Riapro questa discussione perché ciò che ho affermato precedentemente con tanta sicurezza e cioè che la medaglia fu consegnata con il relativo diploma lasciando a intendere che ciò avvenne già nel 1871, parrebbe invece non essere così.
Al momento di preparare la discussione mi era sfuggito ciò che recita l’Art. 5 dello Statuto del Comitato dei Superstiti della 4a Brigata che, testualmente, recita:
«Art. 5. De retrouver les soldats de la 4e brigade afin de leur distribuer le diplôme de la médaille-insigne décernée pour leur faits d’armes de Chatillon-sur-Seine, Talant, Pasques, Autun, Crépand, Messigny et Pouilly-les-Dijon en 1870-71».
Devo quindi presumere che solo in quella occasione furono distribuiti i diplomi e non al momento della consegna della decorazione di venticinque anni prima.
Segnalo anche due cose che ritengo interessanti. La prima è che tra gli
Chefs de Section ou Correspondants della 4a brigata vi figura, oltre ad altri, anche il Lazzarini, del quale ho pubblicato la sua camicia rossa conservata nel museo di Mentana, come segretario generale del Comitato Franco-italiano residente a Roma.
La seconda è che tra i Membri d’Onore di quel Comitato figurano anche la
Società M.S. Garibaldini di Milano e la
Società dei reduci dalle Patrie-Battaglie di Roma. Mentre per la società romana si conosce la data di costituzione per quella milanese il Brambilla, a pag. 411 della prima edizione, ipotizza come anno per il modello «B» il 1893 o 1903, in sostanza ciò che scrisse il von Heyden; mentre nella seconda edizione, pag. 470, dice solo che è posteriore al modello «A» che, a differenza dell’altra, ha in più l’aggettivo «VOLONTARI».
Se dobbiamo tenere per buono l’appellativo che ne fa lo Statuto possiamo ipotizzare che la
SOCIETÀ M.S. GARIBALDINI MILANO è antecedente il 1896, anno di costituzione del sodalizio dei superstiti dell’Armata dei Vosgi, supponendo anche che la medaglia fu coniata al momento della sua costituzione, che potrebbe essere quindi il 1893 indicato dal von Heyden.4
Digione non si dimenticò di Garibaldi, autore delle uniche vittorie di quella campagna e il 25 marzo 1900 gli dedicò una imponente statua che fece poi una brutta fine. Nel 1944, infatti, i tedeschi, memori delle sconfitte da loro subite 70 e rotti anni prima, pensarono bene di sbullonarla dal basamento e mandarla in fonderia.
Ma i Digionesi, sempre devoti a quell’uomo, il 16 settembre 1961 ne inaugurarono un altro sotto forma di busto opera dello scultore romano Vittorio Macoratti, busto che fu posto contro il vecchio piedistallo sormontato da una vasca ornata della testa di lupa romana e con una targa che certifica che la nuova scultura fu realizzata per sottoscrizione con il concorso anche dell’associazione italiana dei veterani e combattenti garibaldini per il centenario dell’Unità Italiana.
Nel 1986 il piedistallo fu rimosso per volere della municipalità dell’epoca per dare un nuovo assetto alla piazzetta Garibaldi, e il busto in bronzo fu posizionato molto in alto, come lo si può notare ancora oggi.
L’AMAG, associazione franco-italiana costituita nel 2008, ha chiesto alle autorità che le commemorazioni per l’armata dei Vosgi 1870-71 e per Garibaldi continuino nel tempo affinché ciò non venga obliato.