Che apriscastole hanno usato?

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view post Posted on 25/2/2018, 10:14
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view post Posted on 25/2/2018, 14:17


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Uno di quelli fissi, sepolti nel terreno, aspettando che qualcuno o qualcosa li schiacci.
Per migliorarne l'efficacia in due, tre, forse quattro esemplari sovrapposti.
 
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view post Posted on 25/2/2018, 14:20
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Si, lo immaginavo.
Chissà perchè, vedendo questa foto mi è tornato in mente l'identificativo di una famosa operazione segreta inglese: MINCE MEAT.
 
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view post Posted on 25/2/2018, 14:26


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Chissà ...
 
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view post Posted on 25/2/2018, 17:39
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Un'altra vista della stessa scatoletta di carne:

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L'infermiere sembra si tenga la testa pensando a quale cucchiaino dovrà usare per raccogliere i resti dell'equipaggio.

Notare che in origine in carro era mimetizzato, cosa relativamete inconsueta per gli statunitensi.
 
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view post Posted on 25/2/2018, 21:19


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eppure qualcosa di strano c'è...se la mina l'ha presa con il cingolo dex come mai che è il sinistro strappato? possibile che la corazza anteriore sia tranciata di netto dallo scafo sul lato dex a dal superiore? e il carter davanti al cingolo sin. con tanto di bulloni infilati non sarebbe volato via in caso di mega esplosione?? infine : si che le mine anticarro colpiscono verso l'alto ma neanche l'ombra di un cratere.....e neanche l'erba strinata...e poi, non pensate che minmo si sarebbe incendiato? ( e quindi niente cingoli con gomma...)
 
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view post Posted on 25/2/2018, 21:37
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Non l'ho riportata per creare un po' di suspence, però la didascalia originale parla di una "land mine".
 
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view post Posted on 25/2/2018, 23:47


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Esistono (e già esistevano all'epoca) mine ad azione sottoscafo o dispositivi che rendono tali anche le normali mine controcingolo.
Anche per i carri più pesanti dell'epoca, un attacco del genere risultava quasi sempre micidiale, visti gli spessori delle corazze ventrali decisamente esigui.
 
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view post Posted on 26/2/2018, 10:48

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Sul fronte italiano (sul quale suppongo sia stata ripresa questa immagine) i mezzi blindati americani utilizzarono spesso una mimetica a due toni con ampie chiazze di color sabbia sul fondo olive drab. Questo schema mimetico venne impiegato specialmente durante la campagna per la conquista della Sicilia e durante l'operazione di sbarco a Salerno, successivamente si tornò a preferire la livrea monocromatica standard. Strano per altro che non si scorgano le insegne di identificazione sullo scafo o sulla torretta, costituita dalla stella bianca inscritta entro un cerchio biancho o giallo.

Anch'io propendo per una mina anticarro, che probabilmente ha innescato una catastrofica esplosione delle riservette di munzioni e il distacco delle due sezioni dello scafo.

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view post Posted on 26/2/2018, 11:06

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Quest'altro Sherman è stato invece distrutto durante i combattimenti in Tunisia nel settore si Sidi Bou Zid...

Wrecked_sherman

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view post Posted on 26/2/2018, 11:40
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CITAZIONE (rip-stop @ 26/2/2018, 10:48) 
Sul fronte italiano (sul quale suppongo sia stata ripresa questa immagine) ....

Informazioni a spizzichi: la didascalia indica "Cori - Italy"
 
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view post Posted on 26/2/2018, 11:43

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CITAZIONE (kanister @ 26/2/2018, 11:40) 
CITAZIONE (rip-stop @ 26/2/2018, 10:48) 
Sul fronte italiano (sul quale suppongo sia stata ripresa questa immagine) ....

Informazioni a spizzichi: la didascalia indica "Cori - Italy"

Io invece ho visto la stessa immagine con l'indicazione "Borgo Sabotino"... viva la credibilità del web!

Borgo_sabotino


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view post Posted on 26/2/2018, 13:41
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CITAZIONE (rip-stop @ 26/2/2018, 11:43) 
... viva la credibilità del web!

Infatti sono sempre restio a credere a quello che viene scritto.
 
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view post Posted on 26/2/2018, 13:51


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CITAZIONE (stecol @ 25/2/2018, 23:47) 
Esistono (e già esistevano all'epoca) mine ad azione sottoscafo o dispositivi che rendono tali anche le normali mine controcingolo.
Anche per i carri più pesanti dell'epoca, un attacco del genere risultava quasi sempre micidiale, visti gli spessori delle corazze ventrali decisamente esigui.

Non conoscendo il funzionamento di questo tipo di mine l'ho cercato in rete, ma ho trovato solamente una descrizione di mine relativamente moderne che riporto qui pari-pari sotto (da altro forum):

''Completamente diverso è il sistema di funzionamento delle mine cosiddette "sottoscafo". Si tratta di armi che invece della normale carica esplosiva sono fornite di una carica cava (HEAT), che si attiva non a pressione ma in base a dei sensori (magnetici e tellurici) che rivelano quando il mezzo avversario si trova sopra la mina. Il doppio sistema di spolette (che deve coincidere per chiudere il circuito d'accensione) serve ad evitare false attivazioni. Per primo scoppia una piccola carica esplosiva che ha lo scopo di rimuovere la terra sovrastante l'ordigno, perché non disturbi il delicato effetto di "focalizzazione" della carica HEAT, che detona subito dopo. Il grosso vantaggio delle mine c/c sottoscafo è che ad attivare la mina è l'intera larghezza dello scafo e non solo l'impronta dei cingoli o delle ruote, consentendo, a parità di opportunità d'ingaggio, una densità di ordigni lineare nettamente ridotta (in parole povere, servono meno mine per ottenere la stessa capacità d'interdizione). Inoltre la carica HEAT penetra il fondo dello scafo degli MBT o dei mezzi meccanizzati, notoriamente poco protetto, su cui non si possono apllicare forme avanzate di protezione (spaziate, reattive ecc.), e al contatto del quale vi sono spesso organi molto delicati (riservetta delle munizioni e propulsore, oltre agli organi di rotolamento). Di contro per il loro impiego vi è il fatto che non possono essere seminate perché la faccia superiore dev'essere rivolta verso l'alto, data la direzionalità della carica cava.''

Anche negli anni '40 erano cosi' quelle ad azione sottoscafo?
 
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view post Posted on 26/2/2018, 14:03

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CITAZIONE (sciatore91 @ 26/2/2018, 13:51) 
CITAZIONE (stecol @ 25/2/2018, 23:47) 
Esistono (e già esistevano all'epoca) mine ad azione sottoscafo o dispositivi che rendono tali anche le normali mine controcingolo.
Anche per i carri più pesanti dell'epoca, un attacco del genere risultava quasi sempre micidiale, visti gli spessori delle corazze ventrali decisamente esigui.

Non conoscendo il funzionamento di questo tipo di mine l'ho cercato in rete, ma ho trovato solamente una descrizione di mine relativamente moderne che riporto qui pari-pari sotto (da altro forum):

''Completamente diverso è il sistema di funzionamento delle mine cosiddette "sottoscafo". Si tratta di armi che invece della normale carica esplosiva sono fornite di una carica cava (HEAT), che si attiva non a pressione ma in base a dei sensori (magnetici e tellurici) che rivelano quando il mezzo avversario si trova sopra la mina. Il doppio sistema di spolette (che deve coincidere per chiudere il circuito d'accensione) serve ad evitare false attivazioni. Per primo scoppia una piccola carica esplosiva che ha lo scopo di rimuovere la terra sovrastante l'ordigno, perché non disturbi il delicato effetto di "focalizzazione" della carica HEAT, che detona subito dopo. Il grosso vantaggio delle mine c/c sottoscafo è che ad attivare la mina è l'intera larghezza dello scafo e non solo l'impronta dei cingoli o delle ruote, consentendo, a parità di opportunità d'ingaggio, una densità di ordigni lineare nettamente ridotta (in parole povere, servono meno mine per ottenere la stessa capacità d'interdizione). Inoltre la carica HEAT penetra il fondo dello scafo degli MBT o dei mezzi meccanizzati, notoriamente poco protetto, su cui non si possono apllicare forme avanzate di protezione (spaziate, reattive ecc.), e al contatto del quale vi sono spesso organi molto delicati (riservetta delle munizioni e propulsore, oltre agli organi di rotolamento). Di contro per il loro impiego vi è il fatto che non possono essere seminate perché la faccia superiore dev'essere rivolta verso l'alto, data la direzionalità della carica cava.''

Anche negli anni '40 erano cosi' quelle ad azione sottoscafo?

No, nella seconda guerra mondiale non mi pare che esistessero mine così sofisticate. I tedeschi possedevano un tipo di mina magnetica che sfruttava l'effetto della carica cava, ma la maggior parte delle mine anticarro come la classica mina Teller era del tipo a pressione. Con la sua carica di 5,5 kg di esplosivo, la "Tellermine" era in grado di danneggiare il treno di rotolamento di qualsiasi carro armato, ma per distruggere uno Sherman in questo modo è evidente che dev'essersi verificata un'esplosione interna delle munizioni. Non è escluso che sia stata utilizzata anche più di una mina: piazzandone ad esempio un paio a distanza ravvicinata l'una dall'altra, l'esplosione della prima provocava "per simpatia" anche la deflagrazione della seconda, con effetti quindi ancora più devastanti.

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