La guerra Italo-Jugoslava del 1953.

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-Drugo-
view post Posted on 2/7/2014, 20:57 by: -Drugo-
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Sì. O meglio, gli scontri diretti venivano schermati e sublimati da scontri alle periferie dell'impero (Corea, Vietnam, Afghanistan...). Ed è paradossale come questa situazione di scacco progettato a tavolino dove i due maggiori giocatori conoscevano benissimo le regole e sapevano riconoscere il filo del rasoio, camminandoci più di una volta senza mai tagliarsi (uno scacco esponenziale in una quarantennale corsa agli armamenti che avrebbe alfine drenato ogni risorsa di una delle due parti), apparisse invece come un sistema di assoluta instabilità con la paura quotidiana di un conflitto definitivo.

Rispetto alla Jugoslavia, è anche bene ricordare da cosa era circondata in quegli anni: a nord l'Ungheria di Rákosi; a est la Romania dei "Moscoviti", dei "Comunisti prigionieri" e dei "Comunisti del segretariato" - tutte fazioni staliniste, e la Bulgaria post-Dimitrov della caccia alle streghe titoiste; a sud la Grecia in guerra civile e l'Albania di Hoxha che aveva sfruttato il caso Cominform nel '48 per tagliare ogni ponte con la Jugoslavia. Chiaro perché Tito non si sarebbe certo sognato di far saltare il fronte occidentale?

Più che la crisi triestina, gli jugoslavi guardavano con timore ad est, aspettandosi ogni momento di veder scendere l'Armata Rossa. E' in questo contesto che va collocata la feroce repressione anti-stalinista svolta dalle forze di Tito, e che pagarano in parte anche quei comunisti italiani rifugiatisi in Jugoslavia dopo il 1945, per la macchia di un PCI fedele alla linea di Mosca. Certo la coraggiosa chiusura alla politica stalinista e la sperimentazione, proprio a partire dagli stessi anni della crisi triestina, di quel "socialismo dal volto umano", l'autogestione delle fabbriche, ecc., sono obiettivamente un vanto della Jugoslavia di quegli anni, per quanto non mi è ancora chiaro quanto abbia pesato il tornaconto personale di Tito, quanto il caso di un giudizio storico su ciò che fu veramente lo stalinismo, e che all'epoca era ancora effettivamente poco chiaro persino per i paesi occidentali. Sono dell'opinione che, nonostante tutto, le alternative per la Jugoslavia potevano essere solo peggiori del titoismo, non in quanto il titoismo fosse positivo, ma semplicemente perché il contesto storico e politico rende a mio avviso impossibile l'idea che si potesse allora instaurare una forma di democrazia compiuta al suo interno, a meno di un diretto e forte supporto statunitense (à la Israele, per intenderci, un'unghia di Occidente nel mondo arabo - in questo caso nella sfera comunista) il che è come ho detto ciò che ha permesso alla Jugoslavia di vivere nei successivi 40 anni, ma anche il veleno che l'ha lentamente e tristemente soffocata. Il XX secolo è stato veloce e convulso, ed è difficile dire se l'idea di Jugoslavia avrebbe potuto funzionare in altre condizioni, ma sono convinto del fatto che meritasse una chance migliore, era un paese di grandi possibilità.
 
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