Le formazioni Partigiane

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view post Posted on 5/12/2008, 17:59
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Ciao Ghirghi, e benvenuto da parte mia; sull'argomento "Resistenza" non intervengo per ignoranza , ma leggo con l'interesse di chi ha avuto due nonni partigiani.
Ah: scrivi pure tutto quello che vuoi nella stessa pagina, lo spazio a tua disposizione non è solo quello che vedi nella finestrella dello schermo, è molto di più. Circa 20.000 caratteri, mi pare, per cui... dai pure la stura ai tuoi ricordi senza problemi!
 
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ghirghi
view post Posted on 5/12/2008, 18:34




Grazie per le precisazioni, Ghebret. Avevo bisogno di conoscere se e come avrei potuto continuare, Ci risentiremo presto, dopo aver assolto ai miei innumerevoli impegni di nonno
in servizio attivo permanente! Ciao, arrivederci. ghirghi.
 
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Toscano Nicola
view post Posted on 5/12/2008, 20:22




Perchè non apriamo una stanza chiamata Ricordi & Testimonianze ??

In cui chi ha partecipato a qualche fatto bellico, o chi ha testimonianze di parenti, può raccontare e rendere partecipi tutti gli interessati.. e credo ce ne siano davvero tanti in questo forum :)
 
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view post Posted on 5/12/2008, 20:45
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Perchè non apriamo una stanza chiamata Ricordi & Testimonianze ??

c'è sul Forum una sezione dal titolo "Pagine di Storia" che è stata pensata anche per questo... :) Max
 
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ghirghi
view post Posted on 8/12/2008, 17:46




Quando parlavo di zone totalmente sotto il controllo partigiano, lo dicevo in senso lato. Zone di questo tipo in effetti se ne sono viste poche e sempre per brevi periodi. Mai in Liguria, qualche sigificativo esempio in Piemonte, quando le Formazioni partigiane al comando di MAURI, ad esempio, occuparono per 23 giorni la Città di Alba, abbandonandola poi a fronte di un massiccio contrattacco avversario, che non poteva certo accettare lo smacco subito.
Nelle Langhe Piemontesi i reparti Badogliani erano quasi sempre aqquartierati in piccoli paesi da dove potevano controllare le principali vie di comunicazione. In alcuni casi occupavano addirittura centri importanti come Cortemilia. Godevano quindi di migliori condizioni di vita.
Operavano in zone dove era certamente più facile provvedere agli approvvigionamenti. Usufruivano di buone abitazioni e pertanto di condizioni igieniche altrettanto buone. Potevano usufruire di automezzi per i loro trasferimenti e potevano disporre anhe di buoni ospedali.
Naturalmente anche loro hanno dovuto subire massicci, ripetuti e pesanti rastrellamenti, da parte delle forze tedesche e della R.S.I. In questi frangenti si sono verificati scontri durissimi, divenuti memorabili.
Quel che distingueva questi reparti dai reparti garibaldini, era rappresentato soprattutto dagli aviolanci. Ricevevano rifornimenti non solo con i lanci, ma anche con piccoli aerei che atterravano e decollavano su di una apposita superfice predisposta nei pressi di Cortemilia. Questo campo, che fu più volte distrutto e altrettante volte ricostruito, era orgoglio e vanto di quelle formazioni. Armi automatiche (Bren, Sten,Thompson), munizionamenti, esplosivi e divise, giungevano con regolarità e con una certa abbondanza. In quelle zone, quindi, si incontravano spesso reparti operativi che indossavano impeccabili divise. (copiando Peniakoff
28/6/2008: battledress 114656). (A proposito, sempre citando Peniakoff stessa data,
mai visto un prete con cinturone e pistola!!!Per caso non é mica uno scherzo!!!)
Tornando a noi, vi potete immaginare il disappunto e la rabbia dei garibaldini, che ricevevano sempre e solo promesse e nessun aviolancio? La cosa ha spesso creato situazioni di attrito
fra i reparti, sempre sedate, qualche volta con difficoltà, dai rispettivi comandi.
Con tutto qusto non é detto che i "MAURI" indossassero sempre e tutti la divisa. Anzi!
Nei reparti più periferici, più lontani dai Centri di Comando che contavano, spesso e sovente le divise erano una rarità. Una bella descrizione la fa lo scrittore albese Beppe Fenoglio, partigiano, nel suo libro " I ventitré giorni della Città di Alba" in cui racconta l'occupazione della Città da parte delle formazioni Badogliane. Quasi una mascherata. E' stato visto uno che addirittura indossava le insegne di ammiraglio. Vanità personali, difficilmente controllabili in
allora.
Ancora una precisazione sulle divise che la Brigata a cui appartenevo ricevette con l'aviolancio
del 15/4/1945. La maggior parte erano battledress 114656 (sempre copiando Peniakoff) Le altre erano giubbotti in tessuto liscio, tipici dei marines americani. (Gli specialisti del settore mi usino clemenza per la descrizione) Queste ultime recavano sul davanti una "V" gialla (V^ armata?) e tutte avevano un rammendo circolare, segno inquietante ed inequivocabile di un colpo di arma da fuoco.(naturalmente lavate e disinfettate)
A mé ne toccò proprio una di queste, che, per scaramanzia, non volli indossare il 25 aprile
durante l'occupazione di Savona.

Se a qualcuno può interessare, gradirei dire la mia sui gradi e sulle insegne. A risentirci.
ghirghi.
 
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-Milite Ignoto-
view post Posted on 8/12/2008, 18:07




Ghirghi, chi meglio di te può chiarire meglio il discorso sui gradi e le insegne???
Aspettiamo con impazienza la tua discussione magari aprendo una discussione a se sull'argomento.

 
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view post Posted on 8/12/2008, 18:59
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Ciao Ghirghi, queste cose che dici le abbiamo discusse molte volte con il gruppo di amici che sai e mi fa piacere che tu le confermi in questa sede. Comunque, anche se c'era un'abbondanza relativamente più diffusa nelle Langhe, anche li in certi momenti non avevano possibilità di scherzare. L'altarese del nostro gruppo ha a disposizione una giacca che un noto caporeparto di Mauri si era fatto cucire adoperando una coperta inglese. L'aveva esposta alla mostra di aprile di quest'anno, forse la ricordi. Quindi anche divise ne arrivavano, ma non poi così tante. E, oltre alle armi automatiche, ricordiamoci della famosa beffa dei "Makallè", sempre della stessa persona, riguardante quei fucili monocolpo che ancora oggi non sappiamo bene cosa fossero.
La foto del prete armato è molto conosciuta, mi sembra sia un parroco dell'entroterra genovese, devo cercarla. Ricordo anche una foto di un prete con un M3 americano. Evidentemente prima sparavano e poi davano l'estrema unzione. Quest'ultima mi sembra di averla proposta in una discussione sulle armi dei partigiani.
Attendiamo le tue considerazioni su gradi e distintivi.
Ciao.
 
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view post Posted on 8/12/2008, 20:46
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Ciao Ghirghi, sono andato a cercarti la foto del prete con l'M3, la trovi nella prima pagina di discussioni in "Armi non d'ordinanza dei vari eserciti" nella sezione dedicata alle armi straniere.
 
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ghirghi
view post Posted on 8/12/2008, 21:03




Caro Kanister, sono d'accordo con te se, quando osservi che in certi momenti non avevano possibilità di sherzare, tu ti riferisci alle situazioni che si verificavano durante i rastrellamenti. Sai bene che, in quel tipo di guerriglia, per le forze partigiane non era possibile opporre una resistenza superiore a qualche ora. Ostava la forza d'urto dell'attaccante e i problemi logistici dei partigiani. I reparti sapevano a priori che, esaurite le munizioni in dotazione, difficilmente avrebbero potuto fare affidamento su nuovi rifornimenti, perché il nemico tendeva prima di tutto al controllo delle vie di comunicazione e cercava sempre di stringerti in un morsa fatale.
Giocofarza, quindi, per quanto possibile, operare lo sganciamento attraverso boscaglie e dirupi
In quei momenti tu sai bene quanti e quali atti di eroismo si sono verificati.

Per le divise, poi, sai quando scarseggiavano? Nei momenti di maggiore afflusso di volontari, che coincideva sempre con il richiamo alle armi di nuove leve da parte della R.S.I.
Riconosco. d'altra parte, che la "certa abbondanza" citata da parte mia, si riferisce forse più
alla totale "carestia" dei garibaldini, piuttosto che alla reale ed effettiva situazione.
Sai bene com'é: se tu mangi i famosi e classici due polli, non é possibile accettare che ne abbiamo mangiato uno per uno!

Ricordo la giacca esposta nell'aprile scorso. Chiedo scusa, ma per mé non fa testo. Non é pensabile che un capo gruppo non potesse avere in dotazione un tale capo di vestiario. come non credo possibile che abbia rinunciato a favore di un sottoposto che ne era sprovvisto.
Poteva forse anche trattarsi di un innocuo vezzo personale! Detto, naturalmente, con tutto il rispetto che devo a una persona che non ho conosciuto.

Tornando alla "beffa" dei Makallé, incomincio ad avere dei seri dubbi, incomincio a pensare possa essersi trattato di una classca leggenda metropolitana. Ne ho sentito parlare da sempre, ma non sono riuscito ad avere mai notizie certe in merito al luogo e al tempo in cui si sarebbe verificato l'episodio. Con questo, intendiamoci, per lo stesso motivo non sono in grado di escluderlo. Sai! Con la simpatia che gli inglesi nutrivano verso il movimento di liberazione italiano....!

Circa la fotografia del prete, sono veramente esterefatto! Se tu non mi assicuravi trattarsi di una fotografia nota (e che io non avevo mai vista) ero veramente portato a credere ad uno
scherzo di qualche buontempone. A proposito, come se la sarà cavata con le competenti autorità eclesistiche?
Intendiamoci, di preti che hanno solidarizzato o partecipato alla resistenza ne ho conosciuti
parecchi; ma con con la pistola mai!

A ben risentirci ghirghi

Edited by ghirghi - 12/12/2008, 19:54
 
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ghirghi
view post Posted on 8/12/2008, 21:33




A Kanster Grazie, ho visto la foto postata il 17/10/2007. Ma da cosa deduci che si tratti effettivamente di un prete. La croce sul petto non potrebbe essere il segno distintivo di un addetto al servizio sanitaro o cose del genere? Non vedo. come nell'altro caso, il classico
colletto clericale! Ciao

Edited by ghirghi - 9/12/2008, 13:23
 
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view post Posted on 8/12/2008, 23:11
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CITAZIONE (ghirghi @ 8/12/2008, 21:33)
A Kanster Grazie, ho visto la foto postata il 17/10/2007. Ma da cosa deduci che si tratti effettivamente di un prete. La croce sul petto non potrebbe essere il segno distintivo di un addetto al servizio sanitaro o cose del genere? Non vedo. come nell'altro caso, il classico
collare chiericale! Ciao

Ciao, intanto la didascalia sulla foto originaria forniva il nome del religioso. So bene che le didescalie molte volte sono inventate, però questa l'ho vista diverse volte. Poi la croce nera era il distintivo utilizzato dai capellani militari.

Circa l'invio dei "Makallè" ne hanno parlato parecchi autori, tipo Lazagna nello spezzino, Bocca nel cuneese, ed altri. Della beffa dei fagioli ne parla solo il proprietario di quella giacca, che, secondo le sue memorie, ne è stato anche l'esecutore; il suo racconto è stato amplificato da molti altri libri di memorie, tipo quelli di Renzo Amedeo.
 
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Toscano Nicola
view post Posted on 8/12/2008, 23:17




CITAZIONE (kanister @ 8/12/2008, 23:11)
Ciao, intanto la didascalia sulla foto originaria forniva il nome del religioso. So bene che le didescalie molte volte sono inventate, però questa l'ho vista diverse volte. Poi la croce nera era il distintivo utilizzato dai capellani militari.

A che periodo ti riferisci quando dici che la croce era nera? 2 Guerra Mondiale ?
 
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ghirghi
view post Posted on 9/12/2008, 09:56




Grazie della puntualizzazione, Kanister. Sono sempre più esterefatto! Stò scoprendo situazioni di cui non avrei mai potuto immaginare. Mi sto ricredendo su una mia radicata convinzione: che i preti avessro sempre preso posizione nell'altro campo. Chissà quanto altro, alla mia età, avrei ancora da scoprire!
 
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view post Posted on 9/12/2008, 11:35
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CITAZIONE (Toscano Nicola @ 8/12/2008, 23:17)
CITAZIONE (kanister @ 8/12/2008, 23:11)
Ciao, intanto la didascalia sulla foto originaria forniva il nome del religioso. So bene che le didescalie molte volte sono inventate, però questa l'ho vista diverse volte. Poi la croce nera era il distintivo utilizzato dai capellani militari.

A che periodo ti riferisci quando dici che la croce era nera? 2 Guerra Mondiale ?

Ciao, le divise non mi appassionano per niente e quindi mi scuserai se non so esserti preciso in merito. Ricordo comunque di aver visto la croce nera su molte foto di cappellani. Dovrei sfogliare qualche centinaio di riviste per cercarla e, sinceramente, la cosa non mi attira. Però posso assicurarti che se mi capita per le mani qualche foto mi ricorderò di te.


CITAZIONE (ghirghi @ 9/12/2008, 09:56)
Grazie della puntualizzazione, Kanister. Sono sempre più esterefatto! Stò scoprendo situazioni di cui non avrei mai potuto immaginare. Mi sto ricredendo su una mia radicata convinzione: che i preti avessro sempre preso posizione nell'altro campo. Chissà quanto altro, alla mia età, avrei ancora da scoprire!

Ciao Ghirghi, tu forse hai sentito parlare più di cappellani come Don Eusebio od altri, ma cosa mi dici del parroco di Malvicino, solo per citarne uno? Ce n'è stata la commemorazione lo scorso anno, e l'idea che ci facemmo fu che stavano cercando di beatificarlo, nonostante l'originaria scomunica. Quale giudizio personale direi comunque che il clero era soprattutto pro resistenza, con solo qualche distanza dai garibaldini, almeno i più estremi. Che poi si prestassero più o meno volentieri a far da intermediari tra le varie parti mi sembra facesse parte dellla loro missione.

Edited by kanister - 9/12/2008, 11:41
 
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Toscano Nicola
view post Posted on 9/12/2008, 11:39




CITAZIONE (kanister @ 9/12/2008, 11:35)
Ciao, le divise non mi appassionano per niente e quindi mi scuserai se non so esserti preciso in merito. Ricordo comunque di aver visto la croce nera su molte foto di cappellani. Dovrei sfogliare qualche centinaio di riviste per cercarla e, sinceramente, la cosa non mi attira. Però posso assicurarti che se mi capita per le mani qualche foto mi ricorderò di te.

te lo chiedo perchè magari il rosso può, nelle foto in bianco e nero, sembrare nero.
Nella 1 guerra per esempio erano sicuramente rosse le croci, ho una divisa in panno da combattimento da cappellano con la croce rossa sul petto, per il secondo conflitto invece non ho riscontri fra i materiali che ho in collezione, per quello ti chiedevo se ti riferivi a questo periodo.
 
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217 replies since 25/6/2008, 07:39   15341 views
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