La guerra Italo-Jugoslava del 1953.

Ho avuto l'onore di conoscere, qualche anno fa, un ex-pilota della nostra aeronautica che ai tempi della crisi jugoslava svolgeva degli incarichi "speciali" nei nostri servizi d'informazione militari e che fu paracadutato in territorio jugoslavo per svolgervi operazioni clandestine e raccolta informazioni. In quelle missioni egli era perfettamente consapevole che, nel caso fosse disgraziatamente finito in mano agli jugoslavi, la sua fine sarebbe stata certamente quella della fucilazione o di un'esecuzione sommaria con un colpo alla nuca e che il governo italiano se ne sarebbe guardato bene di avvisare la sua famiglia sulla circostanza e sulla causa del decesso... Si trattava di missioni estremamente rischiose, sulle quali, credo, vige ancora per buona parte il segreto militare: fummo effettivamente molto vicini allo scoppio di un conflitto, anche se nessuna delle grandi potenze internazionali avrebbe desiderato il riaccendersi di un nuovo fronte di guerra in Europa. Da questo punto di vista escludo che si sarebbe arrivati alle vie di fatto, ma una guerra clandestina realmente ci fu, con le sue vittime e i suoi morti da entrambe le parti. I nostri servizi informazioni furono, da questo punto di vista, particolarmente attivi e il litorale dalmata e istriano si prestava particolarmente ad essere da base per operazioni d'infilitrazione ed esfiltrazioni di agenti e di "forze speciali".

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