era ben evidenziato dall'atto costitutivo della Brigata Sambolino, e che ricalcava situazioni pregresse, godevamo della più ampia autonomia militare e organizzativa.
Se può interessare ho la copia di quel documento.
I contatti con la Divisione avvenivano di norma attraverso l'organizzazione del CLN provinciale. Rare le occasioni di contatto dirette, stante anche la pericolosità e le difficoltà che si sarebbero incontrate.
Non conoscevamo la loro disponibilità di 7,65 lungo, che comunque non poteva certo essere molto grande. D'altra parte l'unica arma camerata in tal calibro, era la mia MAS, che, alla prima occasione, sia pure a malincuore, avevo scambiato, preferendo di gran lunga il 9 para.
La presenza di quel calibro, nella zona indicata, derivava, molto probabilmente, da qualche deposito ex Regio, residuato dalla campagna di Francia. Tu sai che in quella zona ve ne erano parecchi.
Ciao
 
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ghirghi
view post Posted on 3/1/2009, 16:38




Le tre fotografie (archivio personale) che tenterò di postare, sono state scattate da mio suocero nei pressi della chiesetta di PALANFRE' frazione di VERNANTE, a 1379 metri di altidudine, in occasione di un matrimonio partigiano nell'estate del 1944. (evento rarissimo)

Sullo sfondo si vede il Vallone di Pascariund, il colle della Garbella (2170 m), il monte Pianard (2306 m), la rocca d'Orel (2439 m) e il bric dell'Omo (2126 m).

Alcuni mesi dopo la zona fu teatro di durissimi scontri durante i rastrellamenti di novembre/dicembre 1944.

Le propongo perché richiamano alcuni argomenti recentemente trattati.

1°) Siamo nell'estate del 1944 e i partigiani "Giustizia e Libertà) non indossano divise.

2°) I due partigiani con cinturone e spallaccio sono i comandanti in più alto grado della zona
e, visibilmente, non portano gradi.

3°) Il Sacerdote, che ha celebrato il matrimonio, é il Parroco della vicina frazione FOLCHI.

4°) Il gruppetto armato aveva costituito un temporaneo posto di blocco sulla strada che
collega Palanfré con Vernante, per prevenire ogni eventuale sorpresa durante la
cerimonia. (Come si può notare non ci sono ancora armi da aviolancio)

P.S. Esclusa la Sposa, le altre donne appartengono alla famiglia di mio suocero ed
erano le uniche persone presenti alla cerimonia.





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Edited by -voloavela- - 3/1/2009, 17:05
 
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view post Posted on 3/1/2009, 17:10
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Queste foto, oltre ad essere di grande interesse storico e militare, sono una testimonianza umana e di valori da non dimenticare.
Grazie ancora Ghirghi!
 
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view post Posted on 3/1/2009, 17:24
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Ciao Ghirghi, finalmente qualche foto non ancora vista. Gli altri postano foto che difficilmente non siano state pubblicate, tu invece riesci a trovare sempre novità.
Circa le armi, a parte qualche fondina che lascia immaginare delle Beretta, si vedono solo due Breda 30, con il primo inginocchiato a sinistra nella terza foto che ha in mano una lastrina per caricarle.
Sappiamo che da quelle parti i primo lanci avvennero nel febbraio 44, ed anche molto scarsi, e fino all'autunno non c'era molto, quindi è più che logico che formazioni che non erano proprio a contatto con il nemico dovessero arrangiarsi con quello che trovavano. Poi visto che erano di Giustizia e Libertà è ancora più logico. Chi riceveva qualcosa tramite lanci, se riceveva, sappiamo che erano gli autonomi, e comunque le prime missioni stabili sono dell'agosto 44, prima Temple e poi, alla sua morte, Ballard.
 
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p3zi
view post Posted on 3/1/2009, 19:30




Questa vostra discussione è a dir poco fantastica.
Ringrazio tutti voi che ci date la possibilità di condividerla. ;)
 
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ghirghi
view post Posted on 3/1/2009, 19:31




CITAZIONE
kanister 3/1/09
......lascia immaginare una Beretta, si vedono solo due Breda 30......

Confermo. La fondina al cinturone dello sposo, che ho poi personalmente conosciuto perché trasferitosi dopo la guerra in Valle Bormida al seguito di mio suocero, contiene fuor di ogni dubbio una Beretta 9 corto, che lo stesso aveva in dotazione quale carabiniere a Vernante
prima di entrare in clandestinità.

I due Breda 30, le sole armi esibite, rappresentavano un contentino ai sei in prima fila, che non avevano potuto presenziare alla cerimonia perché comandati in servizio di appostamento.

Per testimonianza di mia moglie, presente sulla seconda foto ( é la ragazzina in seconda fila davanti allo sposo) le armi individuali erano state, per tutta la durata della cerimonia, celate
in una coperta militare a pochi metri dal gruppo. Era stata una preecisa e perentoria richiesta
da parte del Sacerdote, che non aveva voluto armi in chiesa.

La giacca bianca era stato un gentlìe prestito di un commilitone, indossata dallo sposo perché era il capo più elegante di tutto il distaccamento!

Ciao.

 
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p3zi
view post Posted on 3/1/2009, 20:00




Lo so che sono OT.
Ma mi piacerebbe convincere un mio amico che ha avuto il padre partigiano militante nelle file dei bianchi ed operante nella zona Modenese ad intervenire con altro topic
Personaggio davvero straordinario che avrebbe avuto molto da raccontare.
Purtroppo non c'è più ma so che ha lasciato una fitta memoria storica registrata su nastro assolutamente inedita.
 
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ghirghi
view post Posted on 4/1/2009, 17:45




CITAZIONE
p3zi ......mi piacerebbe convinvere un mio amico.....

Mi auguro proprio che quel tuo amico si convinca della necessità di rendere pubblico il materiale di suo padre.Sarebbe importante soprattutto perchè le formazioni "bianche" hanno avuto un grande rilievo nella resistenza, sebbene siano state poi messe un poco in ombra dalle altre formazioni numericamente maggiori.
E' quindi giusto che anche la loro voce venga conosciuta.

Ci auguriamo quindi di leggere molto presto una documentazione originale e inedita.
 
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p3zi
view post Posted on 5/1/2009, 15:04




Me lo auguro anch'io...vedremo.
Un episodio che mi è stato raccontato è la scampata fucilazione per aver sconfinato...... :rolleyes:
 
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ghirghi
view post Posted on 8/1/2009, 13:33




Ogni giorno leggo un poco di arretrato e sempre trovo argomenti di particolare interesse. Spero non dispiaccia se mi permetto di tornare su problematiche già trattate.

CITAZIONE
perniakoff 27/6/2008
..... spesso non si preoccupavano nemmeno con che stavano sparando.....
... ci ho messo un pomeriggio per capire che come arma aveva uno STEN ......lui lo conosceva solo come "l'os 'd parsot"

In poche righe una panoramica perfetta. Talmente precisa che mi par di vederne i più piccoli particolari. Che personaggio straordinario, quel Celli!
Chi ha presente il femore di un maiale (l'osso del prosciutto), si rende conto di come, nel suo linguaggio colorito, descrivesse esattamente il calcio modello tubolare dello STEN. Ho conosciuto diversi personaggi come lui, famosi o sconosciuti che fossero.
Non si preoccupavano minimante di sapere con che cosa sparassero, ma sparavano come dei "RAMBO". Ne ricordo uno, in particolare, "FULMINE" ( Mario G. - dist. Antonini)

Il 25 aprile 1945, entrando in Savona nei primi momenti dell'isurrezione, in Via Torino fummo investiti dalle raffiche sparate da alcuni franchi tiratori appostati. Tutti al riparo!
In mezzo alla via, solo, totalmente scoperto, a gambe divaricate, Fulmine sparava raffiche con il BREN imbracciato a tracolla. Il suo portamunizioni (MARCHIN), riparato in un portone, gli passava i caricatori strisciandoli sulle lastre della pavimentazione.
Ha vuotato quattro caricatori prima di fermarsi.

Ex S.Marco, aggregatosi alla resistenza subito dopo il suo rientro in Italia, malgrado l'istruzione fatta Fulmine non era in grado di smontare l'otturatore del suo Mauser. Del BREN sapeva soltanto sostituire il caricatore. Ma quando lo imbracciava per sparare, era una forza della natura. Metteva i colpi sul bersaglio in modo istintivo, con la precisione di un tiratore di grande esperienza.

Per quanto concerne la conoscenza delle armi in generale, la situazione non era di certo molto confortante.
All'inizio, in particolare, le armi erano soltanto quelle dell'ex esercito. Fucili mod. 91, qualche pistola, qualche mitragliatore Breda e Fiat. Era presente anche qualche mitragliatore SKODA, che non sò proprio da dove fosse uscito.

Gli ex militari, chi più chi meno, conoscevano soltanto quelle. Tutti quelli che sono giunti in seguito non avevano nessuna esperienza di armi.

Il vero guaio era rappresentato dalla totale mancanza di istruttori capaci. Ognuno era putroppo costretto ad improvvisare.

L' unico vero istruttore che ho conosciuto, è stato un ex sergente della Wermacht che aveva disertato ed era con noi. Dopo una settimana eravamo in grado di buttarci a terra con il fucile a spallarm e atterrare con l'arma in posizione di fuoco.

Per il resto ne ho viste di tutti i colori. Ho visto persino fare irruzione in un locale chiuso con il fucile, mentre gli STEN erano in copertura su una distanza di tiro di 200 metri.

Edited by ghirghi - 9/1/2009, 16:59
 
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view post Posted on 8/1/2009, 21:46
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CITAZIONE (ghirghi @ 8/1/2009, 13:33)
Gli ex militari, chi più chi meno, conoscevano soltanto quelle. Tutti quelli che sono giunti in seguito non avevano nessuna esperienza di armi.

Ciao Ghirghi, ulteriore conferma di una cosa che mi è stata dichiarata molte volte da ex partigiani. Solamente chi non abbia le idee chiare di cosa era l'addestramento militare a quei tempi, e purtroppo anche in seguito, può pensare che il fatto di aver compiuto il servizio militare poteva essere un aiuto per salvare la pelle. Tanto ordine chiuso, noiosi turni di guardia, un paio di lastrine di 91 in poligono e ti mandavano a fare la guerra. Chi tornava forse riusciva a salvare ulteriormente la pelle, mettendo in pratica quello che aveva imparato. Mi raccontano che solo gli addestrati in Germania avessero un'idea più precisa di come comportarsi.
 
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ghirghi
view post Posted on 9/1/2009, 18:01




CITAZIONE
kanister 8.1.09
Mi raccontano che solo gli addestrati in Germania avevano un'idea più precisa di come comportarsi

Non sempre e non tutti avevano le carte in regola. Quelli che avevano fatto l'addestramento in Germania e poi passavano con noi, li riconoscevi soprattutto perchè, nei primi giorni, dimostravano un maggior senso della disciplina. Avevano quasi tutti una buona conoscenza
del Mauser. Alcuni di loro erano stati addestrati anche all'uso della MG 40 e in questo erano imbattibili.
Per quanto riguarda il comportamento sul terreno, mi pare di poter dire che molti dei reduci
dell'ex Regio Esercito, forti della loro esperienza sul campo, erano superiori a tutti. Diventava
una questione di istinto.

Vi erano poi coloro che arrivavano in clandestinità senza la benchè minima esperienza.
Erano dei volontari che si davano alla macchia per loro scelta, sapendo che non avrebbero ricevuto alcuna paga, consci che avrebbero dovuto sopportare privazioni di ogni genere, con la certezza che, se catturati, sarebbero stati passati per le armi, magari dopo atroci torture.
Quasi tutti erano coscienti della inadeguatezza della loro preparazione e cercavano subito aiuto. Lo trovavano dall'amico più anziano, molto raramente lo trovavano da un istruttore valido perche erano rarissimi.
I migliori in senso assoluto erano gli ex sergenti della S. Marco, ma erano mosche bianche.
 
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Paolo Etienne
view post Posted on 3/3/2009, 00:53




QUOTE (p3zi @ 25/6/2008, 17:19)
furono formazioni che, irregolari o meno e nel bene e nel male, operarono militarmente
sul nostro territorio aiutate e sostenute dagli alleati.

Concordo pienamente
 
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ghirghi
view post Posted on 3/3/2009, 13:19





per riprendere il discorso interrotto da tempo, e per provare se ho risolto il problema ImageSack, posto il mio documento di smobilitazione:

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Il timbro reca la dicitura: Comando Brigata D'assalto Garibaldi M. Sambolino
Le firme:
Il Comandante di Brigata
Revello Mario (Boy) Comandante
Canavero Valerio (Cuneo) Commissario
Marcucci Andrea (Berto) Capo del SIM

Il Comandante di Distccamento:
Scaglia Adriano (Dria)

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Le firme della Divisione sono quelle di:
Urbani Giovanni e Saranovich Radomir
Le altre firme attestano soltanto il mio soggiorno nel centro di Abissola.

(come potete osservare io non nascondo la mia identità)





 
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view post Posted on 3/3/2009, 21:45


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Veramente bello, Gianfranco!!! :woot:
quelli che ho io non hanno tutte ste firme e timbri, non ricordo se sono della Sambolino o di altre brigate.
Potresti spiegare cos'è l' IMPR ?
grazie, Bruno
 
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217 replies since 25/6/2008, 07:39   15343 views
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