Armored Champion - The Top Tanks of World War II

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view post Posted on 28/4/2017, 21:00

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Titolo: "Armored Champion - The Top Tanks of World War II"
Autore: Steven Zaloga
Editore: Stackpole Books
Pagine: 326
Anno: 2015

Qual è stato il migliore carro armato da combattimento della seconda guerra mondiale? A questa domanda, la maggior parte dei profani, e dei non profani, risponderebbe probabilmente: il Tiger I tedesco. Ma se è pur vero che il Tiger fu un mezzo da combattimento senza rivali per quanto riguarda protezione e potenza di fuoco (per lo meno sino alla seconda metà del 1944), con una produzione di soli 1359 esemplari, rispetto ad esempio agli oltre 55.000 T-34 fabbricati dai sovietici e ai 48.000 Sherman costruiti dagli americani, si può affermare che il suo contributo strategico all'andamento del conflitto fu tutto sommato trascurabile. In effetti non è affatto semplice determinare quale fu il migliore carro armato impiegato dai principali belligeranti tra il 1939 e il 1945, e ciò perché le semplici prestazioni e caratteristiche tecniche di un mezzo corazzato non sono di per sé sufficienti a garantirne l'efficacia e la supremazia sul campo i battaglia: contano in egual misura il suo grado di affidabilità meccanica, il livello di addestramento degli equipaggi, l'efficienza del supporto logistico, la facilità e la rapidità di fabbricazione su scala industriale e, "last but not the least", il suo costo di produzione. Tornando al Tiger I tedesco, per esempio, il costo unitario per esemplare si aggirava sui 300.000 marchi dell'epoca: alla stessa cifra, l'industria tedesca poteva produrre due carri medi Panther e quattro semoventi d'assalto Sturmgeschutz III ausf. G; fu anche questa la ragione per cui la produzione del Tiger cessò nel settembre del 1944.

In questo bel volume il noto esperto Steven Zaloga cerca appunto di rispondere alla nostra domanda iniziale: qual'é stato il migliore carro armato da combattimento della seconda guerra mondiale? L'approccio dell'autore non è però quello di arrivare a formulare un giudizio assoluto ma piuttosto di determinare quale fu effettivamente il mezzo corazzato più efficace in battaglia anno per anno, periodo per periodo, anche in base all'analisi delle principale campagne di guerra che videro l'utilizzo massiccio dei mei corazzati su scala più ampia (Francia 1940, Operazione Barbarossa, la guerra nel deserto in Africa Settentrionale, la battaglia di Kursk, la battaglia delle Ardenne, etc.). I principali motivi di questo modo di procedere sono due: da una parte l'autore evidenzia come l'equilibrio sul campo nell'ambito dell'evoluzione dell'arma corazzata cambiò più volte tra l'uno e l'altro contendente, specialmente nella guerra sul fronte orientale; in secondo luogo, il progresso tecnico dei mezzi corazzati fu così rapido che ovviamente non avrebbe senso fare un confronto diretto tra i carri di prima generazione utilizzati nel 1939 e un carro M26 Pershing o un IS-2 Stalin utilizzati nel 1945. Ma il discorso di Steven Zaloga non si ferma a un freddo e riduttivo confronto tra i soli parametri tecnici: anzi, Zaloga in questo volume finisce per sfatare molti dei luoghi comuni riguardo all'impiego dei mezzi corazzati nel corso del conflitto dimostrando come molto spesso all'origine della scelta di produrre questo o quell'altro tipo di modello di carro armato vi furono motivazioni complesse di tipo dottrinale, industriale, strategico, di individuazione delle priorità nello sfruttamento delle risorse, di disponibilità di informazioni sui progressi e sulle capacità del nemico, di rapido e istantaneo adattamento ai nuovi livelli di minaccia presenti sul campo di battaglia. Nella sua circostanziata analisi Zaloga utilizza una messe preziosa di dati, rapporti, studi e memorandum ufficiali, molti dei quali declassificati solo di recente, che delineano in maniera estremamente chiara quali furono i principali imput che portarono (ad esempio) la Germania a dare la precedenza alla costruzione dei cannoni d'assalto e veicoli corazzati cacciacarri o la Gran Bretagna ad affidarsi al carro americano Sherman come equipaggiamento principale delle proprie divisioni e brigate corazzate al posto dei carri di produzione nazionale. Accompagnano il testo decine e decine di tabelle ricche di interessanti - e in gran parte inediti - dati statistici su ogni aspetto della materia (dati produttivi anno per anno e modello per modello, rateo delle perdite campagna per campagna, distribuzione del numero dei mezzi corazzati sui vari fronti, confronto tra le prestazioni balistiche dei vari tipi di armamento e munizionamento, etc.) che, per una volta tanto, non costituiscono una noiosa elencazione di cifre ma piuttosto uno strumento interpretativo di grande chiarezza e utilità nel seguire le vicende dell'evoluzione della guerra corazzata. Altrettanto valido il corredo iconografico del volume, con decine di nitide foto in b/n di apprezzabile formato, anche se la maggior parte delle immagini risultano già pubblicate su varie fonti. Il testo del volume è in lingua inglese ma si presenta di facile lettura, alieno da inutili o fastidiosi tecnicismi, quindi assai scorrevole e fin anche avvincente.

Se vi siete stancanti dell'informazione istantanea wikipediana usa-e-getta, questo è un libro di valore inestimabile per tutti gli appassionati dell'argomento e uno dei pochi volumi che finalmente dice qualcosa di nuovo e sostanzioso in materia alla storia dell'impiego dei mezzi corazzati nel corso della seconda guerra mondiale, dalla Blitzkrieg sino alla caduta di Berlino. Personalmente consiglio di non perderlo!

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RIP-STOP

Edited by rip-stop - 28/4/2017, 22:34
 
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