CITAZIONE (spadon @ 5/12/2010, 17:28)
Essere tendenti al bene non vuol dire essere buoni. Completamente in sintonia con l'Aquinate.
Gentile amico,
essere tendenti al bene coincide esattamente con l'essere buoni. Verifica i significati delle terminologie su un qualsiasi buon vocabolario. (Zingarelli "Bene = ciò che è buono ..."; oppure DeAgostini "Buono = conforme al bene" etc etc).
Comunque sia, se sei completamente d'accordo con San Tommaso allora concordi altrettanto completamente col fatto che l'uomo "può" tendere al bene (o essere buono), ma lo è solo se nell'esercizio del suo libero arbitrio (che è atto di volontà, e non di natura) è in grado di identificare il bene assoluto tra la molteplicità di quelli soggettivi. Il chè è tutt'altra cosa rispetto alla tua affermazione secondo cui "l'uomo ...detiene un imprinting ancestrale che lo fa tendere al bene." In questo caso il libero arbitrio non avrebbe influenza, e le scelte dell'uomo sarebbero sempre "per natura" indirizzate al bene (o all'essere buono). Cosa che non è.
Ma qui entriamo nel campo della logica formale, e, ripeto, "... con i debiti distinguo ogni argomentazione mantiene una sua logica formale inappuntabile".
Per il resto è questione di opinioni e sensibilità personali, che si fondano su argomenti del tutto eterogenei come l'etica piuttosto che la storia, o la morale piuttosto che la sociologia. Se non vogliamo entrare nel campo della filosofia del linguaggio (ossia se non vogliamo passare i prossimi dodici anni a ripassare Wittgenstein!!!) per cercare di dare un senso univoco alle nostre parole (che comunque probabilmente in senso stretto è irragiungibile!), probabilmente la cosa più equilibrata e prudente è esprimere il proprio punto di vista
soggettivo e personale (come ha fatto Drugo, tu, ed anche io) ed accettare con serenità e
rispetto il punto di vista altrui, senza l'arroganza di pretendere di "aver ragione" in senso assoluto.