MAB: Moschetto Automatico Beretta.

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view post Posted on 4/3/2016, 19:55


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Grazie dei complimenti e delle interessanti precisazioni; io ho servito molto con l'A.M., prima come Osservatore/navigatore dell'E.I. presso l'Aeronautica e mi sono trovato, nel 1975, alla !° R.A. dove mi avevano chiesto, dopo recenti attentati, di addestrare al combattimento gli Avieri della VAM, cosa che ho fatto con piacere e trovando molto entusiasmo tra i ragazzi. Quando ho fatto richiesta del munizionamento per i MAB, il Maresciallo dell'Armeria, persona che ricordo con molta simpatia mi ha informato che i colpi erano già disponibili, perché la dotazione annuale era appena arrivata. La faccio breve, anziché sparare i colpi vecchi, sparavano quelli nuovi, e peri servizi di guardia usavano sempre gli stessi. Colto da un'atroce dubbio, ho chiesto di vedere i caricatori in uso alle guardie: contenevano tutti 40 colpi GFL M38 degli anni '40 tutti ossidati. Andati al TSN di Codogno inizialmente ho cercato di utilizzare il munizionamento vecchio, poi, dopo vari malfunzionamenti ed un piccolo incidente sono passato alle munizioni appena arrivate e.....mi sono incaricato di distruggere personalmente la roba vecchia, cosa che ho provveduto a fare in varie sedute private a Codogno, con mitra vari.
L'ultima, al ritorno, sono stato fermato dalla Polizia che aveva effettuato un blocco stradale e quando il sottufficiale mi ha chiesto cosa avevo nel bagagliaio, ho risposto "armi" (erano tutti denunciati): "Non faccia lo spiritoso, Lei non sa quante ne troviamo così! Vada, vada!"
Vi giuro che il racconto è tutto vero, ma se non ci credete vi capisco. Ciao.
 
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view post Posted on 4/3/2016, 22:46
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Eh, il Comando 1^ R.A., a Piazza Novelli mica erano tanto operativi! Mi riferivo a reparti con tanto di "armi speciali".
In poligono si portavano proprio i MAB, i caricatori e le pallottole dei Corpi di guardia proprio per dare il "giro" e far montare le sentinelle al massimo dell'efficienza (ed eventualmente dell'efficacia). :ph34r:
 
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view post Posted on 5/3/2016, 19:26


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Ho ricevuto da Seza un messaggio che ho trovato di notevole interesse generale, e pertanto gli ho chiesto di inserirlo nella discussione. Gentilmente, mi ha chiesto di farlo io stesso.

Vorrei fare un paio di precisazioni alla discussione. Il mod. 38/A49 mod. 5 (o più semplicemente mod. 5, che è la denominazione militare. Nella terminologia ufficiale ho sempre e solo trovato questa definizione: non mi risulta ufficiale la definizione di mod. 57) fu progettato dall'ing. Domenico Salza nel 1957 su specifiche volute espressamente dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri.
Riporto pari pari quanto è stato scritto in un articolo dell'ormai lontano 1978 e scaricabile dall'indirizzo

scribd.com/doc/249021708/Moschetti-Automatici-Beretta-pdf

"Questa variante fu applicata anche dall'Esercito alle sue armi, modificando i modd. 38/A44 e 38/A49 mod. 4 giacenti nei magazzini e presso le armerie di reparto. Bisogna, però, dire che è possibile vedere anche qualche mod. 2 trasformato con questa sicurezza e con la sostituzione dell’otturatore.
É questa una modifica che riduce effettivamente le possibilità di incidenti, obbligando nel contempo ad una più corretta impugnatura dell’arma e facilitando l’impiego da parte del tiratore. La sicurezza si compone di un pulsante per il comando della sicura, di una leva di disimpegno a bi-lanciere e di un dente di sicura dell’otturatore. Naturalmente la modifica riguarda anche alcune par-ti della culatta e del blocco di scatto. Infatti, l’appendice prismatica della culatta porta due intagli: uno per l’alloggiamento del braccio posteriore della leva di disimpegno e l’altro per l’alloggiamento del dente inferiore della stessa leva; inoltre, il tassello anteriore della suddetta appendice è più lungo dei soliti e presenta tre fori: uno verticale per il passaggio del perno d’unione della leva di disimpegno, uno laterale destro per l’alloggiamento della molla della stessa leva e uno superiore, obliquo, per l’alloggiamento della molla del dente di sicurezza. Il blocco di scatto presenta anteriormente una fresatura dove si inserisce il dente inferiore della leva di disimpegno, con l’arma in sicurezza. Bisogna notare che il blocco di scatto del modello 5 può essere montato sui modelli precedenti, ma il blocco di scatto di questi ultimi non può essere montato sul modello 5.
Nei modelli modificati dall'Esercito, la calciatura del mod. 3 presenta la finestrella laterale ricavata sulla precedente calciatura, mentre per i modelli 4 la calciatura è stata completamente sostituita.
Vediamo ora questa sicurezza nei particolari. Il pulsante della leva di disimpegno è situato anteriormente sul lato destro della calciatura, in corrispondenza della scanalatura ricavata nel legno per consentire l’impugnatura dell’arma. La leva di disimpegno a bilanciere, imperniata al centro del tassello anteriore dell’appendice prismatica di culatta, comprende un braccio anteriore ed un braccio posteriore. Il primo presenta il lato esterno sagomato per l’unione con il pulsante ed il lato interno provvisto di un dente a piano inclinato per il comando del dente di sicura, inoltre è fornito di una molla di richiamo che appoggia sul tassello. Il secondo presenta superiormente un dente di bloccaggio dell’otturatore in posizione armata, inferiormente un dente di bloccaggio del blocco di scatto. Il dente di sicurezza dell’otturatore è costituito da un blocchetto prismatico imperniato posteriormente alla culatta, il quale presenta anteriormente un piano inclinato sul quale scorre il dente del braccio anteriore della leva di disimpegno ed un gradino di contrasto che, agendo sul tallone di arresto dell’otturatore, serve a bloccarlo quando è in chiusura. Anche il dente di sicurezza è provvisto di una molla di richiamo, poggiante sul tassello anteriore dell’appendice prismatica di culatta.
Vediamone il funzionamento. Premendo con l’estremità delle dita della mano sinistra sul pulsante, la leva di disimpegno del bilanciere provoca l’abbassamento del dente di sicura dell’otturatore sbloccandolo. Inoltre, il movimento della leva, per effetto dello spostamento verso l’esterno del braccio posteriore, permette al dente inferiore di liberare il blocco di scatto ed al dente superiore di sbloccare l’otturatore, qualora questo non si trovi in posizione di apertura. Non premendo il pulsante, invece, il dente inferiore della leva di disimpegno alloggiando nell'apposito intaglio della culatta, impedisce la rotazione del blocco di scatto. Inoltre, se l’otturatore è armato, il tallone d’arresto contrasta con il dente superiore del braccio posteriore della leva, mentre se è in posizione di chiusura con il tallone contrasta il dente della sicura.
Negli esemplari modificati o costruiti ex novo per l’Esercito, nel vano della cassa, dove alloggia il pulsante della leva di disimpegno, è stato ricavato un incavo che permette l’introduzione di un bossolo che, determinando l’arresto del pulsante in posizione pressata, consente l’impiego dell’arma con una sola mano."
Non lo definirei un'infelice sistema di sicura. Obbligando il militare ad impugnare con le due mani l'arma si scongiuravano gli incidenti dovuti all'emotività o alla mancanza di addestramento. Fatto sta che l'Esercito, con l'incavo predisposto nelle armi di sua competenza, prevedeva la possibilità di inserire un bossolo od una cartuccia e poter impiegare l'arma con una sola mano, specialmente in caso di ferite. Quindi assolutamente non limitativa in situazioni operative (sempre da parte dell'Esercito). Per quanto riguarda i Carabinieri, la maggior parte di loro aveva si o no sparato qualche caricatore in poligono. Vi siate mai trovati a passare davanti ad un edificio pubblico con all'esterno un "Giovin" Carabiniere di guardia? Sinceramente mi si è accapponata la pelle guardando come imbracciava l'M12, giocherellando con il dito sul grilletto.
Dissento, invece, dalla definizione di "modello lupara". Intanto perché per "lupara" si intende l'accorciamento della, o delle, canna e non della calciatura. La trasformazione dell'immagine poteva essere utilizzato solo dalla criminalità, per motivi di occultamento (come era, d'altra parte per la lupara).
La brutta abitudine di impugnare l'arma per il caricatore (i MAB non hanno il bocchettone impugnabile, anche se, dopo il 38A è visibile) era contestata su tutte le sinossi e le librette di riferimento. Una delle poche armi che avevano il bocchettone studiato per essere impugnato era l'MP tedesca, nelle sue varie versioni. Anche per lo Sten (che presentava comunque un ottimo bocchettone adatto ad una presa sicura) era prevista l'impugnatura sul manicotto di protezione della canna.
Invece, sono pienamente d'accordo sui bei tempi, ante legge 110/75, quando per quei pochi e fortunati collezionisti era permesso avere le armi efficienti, con relativo munizionamento, e poterle utilizzare in poligono.
 
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view post Posted on 5/3/2016, 20:00


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Ti ringrazio delle precisazioni che ti prego di voler inserire nella discussione, dato che la brillante spiegazione tecnica è di interesse per tutti gli amici del Forum. Per il resto rimango dell'idea che un'arma da guerra deve sparare sempre e comunque; ovviamente è giusto che ognuno la pensi come vuole.
Per quanto attiene al "modello lupara" era una definizione scherzosa che la riferiva alla destinazione malavitosa: so bene anch'io che tecnicamente ci si riferisce di più all'accorciamento delle canne. In passato avevo già proposto questo modello in una discussione ed anche allora tutti avevano escluso la possibilità che potesse anche assere appartenuta a un partigiano: io resto sempre dell'idea che anche ai partigiani potesse servire un'arma più facilmente occultabile
 
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view post Posted on 5/3/2016, 20:06
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Scusate una domanda, non relativa ai MAB ma alle "Lupare".

Ho sempre sentito dire che i fucili con le canne accorciate erano le "mozzette", mentre le "lupare" erano le cartucce caricate a pallettoni, originariamente destinate ai lupi.
E poi per estensione le mozzette divennero lupare.

Che c'è di vero in queste chiacchiere?
 
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view post Posted on 5/3/2016, 23:04


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Io non lo so, e anche se lo sapessi preferirei non immischiarmi in una nuova discussione....
 
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view post Posted on 6/3/2016, 10:17


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Non ho resistito e sono andato a fare una ricerca sul Web: in linea di massima quasi tutte le fonti citate attribuiscono a lupara doppio significato, sia riferito all'arma sia alla munizione. A me sembra, per quel che un parere personale può valere, che sia probabile che in origine il termine si riferisse a qualche cartuccia a pallettoni che il normale cacciatore si portava al seguito per l'eventualità di incontrare un lupo: non poteva certo portare con sé due diversi fucili, quindi il riferimento all'arma, ormai consolidato nella consuetudine, dovrebbe essere successivo. Per quanto attiene a "mozzetta" ho trovato riferimenti alla cortissima mantellina (quindi "mozza") dell'abito talare, e dei coltelli a punta tronca; meno comune il riferimento ai fucili a canne mozze, a cui, comunque, si attaglia alla perfezione.
 
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view post Posted on 6/3/2016, 10:22
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Grazie.
Il termine "mozzetta" dovrebbe comunque essere esclusivamente dialettale siciliano, non italiano.
 
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comandantedistazione
view post Posted on 6/3/2016, 13:04




A sostegno dell'affermazione di KANISTER va detto che in molti vecchi processi verbali e rapporti giudiziari si poteva leggere "...attinto a colpi di fucile caricato a lupara ..." per cui va accreditata in pieno la ricerca dell'illustre KABALLUS sulla bivalenza del significato.
Invece mi affianco a sostegno dell'idea che i vari MAB stranamente "compact izzati" emersi un pò da vari luoghi (non ultimi lo sciame di rinvenimenti dopo la pubblicizzazione di Gladio) potessero assere attribuibili soprattutto alla Resistenza e, a tal riguardo la piacevole chiacchierata a Brescia, alla cena in occasione di uno dei Convegni EXA circa il fatto che i britannici avevano realizzato innumerevoli modifiche spartane per gli STEN per gli impieghi speciali mentre i nostri partigiani/operai e soldati/armaioli con poca cultura scolastica avevano realizzato fini modifiche in assoluto stato di spartanità e scarsa disponibilità.
L'impugnatura a pistola sagomata è molto simile a quella amovibile realizzata per lo STEN.
 
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view post Posted on 6/3/2016, 17:41
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Anni fa avevo trovato una descrizione di mitragliatori del genere su un sito, poi scomparso. Almeno uno dei due (quello del Ministero della Sanità) apparteneva alla Banda della Magliana.
CITAZIONE
Per quanto riguarda l’arma ritrovata sul treno Taranto-Milano, si tratta di un MAB 38/42 modificato perché è stata eliminata la cassa in legno ed è stata sostituita da una cassa metallica che racchiude appunto il congegno di scatto con una impugnatura a Pistola” (maresciallo Cardellicchio verb. ud. 24.02.2000 pag. 30).

Dunque è stata sostituita la cassa e nello stesso tempo è stata creata una impugnatura a pistola in modo che si potesse impugnare in mano senza appoggiarlo alla spalla. La nuova cassa risulta attaccata al castello con le stesse viti originali che tenevano insieme la cassa di legno e il castello. Il calciolo è invece saldato con una saldatura autogena e non a punti.

Quanto al MAB sequestrato nel sottoscala del Ministero della sanità il maresciallo Cardellicchio ha detto trattarsi di un modello 38/42 con la canna segata senza cassa e con un calciolo saldato con una saldatura elettrica che crea, pertanto, una impugnatura a pistola con un’altra impugnatura a pistola “…..saldata probabilmente al castello sagomato per impugnarla anteriormente con due mani”.
 
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comandantedistazione
view post Posted on 6/3/2016, 18:24




Che dire BARBA ELETTRICA, gli unici che confidavano che le prescrizioni del Catalogo Nazionale potessero annullare la criminalità erano gli estensori del Ministero dell'Interno.
Ai malavitosi non importava nulla che fosse vietato utilizzare il silenziatore, che l'arma fosse priva di matricola o fosse rimosso o obliterata o fosse importata clandestinamente o di provenienza furtiva.
Quindi perchè stupirsi se nelle loro mani sono stati rinvenute due armi da guerra modificate nella struttura ?
Con il mio intervento, a sostegno di quanto affermnato da KABALLUS, intendevo dire che i molti MAB rinvenuti lasciati nascosti in cantine, soffitte o sopra travi decennali, potevano ben essere appartenuti a qualche partigiano che, come molto spesso raccolto dalla pubblicistica a loro rivolta, avevano necessità di portare le armi armi senza farle notare.
Lo STEN - che si poteva portare sganciato dalla gruccia-calciolo - risultava meno ingombrante di un MP40 e soprattutto di un MAB.
Visto che, come sappiamo di MAB ne esistevano a sufficienza stipati dentro le armerie e che tanti sono stati recuperati dai tedeschi quanti dai militari della R.S.I. ma tanti anche dai partigiani, ecco che, con qualche appropriato intervento, si potevano rendere meno appariscienti.
Se poi ciò ebbero a pensarlo anche i delinquenti pochi anni dopo dimostra solo che avevano la medesima necessità.
Di sicuro, nessun militare dell'Arma, della Guardia di Finanza o della Pubblica Sicurezza ha potuto attuare qualcosa di simile anche se avesse avuto la necessità di portarli durante qualche servizio in abito civile.
 
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view post Posted on 7/3/2016, 00:26


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CITAZIONE (Barba elettrica @ 6/3/2016, 17:41) 
Anni fa avevo trovato una descrizione di mitragliatori del genere su un sito, poi scomparso. Almeno uno dei due (quello del Ministero della Sanità) apparteneva alla Banda della Magliana.
CITAZIONE
Per quanto riguarda l’arma ritrovata sul treno Taranto-Milano, si tratta di un MAB 38/42 modificato perché è stata eliminata la cassa in legno ed è stata sostituita da una cassa metallica che racchiude appunto il congegno di scatto con una impugnatura a Pistola” (maresciallo Cardellicchio verb. ud. 24.02.2000 pag. 30).

Dunque è stata sostituita la cassa e nello stesso tempo è stata creata una impugnatura a pistola in modo che si potesse impugnare in mano senza appoggiarlo alla spalla. La nuova cassa risulta attaccata al castello con le stesse viti originali che tenevano insieme la cassa di legno e il castello. Il calciolo è invece saldato con una saldatura autogena e non a punti.

Quanto al MAB sequestrato nel sottoscala del Ministero della sanità il maresciallo Cardellicchio ha detto trattarsi di un modello 38/42 con la canna segata senza cassa e con un calciolo saldato con una saldatura elettrica che crea, pertanto, una impugnatura a pistola con un’altra impugnatura a pistola “…..saldata probabilmente al castello sagomato per impugnarla anteriormente con due mani”.

A questo punto penso proprio che nel caso del mio MAB, fermo restando che un mitra reso più occultabile serviva tanto ai partigiani che alla criminalità, nel caso del mio esemplare le affinità con quello della Magliana farebbero pensare ad una origine malavitosa. A me era stato regalato nel 1974 o '75, dal Procuratore della Repubblica di una cittadina abruzzese, dove facevo servizio, ed insieme mi aveva anche fatto avere la Licenza di Collezione di Armi da Guerra. Da lui l'attribuzione alla lotta partigiana, anche perchè nella zona della Maiella i ritrovamenti del genere erano stati svariati.
 
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view post Posted on 7/3/2016, 00:32
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Io ho addirittura postato la foto di un MAB con il calcio segato nel topic "armi sequestrate", dove c'è anche un PPSh-41 modificato allo stesso modo.
 
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view post Posted on 7/3/2016, 14:20


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C'è un sistema di ricerca per trovare il tuo topic e vedere le foto?
 
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view post Posted on 7/3/2016, 14:46
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Sì, si può usare il motore di ricerca interno o navigare nella sezione "Off-Topic".

Ma per semplificare le cose ti riporto le foto qui:
Beretta MAB38 con impugnatura a pistola e calcio segato (forse sostituito da calciolo di Sten)?
armi_guerra_300x225

PpSh-41 con calcio segato:
c0d58f8b5c85506c36aa35da43edf14a_XL

Scarica pure, perché le foto sono caricate su Postimage, e prima o poi spariranno...
 
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43 replies since 29/2/2016, 16:12   24904 views
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