La guerra Italo-Jugoslava del 1953.

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-Drugo-
view post Posted on 2/7/2014, 14:21 by: -Drugo-
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Non sono esperto di strategia militare, né di armamenti, per cui non mi metto a fare ipotesi di fantastoria. E concordo sul fatto che pure se sulla cartina mondiale ci fosse state solo Italia e Jugoslavia e nessun interesse esterno a compromettere l'equilibrio, non ce lo vedo proprio l'esercito jugoslavo arrivare fino a Roma, ma neanche Bologna: la struttura dell'Esercito Jugoslavo era prettamente difensiva, ed anche alla fine degli anni '80, quand'era già il quarto esercito europeo, la strategia militare tale rimaneva, per un conflitto "partigiano" di guerriglia, difesa del territorio dalle montagne e coordinazione tra esercito, Difesa Territoriale e popolazione civile...

Tutto ciò detto, sappiate che l'idea che avete della Jugoslavia di allora è più che semplicistica. Era un paese povero, ma anche un cantiere a cielo aperto con infrastrutture di ogni sorta in piena costruzione (autostrade, ferrovie, città, ecc), mentre l'Italia del 1953 aveva ancora almeno altri cinque anni prima di vedere il famoso boom economico. Nel 1953 erano già passati 5 anni dall'espulsione dal Cominform, la grossa frattura interna tra titoisti e stalinisti si stava risolvendo (a favore di Tito, ovviamente), le montagne erano ormai ripulite dalle ultime sacche di cetnici, e così via. Ed il morale era tutt'altro che basso, nell'unico paese europeo capace di liberarsi dall'occupazione tedesca con le proprie forze e non per merito di una nuova conquista sovietica; anzi, l'ipotesi più probabile è che il pilota di Aviano fosse stalinista piuttosto che un liberal-democratico... ;)

E Tito, col tutto che aveva instaurato un regime dittatoriale, non era un idiota cane rabbioso ma un politico molto accorto, dubito fortemente che si sarebbe giocato il supporto americano, troppo prezioso nei decenni a venire nel sostenere gli alti standard di vita jugoslavi, giusto per tenersi Trieste. Il governo Pella mostrava i muscoli per riprendersi una città e per mostrare per la prima volta una propria autonomia in politica estera dopo la sconfitta bellica, Tito lo faceva perché sapeva che la carta triestina era il suo migliore asso per garantirsi ingenti sovvenzioni in materie prime e valuta estera, di cui c'era cronica mancanza, che avrebbe altrimenti fatto molta fatica ad ottenere. E' questa divergenza di obiettivi, a mio avviso, la ragione per cui non si sarebbe certo arrivati (e appunto non ci si arrivò) ad un conflitto aperto, perché non era una "banale" scaramuccia territoriale.
 
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