Pistola Beretta Modello 15 cal. 9 Glisenti

E poi parliamo male solo dei nostri politici, maestri del non dire dicendo.
Ho conservato quel volumetto "Le pistole Beretta 1915 - 1945" allegato a D. Armi e stasera me lo vado e rileggere, magari in compagnia di quello più ponderoso di Menchini e Taviani.
Tant'è! In attesa che magari proprio da Gardone V.T. qualcuno dica autorevolmente la sua (?), mi tengo l'uovo e la gallina, le ho tutte e due e proverò a chiedere direttamente a loro, chissà che non abbiano voglia di rispondermi.
Mi è venuta l'idea di provare a "sfruculiare" il buon Adriano Simoni, che ho incontrato qualche mese fa; può darsi che con lui riusciamo a sciogliere il dubbio.
Grazie comunque e, se c'è qualcun altro che vuole dire la sua, lo ascolto volentieri, anche se stiamo andando un po' in là rispetto al tema di questa discussione.

Ciao Giacomo, vedi che comunque la si giri una giustificazione la si trova sempre.

Il discorso delle matricole vale fino ad un certo punto. In effetti non si parla di costruzione ma di progettazione. Se ci fermiamo al brevetto ed alla produzione la 7,65 è sicuramente successiva, date le matricole.
Il problema però è quella della progettazione, e qui tutte le ipotesi sono buone.

Giusto per la cronaca e ritornando al nostro "pollaio": ho interpellato Adriano Simoni - che mi ha detto, fra le altre cose, di essere in procinto di partire per Taranto a ritirare un non meglio precisato numero di non specificate pistole Beretta RM .
Testualmente il Simoni ritiene che: "Pare comunque che sia stata realizzata prima la 1915 in 9 Glisenti (calibro inpiegato anche dalla Mod.1910 Glisenti e 1912 Brixia) e successivamente sia stato realizzato il modello in 7,65 per uso civile anche se tanti Ufficiali ne erano dotati, ma solo a titolo personale.". Questa è la sua opinione.
Facendo una analisi apparirebbe la volontà delle alte sfere militari di trovare una degna sostituta, sia in termini di robustezza, che di semplicità (cioè di "rusticità") nel momento in cui il Regno d'Italia si stava infilando nella carneficina della I GM. Il buon Tullio Marengoni (che forse aveva nei suoi cassetti o anche solo in testa già l'idea pronta) ha preso qualche spunto da ciò che c'era in giro, lo ha messo nel "frullatore progettuale" di cui è sempre stato dotato e, come un bravo chef, ha tirato fuori una discreta minestra con il poco che l'orto gli offriva, sapendo che i commensali avevano anche poco da spendere. Mi passerete l'abuso di metafora, ma credo che calzi!
Poi, togliendo qualche particolare, adattando le dimensioni alla diversa cartuccia e tenendo d'occhio il mercato civile e delle polizie cittadine, tanto prima o poi la guerra sarebbe finita, ha sfornato anche la "sorella minore": stesso design, stesso sistema di funzionamento, stessa affidabilità a prova di bomba. Non dimentichiamo che gli "slam fire", come dicono negli USA, erano e sono dovuti nel 99% dei casi agli inneschi che fanno cilecca, mica al percussore che si rompe ed a quei tempi, con la chimica e la metallurgia di 100 anni fa, oltre che con le ben note ristrettezze di bilancio, era facile che ciò accadesse.
Ora non voglio dire che abbiamo messo la parola FINE al quesito "uovo o gallina", però stiamo mettendo parecchia carne al fuoco e la speranza di venirne a capo mi sembra un po' più concreta. Staremo a vedere.
Intanto grazie a tutti per la collaborazione.
l'Artigliere

La Brevetto 1915 venne realizzata in due calibri: 9 Glisenti e 7,65 Browning, ma, anche in base alla documentazione esistente presso la Fabbrica, non si può determinare se e quale sia nata prima delle due......

Chi l'ha scritto? Vi lascio indovinare.

Ma no! Come hai fatto ad indovinare?

(Pag 15.16 di "Pistole Militari Beretta")

La butto lì: Camarlinghi? O forse proprio Simoni?
E anche se avessi sbagliato - cosa probabile - mi pare improprio parlare di un solo Mod. 1915, quando fra le due pistole esistono differenze non solo di calibro, ma dimensionali, ponderali, di sistemi di sicurezza, ecc.
Sono due pistole diverse, necessariamente da tenersi separate e forse nate (sia come progetto indistriale, che come manufatti) in momenti diversi, seppure vicini.
Avete presente le dimensioni e le forme delle prime 98 Compact, quelle col ponticello "round", che per noi poveri italici erano offerte in 7,65 para? Identiche - in tutto e per tutto alle omologhe 92 SB, con quella bella brunitura lucida. Ancora più indistinguibili le 98 F, sempre in 7,65 para dalle omonime in 9 x 21; finitura Brunitron e ponticello Combat; lì però c'è il santo Catalogo che le contraddistingue in maniera inoppugnabile.
A proposito di 98 e 7,65 para: avrei voglia di raccontarvi una storiellina di circa 25 anni fa nata in casa Beretta sul calibro 9 x 21 ............
Forse non è questa la sede per dileggiare un po' la mitica Fabbrica d'armi più antica del mondo, ma ogni tanto anche loro hanno preso qualche cantonata. Al limite, ne riparleremo in pvt.
Saluti

Continuando a cercare notizie "sicure" ho trovato un vecchissimo articolo di Attilio Selvini, credo sulla rivista TAC Armi dell'inizio degli anni settanta.
Anche in questo caso trascrivo alcune righe:

La stessa casa di Gardone non sa dire con certezza se sia nata prima la 7,65 o la 9 "Glisenti": l'ufficio pubblicità propende per la minore affermando che "ciò sarebbe confermato dal fatto che sul cal. 9 si trova l'innovazione della doppia sicura, inesistente nel cal 7,65"

Temo che anche scavando alla Beretta non riusciremo mai a chiarire questo mistero.

Dai Axel, ora che hai tirato il sasso non puoi nascondere la mano..... dacci qualche anticipazione di quello che intendi.....

artigliere! amico mio ti esorto a raccontare la storia della Beretta e del 9x21 imi qui sul forum almeno cosi possiamo farci 4 sane risate!
alexfaro

e poi perchè non posti le foto della beretta mod 51 o 52? (accidenti non ricordo quale dei due) molto particolare che hai nella tua collezione?