La guerra Italo-Jugoslava del 1953.

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carpu65
view post Posted on 6/7/2014, 03:22




Jolly,ti ringrazio moltissimo per le preziosissime precisazioni sulla crisi Italo-Jugoslava del 1953.
Le mie citazioni provenivano da alcuni articoli facilmente reperibili in internet (chiave di ricerca su google: esigenza T / Pella guerra Jugoslavia 1953).
A questo punto qualunque altra integrazione tu voglia fare sulla vicenda,sarà molto utile.
 
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view post Posted on 6/7/2014, 08:44


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Preziosissimo l'intervento di Jolly. Da esso se ne deduce che gli atti posti in essere fossero abbastanza palesi e tali da non sfuggire al' opinione pubblica, almeno alla parte "più sensibile". Questo risponde ai nostri quesiti iniziali sul'atteggiamento del PCI.
 
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view post Posted on 6/7/2014, 10:46
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...a conferma di Jolly; mio padre classe 32, causa "problemi famigliari" fu posto in congedo anticipato (era attendente del gen Ravnich a Belluno), ma dopo pochi mesi venne richiamato e inviato a Treviso alla Nembo (fanteria). Via i 91 e gli Enfield e riequipaggiati con garand e M1....ufficiali e s/uff (molti reduci della 2gm) parlavano chiaramente di prepararsi a fare "a schioppettate con gli slavi"...e il clima non era ne di entusiamo guerresco ma nemmeno di paura/ostilità era semplicemte nell'ordine delle cose del tempo
 
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AntonioMartino94
view post Posted on 6/7/2014, 14:02




CITAZIONE (cap.med.cpl. @ 6/7/2014, 09:44) 
Preziosissimo l'intervento di Jolly. Da esso se ne deduce che gli atti posti in essere fossero abbastanza palesi e tali da non sfuggire al' opinione pubblica, almeno alla parte "più sensibile". Questo risponde ai nostri quesiti iniziali sul'atteggiamento del PCI.

Beh nella stampa del tempo si parlava apertamente della situazione (basti guardare i giornali del periodo)
In più, il richiamo dei congedati era un segnale inequivocabile che qualcosa bollisse in pentola, specie per quelle generazioni che avevano assistito più volte a tali pratiche...
 
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view post Posted on 6/7/2014, 15:39


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CITAZIONE (-Drugo- @ 5/7/2014, 16:43) 
Intendi gli anni '80, dalla sua morte alla disgregazione della Jugoslavia, o dalla guerra in poi?

Gli anni '80 furono caratterizzati dalla sclerosi di quelle tendenze di cui ho parlato prima, ovvero si assistette ad un aumento ulteriore della disoccupazione, mentre l'inflazione galoppava oramai a doppia cifra, sfociando in aperta iperinflazione verso la fine del decennio, con conseguente impoverimento delle classi lavoratrici e dei pensionati. La crisi economica era accompagnata da una crisi politica, dopo 40 anni di comunismo le richieste di apertura democratica da parte della popolazione erano sempre più pressanti: un partito oramai stanco, fossilizzato su vecchie espressioni, simboli, miti della guerra di liberazione ai quali la popolazione, soprattutto i più giovani, venuti dopo, erano ormai anestetizzati e lontani, mentre d'altra parte era evidente la corruzione dilagante, fisiologica di un sistema monopartitico in cui i quadri politici vivevano palesemente agiati mentre la crisi colpiva i lavoratori. Nel 1989 venne designato l'ultimo primo ministro della Jugoslavia federativa, Ante Markovic, noto per le sue posizioni aperte e liberali: egli introdusse importanti riforme di apertura al mercato, privatizzazione delle imprese statali, stabilizzazione valutaria, il tutto con discreto successo. Al contempo, come sempre accade, l'introduzione di riforme liberalizzatrici in un contesto di recessione economica ebbe anche diversi contraccolpi: accelerò la rovina di molte imprese sottocapitalizzate e sovraindebitate, che non potevano minimamente competere sul libero mercato, dando un'ulteriore spinta alla disoccupazione ed al malessere sociale. Inoltre, il suo programma venne sabotato da quelle correnti del partito che cercavano invece l'instabilità per cavalcarla ai propri fini politici (ciò che fece Milosevic in Serbia). Era il 1990, ed il tempo delle riforme era scaduto. Complesse dinamiche sociopolitiche, con una forte dose di orchestrazione dall'alto dell'establishment politico e militare stavano minando il paese alle fondamenta, per giustificare lo scoppio di un conflitto da cui solo loro avrebbero tratto vantaggio. Mi spiace dire che la ragione "etnica" della guerra in Jugoslavia risponde in minima parte alle ragioni del conflitto, una grande truffa da cui hanno tratto vantaggio solo ladri di stato e ruffiani, oltre che l'opinione pubblica occidentale, che si è potuta così cullare nella convinzione che la ragione di tutto stava in quegli "Illiri barbari sanguigni da millenni", e che pertanto una cosa del genere non potrebbe certo accadere su suoli più "civili". A chi è interessato, suggerisco a tal proposito l'ottima e agile (150 pagine) lettura del libro ormai classico di Paolo Rumiz, Maschere per un massacro (ora anche in economica Feltrinelli).
 
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view post Posted on 6/7/2014, 15:58


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Concordo con Drugo per l'esauriente e argomentata analisi della Jugoslavia in epoca titina e post mortem di Tito, anch'io ho fatto le stesse valutazioni visitando la Jugo nel '73, '79,'83 e infine la Croazia nel 2011 e '13. Nel 2011 parlando ad Albona con un giornalista croato in pensione mi diceva che negli anni '80 si poteva sostanzialmente parlare e scrivere di tutto, vi erano due dogmi che non bisognava trasgredire; uno era Tito e l'altro l'integrità della Jugoslavia.
L'ho sfascio della Jugo è stato la prima grande occasione mancata dall'Europa, grandi sono state le responsabilità della Germania e del Vaticano, certo che se per qualcuno la spiegazione sono "Gli illiri barbari e sanguigni" cascano un pochino le braccia...
 
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AntonioMartino94
view post Posted on 6/7/2014, 16:39




Perché dici che le responsabilità sono della Germania e del vaticano?
 
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view post Posted on 7/7/2014, 10:13
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La più completa ricostruzione degli approntamenti militari per l' "Esigenza T" è riportata ne "La storia della dottrina e degli ordinamenti dell'Esercito Italiano" Volume III Tomo I redatta dal Gen. Filippo Stefani.
Stefani che negli anni 60 comandò il 183° Nembo e negli incarichi di Stato Maggiore fu uno degli artefici delle "serie dottrinali" dell'Esercito ha potuto ovviamente esaminare in diretta il materiale sul tema esistente presso SME e quindi tratta l'argomento in maniera esaustiva anche nella prospettiva di "lezione appresa" per l'Esercito in quei primi anni di inserimento nella struttura integrata NATO.
Come primo risultato, dopo il ritorno di Trieste all'Italia, ci fu il potenziamento della struttura difensiva al confine orientale, sia con la costituzione di nuovi reparti che l'adeguamento agli organici di guerra di quelli esistenti, questo attuato a discapito dei reparti stanziati sul resto del territorio nazionale e specialmente a sud del Po.
In un certo senso ho vissuto in diretta questo periodo visto che nel 1956 mio padre dall'88° Friuli (che poco dopo fu sciolto) fu trasferito al 183° Nembo proprio a ridosso del confine.
Per concludere fu proprio in quel finire degli anni 50 che fu avviata la realizzazione della estesa e profonda "fortificazione permanente" di pianura al confine orientale.
 
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view post Posted on 7/7/2014, 10:40


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Anche la Fanteria d'arresto (epigona della GAF) è figlia delle richiamate valutazioni/esigenze e con la fine di queste finì pure essa
 
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view post Posted on 7/7/2014, 11:16
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Massimo, ma tuo padre fu richiamato forse al 182° Garibaldi di Sacile che aveva un battaglione in distaccamento a Monigo di Treviso (caserma Cadorin) ?
Il 182° durante l'esigenza T mi pare che fu schierato sul Collio goriziano.
 
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christmas(XMAS)
view post Posted on 14/7/2014, 22:51




CITAZIONE (-Drugo- @ 5/7/2014, 09:54) 
christmas,
riguardo al 1950, come credo di aver scritto si è trattato di un quinquennio (48-53) che probabilmente più si è avvicinato al sistema di matrice sovietica, per le ragioni e finalità sopra esposte. Fortunatamente, è stato tutto sommato un momento storico conciso. Per tutto il resto, ho iniziato almeno cinque risposte differenti, ma mi sembra (spero) che questa conversazione abbia tenuto fin qui un profilo dignitoso e forse anche (per qualcuno) interessante, per cui faccio finta che tu abbia battuto dei tasti a caso e miracolosamente siano uscite parole di italiano, mancanti purtroppo di gran senso. :)

Benissimo;
- L'importante, a mio avviso, è il riuscire a mantenere la onestà intellettuale.
- Ovviamente, bisogna stabilire dei piani -piani di riferimento-, intendo; Ergo, se non vogliamo usare dei piani inclinati, ma simmetrici (chimicamente puri), la Grande Guerra (1^GM) durò solamente quattro anni, per Noi ('15/18), e, addirittura , la 2^, solamente altrettanti quattro ('40/43), poi, come tutti sanno, piaccia o meno, vi fu la resa senza condizioni diffusa l'8 Settembre, ma firmata, in realtà, giorni prima...Dal 48 al 53 sono sei anni, quindi ben più delle guerre mondiali.........
- Io sono Classe 1946, nato e vivente nel Nord-Est Italiano: ho vissuto , visto e vedo, tuttora, di prima mano la "situanza". Non so quanti che ci seguono siano di queste parti e, sopratutto, qual'è la loro Classe.
- Sono Italiano ed Italofono, e, non occorre essere geni per capire dal mio avatar che sono "west side".
- Per quanto sopra, sfido chiunque a non cedere alle "scivolate sui tasti", cosa della quale faccio pubblica ammenda (Onestà intellettuale).
- Il Vs, invece, e per la sigla, e per l'immagine, e per la provenienza, mi sembra un tantino "east", o, meglio, Oost...
- Mia curiosità: Secondo perchè tale di nome o perchè Si ritiene secondo ad un "Prvo" ?
 
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view post Posted on 18/7/2014, 16:50
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CITAZIONE (jolly46AB @ 7/7/2014, 12:16) 
Massimo, ma tuo padre fu richiamato forse al 182° Garibaldi di Sacile che aveva un battaglione in distaccamento a Monigo di Treviso (caserma Cadorin) ?
Il 182° durante l'esigenza T mi pare che fu schierato sul Collio goriziano.

Parlato oggi con il mio Vecio; errata corrige, niente Nembo ma Folgore, compagnia comando div.le, caserma..non ricorda il nome, comunque era a Treviso città, non in provincia
Max7°
 
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christmas(XMAS)
view post Posted on 18/7/2014, 22:21




CITAZIONE (centauro @ 6/7/2014, 16:58) 
Concordo con Drugo per l'esauriente e argomentata analisi della Jugoslavia in epoca titina e post mortem di Tito, anch'io ho fatto le stesse valutazioni visitando la Jugo nel '73, '79,'83 e infine la Croazia nel 2011 e '13. Nel 2011 parlando ad Albona con un giornalista croato in pensione mi diceva che negli anni '80 si poteva sostanzialmente parlare e scrivere di tutto, vi erano due dogmi che non bisognava trasgredire; uno era Tito e l'altro l'integrità della Jugoslavia.
L'ho sfascio della Jugo è stato la prima grande occasione mancata dall'Europa, grandi sono state le responsabilità della Germania e del Vaticano, certo che se per qualcuno la spiegazione sono "Gli illiri barbari e sanguigni" cascano un pochino le braccia...

Carissimo Centauro ,
- Io non ho detto (sono quel qualcuno) :
a) illiri barbari e sanguigni, bensì "Illiri barbari e sanguinari", il che è ben diverso.
b) Non l'ho detto io, ma ho citato quanto scrivevano, all'epoca, i Romani.
c) Ad ogni buon conto, ricordo che se vi è il vecchio detto che "il frutto non cade lontano dall'albero", vi sarà forse un perchè.
d) Ritengo che pure il Centauro sia giovane e con poco "vissuto" delle tristezze ed infamie che qua, nel Nord-Est, all'epoca, abbiamo dovuto sopportare, e che, oggi, con la politica "Euro-vaselinista" ci vogliono far digerire a tutti i costi...
 
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view post Posted on 19/7/2014, 07:39
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Quante altre cose cose ci vogliono far digerire in nome dell'europa attraverso le loro strampalate istituzioni!!

Strumpadori

CITAZIONE (christmas(XMAS) @ 18/7/2014, 23:21) 
....... oggi, con la politica "Euro-vaselinista" ci vogliono far digerire a tutti i costi...
 
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carpu65
view post Posted on 19/7/2014, 15:34




CITAZIONE (christmas(XMAS) @ 18/7/2014, 23:21) 
a) illiri barbari e sanguigni, bensì "Illiri barbari e sanguinari", il che è ben diverso.
b) Non l'ho detto io, ma ho citato quanto scrivevano, all'epoca, i Romani.

Caro Xmas,i Romani dicevano tante cose... e di certo neanche loro erano animelle pacifiste. :P
 
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64 replies since 30/6/2014, 16:37   9564 views
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